il cielo come laboratorio – edizione 2006/2007

IL CIELO COME LABORATORIO – EDIZIONE
2006/2007
Stima dell’estinzione galattica in
stelle con righe d’emissione
Sara Gris, Mattia Dazzi, Matteo
Gallo
Liceo Scientifico “Galileo Galilei”, Belluno
ABSTRACT
A partire da una serie di spettri di
emissione di otto diverse stelle,
abbiamo stimato il valore di estinzione
galattica. Inoltre abbiamo classificato
le stelle nelle diverse classi spettrali.
I. INTRODUZIONE
In astronomia si chiama estinzione galattica la riduzione della luce
proveniente dalle stelle lontane, causata dall’assorbimento delle radiazioni
da parte di grani di polvere nello spazio interstellare.
Dato che questi grani di polvere affievoliscono la luce blu più che quella
rossa (effetto chiamato arrossamento interstellare), se ne deduce che
devono essere molto piccoli, approssimativamente di 0,1  di diametro.
L’intensità di luce che si riceve dall’oggetto che si osserva sarà quindi
differente rispetto al valore effettivo a causa della presenza di queste
polveri e gas.
L’estinzione galattica si misura in magnitudini e il suo valore cambia in
funzione della lunghezza d’onda, A().
II. DATI OSSERVATIVI
Gli spettri presi in esame sono quelli di otto diverse
stelle: K855, K698, K571, K590, K576, K117, K658,
K696 (Tab. 1). Queste stelle sono state estratte dal
catalogo di Kohoutek che contiene sorgenti della Via
Lattea aventi una o più righe in emissione, e sono state
osservate al telescopio di 122 cm dell’Osservatorio
Astrofisico di Asiago il 24 Ottobre 2006.
Tabella 1: Coordinate e magnitudine delle stelle
osservate
III. DESCRIZIONE DEL LAVORO
Siamo partiti dagli spettri grezzi che dovevano essere corretti per bias, flat-field e raggi cosmici, e
poi calibrati in lunghezza d'onda e flusso.
Il bias è il livello di intensità di base del CCD, che si registra con un tempo di posa nullo e con
otturatore chiuso. Va sottratto alle immagini scientifiche. Il flat- field invece è l'effetto di
distorsione dovuto alla diversa capacità ricettiva del CCD, che non è uniformemente sensibile. Per
applicare questa correzione è necessario avere lo spettro di una lampada alogena e nel caso
specifico si osserva lacupola illuminata dall’interno. Dopo aver elaborato gli spettri iniziali
abbiamo calibrato in lunghezza d’onda, convertendo le unità di misura da pixel a Angstrom per
mezzo di uno spettro noto di una lampada di ferro-argon. Poi abbiamo convertito l'intensità di
fotoni in flusso (erg cm-2 sec-1 Å-1) tramite l’osservazione di una stella standard spettrofotometrica.
Infine si è proceduto alla sottrazione del cielo, cioè a rimuovere il contributo sia in intensità che in
righe di emissione da parte dell’atmosfera terrestre. Una volta sottratto quest' ultimo, i dati erano
pronti per essere studiati.
A questo punto abbiamo preso in esame ogni singolo spettro e lo abbiamo corretto per un possibile
valore di estinzione, e abbiamo confrontato lo spettro ottenuto con quello di una stella di tipo
spettrale simile, ma non assorbita.
Lo scopo era di fornire un valore il più possibile corretto che esprimesse al meglio le
caratteristiche della stella studiata. Per ottenere questo abbiamo identificato gran parte delle righe
di assorbimento per poi “sovrapporre” i due grafici e confrontarli, fino ad ottenere un grafico il più
simile possibile: le diverse righe in assorbimento dovevano in linea di massima coincidere con
quelle della stelle di riferimento.
Figura 2: Confronto fra la stella K117 corretta per
assorbimento (in bianco) e una stella G0V (in viola)
Figura 3: Confronto fra la stella K698 corretta
per assorbimento (in bianco) e una stella B8V (in giallo)
Figura 4: Confronto fra la stella K885 corretta per
assorbimento (in bianco) e una stella A1V (in giallo).
La correzione applicata non è sufficiente in questo caso.
IV. RISULTATI
CONCLUSIONI
Il confronto con la latitudine galattica mostra che in questo caso non c’è una
relazione diretta fra A(V) e latitudine. Le stelle sono tutte sul piano galattico, ma
le estinzioni sono diverse. Questo può essere dovuto ad assorbimento intrinseco
della stella, oppure al fatto che non c’è una distribuzione omogenea nell’
estinzione interstellare, oppure ancora che le stelle sono a diversa distanza da
noi.
Infine, possiamo concludere dicendo che, sulla base di risultati rinvenuti, le otto
stelle prese in esame appartengono alle classi spettrali B, A G. Sono corpi di
temperatura medio-alta, stelle bianco-blu, bianche o gialle. K117 e K696 sono
simili, appartengono alla medesima classe spettrale e hanno un valore di
estinzione galattica simile. La K117 è abbastanza simile al Sole (G2V). Si tenga
però presente che il confronto è stato fatto con stelle di classe di luminosità V,
cioè stelle nane, ma questa assunzione in alcuni casi, potrebbe non essere
corretta.
Si ringraziano:
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Il Prof Stefano Ciroi (IL BOSS) per l'immensa
pazienza
Lo Staff dell'osservatorio astronomico di Asiago
per l'occasione offertaci
L'Hotel Pennar per l'accoglienza :P