Università di Milano-Bicocca Corso di laurea triennale in Sociologia Modulo CULTURE, DIFFERENZE, CONFLITTI prof. Carmen Leccardi a.a. 2016-17 LE DIFFERENZE. INTRODUZIONE Per comprendere le differenze di genere e le differenze etniche (e il loro peso nella costruzione di movimenti sociali) è necessario riflettere prioritariamente, in chiave generale, sul significato che il tema delle differenze riveste nel nostro tempo storico (viviamo in una società planetaria). La tesi di Melucci (Culture in gioco, 2000): per comprendere la rilevanza delle differenze dobbiamo tenere conto della società centrata sull’informazione e definita dalle culture in cui ci troviamo a vivere. Un’unica arena culturale, attraversata da differenze. Conflitti etnici e culturali sono, in questa cornice, all’ordine del giorno. • Due visioni della differenza: uno ‘essenzialista’ (differenza come essenza) e uno riferito alla differenza come costruita socialmente e storicamente (Enzo Colombo). Le conseguenze sul piano sociale di queste diverse impostazioni. La tradizione illuminista (centralità dell’eguaglianza tra tutti gli esseri umani) e l’emergere delle differenze come tema culturale e politico. L’’orgoglio della differenza’. Nuovi tipi di conflitti politici e sociali (a partire dagli anni Sessanta e Settanta del Novecento: movimenti per i diritti civili negli USA, movimenti anticoloniali, movimenti femministi, e così via) mettono al centro la questione delle differenze. • Richiesta di riconoscimento (Honneth): riconoscimento della propria appartenenza a un determinato gruppo, non della propria unicità. La polemica con Nancy Fraser. • La centralità delle radici. Il ruolo della memoria collettiva (Halbwachs). La relazione con la modernità contemporanea. • La relazione fra differenze e identità individuale e collettiva. • Oggi le identità non sono ascritte, ma frutto della scelta (ovviamente tenendo conto delle posizioni sociali di partenza). Identità e rivendicazione delle differenze. Identità multiple, frammentate, ibride. Che cos’è la politica della differenza: relazione con la politica dell’identità (Identity Politics). Questa relazione diventa centrale nella società contemporanea (oltre le identità ascritte,il nuovo ruolo della soggettività). Il problema: quali differenze riconoscere; su quale base; come riconoscerle? I rischi dell’universalismo non devono fare dimenticare i rischi del differenzialismo. • La costruzione sociale e storica delle differenze: il ruolo delle culture nel costruire confini (o distruggerli); non ci sono aspetti predeterminati, ma apertura al possibile. • Il ruolo della classificazione nella costruzione delle differenze e il rischio della formazione di stereotipi e pregiudizi. Le dicotomie prendono il posto delle sfumature. Nella società planetaria in cui viviamo le differenze tra culture diventano esperienza quotidiana. La questione delle differenze e delle diverse identità ad esse legate si trasformano in una questione sociale e politica. Centrale è il modo con cui mettiamo a tema le differenze sotto il profilo concettuale. L’ambivalenza delle differenze (né solo aspetti di chiusura né solo di liberazione) La grande trasformazione seguita alla caduta del muro di Berlino (1989): non c’è più un ‘altrove’, un ‘esterno’ verso il quale proiettare le differenze. Le differenze devono poter convivere. L’arena culturale è diventata unica, così come lo spazio-tempo del pianeta. I limiti della differenza * La nuova retorica della differenza, manipolata dalle élite per imporre forme di dominio adeguate al nuovo secolo. * Lo scudo difensivo per gruppi e individui che sentono la minaccia dall’incontro forzato con le differenze nella società planetaria * La necessità di auto-limitazione delle differenze/delle identità (“imparare a limitare le pretese della nostra differenza”: Melucci, Culture in gioco, 2000). Nessuna cultura è autosufficiente. Riconoscere la pluralità delle culture e costruire nuove forme di responsabilità, individuale e collettiva, per garantire la convivenza nel pianeta. L’etica nell’epoca delle differenze. Che cos’è l’etica delle differenze Cambiare la nostra visione delle differenze significa, tra l’altro, modificare il nostro modo di mettere a tema l’identità. Accettazione del limite e apertura all’altro. La differenza in sé non può essere un valore (il rischio della chiusura e della violenza). La differenza va messa in relazione con la solidarietà, la comunicazione, la comunità. Su quali basi costruire nuove forme di vita comune nel pianeta? Il riconoscimento dell’ambivalenza (Simmel) come dimensione centrale nella relazione con le differenze. Le differenze non possono mai essere totalmente integrate. Importanza delle pratiche quotidiane per la costruzione del futuro . Mentre ‘pensiamo’ il mondo, lo prefiguriamo/lo costruiamo. Esigenza di un nuova dimensione transnazionale capace di riconoscere e integrare le differenze. Diritto a nominare il mondo in modo differente (contro l’omogeneizzazione dei codici culturali); ma anche necessità di riconoscere i limiti di ciascuna differenza. La finalità: garantire la convivenza sul piano mondiale (i pericoli delle identità ‘chiuse’ e impermeabili l’una all’altra: identità religiose, etniche, nazionali). Differenze e multiculturalismo. • “Convivere e riconoscersi come soggetti senza rinunciare alla differenza implica la capacità di negoziare, di trovare accordi e la volontà di comunicare, di gettare ponti che ci mettono in contatto con la differeza altrui” (Enzo Colombo, Differenza, 2000). • Riferimenti bibliografici: • A. Melucci, Culture in gioco. Differenze per convivere, Milano, il Saggiatore, 2000. • E. Colombo, Differenza, in A. Melucci, Parole chiave, Roma, Carocci, 2000.