Definizione della persona
Lettura fenomenologia
fainomai: ciò che si
mostra
Lettura simbolica
syunballo: unire
Lettura logico-formale
interpretazione
razionale
Korper:
fisicità – io ho un
corpo
Esteriorità:
significante
L’uomo nel mondo
Leib:
coscienza - io sono un
corpo
Interiorità:
significato
L’uomo con se stesso
Leibblichkeit:
coscienza delle
relazioni
Senso:
contesto relazionale
L’uomo con l’altro
1
La persona come fondamento dell’ethos
Nucleo assiologico dell’etica
Carattere ontico
Persona legata alla
realtà fenomenologica
Si misura la sua consistenza
ontica, come soggetto
VALORE ASSOLUTO*
DELLA PERSONA
Carattere etico
Dimensione personale
e relazionale
Si valuta la dignità etica
*Assoluto non significa “infinito” ma “incondizionato”, sciolto da vincoli
esterni; la persona nel suo essere e nella sua dignità reclama un rispetto
incondizionato, indipendente da qualunque valutazione e finalità: in una
parola “assoluto”.
…segue
.
Il valore assoluto della persona si apre a tre nuclei intesi in maniera circolare
L E STRUTTURE
L’ALRTO
IO
IO: ciascuno di noi è unico, insostituibile e
necessario; ha valore per se stesso, è libero e
può scegliere da solo il proprio destino.
L’ALTRO: io dell’io; la persona è soggetto
relazionale ed ha ragione di esistere solo dal
confronto con l’altro.
LE STRUTTURE: sono le mediazioni tra
l’individuo e l’alterità. La dignità umana
deve essere mediata politicamente, perché
solo così potrà avere il significato etico che
le corrisponde.
Struttura fondativa della persona
AZIONE
CORPO
TU
LINGUAGGIO
PERSONA
PSICHE
ATTITUDINE
RACCONTO
RELAZIONI
MONDO
L’uomo nella sua struttura composita si costituisce
in un’apertura relazionale plurima, esprimendosi
come attitudine.
La persona è, dunque, un soggetto attitudinale
che si va progressivamente esplicitando
RESPONSABILITA’
2
L’uomo responsabile: triade costitutiva
dell’etica
Elementi etici
Auspicio di una vita compiuta
STIMA DI SE’
Coscienza
Consapevolezza
Responsabilità
con e per gli altri
SOLLECITUDINE
Reciprocità
Riconoscimento
all’interno di istituzioni giuste
ISTITUZIONI
GIUSTE
Connotati con cui la persona
si scopre attitudine
Il ciascuno di
una distribuzione
giusta: l’anonimo
3
L’uomo che parla
SEMANTICA
La persona è individuata
nella sua singolarità
La persona appare come un
particolare di base, oggetto
di un discorso
L’apporto della filosofia
linguistica a quella
della persona si sviluppa
su due piani
PRAGMATICA
La persona è
immediatamente designata
come sè
Il linguaggio fa qualcosa. L’impegno del
locutore nel suo discorso è espresso dalla
forza illocutoria degli atti del discorso
4
…segue
Stima di sè
AUTODESIGNAZIONE
Atto locutorio: io che parlo
INTERLOCUZIONE
Atto allocutorio: io provoco
in te una reazione che genera
risposta (fenomeno euristico)
LINGUAGGIO
Parlare significa assumere
la totalità del linguaggio
come istituzione che mi è
anteriore e che, in qualche
forma, mi autorizza a parlare
Sollecitudine
Istituzioni giuste
5
L’uomo che agisce
La teoria dell’azione risponde a tre domande
Chi?
Che cosa?
Perché?
attribuzione
senso
motivazione
E’ a questo livello che si innesca
la problematica della persona.
Il chi? presenta la
medesima struttura triadica
dell’ethos morale
Avere cura di sé, dell’altro e
dell’istituzione significa essere coscienti
delle proprie azioni, coscienti delle ripercussioni
che queste hanno sugli altri uomini
e rispettosi delle regole del nostro mondo di vita
6
…segue
Stima di sè
AZIONE INTENZIONALE
Un agente non può non designare se stesso
in quanto autore responsabile dei propri
atti
Sollecitudine
INTERAZIONE
Istituzioni giuste
MODELLI D’ECCELLENZA
.
Cooperazione, competizione, conflitto. Occorre
considerare la praxis: una pluralità di individui
che si influenzano vicendevolmente
Arti, mestieri, tradizioni che si definiscono
con riferimento a precetti (tecnici, giuridici,
morali, estetici) che determinano la riuscita o
il fallimento di un’azione. Con l’osservanza di
tali precetti si tenta di arrivare ai massimi
livelli di una qualsiasi “azione”
7
…segue
Uomo agente
Uomo sofferente
Esercitare un potere-su un altro agente
Un’azione è subita da qualchedun altro e su questa asimmetria si
innescano tutte le perversioni dell’agire culminanti nella vittimizzazione
Regola d’oro:
Non fare all’altro ciò che non vorresti ti fosse fatto
8
L’uomo che racconta
La meditazione narrativa prende origine dai problemi connessi alla
considerazione del tempo nella costituzione della persona
Quando l’uomo ha capito di dover morire ha cominciato a pensare e a
sentire il bisogno di ricordare, raccontare, tramandare…
…nasce così il problema di definire in cosa consiste la
concatenazione di una vita. Nasce il problema dell’identità
…segue
Con identità si possono comprendere due cose differenti
Ipseità
Necessità di conservare una forma
di riconoscimento del sé
nonostante gli inevitabili mutamenti
dovuti alle vicissitudini della vita
Chi sono io?
Se stesso (IPSE)
- Ulisse -
Medesimezza
La permanenza di un sostanza
immutabile che il tempo non intacca
Che cosa sono io?
Lo stesso (IDEM)
- Socrate -
…segue
La vita ordinaria si muove nell’alternanza tra i due poli della ipseità e della medesimezza. Il
filo del racconto, la memoria storica e l’invenzione letteraria danno un senso unitario
alla frammentarietà del vissuto
Stima di sé
IDENTITA’ NARRATIVA
Io ricordo. La persona designa se stessa nel
tempo come l’unità narrativa di una vita
Sollecitudine
INTRECCIO NARRATIVO
Inviluppamento delle storie. La nostra fa parte della
storia degli altri.
Riconosciamo noi stessi mediante le storie fittizie dei
personaggi della storia, delle leggende, ecc..
IDENTITA’ NARRATIVE
TRANS-STORICHE
Le tradizioni e ricordi storici comuni a tutti
Istituzioni giuste
Fedeltà creatrice
I 4 piani vitali dell’uomo sono frutto di un intreccio di relazioni che determina
la fedeltà creatrice
dove si esplica il senso più ampio della propria identità
Una persona è veramente se stessa se riesce a creare qualcosa. In tal caso essa è in debito di
responsabilità e dovere di cura verso la cosa creata.
Attraverso la coscienza, ogni soggetto si costruisce il proprio equilibrio creativo,
bilanciandosi tra responsabilità e cura
Principi etici
.
personali
Dignità - Libertà - Responsabilità
PRINCIPI
sociali
IO
IO
Solidarietà - Sussidiarietà - Responsabilità
(TU)
R
DeL
So e Su
D
L
Responsabilità
è l’elemento
cerniera
IO dell’IO
PERSONA
Ha una consapevolezza
personale e relazionale
…segue
.
PERSONA
Responsabilità
ragionevole
Consapevolezza:
Coerenza:
Fedeltà:
sensibilità di mediare tra il
contesto personale e quello
sociale
scegliere quello che si sente
coerentemente con il
sociale e i principi personali
confermare
la consapevolezza
nel tempo
Giustizia e Bene comune
Solidarietà
Si ha in tutte quelle situazioni in cui molte persone entrano in comunione
di interessi e responsabilità e dipendono tra di loro reciprocamente in
modo tale che ciò che interessa l’una, nel bene e nel male, riguarda
anche tutte le altre.
• La solidarietà implica una comunanza di interessi (multidimensionalità);
non può essere ben valutata da uno sguardo puramente esterno
• Non deve essere frutto di reali esigenze ma deve porsi come una
connotazione tipica dell’uomo (indipendente dalla nostra volontà)
• Non è un impegno superfluo ma implica un sacrificio/privazione; in questo
caso diventa virtù
• L’impegno che nasce da un atto di solidarietà rimane saldo solo se c’è una
libera ed esplicita volontà del soggetto interessato, nonchè una sua
valutazione morale sui valori implicati (perché lo facciamo?)
Sussidiarietà
.
Principio che afferma che l’azione di un soggetto deve essere sussidiaria
all’altro soggetto non semplicemente in quanto gli presta un aiuto in caso
di necessità ma anche in quanto, nell’attuarlo, lo rispetta e lo promuove
nella sua dignità e nella sua autonoma responsabilità
• va articolato in diverse sfere con differenti modalità appropriate di
applicazione: nella società politica, nella società civile, nelle relazioni tra
società civile e politica
• ha una duplice valenza: principio di difesa della corretta autonomia di ciascun
soggetto; principio promozionale dell’autonomia dell’altro
• non è tanto un principio che regola le relazioni verticali (tra soggetti di ordine
inferiore e quelli ordine superiore) quanto piuttosto quelle orizzontali (cioè tra
soggetti paritetici)