ASSISTENTI FAMILIARI STRANIERE IN ALTO ADIGE. VOLTI DELLA CURA E WELFARE TERRITORIALE Bolzano, 12 giugno 2008 Francesco Grandi, Paolo Borghi Disegno e metodo della ricerca Interviste a 5 testimoni privilegiati e raccolta di 18 casi familiari (pari a 34 interviste ad assistente familiare, datore di lavoro, assistito) selezionati sulla base della nazione di provenienza dell’assistente familiare e l’anno di arrivo in Italia, la tipologia di impegno lavorativo, della zona di residenza della famiglia. Metodo: rispecchiamento tra i tre soggetti della relazione di cura (assistenti, assistiti, caregiver primari), privilegiando l’approfondimento delle dinamiche lavorative e relazionali che caratterizzano il “modulo privato di cura”. Uno sguardo sui dati Trasformazioni demografiche e nuove domande di cura: - Popolazione anziana (65 anni e oltre) costituisce il il 16,9% della popolazione totale - Proiezione ASTAT 2020: la popolazione anziana inciderà per il 18,9% (all’interno di questa classe raddoppierà il peso percentuale dei grandi anziani) Uno sguardo sui dati Immigrazione femminile e mercato privato dell’assistenza: - 1282 dipendenti stranieri nel settore domestico nel 2007 - Prevalenza di provenienze dall’area esteuropea e sudamericana Sistemi migratori e condizioni familiari Arrivo in Italia e mobilità territoriale: - Ruolo della catena migratoria e ricongiungimenti - Forte mobilità territoriale: a) Caratteristiche dell’inserimento lavorativo b) Miglioramento delle condizioni di lavoro c) Nuove condizioni del percorso migratorio (ricongiungimento) d) Pendolarismo Alcuni profili Cause della migrazione e famiglie trasnazionali: - Fattori d’espulsione di ordine strutturale - Fattori di ordine familiare: una comunità di cura transnazionale tra care drain e nuove opportunità Profilo esplorativo: lavoratrici con famiglie monoparentali, ricerca di opportunità d’uscita e diversificazione, progetti di ricongiugimento Profilo di radicamento: lavoratrici con famiglie già insediate sul territorio, conciliazione dei tempi e professionalizzazione, attente al riconoscimento dei diritti Profilo di sacrificio: lavoratrici anziane, profili più statici, progetti migratori di medio-termine, invio di rimesse a supporto dei progetti dei figli Lavoro di cura: domanda e offerta Crescita della domanda: in funzione dell’invecchiamento della popolazione, diminuzione dei caregiver informali (es. familiari in grado di accudire l’assistito). Domanda e offerta del lavoro di cura: articolazione dei canali informali e strutturazione di servizi dedicati. Strutturazione di un’offerta e di una domanda sempre più diversificate. Capitale sociale: struttura le opportunità di accesso sia alla domanda che all’offerta di lavoro di cura e ne orienta i processi di selezione. Il contesto lavorativo: situazioni contrattuali, mansioni, tempi e spazi Deficit informativo su norme e procedure contrattuali: sia da parte dei datori di lavoro che da parte delle assistenti familiari. Ruolo strategico di servizi e corsi di formazione: primo e più efficace veicolo per generare consapevolezza su diritti e doveri. Lavoro regolare e lavoro in nero: non sempre è una scelta. Emersione difficile delle lavoratrici “in nero”. - - - - Paradossi: Lavoratrice senza contratto e p.d.s. riesce a far arrivare la sorella tramite il decreto flussi; anche quest’ultima lavora come assistente familiare. La stessa lavoratrice da anni non riesce a regolarizzare la sua posizione lavorativa. Il contratto della sorella prevede 25h settimanali ma realmente lavora 7 giorni su 7 senza vedersi riconosciuti ferie, pause e contributi. Alla lavoratrice irregolare vengono riconosciuti molti dei diritti previsti da un contratto regolare. Il campo delle relazioni nel mercato privato del care Primary caregiver: - Difficoltà di conciliare oneri assistenziali – impegni professionali e gestione della famiglia. - Forte e diffuso vincolo affettivo VS concrete difficoltà ad onorarlo. - Poca propensione a scegliere la strada dell’istituzionalizzazione dell’assistito perché percepita come forma di abbandono. - I caregiver si specializzano in ruoli di definizione, coordinamento e regia dell’assistente familiare. - Difficoltà e potenzialità nella costruzione di un rapporto di fiducia tra primary caregiver - assistente - assistito L’assistente familiare: - Importanza della “dimensione di scambio” nella costruzione del rapporto di fiducia con il caregiver e con l’assistito. - L’investimento affettivo sopperisce alle difficoltà di comunicazione con l’assistito. - Rischi legati all’idea del lavoro di cura come “missione”. Implicazioni con la mancata cura dei propri cari lasciati nel paese d’origine: il peso del “debito simbolico” nei loro confronti. - Esternalizzazione della cura ed esternalizzazione dei sentimenti. Equilibrio instabile nel triangolo assistente - caregiver – assistito. - Occasioni di socialità e differenziazione delle mansioni come antidoto all’alienazione. L’assistito: Forte bisogno di rassicurazione. Ruolo chiave del caregiver nel legittimare l’assistente familiare, nel rendere accettabile la sua presenza ed il suo operato. - Importanza della comunicazione non verbale nel percepire di essere ben accuditi. - Oltre la cura del corpo: importanza del sostegno psicologico e dei bisogni di comunicazione. Integrazione e policy a)Perseguire effetti di sistema valorizzando e supportando i soggetti della rete di cura informale b)Favorire territorialmente un approccio integrato tra politiche socio-sanitarie, politiche dell’immigrazione, della formazione e del lavoro c) Distretti sociali come ambito di governance strategico per il coordinamento degli interventi di domiciliarità, promozione della formazione e dell’accreditamento delle assistenti familiari, sostegno economico alle famiglie, impegno all’emersione del lavoro sommerso d) Superare il “cinismo istituzionale” che rimuove il problema dell’irregolarità e spinge le famiglie ad un “abusivismo di necessità” Integrazione e policy Le politiche di welfare territoriale dovranno garantire: - Definizione dei livelli essenziali di assistenza (standard d’offerta e di spesa) - Collegamento rigoroso tra trasferimenti monetari e paniere dei servizi territoriali accreditati (segretariato sociale e marketing dei servizi) - Definizione di un percorso assistenziale finalizzato a: a) Valorizzare le risorse residue delle persone fragili b) Promuovere il dialogo tra competenze specialistiche incrementando azioni di tutoring c) Garantire sistemi di monitoraggio e valutazione d) Supporto al matching lavorativo e) Opportunità di spazi e tempi per la socializzazione delle assistenti familiari