Il Medio Oriente: alle origini dei conflitti aperti • • • • • • • Alcune parole da chiarire Il primo dopo guerra La guerra fredda e dominio bipolare Iran Iraq Afghanistan Il terrorismo Alcuni chiarimenti sui termini • • • • • arabi musulmani gihad ebrei israeliani Arabi Originariamente gli arabi sono: – gli abitanti della penisola arabica meridionale Dopo l’espansione iniziata nel VII secolo: – molte (non tutte) popolazioni sottomesse e “arabizzate” Oggi : – si definiscono arabe le nazioni del Medio Oriente e dell’Africa settentrionale che hanno in comune la lingua araba (quindi, non Israele, Iran, Afghanistan) – Nei paesi arabi vivono anche popoli non arabi che hanno mantenuto tradizioni proprie, come i curdi che abitano un territorio diviso fra l’Iraq (paese arabo) e la Turchia e l’Iran (paesi non arabi) Ma: Arabi e musulmani Popolazioni berbere “arabizzate” Aree non arabe Area araba “originaria” Area arabizzata Musulmano • • Musulmano (da muslim, “sottomesso”) è colui che crede nell’islam (“sottomissione”), cioè nel sistema di credenze, riti e valori fondati sul Corano Il fatto che fra gli arabi la religione più diffusa sia l’islam non significa che “arabo” e “musulmano” siano sinonimi: – infatti, non tutti gli arabi sono musulmani (alcuni milioni di cristiani vivono nei paesi arabi) – non tutti i musulmani sono arabi: es. il più grande paese musulmano al mondo è l’Indonesia, con circa 150 milioni di seguaci dell’islam Gihad • La radice GHD indica l'idea di “sforzarsi, applicarsi con zelo”. • Così gihad è letteralmente uno “sforzo verso un determinato obiettivo”: 1. 2. 3. contro un nemico visibile contro il demonio contro se stessi • Quindi interpretazioni: – – Morale e spirituale Militare (di fatto la più diffusa nel mondo musulmano) • Ma non = “guerra santa” – – – concetto elaborato nel mondo cristiano medievale certamente ripreso nella propaganda politica di chiunque voglia giustificare una guerra quindi anche tra i paesi musulmani Ebreo, israelita Ebreo = colui che appartiene alla collettività religiosa, culturale e nazionale ebraica Secondo la legge ebraica, è ebreo colui che – nasce da madre ebrea – o si converte all’ebraismo mediante specifiche cerimonie Israelita: – termine entrato nell’uso dopo la parificazione giuridica degli ebrei al resto della popolazione perché la parola “ebreo” aveva assunto connotati dispregiativi nel corso dei secoli. Giudeo: termine dispregiativo che gioca sul doppio senso – “giudeo” quale discendente dai fedeli della religione della Giudea, o meglio della “tribù di Giuda” – “giudeo” con riferimento a Giuda, il traditore per antonomasia Israeliano Gli israeliani sono i cittadini dello Stato di Israele – La maggioranza degli israeliani è ebrea e parla la lingua ebraica – ma vi è una forte minoranza arabo-palestinese che parla la lingua araba – e anche un consistente nucleo di cristiani Medio Oriente: un termine impreciso comparso per la prima volta nel 1902 sulla stampa inglese ORIENTE OCCIDENTE In relazione al centro dell’impero britannico MEDIO ORIENTE: Territori dell’Asia “sud occidentale” compresi tra la Turchia e l’India-Pakistan, il cuore dell’ex impero britannico Nell’Ottocento area strategica del “grande gioco”, ossia: • la secolare conflittualità tra Russia e Gran Bretagna per l’egemonia in centro Asia e sull’impero ottomano • già ben definito dal duca di Wellington nel 1829: – «come proteggere l’India da un eventuale attacco russo attraverso l’Afghanistan?» – «proteggendo l’Afghanistan dalla Russia!» • George Curzon viceré dell’India: «Turkestan, Afghanistan, Transcaspia, Persia – gran parte di questi nomi danno solo una sensazione di estraneità e lontananza… Per me, lo confesso, sono i nomi di pezzi su una scacchiera ove è in corso la partita per il dominio nel mondo.» • La regina Vittoria: – «una questione di supremazia mondiale, russa oppure britannica.» Un dedalo di problemi Le componenti di lungo periodo: – Il “grande gioco” – Il petrolio – La questione israeliana e palestinese – Le strategie del confronto bipolare – La decolonizzazione “incompiuta” – I processi contrapposti interni: • modernizzazione dell’islam • islamizzazione della modernità Gli eventi connessi: – 1979: la rivoluzione iraniana – 1979-89: guerra contro l’occupazione sovietica in Afghanistan – 1980-88: guerra Iran – Iraq – 1991: guerra del Golfo – 1992-2001: guerra interna in Afghanistan – La seconda intifada palestinese, dal 2000 – L’11 settembre 2001 – La guerra in Afghanistan – La guerra in Iraq – l’Iran e la questione nucleare Il Medio Oriente nel 1914 Prima del 1914 • • • • L’impero turco-ottomano domina sull’area araba La parte desertica dell’Arabia Saudita e la Persia (Iran) non sono sottoposte a dominazione né turca né coloniale Forti influenze di Inghilterra, Francia e Germania Area interessata al “grande gioco”, ossia la competizione mondiale tra Inghilterra e Russia In rosso i confini dell’impero ottomano L’Inghilterra gioca su tre tavoli 1. 1915 trattative segrete tra l’Inghilterra e lo sceriffo della Mecca Hussein: l’Inghilterra promette la costituzione in Medio Oriente di uno stato arabo-musulmano indipendente dalla Turchia 2. Il 2 novembre 1917: la dichiarazione di Balfour impegna il governo inglese a favorire la nascita di una nazione ebraica autonoma e indipendente 3. Il 3 gennaio 1916 Inghilterra e Francia sottoscrivono un accordo segreto, Sykes-Picot: le terre arabe sottoposte al dominio turco sarebbero state divise in due “aree di influenza”, una britannica e una francese I mandati sui territori appartenuti all’impero ottomano dovrebbero favorire la formazione di 5 nuovi stati Ma tra le due guerre questo processo è reso difficile dalla rivalità tra Francia e Inghilterra Nasce un regno arabo indipendente che dal 1932 si chiamerà Arabia Saudita Il primo dopo guerra: i mandati francese e inglese Mandato francese Mandato inglese in Persia, stato che non ha subito la dominazione coloniale, dal 1925 sale al potere Reza Palhavi, con il sostengo della Gran Bretagna Alle radici della questione palestinese Fiume Giordano • Nel 1921-23 l’Inghilterra tentò di conciliare le opposte promesse fatte agli arabi e agli ebrei dividendo i territori contesi del suo mandato in due parti: – la Transgiordania, interdetta alla colonizzazione ebraica – la Palestina, nella quale si sarebbe potuta costituire una nazione ebraica • L’intensificarsi delle persecuzioni antisionistiche accelerò il movimento di ritorno degli ebrei nella Palestina Il secondo dopoguerra: il confronto bipolare • Il modello sovietico, nel contesto degli anni ’70, in molti paesi ex colonie dell’Occidente, sembra vincente per: – la sconfitta degli Stati Uniti in Vietnam e la grave crisi politica che ne consegue – le sanguinose guerre di liberazione (es. Algeria) – le conseguenze strutturali e di lungo periodo della dominazione coloniale (povertà e sottosviluppo) • La politica dell’Unione sovietica e il modello di economia socialista appaiono a molti popoli ex colonie più convincenti del modello capitalistico e di mercato, anche perché, questi – – – appartengono agli ex dominatori agiscono ancora come cause del sottosviluppo sono strumenti di rinnovata dipendenza Il Medio Oriente nella politica di contenimento Nel quadro del confronto bipolare, i punti di forza degli Stati Uniti e dell’Occidente nella politica di contenimento in Medio Oriente sono: • la Turchia, membro della NATO dal 1952 • l’Iraq fino al 1958 • l’Iran di Reza Palhavi fino al 1979 • l’Egitto di Sadat dopo il 1979 • l’Arabia Saudita 1955 Turchia e Iraq firmano il patto di Baghdad, cui aderiscono Inghilterra, Iran e Pakistan. Sancito in funzione antisovietica, è sostenuto dagli Stati Uniti. • Israele • Il Pakistan Debolezza e crisi del sistema sovietico: ultimo atto del confronto bipolare In realtà il modello sovietico si rivelò debole e incapace di reggere il confronto con l’Occidente. Lo rivelò la dissoluzione dei regimi comunisti dell’Est europeo: – – – – – Polonia: giugno 1989 Ungheria: ottobre 1989 Bulgaria: novembre 1989 Romania: dicembre 1989 Cecoslovacchia: dicembre 1989 Il fatto più ricco di significato fu la caduta del muro di Berlino, simbolo della divisione dell’Europa – novembre 1989 sia da est che da ovest i berlinesi presero d’assalto il muro e lo smantellarono – il 3 ottobre 1990 le due parti della Germania erano riunificate Afghanistan: l’implosione dell’Unione sovietica – il mancato sostegno economico alla politica di Gorbacêv da parte dell’Occidente – ma, soprattutto, la sconfitta in Afghanistan (grazie al sostegno pakistano e statunitense alla guerriglia) • determinarono il crollo dell’impero sovietico Fine del bipolarismo USA-URSS nuovo ordine mondiale • Stati Uniti: potenza garante che agisce • in proprio • o sotto l’egida dell’ONU • ridefinizione ruolo della NATO • da garanzia Est-Ovest • a tutrice Nord-Sud Fine del bipolarismo USA-URSS determina una “ripolarizzazione” dei conflitti… … all’opposizione Nord-Sud con … dall’opposizione Est-Ovest con epicentro il Mediterraneo epicentro l’Europa … Gli eventi che determinano il mutamento delle strategie • 2 aprile 1979: Khomeini proclama la Repubblica islamica dell’Iran • 28 dicembre1979: invasione dell’Afghanistan da parte dell’URSS • 22 settembre 1980: guerra Iran – Iraq • 2 agosto 1990: invasione del Kuwait da parte dell’Iraq • 15 gennaio 1991: guerra del Golfo • 26 settembre 1996: Kabul è conquistata dai talibani • Il terrorismo islamico contro i paesi islamici • L’11 settembre 2001 L’Iran: da testa di ponte dell’Occidente… • Sciismo: identità nazionale iraniana • Nell’Ottocento, non soggetto a colonizzazione • Ma oggetto di interesse strategico da parte della Russia e della Gran Bretagna • L’interesse occidentale (Germania e Inghilterra) si acuisce dal Novecento: petrolio • 1935 Persia > Iran: processo di modernizzazione • Nodo strategico nella guerra fredda • 1953: con un colpo di stato ispirato dalla CIA, Reza Palhavi assume i pieni poteri • 1955: sottoscrive il patto di Baghdad in funzione antisovietica e antiegiziana • Liquidazione delle opposizioni politiche • Processo di MODERNIZZAZIONE (“rivoluzione bianca”): • riforma agraria • partecipazione operaia agli utili delle imprese • voto alla donne • lotta all’analfabetismo • Ostilità degli ayatollah (autorità religiosa sciita) … a repubblica islamica in conflitto con l’Occidente acuiscono il conflitto del regime con gli ayatollah • La modernizzazione (= occidentalizzazione) dell’Iran • La dittatura di Reza Palhavi • Khomeini diviene punto di riferimento dell’opposizione religiosa • Nel 1964 è costretto all’esilio • Negli anni settanta l’opposizione politica si salda con quella religiosa; le cause – i risultati deludenti della “rivoluzione bianca” – la presenza condizionante delle imprese occidentali nell’industria e nello sfruttamento del petrolio La rivoluzione parte dalla città santa di Qom • Gennaio 1978 - manifestazioni nella città Qom dove Khomeini era ayatollah prima dell’esilio: 300 morti • Febbraio - manifestazioni a Tabriz: 1000-2000 morti • 7 settembre - legge marziale • 8 settembre - “venerdì nero” in piazza Jalèh a Teheran interviene l’artiglieria: 5000-8000 morti • 16 gennaio 1979 - fuga dello shah • 1 febbraio - rientro trionfale dell’imam Khomeini L’evoluzione della rivoluzione khomeinista • Ma il nuovo regime • Il successo della rivoluzione dipese da: – la forza di “80.000 moschee” – l’unità delle opposizioni che comprendevano i partiti laici: liberali, socialisti e comunisti – il ruolo dei Mujahiddin del popolo – Liquida una ad una le componenti laiche – Restaura la “shari’a” • L’Iran da principale alleato diviene nemico radicale del “grande Satana” (4 novembre 1979) • Conseguenze: – Modello di riferimento nei paesi islamici (specie in Afghanistan) – Preoccupazioni in URSS per la forte componente islamica nel sud (tra le cause dell’intervento in Afghanistan) L’Iraq l’uomo forte del nuovo regime è però Saddam Hussein che subentra ad Hassan nel 1979 • Si forma dopo la Prima guerra mondiale nell’ambito del mandato inglese • 1932 è costituito come regno indipendente • 1955 sottoscrive il Patto di Baghdad in funzione antisovietica e antiegiziana (con Iran e Pakistan + USA e GB) • 1958 colpo di stato filonasseriano e filosovietico ma che mette fuori legge il Baas • 1963 nuovo colpo di stato organizzato dal Baas • 1968 ennesimo colpo di stato che porta al potere Hassan al Bakr, legato alle correnti di destra del Baas 22 settembre 1980 • l’Iraq approfittando della debolezza del regime di Khomeini aggredisce l’Iran per il controllo dello Shatt-elarab • Ne segue una guerra: – che dura 8 anni – nella quale Saddam Hussein è campione dell’Occidente (che gli fornisce armi e finanziamenti) contro l’integralismo islamico iraniano – 20 luglio 1987 risoluzione 598 dell’ONU impone il cessate il fuoco – 20 agosto 1988 l’Iran, isolato a livello internazionale, accetta il cessate il fuoco La guerra Iran - Iraq La guerra del Golfo 2 agosto 1990: invasione del Kuwait I protagonisti e la coalizione • 6 agosto: l’ONU decreta l’embargo totale nei confronti dell’Iraq • 10 agosto: Lega Araba condanna l’aggressione e aderisce alla coalizione • 12 agosto: Saddam dichiara di ritirarsi se gli israeliani si ritirano dalla Palestina (!!) Le forze in campo e le operazioni militari • 29 novembre 1990 risoluzione Onu 678: “usare tutti i mezzi necessari” • 15 gennaio 1991 allo scadere dell’ultimatum – Guerra • 28 febbraio cessazione ostilità Le conseguenze della guerra • La presenza sul territorio dell’Arabia Saudita di truppe occidentali è vissuta dagli estremisti islamici come fatto “empio” • Il terrorismo islamista si rivolge all’Arabia e all’Egitto L’Afghanistan • Iran-Afghanistan: dedalo di etnie • La centralità dell’Afghanistan nella partita finale USA-URSS • L’occasione dell’estremismo islamico per una “guerra santa” contro il comunismo • L’estensione della guerra alla modernità dell’Occidente Le etnie nell’altipiano iranico • l’altipiano si estende dall'Iran al Pakistan • un sistema di etnie assai complesso Una linea di confine arbitraria • Gli attuali confini non tengono affatto conto del sistema di etnie • perché furono fissati arbitrariamente dai dominatori inglesi nell’Ottocento • Il confine tra Pakistan e Afghanistan riproduce la “linea Durand”, • Una linea di demarcazione tracciata nel 1893 dall'inglese Mortimer Durand, • con il dichiarato intento di dividere tra loro i gruppi etnici allo scopo di meglio dominarli. • Baluchi e Pashtun si trovarono così divisi in diverse unità statali. I confini afghani e le etnie • I maggiori gruppi etnici afghani: i pathani 38%, i tagichi 25%, gli hazari 19%, gli uzbechi 6% • Lingue: pashto, dari, uzbeco, turkmeno Il ruolo imprevisto dell’Afghanistan • Occupazione sovietica: – ultima mossa sulla scacchiera della guerra fredda – crollo dell’URSS – occasione per il fondamentalismo islamico: migliaia di volontari accorrono per il gihad NB. sovvenzioni dagli Stati Uniti in funzione antisovietica Il terrorismo: l’attacco ai paesi islamici Dall’Afghanistan, ridotto a un cumulo di macerie terra franca per le organizzazioni terroristiche, l’attività terroristica si rivolge dapprima ai paesi islamici: • Egitto: – Sadat ucciso nell’ottobre 1981, colpevole di aver firmato la pace con Israele – Attentato a Luxor nel novembre 1997 • Maghreb: – La contaminazione libica – il caso dell’Algeria • L’Arabia Saudita [vedi nelle NOTE la cronologia degli attentati, prima dell’11 settembre 2001] Il terrorismo: l’attacco agli Stati Uniti «La storia della scontro diretto tra gli Stati Uniti e il loro ex alleato e protetto Osama bin Laden, che potrebbe tramutarsi in una guerra totale e sanguinosa, prendeva avvio alcune ore dopo gli attentati del 7 agosto (1998), segnando l’inizio della ritorsione americana contro gli attacchi sferrati dagli ex alleati in Afghanistan.» J.K. Cooley, Una guerra empia, Elèutera 1999, pag. 352. Il dedalo dei problemi aperti La persistenza delle componenti di lungo periodo: – La riedizione del “grande gioco” con un unico polo: gli Stati Uniti – Il petrolio – La questione israeliana e palestinese irrisolta e acuita – L’estensione al Libano del conflitto – I processi interni all’islam: • rifiuto della modernizzazione, ossia dell’occidentalizzazione • diffusione del radicalismo • esposizione alle tentazioni del fondamentalismo I fronti aperti – L’allontanarsi delle possibilità di pace in Palestina-Israele – Le difficoltà del processo di democratizzazione in Afghanistan – Il fallimento della strategia americana in Iraq – l’Iran e la questione nucleare – La posizione debole dei paesi islamici moderati Conflitti aperti e potenziali