astronomia nell` arte (lavoro di gruppo)

Arte e
Astronomia
Percezione della
bellezza, nostalgia, mistero,
infinito
Arte e astronomia
Arte e
astronomia
Arte preistorica
Kudurru
babbilonese
Calendario
azteco
La ruota dei
nove pianeti
Arte medievale
Adorazione
dei magi
Arte moderna
Fuga in Egitto
Notte stellata
I simboli astronomici
Le pietre, le ossa degli
animali e le pareti delle
grotte erano la “carta” su cui
gli uomini primitivi incidevano
le scene ed i simboli della
propria vita quotidiana, le
incisioni sulla pietra presero
il nome di petroglifi.
Il simbolo astronomico più
famoso ed evidente è il
simbolo solare che si ritrova
in molte incisioni e spesso
viene ripetuto più volte come
ad esempio in un bellissimo
petroglifo peruviano oppure
le fasi lunari che erano un
fenomeno talmente evidente
che non poteva passare
inosservato.
Perché l’universo ci
affascina?
L’universo ci affascina
perché è coperto da un
alone di mistero, di
bellezza e d’infinità.
L’uomo è sempre stato
attratto dal mistero e
forse un giorno riuscirà
a scoprire tutto il
mistero che esso
contiene.
Chissà se questo giorno
è vicino o lontano?!!
L’arte dell’astronomia si
espande
Ungheria
Raffigurazione
di un
radiotelescopio
con sfondo sulle
costellazioni
L’uomo è affascinato
dall’universo
Che fai tu, luna, in
ciel? dimmi, che
fai,
Silenziosa luna?
Sorgi la sera, e
vai,
Contemplando i
deserti; indi ti
posi.
Canto notturno di un pastore
errante dell'Asia
G.Leopardi
Misterioso non è
sconosciuto
Il sole, la luna , le stelle, da
sempre le bellezze del cielo
hanno influenzato l’uomo
che voleva rappresentarle
perché non fossero
sconosciute.
Misterioso non è
sconosciuto
In questo particolare Kudurru in calcare
nero, si può vedere come gli antichi
babilonesi rappresentavano il Capricorno,
ossia come capro con corpo di pesce, e lo
Scorpione,
rappresentato qui dalle
tenaglie dell'animale.
I kudurru sono pietre che
gli antichi abitanti della
mesopotamia ponevano sui
loro terreni per
delimitarne i confini. In
esse venivano incisi i
simboli dei loro dei più
importanti che, come in
tutte le culture antiche,
erano associati agli astri
più luminosi
Kudurru
Parigi,Louvre
XII secolo a.
C.,
Calendario Azteco
L’osservazione del cielo e il
computo del tempo avevano
un’importanza fondamentale nella
religione e nella vita quotidiana
della civiltà Azteca..
Gli Aztechi usavano due distinti
calendari fondati su
un’aritmetica la cui base era il
numero 20: il calendario
divinatorio, “tonalpoualli” e quello
solare, “tonalamatl.
Calendario Azteco
Il calendario divinatorio, “tonalpoualli”
era di 260 giorni, basato sulla
combinazione di una serie di 13 numeri,
e di 20 nomi di animali, cose ed oggetti
comuni, concepito in modo che un
giorno con lo stesso nome e numero
poteva ritornare solo dopo 260 giorni.
Il calendario solare, “tonalamatl”,
si basava invece sulla successione di
18 mesi corrispondenti ad altrettante
divinità. Ogni mese era composto da
20 giorni . Alla fine del ciclo
aggiungevano 5 giorni “vuoti”, ossia,
giorni senza nome considerati nefasti
ma necessari per chiudere il ciclo
corrispondente ai 365 giorni dell’anno
La ruota dei nuovi pianeti
Nell’India meridionale compare
invece la
Ruota dei nove pianeti :sette
pianeti (graha) tra cui il Sole, più
altri due, Rāhu e Ketu, che sono
rispettivamente i due nodi
ascendente e discendente
della Luna.
1. Sole (Sūrya o Ravi):
rappresentato come figura
umana maschile all’interno del
disco solare da dove conduce un
carro e osserva e controlla il bene
e il male sulla Terra.
2. Luna (Soma o Candra):
figura maschile che rappresenta
lo sposo di 27 fanciulle
corrispondenti ad altrettante
costellazioni che attraversa nel
corso dell’anno.
La ruota dei nuovi pianeti
3. Mercurio (Budha):
rappresenta la personificazione
della saggezza.
4. Marte (Mańgala):
personaggio malefico anche se il
suo nome significa “l’auspicioso”,
è il figlio della Terra (prthivī) ma
non rappresenta una divinità,
bensì un eroe di grande potenza.
5. Venere (Śukra):
anch’esso di genere
maschile, rappresenta colui che
protegge i demoni dagli dei.
La ruota dei nuovi pianeti
6. Giove (Brhaspati):
è il precettore degli dei e
rappresenta la religione e la pietà.
7. Saturno (Śanaiścara):
dai movimenti lenti, rozzo e
claudicante è il figlio del Sole; il
suo emblema è un corvo.
8 e 9. I due nodi lunari (Rāhu e
Ketu):
sono concepiti come pianeti
demoniaci rappresentati con un
corpo unico tagliato in due (Rāhu
la testa e Ketu il corpo) che,
insieme, regolano le libagioni della
Luna che è a sua volta associata
con l’acqua dell’immortalità
(amrta).
L’adorazione dei magi
Un noto esempio di astronomia
nell'arte è senza dubbio quello
dell'opera di Giotto. Oggi si sa
per certo che la Cometa di
Halley passò nel 12 a.C. ed è
generalmente accettato che la
Stella di Betlemme non fosse
altro che un eccezionale
allineamento fra Giove e
Saturno, Giotto non poteva
comunque saperlo perché tale
allineamento è stato calcolato
per la prima volta da Keplero nel
1604. Tuttavia, a parziale
conferma sul suo interesse per
l'astronomia, ci sono alcuni studi
effettuati sulla Cappella degli
Scrovegni che presenta
moltissimi allineamenti
astronomici.
Melencolia 1° Dürer
La fama di Dürer è dovuta ai suoi
studi e alle sue ricerche a carattere
scientifico soprattutto in campi
come la geometria, la prospettiva,
l’antropometria e l’astronomia,
quest'ultima testimoniata da una
celebre carta celeste con polo
eclittico. Fortemente influenzato
dagli studi di Leonardo da Vinci,
Dürer concepì l'idea di un trattato
sulla pittura intitolato Underricht
der Malerei con il quale intendeva
fornire ai giovani pittori tutte le
nozioni che egli aveva potuto
acquisire grazie alla sua esperienza
di ricerca, ma non riuscì però
nell'intento che si era inizialmente
prefissato.
Notte stellata sul Rodano
In quest'opera si
individua facilmente la
costellazione dell'Orsa
maggiore, o Gran Carro,
che l'artista ha dipinto nel
settembre 1888, quando
si trovava ad Arles. Anche
in questo caso c'è un
riferimento da fare ad una
sua lettera a Theo:
Notte stellata
Dal 1883 al 1889 Van Gogh si dedicò, in
diverse occasioni, alla rappresentazione del
cielo e "Notte stellata" è senza dubbio
l'opera più rappresentativa delle diverse e
affascinanti atmosfere notturne da lui
dipinte. Sulla data esatta dell'esecuzione di
quest'opera, la maggior parte degli esperti
sono concordi nel sostenere che sia stata
dipinta poco prima dell'alba del 19 Giugno
1889, ma su tale data non mancano
controversie che ci sentiamo di condividere
dopo l'attenta lettura di alcune lettere della
ricca corrispondenza di Vincent Van Gogh
con il fratello Theo. L'artista, infatti, fa
esplicito riferimento all'opera "Notte stellata"
in una lettera risalente al 2 giugno (Lettera
n. 593) e l'esistenza di due lettere
successive, (lettere n. 594 e n. 595
rispettivamente del 9 Giugno e del 19
Giugno 1889), ci porta a quasi un mese
prima del 19 giugno 1889.