Il circolo degli scipioni

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Il circolo degli scipioni
Il momento
fondamentale
per
l’ellenizzazione
della cultura
Romana
Lucio Emilio Paolo e la Grecia
Roma e la Grecia
• Dopo la vittoria nella seconda guerra punica,
Roma rivolge il suo interesse all’Oriente:
iniziano così le guerre macedoniche con cui
l’Urbe si assicura il controllo della Grecia e
della costa asiatica;
• Battaglia chiave fu quella di Pidna 168 a.C.,
nella quale il generale Lucio Emilio Paolo
sconfigge il re Pérseo. Da questo momento il
rapporto con la Grecia si fa diretto.
Livio, Ab urbe condita, XLV, 28
sacrificio Minervae, praesidi arcis, in urbe
facto profectus Corinthum altero die
pervenit. [2] urbs erat tunc praeclara
ante excidium; arx quoque et Isthmus
praebuere spectaculum: arx intra moenia
in immanem altitudinem edita, scatens
fontibus; Isthmus duo maria ab occasu et
ortu solis finitima artis faucibus dirimens.
[3] Sicyonem inde et Argos, nobiles
urbes, adit; inde haud parem opibus
Epidaurum, sed inclutam Aesculapi nobili
templo, quod quinque milibus passuum
ab urbe distans nunc vestigiis revolsorum
donorum, tum donis dives erat, quae
remediorum salutarium aegri mercedem
sacraverant deo. [4] inde Lacedaemonem
adit, non operum magnificentia, sed
disciplina institutisque memorabilem;
unde per Megalopolim Olympiam
escendit. [5] ubi et alia quidem
spectanda ei visa: Iovem velut
praesentem intuens motus animo est.
compiuto in città il sacrifico alla dea Minerva,
protettrice della rocca, dopo essersi messo in
viaggio, raggiunse Corinto il giorno successivo.
Era allora una città molto famosa prima della
distruzione; la rocca e l'istmo offrirono uno
spettacolo meraviglioso: la rocca che tra le
mura svetta straordinariamente, piena di di
sorgenti; l'istmo che divide due mari vicini ad
Oriente ed Occidente con una sottile striscia di
terra. In seguito raggiunse Sicione ed Argo,
città molto famose. Poi si recò ad Epidauro,
non paragonabile per ricchezze, ma resa
celebre dal famoso tempio di Esculapio che,
distante cinquanta miglia dalla città, ora è
ricco delle vestigia delle offerte votive
trafugate, nei tempi antichi era invece ricco di
offerte votive che che erano state consacrate
al dio in segno di ricompensa dei rimedi
salvifici della malattia. Poi si diresse a Sparta,
degna di memoria non tanto per la
magnificenza delle opere, quanto per la
disciplina e le istituzioni; da lì si spinse per la
megalopoli di Olimpia. e là furono viste tutte
le cose che dovevano essere osservate da lui.
si commosse guardando la staia di Giove che
• Il presente testo mostra l’interesse che il mondo
greco esercita sui condottieri romani. In
particolare Lucio Emilio Paolo, uomo di grande
cultura, dopo la vittoria a Pidna non celebrò
subito il trionfo, ma visitò l’ellade per ammirarne
le bellezze.
• Merito di questo generale fu quello di aver
portato a Roma la Biblioteca trafugata al re Perse.
• Inoltre il generale affidò l’eduzazione dei figli (
Scipione Emiliano) a uomini di cultura greca.
Scipione Emiliano
Scipione Emiliano visita le
rovine di Cartagine
accompagnato da Polibio
Scipione Emiliano
• Vincitore a Cartagine nel 146 a.C.;
• Vincitore a Numanzia nel 133 a.C.;
• Uomo di grande cultura fu lui a dare impulso
al circolo degli Scipioni
Il circolo degli scipioni
Sintesi fra cultura greca e mondo
romano.
Circolo degli Scipioni
• Gruppo di uomini di cultura, letterati e politici che
dominarono il panorama culturale romano, legati da
comuni interessi culturali, in particolare la spintaall’
ellenizzazione del mondo reomano; Terenzio, Polibio,
Scipione l’Emiliano
• Il periodo temporale si estende dalla battaglia di Pidna 168
a.C. fino all’età dei Gracchi.
• Tracce di questo “circolo” si possono leggere all’interno di
due dialoghi di Cicerone: il De amicitia e il De re publica.
• Gli studiosi hanno messo in dubbio l’esistenza di questo
“circolo”; tuttavia non possono essere messi in dubbio i
legami fra Scipione e gli uomini di cultura sopra citati.
• Ai membri di questo circolo si oppongonoi sostrenitori della
morale tradizionale, in particolare figure come quelle di
Catone il censore.
Diffusione degli studi filologici
Studi grammatici
• Grande influenza ebbe Cratete Di Mallo, ambasciatore
del regno di Pergamo ed esponente della scuola
filologica di Pergamo;
• A livello linguistico favori la diffusione delle teorie
anomalista;
• Diede inoltre impulso allo studio della filologia: metodi
di pubblicazione ed interpretazione di un testo. Ciò
favorisce il diffondersi di un maggior atteggiamento
critico nei confronti dei testi letterari: si può vedere
l’influenza di ciò sopratutto nelle opere di Terenzio.
Maggior coscienza letteraria.
Diffusione della filosofia
«Carneade, chi era
costui?»
•
•
•
Le iniziali difficoltà: la
reazione di Catone;
La diffusione grazie a
Panezio;
Armonizzazione tra
filosofia greca e
morale romana.
La diffusione della filosofia
• La filologia favorì anche il diffondersi a Roma
della filosofia, che tuttavia faticò ad imporsi;
• L’episodio di Carneade. Nel 155 a.C. giungono a
Roma alcuni inviati della città di Atene, tutti
filosofi, tra cui Carneade. Furono invitati a tenere
delle lezioni. L’intervento di Carneade genera
particolare scalpore: egli pronuncia infatti due
discorsi opposti sulla giustizia. Catone, difensore
della morale romana tradizionale, vedendo nei
discorsi di quest’ultimo una minaccia per la
società, lo fa cacciare immediatamente.
Panezio di Rodi
La diffusione della filosofia
a Roma.
• risolvere il divario tra
singolo e civitas;
• Nuova figura di sapiens
Panezio
• 185-109 a.C., Stoico,direttore della scuola filosofica di Atene.
• Si ipotizza che il suo viaggio a Roma si svolse introno al 145 a.C.,
periodo in cui Scipione l’Emiliano aveva grandissima influenza.
Entrò quindi subito in contatto con l’ambiente scipionico e lo
influenzò.
• Sviluppa una nuova figura di Sapeins che adatta alla mentalità
romana il concetto di sapiente proprio dello stoicismo.
• L’uomo di Panezio si trova sospeso fra le necessità individuali e il
dovere verso lo stato: cerca di conciliare la sfera pubblica con quella
privata. L’esaltazione delle virtù individuali non è necessariamente
in contrasto con gli interessi collettivi.
• «Il civis diventa homo non rinnegando i valori della propria città ma
perfezionandoli al contatto di altre culture e superando i limiti del
gretto nazionalismo catoniano.»
Humanitas
Coloro che diedero vita alla lingua latina e la parlarono con
proprietà ritennero che il significato di humanitas non fosse
quello che si ritiene comunemente e che i greci chiamano
philantropia (amore dell’uomo), e cioè significherebbe una
specie di indulgente benevolenza verso tutti gli esseri umani
senza distinzione; ma considerarono l’humanitas qualcosa
di simile alla paideia e noi educazione e iniziazione alle arti
liberali. Coloro che le desiderano fortemente possono
essere considerati humanissimi. Infatti lo studio di tale
scienza e l’ammaestramento che ne deriva, offerti al solo
uomo fra tutti gli esseri viventi, si chiamano, per questa
ragione, humanitas.
Aulo gellio Noctes Atticae XIII 17, 1
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