Il jazz è una forma musicale contemporanea nata nei primi anni del XX secolo nelle comunità afroamericane del sud degli Stati Uniti. La caratteristica fondamentale è l’improvvisazione ma le sue caratteristiche peculiari sono il ritmo swing spesso sincopato, la poliritmia ed il tono malinconico dell'uso delle blue note. Nel jazz ci sono due forme primarie: il blues, in 12 battute, e la canzone, in 32 battute. L'essenza dell'improvvisazione è nella linea melodica, ciò è dovuto dal fatto che il jazz originale è formato dal gruppo di ottoni, in cui, dato che ogni suonatore può produrre una sola nota alla volta, gli assoli sono necessariamente melodici. Sin dai primi tempi il jazz ha incorporato nel suo linguaggio i generi della musica popolare americana, dal ragtime, al blues, alla musica leggera fino alla musica colta, soprattutto statunitense. In tempi più recenti il jazz si è mescolato con tutti i generi musicali moderni anche non statunitensi, come il samba, la musica caraibica e il rock. Il jazz si è trasformato, nel corso di tutto il XX secolo, evolvendosi in una gran varietà di stili e sottogeneri: dal dixieland dei primi anni, allo swing negli anni trenta e quaranta, dal bebop della seconda metà degli anni quaranta, al cool jazz degli anni cinquanta, dal free jazz degli anni sessanta alla fusion degli anni settanta, fino alle contaminazioni con il funk e l'hip hop dei decenni successivi. BENESSERE COMUNE Per circa un decennio, dal 1918 al 1929, gli statunitensi vissero un’epoca passata alla storia come “anni ruggenti” o “età del jazz” caratterizzata da benessere per la maggior parte della popolazione. In questi anni i consumi aumentarono notevolmente perché i prezzi erano molto bassi rispetto al passato e, inoltre, ci furono nuovi sistemi produttivi come la vendita a rate. I valori predominanti nella società americana divennero comprare, consumare, divertirsi e ciò stimolò molte persone a tentare di procurarsi denaro con i prestiti o con le speculazioni in borsa. Ritorna a CRISI ECONOMICA DEL ‘29 La crisi economica che si verificò nel 1929 fu la conseguenza dello sfrenato Liberismo degli anni ‘20 attuato dai governi americani. Jazz originated at the end of the 19° century in New Orleans. It developed from black work songs and was predominantly African. The first jazz was played by African-American musicians in New Orleans, who were often very poor. It was played by small bands usually made up of trumpet, clarinet, trombone. Sometimes there was also a piano or a tuba were used instead a piano. Many people didn’t understand the spontaneity of jazz and at first it was not greatly accepted in America. This was mainly because it was played by poor and black people at the time when there was segregation and racism. Jazz became more popular when white orchestras imitated it. It became accepted form entertainment in the late 1930s when Benny Goodman led racially mixed groups in concerts at Carneige Hall, a famous theatre in manhattan. Il jazz si è originato alla fine del diciannovesimo secolo a New Orleans. Si sviluppò dai canti di lavoro dei neri ed era principalmente africano. Il jazz fu suonato per la prima volta dai musicisti Afro-Americani a New Orleans che erano spesso molto poveri. Era suonato da piccole band che solitamente usavano la tromba, il clarinetto, il trombone. A volte c’era anche il piano forte o la tuba usata al posto del piano. Molte persone non capivano la spontaneità del jazz e la prima volta non venne accettato in America. Questo era principalmente perché era suonato dai poveri e dai neri al tempo della segregazione e del razzismo. Il jazz diventò popolare quando le orchestre di bianchi lo imitarono. Venne un’accettata forma di intrattenimento nel tardo 1930 quando Benny Goodman mise insieme dei gruppi mischiando diverse razze nei concerti al Carneige Hall, un famoso teatro di manhattan. La crisi del 1929 ebbe molte cause, sia interne agli stati Uniti, dove si realizzò il primo terremoto finanziario della storia che ebbe uno dei suoi fulcri nel martedì nero di Wall Street, ma le cui cause e conseguenze erano assai più complesse di un crollo borsistico, sia a livello internazionale dove furono coinvolti molti paesi in una recessione spaventosa che durò diversi anni. Tuttavia la crisi iniziò ufficialmente con il crollo della Borsa di Wall Street che segnò la distruzione di molti settori industriali e imprenditoriali. Ritorna a CRISI ECONOMICA DEL ‘29 La grande depressione, detta anche crisi del '29, che avvenne in America fu una grave crisi economica e finanziaria che sconvolse l'economia mondiale alla fine degli anni venti, con forti ripercussioni durante i primi anni del decennio successivo. Il fulcro d’origine furono gli Stati Uniti, ma poi venne coinvolto tutto il continente ed il resto del mondo. Ritorna a JAZZ Torna a USCITA DALLA CRISI DEL ‘29 CONFRONTO CRISI ATTUALECRISI ‘29 ANALOGIE • • • • • eccesso di liberismo mercato sopravvalutato (ma il 1929 era ben peggio) politica monetaria troppo accomodante crollo delle azioni crollo dell’attività industriale DIFFERENZE • • • • sostegno al sistema bancario (nel 1929 sono fallite tantissime banche) il protezionismo al momento non è così evidente. La borsa ha perso terreno molto più rapidamente rispetto al 1929, anche se non possiamo ancora mettere la parola fine ai ribassi Uscita dalla crisi degli anni ‘30 con la Seconda guerra mondiale - visione di uscita con risoluzioni in campo monetario e senza scontri violenti con forte piano di stimolo e di sostegno all’economia, con taglio tassi, quantitative easing ecc.(crisi attuale) ERMETISMO Negli anni ‘20 del Novecento, si sviluppò l’ERMETISMO. Non può definirsi un movimento letterario vero e proprio, ma piuttosto un “atteggiamento” di un gruppo di artisti che condivisero alcune idee e ne svilupparono altre in maniera autonoma ed indipendente. La caratteristica principale è lo stile che fu oscuro, volutamente difficile, appunto ERMETICO. La poesia è ermetica per i molti significati che un testo porta dentro di se', per il carattere ambiguo della sintassi e del lessico che riesce ad essere percepito e compreso solo dal poeta e a volte nemmeno da lui. I poeti ermetici non hanno più certezze in cui credere, perciò cercano nuove forme che possano rispecchiare il loro stato d'animo, e le trovano nelle parole essenziali, scabre, secche, in un linguaggio oscuro che ben esprime la loro angoscia, la tristezza, il necessario ripiegamento verso l'interiorità. Ritorna a CRISI ECONOMICA DEL ‘29 Wall Street è un'importante luogo di New York. Situata nel quartiere di Manhattan, ospita la prima sede permanente della Borsa di New York. Rappresenta tuttora il centro del distretto finanziario di New York, tanto che con il termine Wall Street si indica l'intero complesso dell'industria finanziaria statunitense. Wall Street prende il suo nome dalle mura della città ormai da tempo smantellate. Ritorna a CROLLO DELLA BORSA MIGRAZIONE INTERNA In seguito al crollo della borsa, moltissimi operai persero il lavoro. Per questo, milioni di persone, famiglie intere con le poche masserizie, si ritrovarono sulla strada e diedero vita ad una spaventosa migrazione interna, dolorosissima e umiliante. In certe zone si formarono accampamenti improvvisati di poveracci, privi perfino del mangiare che dormivano in baracche o in tende lacere e consunte. Ovviamente dilagava l’insofferenza, la prostituzione e il banditismo. I gruppi di ex contadini si spostavano da uno Stato all’altro senza speranza, ma comunque alla ricerca di qualcosa. In più, dal 1932 al 1936, la siccità aveva già distrutto campi e raccolti nel Texas, nel North e South Dakota, nel Montana o nel Wyoming causando la crisi anche per milioni di contadini. Le carovane dei miserabili si spostavano da una “tazza di polvere all’altra” alla ricerca quotidiana di qualcosa. Che cosa erano le “tazze di polvere”? I territori secchi e polverosi, ma in pianura, tra un gruppo di colline e l’altro. Il governo rooseveltiano cercò di correre subito ai ripari, ma niente era semplice o facile. Torna a AMERICA F. D. ROOSEVELT Franklin Delano Roosevelt (Hyde Park, 30 gennaio 1882 – Warm Springs, 12 aprile 1945) è stato il 32º presidente degli Stati Uniti d'America. È stato l'unico presidente degli Stati Uniti d'America a essere eletto per più di due mandati consecutivi, vincendo le elezioni presidenziali per ben quattro Larga parte della sua fama è dovuta al vasto e radicale programma di riforme economiche e sociali attuato fra il 1933 e il 1937 e conosciuto con il nome di New Deal, grazie al quale gli Stati Uniti riuscirono a superare la grande depressione dei primi anni trenta. Coinvolse gli Stati Uniti nella seconda guerra mondiale a seguito dell'attacco di Pearl Harbor, ebbe un ruolo di grande rilievo nel grandioso sviluppo della potenza militare statunitense e sostenne anche la costruzione delle prime bombe atomiche della Storia dell'Umanità. Contribuì alla formazione delle Nazioni Unite. Torna a AMERICA IL PARERE DEGLI ESPERTI Intervista a Emiliano Brancaccio , docente di Fondamenti di Economia Politica ed Economia del Lavoro presso l’Università del Sannio a Benevento; è uno tra i più autorevoli analisti e critici delle teorie economiche dominanti. (Domande sul paragone della crisi del ‘29.) La nostra situazione economica è paragonabile a quella degli anni ’30? Non lo dico io: gli economisti Barry Eichengreen e Kevin O’Rourke hanno pubblicato una interessante ricerca che ha dimostrato che, dopo la crisi esplosa nel 2008, la caduta iniziale del PIL mondiale è stata persino più accentuata di quanto non fu dopo il 1929, all’inizio della cosiddetta Grande Depressione. Dunque le analogie con la crisi degli anni Trenta sono supportate dai dati. Del resto, lo stesso Presidente uscente della Banca Centrale Europea, Trichet, ha affermato di recente che questa è senza dubbio la crisi economica più grave dal dopoguerra. Molti economisti hanno recentemente pubblicato dati statistici che attestano come l’attuale distribuzione dei redditi a livello di singoli paesi sia sperequata almeno quanto lo era all’epoca della Grande Crisi. C’è un nesso tra concentrazione di ricchezza nelle mani di pochi e crisi economica? La tesi secondo cui la crisi economica può essere favorita da una forte sperequazione dei redditi è stata in effetti sostenuta nel tempo da svariati economisti. Nel campo dei teorici “critici” ricordo Paolo Sylos Labini, che forniva un’interpretazione della grande crisi degli anni Trenta che attribuiva notevole rilievo al problema della divaricazione dei redditi. Ma ve ne sono anche nell’ambito del mainstream: ad esempio, il premio Nobel Joseph Stiglitz ha recentemente aderito a questa tesi. In genere questa chiave di lettura si basa sul fatto che la propensione al consumo dei salari è maggiore rispetto alla propensione al consumo di profitti e rendite. Ossia, se diamo 100 Euro a un operaio, questi evidentemente spenderà una quota significativa di quella somma e tenderà a risparmiarne una quota molto piccola; se invece trasferiamo questi 100 euro a un titolare di capitali o di rendite finanziarie o immobiliari, questi molto probabilmente non si accorgerà nemmeno di averli e tenderà a risparmiarli. Si tratta di un’evidenza ben documentata dai dati empirici. Da questa constatazione si giunge quindi all‘idea che quanto più si sposta il reddito dai lavoratori ai proprietari del capitale tanto più la spesa complessiva, cioè la domanda di merci, tende a deprimersi Torna a CONFRONTO CRISI ATTUALE- CRISI ‘29 Il mondo rischia una grave crisi economica. Il cuore di questa crisi è l’Europa e in Europa l’Italia è l’anello debole. Perché l'Italia è al centro di questa crisi? Tutto nasce da 3 grandi problemi: 1) i debiti dello Stato 2) l’economia che non cresce 3) la scarsa credibilità dei governanti, che hanno affrontato la crisi tardi, in modo incerto e poco coerente. Alla base di tutto c’è il debito accumulato dallo Stato italiano che ha raggiunto i 1.900 miliardi di euro, cioè il 120% della ricchezza prodotta dal nostro Paese in un anno, il cosiddetto Pil. Torna a CONFRONTO CRISI ATTUALE- CRISI ‘29 COME SI PENSA DI USCIRE DALLA CRISI ATTUALE IL PARERE DI VINCENZO ATELLA (ECONOMISTA) Come uscire dalla crisi attuale? Non è una domanda cui è facile dare una risposta. Semplificando un po’ la realtà, possiamo dire che esistono due scuole di pensiero a riguardo. Da un lato, c’è chi ritiene che si potrà uscire dalla crisi agendo principalmente sulle leve della domanda (pensando ai consumi degli italiani) con politiche keynesiane che imporrebbero il superamento del tetto del 3% del deficit. Dall’altro, c’è chi ritiene che politiche di questo tipo non porteranno crescita di lungo periodo, che invece può realizzarsi solo se si affrontano i temi della competitività delle imprese. La mia personale opinione è che affidandosi solo alle politiche di domanda sicuramente aumenteremo la spesa pubblica, ma non è detto che poi faccia seguito una crescita di lungo periodo, viste le inefficienze del sistema e le posizioni di rendita che affossano il nostro Paese. Questo non vuol dire che non abbiamo bisogno di politiche di domanda. Certo, però, aumentare la spesa pubblica nelle attuali condizioni non farà altro che portare a un aumento della tassazione in futuro – sempre che si possa aumentarla ancor di più. D’altra parte, fin tanto che i tempi e i costi di realizzazione di un’opera pubblica in Italia sono doppi rispetto al resto dell’UE, il ruolo delle politiche di domanda come volano sulla crescita economica rimarrà limitato. Torna a CONFRONTO CRISI ATTUALE- CRISI ‘29 Torna a AMERICA La drammatica crisi americana manifestatasi con il crack di Wall Street (il cosiddetto “martedi nero” 1929) si approfondisce e si allarga nei quattro anni successivi, investendo con la sua onda d’urto il sistema produttivo del paese e, a partire dal 1930, le economie europee che cercano ancora di risollevarsi dai nefasti effetti della guerra, causando una forte emigrazione. Le due maniere attraverso le quali gli Stati Uniti 'contagiano' l’Europa sono il ritiro dei capitali americani e la crescente concorrenza esercitata dai prodotti USA su quelli europei in seguito ai forti ribassi verificatisi in seguito alla crisi. Tali effetti sono amplificati dal fatto che la Francia, l’Italia , la Germania e soprattutto l’Inghilterra si erano impegnati nel quinquennio precedente in una politica di stabilizzazione/rivalutazione delle rispettive monete (l’Inghilterra era tornata dal 1925 al gold standard, cioè a una piena convertibilità in oro della sterlina). I principali paesi europei reagiscono alla crisi in modo assai diversificato e contrassegnato, soprattutto nei primi anni ’30 da uno scarsissimo coordinamento delle rispettive politiche economiche. In questo racconto di Leonardo Sciascia, i protagonisti, un gruppo di siciliani, provenienti da paesi interni, lontani dal mare, decidono di andare in America a far fortuna. Per questo motivo vendono tutti i loro averi al fine di pagare duecentocinquantamila lire a coloro che li avrebbero portati nel Nuovo Continente, dove abitavano anche loro parenti che erano partiti molto poveri e tornavano di tanto in tanto in Sicilia con molti soldi. Dopo undici giorni di viaggio su un piroscafo in condizioni molto precarie, il signor Melfa, colui che aveva il compito di portarli in America, lascia scendere gli uomini molto provati su una spiaggia dicendo loro che erano finalmente arrivati in America. Due di loro incominciarono a incamminarsi per le strade alla ricerca di qualcuno che potesse aiutarli e mentre camminavano videro dei cartelli con scritti dei nomi che non gli erano affatto nuovi. Ad un tratto passò un’auto che si fermò alla vista dei due. I due uomini chiesero informazioni in americano all’autista ma questo, sentendoli parlare in modo strano, se ne andò insultandoli. Gli uomini, sentendolo parlare in italiano, non ci misero molto a capire che non erano in America ma che erano sbarcati in Sicilia. Torna a CRISI IN EUROPA NEL PASSATO Albert Einstein è nato a Ulma, in Germania, il 14 marzo 1879 da una famiglia ebrea. E’ stato un fisico e filosofo della scienza. La sua grandezza consiste nell'aver mutato radicalmente il modello di interpretazione del mondo fisico. Nel 1905 pubblicò tre articoli a contenuto fortemente innovativo, riguardanti tre aree differenti della fisica. Nel 1921 ricevette il Premio Nobel per la fisica per i contributi alla fisica teorica e la sua fama dilagò in tutto il mondo soprattutto per la teoria della relatività. Nell'ottobre 1933 si trasferì negli Stati Uniti a causa delle persecuzioni antisemite che già imperversavano. Quando Adolf Hitler salì al potere nel gennaio 1933 Einstein si trovava all'università di Princeton. Nello stesso anno venne promulgata in Germania la "Legge della Restaurazione del servizio civile", a causa della quale tutti i professori universitari ebrei furono licenziati. Dopo l’assassinio della moglie e le figlie di suo cugino nel 1944, a Rignano sull'Arno, Einstein si trasferì in America dove ci rimase fino alla morte. Morì a Princeton il 18 aprile 1955. Con New Deal («nuovo corso») s'intende il piano di riforme economiche e sociali promosse dal presidente americano Franklin Delano Roosevelt. All’inizio del suo mandato nel 1932, Roosevelt introdusse azioni protezionistiche da parte dello stato nell’economia e riforme favorevoli per i meno abbienti, quali: • Assicurazione sulla vecchiaia che garantisce la pensione • Diffusione dei sindacati e conseguente aumento degli stipendi e benessere diffuso • Tassazione progressiva in base al reddito. Grazie a queste riforme, gli Stati Uniti riuscirono a riazionare l’economia e ad uscire dalla crisi. Torna a F.D. ROOSEVELT Da un punto di vista sociale questa crisi cambia gli atteggiamenti dei consumatori. Si sente palpabile la sensazione di incertezza, di insicurezza, nelle persone. Tutti noi siamo consumatori e chi più e chi meno è toccato dalla crisi. La conseguenza delle difficoltà delle aziende derivante dalla crisi dei mercati è il licenziamento, la cassa integrazione, il turn over dei dipendenti. Quindi oggi più di ieri i lavoratori vedono la loro azienda con occhio diverso. Se prima la vedevano come cosa dei padroni ora la vedono come fonte del loro reddito. E questa insicurezza di conservare il posto di lavoro anche per persone che non hanno mai avuto questo tipo di problema fa si che il rapporto lavoratore/impresa si rafforzi sul lato della cooperazione tra le parti e si affievoliscono gli scontri. C'è più consapevolezza nella politica, nel senso che ora le persone cercano le notizie non solo interne ma anche provenienti dall' estero di come si comportano i vari governi perchè sanno che queste scelte, che prima magari venivano sottovautate, ora possono ritornare molto utili nella gestione di uno stato. Torna a CAUSE CRISI ATTUALE La crisi del 1929, oltre a coinvolgere gli USA, coinvolse molti stati europei, che reagirono in maniera differente. In Italia, per esempio, fu attuata l’IRI che evitò il fallimento delle banche e delle industrie. In Germania, che subì in particolare il contraccolpo più violento, la crisi provocò milioni di disoccupati che andarono poi a formare la base di consenso che portò il Partito nazionalsocialista al potere nel 1933. Nel complesso, nonostante un accenno di ripresa a partire dal 1933, la crisi non fu completamente superata fino allo scoppio della Seconda guerra mondiale. Torna a COME SI PENSA DI USCIRE DALLA CRISI ATTUALE Torna a NEW DEAL CRISI IN ITALIA NEL PASSATO L’Italia era uno degli stati vincitori della Prima guerra mondiale ma, tuttavia, la situazione economica non era affatto buona. I fenomeni che causavano maggiori disagi per la popolazione erano l’inflazione, cioè l’aumento dei prezzi, e la disoccupazione che toccava numerosi settori produttivi. Questi due problemi colpivano maggiormente quella parte della popolazione che svolgeva un lavoro dipendente come gli operai e gli impiegati. Per questo i primi anni del dopoguerra furono caratterizzati da numerose proteste e da tensioni sociali. Per reagire alla crisi economica, gli operai diedero vita a scioperi e manifestazioni contro la crescita dei prezzi, per chiedere aumenti salariali e per la diminuzione dell’orario di lavoro. Le proteste dei contadini avevano invece come principale obbiettivo la richiesta di terra, oltre che a contratti di lavoro migliori. Nel corso della guerra, per spingerli a combattere, i governi avevano promesso a milioni di contadini che dopo la vittoria avrebbero avuto una terra da coltivare ma questa promessa non fu mantenuta. Il ceto medio invece appoggiò i partiti di destra osteggiando le proteste operaie e le organizzazioni sindacali. Anche la situazione politica non era delle migliori. Cresceva la forza dei partiti di massa come socialisti e popolari. Nel corso del Biennio rosso, cioè un periodo che va dal 1919 al 1920, i contadini e gli operai occuparono le fabbriche e le terre che il capo del governo Giolitti decise di non reprimere con la forza. Torna a CRISI IN EUROPA NEL PASSATO Alla fine della Prima guerra mondiale la Germania era in una situazione difficile dal punto di vista politico, economico e sociale. La sconfitta era stata seguita da un trattato di pace estremamente punitivo: la Germania era considerata la principale responsabile del conflitto ed era stata costretta a cedere importanti territori e a pagare un pesante risarcimento per i danni della guerra. Inoltre la guerra aveva provocato grandi rivolgimenti politici. Una rivolta di soldati aveva costretto lo stato dell’esercito a concludere la guerra. Dopo questa rivolta seguì la rinuncia al trono da parte di Guglielmo II e il 9 novembre 1918 fu proclamata la repubblica. Nelle prime settimane, la nuova repubblica era stata nelle mani dei soldati e degli operai. Questa situazione faceva pensare che la Germania si stesse avviando verso una rivoluzione socialista ma le cose non andarono così. Il Partito socialdemocratico voleva formare una repubblica parlamentare e non fare una rivoluzione. Così si formò un governo provvisorio con a capo i socialdemocratici. Le forze di sinistra avrebbero voluto un cambiamento più radicale dei rapporti sociali e di potere. La scelta dei socialdemocratici determinò uno scontro con le forze di sinistra. Ai primi di gennaio del 1919 gli spartachisti tentarono un insurrezione. Il ministro degli Interni, Noske decise di reprimerla. Questa repressione creò una divisione tra le forze della sinistra tedesca. Alla repressione presero parte i “corpi franchi”, cioè gruppi armati di estrema destra, che ne approfittarono per uccidere centinaia di spartachisti tra cui due importanti capi del movimento: Rosa Luxemburg e Karl Liebknecht. Successivamente si instaurò il potere nazista. Torna a CRISI IN EUROPA NEL PASSATO Albert Einstein Negli anni ‘30 inoltre, grandi scoperte scientifiche influenzano tutto il mondo, come la teoria della relatività di A. Einstein. Con essa, induce a considerare la realtà in cui viviamo, e che i fisici devono studiare, come uno spazio a quattro dimensioni, dove la quarta dimensione è costituita dal tempo ; e le quattro dimensioni non possono essere considerate separatamente. In generale, con il concetto di "movimento" si intende il movimento di qualcosa rispetto ad un’altra cosa, presa come punto di riferimento; quest’ultima può, però, essere in movimento a sua volta. Lo spazio e il tempo sono relativi perché dipendono dal movimento del sistema di coordinate utilizzato (Teoria della relatività ristretta) ; dipendono, inoltre, dalla presenza e dai valori dei campi gravitazionali che influenzano il sistema di coordinate (Teoria della relatività generalizzata) CIRCOLO VIRTUOSO Intervento dello Stato nell’economia Lavori pubblici Controllo sulle banche e sulla borsa Diminuzione dei disoccupati Ripresa delle industrie Aumento dei consumi Torna a NEW DEAL DISOCCUPAZIONE NEL 2014 L’ILO (International Labour Organization) ha presentato il rapporto sul mercato del lavoro globale. In quel documento viene affermato che la debole ripresa economica non è riuscita a portare ad un miglioramento nelle condizioni del mercato del lavoro. Nel rapporto, intitolato 2014 Global Employment Trends, l’ILO precisa che il numero di disoccupati è cresciuto di circa 5 milioni, raggiungendo circa i 202 milioni complessivi nel 2013. Se i trend attuali dovessero continuare, la disoccupazione globale è destinata a peggiorare gradualmente, raggiungendo più di 215 milioni di senza lavoro nel 2018. Torna a CONSEGUENZE CRISI ATTUALE l’ILO prevede che circa 40 milioni di nuovi posti di lavoro verranno creati ogni anno, numero inferiore ai 42,6 milioni di persone che ci aspetta entrino nel mercato del lavoro ogni anno. Il tasso di disoccupazione globale rimarrà più o meno costante nel corso dei prossimi 5 anni, di mezzo punto percentuale più elevato rispetto al periodo precrisi. L’ILO aveva avvisato negli anni scorsi che la disoccupazione avrebbe continuato a colpire prevalentemente i giovani nel 2013. Infatti, in paesi come la Spagna e la Grecia, la disoccupazione giovanile rimane al di sopra del 50% e non mostra segnali di ripresa nonostante i miglioramenti nelle economie di questi paesi. Disoccupazione 2014 La seconda guerra mondiale iniziò nel settembre 1939 con l’invasione tedesca della Polonia. Dopo questo atto Francia e Gran Bretagna dichiararono guerra alla Germania. Hitler rispose occupando Belgio e Olanda e attaccò la Francia che si arrese. Intanto entrò in guerra anche l’Italia, accanto alla Germania. Dopo la sconfitta francese, Italia, Germania e Giappone firmarono il Patto tripartito. La battaglia d’Inghilterra iniziò nell’agosto 1940 dove la Gran Bretagna resistette a un attacco aereo dei tedeschi. Nel 1941 Hitler invase anche la Russia ma il freddo dell’inverno e l’Armata rossa fermarono l’avanzata tedesca. La guerra divenne mondiale dopo l’entrata degli Usa nel 1942 dopo un attacco a sorpresa aereo da parte del Giappone a Pearl Harbor. Con l’entrata in guerra degli Stati Uniti si costituì l’Alleanza delle Nazioni Unite, che associava 26 Paesi. Il 10 luglio 1943 gli anglo-americani sbarcarono in Sicilia e la occuparono. Mussolini venne destituito. Il re nominò capo del governo il maresciallo Badoglio che l’8 settembre firmò l’armistizio. Mentre inglesi e americani avanzavano sul fronte italiano e francese, Roosevelt, Churchill e Stalin si incontrarono a Yalta nel febbraio 1945 e stabilirono come dividere l’Europa. Intanto, in Italia, Mussolini aveva ricostruito uno Stato fascista, la Repubblica sociale italiana. Nel Paese si formò un movimento chiamato Resistenza contro i nazifascisti. Il 7 maggio 1945 la Germania perse, seguita dal Giappone devastato dalle bombe atomiche di Hiroshima e Nagasaki. I trattati di pace furono firmati a Parigi nel febbraio 1947. Torna a USCITA DALLA CRISI DEL ‘29 Torna a NAZISMO Benito Mussolini (Dovia di Predappio, 29 luglio 1883 – Giulino di Mezzegra, 28 aprile 1945), è stato un uomo politico, giornalista e dittatore italiano. Fondatore del fascismo, salì al potere con la forza dopo la Marcia su Roma del 28 ottobre 1922, diventando Presidente del Consiglio del Regno d'Italia li 31 ottobre 1922. Fu esponente di spicco del Partito Socialista Italiano e convinto anti-interventista negli anni della guerra, nel 1914 cambiò radicalmente opinione, dichiarandosi a favore dell'intervento in guerra. Nel contesto di forte instabilità politica e sociale successivo alla Grande Guerra, puntò alla presa del potere forzando la mano alle istituzioni. Instaurò nel gennaio 1925 la dittatura, risolvendo con forza la delicata situazione venutasi a creare dopo l'assassinio di Giacomo Matteotti. Nel 1935, Mussolini decise di occupare l'Etiopia, provocando l'isolamento internazionale dell'Italia. Si avvicinò alla Germania Nazista di Adolf Hitler, con il quale stabilì un legame che culminò con il Patto d'Acciaio nel 1939. È in questo periodo che furono approvate in Italia le leggi razziali. Nel 1940, ritenendo ormai prossima la vittoria della Germania, fece entrare l'Italia nella seconda guerra mondiale al fianco di quest'ultima. In seguito alle disfatte subite dalle Forze Armate ,fu arrestato per ordine del Re e liberato poi da nazisti. Fondò così nel nord Italia la Repubblica di Salò, fu nuovamente arrestato e tentò la fuga che si concluse con la sua fucilazione da parte degli italiani il 28 Aprile del 1945. Torna a CRISI IN ITALIA NEL PASSATO Nel 1920 venne fondato a Monaco di Baviera il Partito nazionalsocialista dei lavoratori tedeschi, noto come Partito Nazista. Fin dalla sua fondazione il capo fu Adolf Hitler, un uomo di 31 anni che aveva combattuto la 1^ guerra mondiale. Il Partito Nazista era di estrema destra e si proponeva di combattere con le forze politiche socialiste anche usando la violenza. Ispirandosi ai fascisti italiani, anche i nazisti crearono un’ organizzazione di tipo militare: i “reparti d’assalto” o SA e le “sezioni di sicurezza” o SS. Il Partito Nazista era molto influenzato dal fascismo italiano infatti, come Mussolini, anche Hitler era un “leader carismatico”, cioè riusciva a convincere chi lo ascoltava. Questo regime può essere considerato come la causa della Seconda guerra mondiale. Adolf Hitler è nato a Braunau am Inn il 20 aprile 1889 e nel corso della sua vita è stato un politico austriaco. Fu il capo del Partito Nazionalsocialista dei Lavoratori tedeschi, noto come Partito Nazista. Fin dall’inizio Hitler ha una politica razzista, cioè che pensava che le razze esistessero e che c’era una precisa gerarchia in base alla quale le razze superiori hanno il diritto di sottomettere quelle inferiori e di dominare il mondo. La razza superiore era quella tedesca chiamata razza ariana mentre quella inferiore era quella ebrea che doveva essere eliminata. Questo pensiero è chiamato antisemitismo. Hitler pensava che la Germania dovesse avere uno SPAZIO VITALE e pertanto ad espandersi su altri territori. Nel 1923 Hitler tenta un colpo si stato ma viene arrestato. In prigione scrive il “Mein Kampf” ossia “la mia lotta” in cui venivano presentati la sua ideologia razzista e i suoi progetti politici. Nel 1933 Hitler viene nominato cancelliere e in poco tempo instaura una dittatura. Nel 1934 muore il presidente tedesco e viene attribuito il titolo di Fuhrer. Lo stato tedesco diventa il 3° Reich cioè terzo impero. Muore a Berlino il 30 aprile 1945. Torna a BENITO MUSSOLINI Torna a NAZISMO Torna a CRISI IN GERMANIA NEL PASSATO Con l'espressione Martedì nero (detto anche Big Crash) ci si riferisce al giorno del crollo della borsa valori avvenuto il 29 ottobre 1929 a New York, presso lo Stock Exchange, sede del mercato finanziario più importante per volume degli Stati Uniti. In seguito l'espressione è stata utilizzata in altre occasioni di crisi di minore entità, al fine di enfatizzarne la gravità o a titolo di confronto per indicare un giorno particolarmente negativo in borsa. La settimana precedente c'era stato il giovedì nero, in cui ci furono i primi segnali del crollo che sarebbe seguito di lì a poco. Ritorna a CROLLO DELLA BORSA