LA RICERCA DEL CUORE La storia dell’omino di latta (personaggio de Il meraviglioso mago di Oz di Frank Baum) che chiede un cuore e riceve in cambio un cuore finto è come una metafora della situazione in cui spesso versano i giovani di oggi, desiderosi di aprirsi alla realtà e spesso disillusi dai miti e dalle mode dominanti. Sono numerosi gli spunti che richiamano questa situazione. Ha debuttato in questi giorni a Broadway American Idiot, un musical tratto dall’omonimo album dei Green Day, la band punk rock americana amata dai giovani di tutto il mondo e con un notevole seguito anche in Italia, che presenta le tensioni dei giovani americani dopo l’ 11 settembre (l’album è pubblicato nel 2004; l’esordio del musical è del 2009). Lo spettacolo se la prende con l’”idiota americano”, l’americano medio che crede al presidente degli Stati Uniti George W. Bush ed è invischiato in uno stile di vita paranoico, dove, così critica il gruppo, “tutto passa dai media che trasmettono ciò che vogliono far credere alla gente". Ecco alcune parole tratte dal brano che dà titolo allo spettacolo: “Non voglio essere un idiota americano Una nazione controllata dai media La nazione dell’informazione e dell’isteria Che dilaga nell’America idiota Benvenuti in un nuovo tipo di pressione mentale Che attraversa una nazione ormai diversa Non tutto deve andare bene per forza Sogni televisivi del futuro Noi non dobbiamo per forza dargli retta E convincerli a starci dietro”. Il protagonista dello spettacolo è il ragazzo ribelle, Jesus of Suburbia, (che è anche titolo di un pezzo in 5 parti del famoso album di cui sopra) che si sente solo e, arrabbiato con il mondo, desidera fare quel che vuole ed essere libero, così scappa di casa, ma allo stesso tempo è molto confuso e cade nella trappola dell'alcool e della droga, arrivando al punto di non sapere cosa fare della propria vita e a meditare il suicidio. Dopo aver provato la dura vita in strada, alla fine, aiutato da una ragazza di cui si è innamorato, cerca di capire in cosa crede, per cosa si batte e cosa vuole veramente da sé stesso. Nella seconda parte (Città dei dannati), troviamo queste parole: “Al centro della Terra Nel parcheggio compreso tra 7-11 dove avevo pensato Il motto era davvero una bugia Dice "La casa è là dov'è il tuo cuore" Ma quale vergogna poiché il cuore di ognuno Non batte allo stesso ritmo Stanno battendo fuori tempo. Cuori che non si capiscono, cuori che non si uniscono, cuori che battono ciascuno per proprio conto, cuori ridotti ad oggetti che non si corrispondono. Torna il dilemma dell’omino di latta: una volta che il cuore ci è stato strappato (i media, la pubblicità, il non senso della vita?) si può vivere con un surrogato di cuore (emozione, protesta, violenza, droga?). La legge del cuore non lascia facilmente scampo e non si adatta ai ripieghi momentanei, certo occorre qualcuno o qualcosa che doni all’uomo un cuore vero. Ecco un altro brano dei Green Day (da Boulevard Of Broken Dreams - Viale Dei Sogni Spezzati): “La mia ombra e l’unica che cammina accanto a me Il mio profondo cuore è l’unica cosa che batte Qualche volta desidero che qualcuno là fuori mi trovi Fino a quel momento camminerò da solo”. Ma chi potrà ridonare un cuore vero all’uomo? La ragazza amata e poi smarrita di un altro brano della band californiana (Extraordinary Girl) oppure un qualche mago che incanta e seduce? Prima ancora, che cos’è il cuore dell’uomo? Confuso spesso con un fascio di sentimenti e di sensazioni, esso emerge da tanti naufragi come luogo in cui è custodita l’esigenza di felicità e di bene. Questo cuore deve essere re-impiantato in chi l’ha perso e solo chi già lo possiede, chi possiede un cuore grande, può essere il donatore. Ma l’unica possibilità che il grande cuore ha di aiutare il piccolo cuore a battere è appunto di educarlo a porre le domande giuste, a non dimenticare le esigenze di cui è costituito. È quello che si verifica, in ben altro ma simile contesto, nelle pagine de L’idiota di Fëdor Dostoevskij (qui “idiota” significa “puro”, “di animo buono”), quando il generale si rivolge al principe Myskin con queste parole: “Io cerco soltanto l’amicizia e un cuore che mi comprenda, principe; mai ho potuto appagare le esigenze del mio cuore […] Bisogna avere del cuore per capire!”. Parole che possono essere attualizzate, perché è da qui, da un’amicizia che comprende il cuore, che inizia l’avventura educativa, destinata ad uscire dalle pagine dei libri per coinvolgere intere vite di giovani e di adulti: nella scuola e anche oltre.