Il romanzo
Il romanzo
Storia, temi e forme
Le origini del romanzo
Il romanzo occupa un posto centrale tra le
tipologie narrative della letteratura moderna
Storicamente il romanzo è imparentato
Con il poema epico, di cui riprende l’ampiezza e
l’articolazione delle vicende narrate
Con la novella, di cui rappresenta
un’«espansione»
Edouard Manet, Ritratto di Émile
Zola (1868)
Le caratteristiche narratologiche
Il romanzo è un testo narrativo ampio
Dal punto di vista narratologico, esso presenta di norma una maggiore
complessità rispetto a una narrazione breve
Nella costruzione della storia
Intersezioni dei piani temporali
Frequenti variazioni del punto di vista
Vicende più articolate
Presenza di digressioni e pause
(descrittive e riflessive)
Nel sistema dei personaggi
I personaggi (principali, secondari,
comparse) sono inseriti in un
articolato sistema di relazioni
Soprattutto i personaggi principali
sono tratteggiati con cura, a tutto
tondo
La fruizione del romanzo
In quanto testo narrativo ampio, il romanzo richiede tempi di lettura
in genere piuttosto lunghi
Ciò influenza qualitativamente il modo della
fruizione del testo
Il lettore di un romanzo ritorna sul testo a più riprese
Ha la possibilità di riflettere
Di far «sedimentare» le proprie
impressioni
Di modificare il proprio giudizio con il
procedere della lettura
Franz Eybl, Fanciulla che legge
(1850)
I generi
Dal punto di vista dei temi, si
individuano anche per il romanzo –
come per la novella e il racconto –
diversi generi narrativi
Avventura
Poliziesco
Fantascienza
Rosa
Fantasy
Horror
Thriller
Per il romanzo in particolare si distinguono
cinque generi specifici
Romanzo di
formazione
Romanzo
realista
Romanzo
psicologico
Romanzo
storico
Romanzo
fantastico
Spesso un romanzo
mescola caratteristiche
riconducibili a generi
diversi
Il romanzo di formazione
Il tema principale è il percorso di «formazione» di un giovane, la
costruzione della sua personalità e del suo carattere
L’ingresso dell’adolescente nella vita adulta, attraverso una
serie di «prove», cioè di momenti di crescita
Il romanzo di formazione nasce tra Settecento e Ottocento
I mutamenti portati dalla rivoluzione industriale
rendono più aperta e dinamica la società
I figli non seguono necessariamente le
orme dei padri
Con il romanticismo
si afferma l’interesse
per l’intimità
dell’individuo
Il romanzo di formazione
Alla seconda metà del Settecento risalgono i romanzi
di Goethe: I dolori del giovane Werther (1774) e il ciclo
romanzesco di Wilhelm Meister
Nell’Ottocento il romanzo di formazione si diffonde
soprattutto in Francia (Stendhal, Gustave Flaubert)
e in Inghilterra (Jane Austen, Charlotte Brontë)
Paul Cézanne, Il ragazzo con il
panciotto rosso (1888-1890)
Nel Novecento il romanzo di formazione
conosce un nuovo sviluppo
Il romanzo più celebre: Il
giovane Holden di Jerome
David Salinger (1951)
Il romanzo storico
Il romanzo storico è un componimento misto di
Storia
La vicenda si svolge in un
passato non vissuto
dall’autore, ma ricostruito
con accuratezza
e
Invenzione
Ciò che è inventato è
però verosimile e
coerente con il
contesto storico
La storia ha un ruolo importante: è
la co-protagonista
Francesco Hayez, Ritratto di
Alessandro Manzoni (1841)
Se sono presenti
elementi fantastici si
parla di fiction storica
Il romanzo storico
Il romanzo storico nasce in epoca romantica, all’inizio dell’Ottocento
Dopo un declino nel secondo Ottocento, il
romanzo storico conosce una nuova fioritura
negli anni Cinquanta del Novecento
(Marguerite Yourcenar, Boris Leonidovič
Pasternak, Giuseppe Tomasi di Lampedusa)
Gli orrori della guerra
stimolano la riflessione
sulle dinamiche della
storia
La fortuna del romanzo
storico, e storico-poliziesco,
continua ancora oggi
Riflettere sulla storia
Spesso attraverso un romanzo storico l’autore
Indagando il passato
intende comprendere
meglio i problemi del
presente
Walter Scott è stato il primo
grande autore di romanzi storici;
il celebre Ivanhoe (1819-1820) è
ambientato nel Medioevo, ma
allude alle lotte per
l’indipendenza della Scozia del
primo Ottocento
Spinge il lettore a riflettere
– e riflette egli stesso – sui
meccanismi della storia
umana nel suo complesso
Vuole
criticare in
forma coperta
il presente
Soprattutto nel passato, quando non era
permessa la libera espressione delle
idee
Il romanzo realista
Il romanzo realista è una narrazione che parla della società contemporanea
all’autore
L’autore rappresenta in maniera quanto più possibile
oggettiva la realtà e i suoi problemi
L’obiettivo è suggerire al lettore
una serie di riflessioni di carattere
storico-sociologico
Gustave Courbet, Gli spaccapietre (1849)
Le origini del romanzo realista
Il romanzo realista nasce negli anni Trenta dell’Ottocento
Honoré de Balzac
I padri di questo
genere di romanzo
sono
Charles Dickens
Il romanzo
realista più letto
nell’Ottocento è I
miserabili di Victor
Hugo (1862)
Offre un ritratto
complessivo della società
parigina
Racconta Londra
e le problematiche sociali
che la rivoluzione
industriale vi ha fatto
esplodere
Il narratore è onnisciente
Naturalismo e Verismo
Verso la metà dell’Ottocento i progressi delle scienze suggeriscono una
nuova prospettiva da cui guardare la realtà
L’oggettività scientifica è il criterio che orienta il racconto
Si ritiene che i comportamenti umani siano in ampia misura
determinati dal contesto sociale
La voce narrante
è quanto più
impersonale
possibile
In Francia si afferma
il Naturalismo
In Italia si afferma il
Verismo
Émile Zola è l’autore
del Ciclo dei RougonMacquart (1871-1893)
Giovanni Verga
progetta il «ciclo dei
vinti» (1881-1889)
Il romanzo realista nel Novecento
La fortuna del romanzo realista percorre tutto il Novecento e continua
anche oggi
I problemi sui quali il racconto invita a riflettere variano a
seconda del contesto e del periodo storico
Dopo il 1945 si afferma in Italia il Neorealismo
Si parla di «realismo magico»
quando su un impianto realista si
innestano elementi leggendari o
folclorici
(Gabriel García Márquez, Isabel Allende,
Dino Buzzati, Tahar Ben Jelloun)
Il romanzo psicologico
Tema centrale del romanzo psicologico è l’interiorità dell’individuo, i suoi
pensieri, i suoi stati d’animo
La realtà esterna è filtrata attraverso la
coscienza del personaggio
Il punto di vista sugli eventi è
soggettivo
Salvador Dalí, Stipo antropomorfico (1936)
Il romanzo psicologico si
colloca agli antipodi del
romanzo realista, nel quale al
centro dell’interesse sono i
grandi problemi collettivi
L’Ottocento e il tedio esistenziale
Il romanzo psicologico nasce nella seconda metà dell’Ottocento
Prende piede l’idea che il carattere
dell’individuo e la sua felicità non dipendano
meccanicamente dall’ambiente esterno
Si insinuano nella letteratura i
motivi della noia, del tedio,
della stanchezza di vivere
Si indagano il disagio e i «lati
oscuri» dell’individuo
Il senso di crisi trova
espressione a fine
secolo nel
Decadentismo
Il Novecento: inconscio e memoria
Le certezze dei secoli passati crollano definitivamente nel Novecento
anche per effetto di rivoluzionarie scoperte e teorie in ambito scientifico e
filosofico
Ulisse di James Joyce (1922)
La psicanalisi
La teoria della relatività di
Einstein
Henri Bergson introduce la
distinzione tra tempo
esteriore e interiore
Spalanca le porte
dell’inconscio
Porta all’attenzione
il tema della
memoria
Nascono il monologo interiore e il flusso
di coscienza
La coscienza di Zeno di Italo
Svevo (1923)
Il fu Mattia Pascal di Luigi
Pirandello (1923)
Alla ricerca del tempo
perduto di Marcel Proust
(1913-1927)
Il romanzo fantastico
Il romanzo fantastico è caratterizzato dalla presenza di situazioni, luoghi e
personaggi magici o soprannaturali
In senso orrifico e visionario
In senso fiabesco-immaginario
In senso allegorico-esistenziale
Dino Buzzati, La balena
volante (1975)
Il romanzo fantastico ha radici antiche e una
tradizione medievale e moderna; conosce un
significativo successo nel Novecento: si
possono ricordare Franz Kafka, Dino Buzzati e
Italo Calvino
L’essenza del fantastico
risiede nella condizione
di dubbio generata
dall’intervento di un
elemento perturbante
che sfugge alla
normalità