I PRINCIPI DELLA TERMODINAMICA Termodinamica Il nome significa letteralmente "dinamica del calore": questa branca della fisica, di origine più recente rispetto alla meccanica, studia infatti il calore, o meglio l'energia, di cui il calore è una forma. È nata nel XIX secolo grazie all'opera di alcuni grandi scienziati quali Boyle, Boltzman, Clausius e Carnot. L'argomento di studio principale di questa disciplina sono i gas e le loro traformazioni, in quanto queste stanno alla base delle cosidette macchine termiche, ovvero di quegli apparati costruiti per convertire calore in movimento, energia in lavoro. 2 Il modello di gas perfetto In termodinamica, così come negli altri campi della fisica, vi sono molti modelli, ma quello più importante e fondamentale per la comprensione della materia è il gas perfetto o ideale. Nella realtà non esiste nessun gas di questo tipo, ma gli aeriformi reali possono approssimare bene questo modello in determinate condizioni. I gas reali, se molto compressi, possono però diventare liquidi, mentre per un gas perfetto non succede. Esiste però una temperatura, detta temperatura critica del gas, al di sopra della quale questo non può liquefare mai, nemmeno se compresso moltissimo. Quindi, sebbene i gas reali non seguano perfettamente le leggi del gas ideale, queste sono delle buone approssimazioni anche per le situazioni naturali. 3 Termodinamica SISTEMA TERMODINAMICO: si tratta di un sistema di corpi che è separato dall’ambiente esterno da una superficie ideale chiusa e che viene studiato dal punto di vista di scambi di lavoro e di calore. Un sistema si dice aperto se è possibile uno scambio di materia, tuttavia nella maggior parte dei casi si considerano sistemi chiusi, cioè a massa costante. SISTEMA TERMICAMENTE ISOLATO: quando tra il sistema e l’ambiente esterno non è possibile alcuno scambio di calore 4 Trasformazioni termodinamiche Immaginiamo un recipiente chiuso sulla sommità da un pistone che si può muovere liberamente su e giù. Dentro questo pistone c'è un gas, che per semplicità consideriamo perfetto. Possiamo descrivere lo stato del sistema utilizzando tre grandezze caratteristiche dei gas: pressione (p); volume (V); temperatura (T); Stato di un sistema 5 Trasformazioni termodinamiche A questo punto possiamo riscaldare il gas, oppure comprimerlo o espanderlo muovendo il pistone, e così lo stato complessivo del sistema varia. Abbiamo operato una trasformazione termodinamica. Una trasformazione può essere irreversibile o reversibile. Se lasciamo espandere rapidamente un sistema costituito da un gas, lo stato del sistema cambia rapidamente e in modo imprevedibile. In questo caso solo lo stato iniziale e quello finale si trovano in condizioni di equilibrio termodinamico e non si conosce il cammino percorso dal sistema (irreversibile). Se invece lo stesso gas si espande molto lentamente, passando da uno stato di equilibrio termodinamico a quello immediatamente successivo fino ad arrivare a quello finale. Il cammino percorso dal sistema è perfettamente ripercorribile in senso inverso (reversibile).6 Trasformazione isoterma Immaginiamo di immergere il pistone in un bagno di acqua a temperatura costante, che così mantiene anche il gas in equilibrio a quella temperatura. Possiamo quindi comprimere oppure far espandere il gas muovendo il pistone. Sperimentalmente si vede che vale la seguente relazione: PV=costante Quindi pressione e volume sono, quando la temperatura resta costante, inversamente proporzionali, secondo una costante che dipende dalla quantità di gas contenuta nel cilindro. 7 Trasformazione isocora Se blocchiamo il pistone in modo che questo non si possa muovere, e quindi riscaldiamo o raffreddiamo il gas fornendo o assorbendo calore, vediamo che la pressione all'interno del recipiente varia secondo questa relazione empirica: P/T=costante Quindi pressione e temperatura assoluta sono direttamente proporzionali. 8 Trasformazione isobara Se manteniamo costante la pressione del gas, ovvero mantenendo libero il pistone di muoversi, vediamo che fornendo o assorbendo calore dal gas la sua temperatura varia e proporzionalmente anche il volume, secondo la relazione: V/T=costante 9 Diagramma p-V Le trasformazioni prima considerate si rappresentano quindi facilmente: l'isoterma è un ramo di iperbole equilatera; l'isobara è un segmento orizzontale; l'isocora è un segmento verticale. 10 Lavoro nelle trasformazioni Vogliamo calcolare il lavoro di un gas in una trasformazione isobara. La forza esercitata dal gas sul pistone è: F=pS Il lavoro compiuto dal gas è: F S h L=Fh=pSh L=p V 11 Lavoro nelle trasformazioni p pA A B VA VB La trasformazione isobara è descritta dal segmento AB. Il lavoro compiuto in questa trasformazione è dato da L=pV e, quindi, risulta uguale al valore dell’area sottesa dal segmento AB. V Si può dimostrare che questo risultato vale per qualsiasi tipo di trasformazione reversibile: il lavoro compiuto da un sistema termodinamico a seguito di una trasformazione reversibile è dato dall’area sottesa dalla curva rappresentativa della trasformazione nel piano p-V. 12 Primo Principio della Termodinamica Il gas assorbe dall’ambiente esterno una quantità di calore Q e, conseguentemente, la sua energia interna aumenta di una quantità: U=Q Nell’espansione, il gas compie un lavoro L sull’ambiente esterno e, conseguentemente, la sua energia interna diminuisce di una quantità: U=L s F La variazione totale di energia interna del gas sarà dunque: U=Q-L PRIMO PRINCIPIO DELLA TERMODINAMICA 13 Primo Principio della Termodinamica generalizziamo questo risultato ad un qualsiasi sistema termodinamico L’energia interna di un sistema aumenta quando esso: Q>0 Q<0 • assorbe calore dall’ambiente esterno Sistema termodinamico • subisce lavoro dall’ambiente esterno L’energia interna di un sistema diminuisce quando esso: • cede calore all’ambiente esterno L<0 L>0 • compie lavoro sull’ambiente esterno U=Q-L PRIMO PRINCIPIO DELLA TERMODINAMICA 14 Primo Principio della Termodinamica È quindi possibile analizzare nuovamente le tre trasformazioni considerate nelle pagine precedenti alla luce di questo principio ed aggiungerne un'altra: Trasformazione isoterma. In questo caso la temperatura del gas non varia e quindi nemmeno la sua energia interna. Possiamo quindi scrivere: Q-L=0 Q=L Tutto il calore che viene fornito al sistema si converte completamente in lavoro e viceversa. 15 Primo Principio della Termodinamica Trasformazione isocora. In questa trasformazione il volume resta costante, quindi il gas non compie nessun lavoro. Il primo principio diventa: U=Q Tutto il calore che viene fornito al gas va a variare la sua energia interna e quindi la sua temperatura. Viceversa se il sistema cede calore, la sua energia interna diminuisce e quindi il gas si raffredda. 16 Primo Principio della Termodinamica Trasformazione isobara. In questa situazione non vi è nessuna grandezza che si conservi: infatti il sistema compie o subisce lavoro, assorbe o cede calore e quindi la sua energia interna e la sua temperatura variano. In questo caso è però molto semplice calcolare il lavoro, che, come si può dimostrare, è dato dal prodotto tra la variazione di volume e la pressione: L = p V U=Q-L=Q-p V 17 Primo Principio della Termodinamica Trasformazione adiabatica. Se il sistema è termodinamicamente isolato dall'ambiente, ossia se non vi sono scambi di calore con l'esterno, si può scrivere: U= -L In questo caso tutto il lavoro compiuto dal gas va a discapito della sua energia interna. 18 Equivalente meccanico del calore Joule fu il primo a calcolare sperimentalmente la misura dell’equivalente meccanico del calore con un dispositivo (mulinello a palette) in cui la caduta di due corpi provoca la rotazione di alcune palette dentro una massa d’acqua contenuta in un recipiente perfettamente isolato dall’ambiente esterno. Il rapporto tra la quantità di energia meccanica L che si trasforma in lavoro e la quantità di calore Q prodotta in conseguenza dell’attrito interno tra le palette e l’acqua risulta costante: L/Q=J Joule/calorie=4,18 Joule = 4,18 x calorie 19 Le macchine termiche La macchina termica è un dispositivo capace di trasformare in modo continuativo in lavoro il calore assorbito da una sorgente. Per funzionare, una macchina termica deve lavorare con almeno due sorgenti di calore: preleva calore dalla sorgente a temperatura maggiore (caldaia), mentre alla sorgente a temperatura minore (refrigerante) cede la quantità di calore non trasformata in lavoro. 20 Le macchine termiche macchina a vapore motore Q2 vapore acqua sorgente di calore Q1 condensatore In questo schema di macchina a vapore, la caldaia è la fiamma che produce vapore, mentre il refrigerante è il condensatore che riporta il vapore allo stato liquido, in modo che il ciclo possa iniziare da capo. Il calore Q2 che il sistema assorbe dalla sorgente a temperatura maggiore solo in parte viene trasformato in lavoro L. Il resto, cioè la quantità di calore Q1, deve necessariamente essere ceduto al refrigerante, e va quindi sprecato. L=Q2-Q1 21 Secondo principio della termodinamica Mentre la trasformazione di lavoro in calore è sempre possibile (per esempio, le forze d’attrito fanno proprio questo), il processo inverso è possibile solo se vengono rispettate alcune condizioni, stabilite dal secondo principio della termodinamica, una legge che si può esprimere in modi diversi. I due più noti enunciati di tale principio sono quelli di Kelvin e di Clausius. 22 Secondo principio della termodinamica ENUNCIATO DI KELVIN È impossibile realizzare una trasformazione il cui unico risultato sia quello di convertire in lavoro tutto il calore assorbito da una sola sorgente. ENUNCIATO DI CLAUSIUS È impossibile realizzare una trasformazione il cui unico risultato sia quello di trasferire calore da un corpo ad un altro avente una temperatura maggiore o uguale a quella del primo. T2 Q2 macchina termica L=Q2-Q1 Q1 T1<T2 I diversi enunciati del secondo principio della termodinamica sono tutti equivalenti tra loro 23 Enunciato di Kelvin È impossibile realizzare una trasformazione il cui unico risultato sia quello di convertire in lavoro tutto il calore assorbito da una sola sorgente. T2 Q2 macchina termica MACCHINA PERMESSA! L=Q2-Q1 Q1 T1<T2 Per funzionare ciclicamente, la macchina assorbe calore da una sorgente a temperatura maggiore e ne cede una parte ad una sorgente a temperatura minore. La differenza tra l’energia assorbita e quella ceduta è uguale al lavoro utile compiuto dalla macchina. 24 Enunciato di Clausius È impossibile realizzare una trasformazione il cui unico risultato sia quello di trasferire calore da un corpo ad un altro avente una temperatura maggiore o uguale a quella del primo. T2 Q macchina termica MACCHINA IMPOSSIBILE! Q T1<T2 Non è possibile realizzare una macchina ciclica come quella schematizzata in figura, cioè una macchina che abbia come unico effetto il passaggio di una certa quantità di calore Q da un corpo ad un altro avente una temperatura maggiore o uguale a quella del primo. Una tale macchina violerebbe l’enunciato di Clausius del secondo 25 principio della termodinamica. Enunciato di Clausius È impossibile realizzare una trasformazione il cui unico risultato sia quello di trasferire calore da un corpo ad un altro avente una temperatura maggiore o uguale a quella del primo. T2 Q2=Q1+L L macchina termica MACCHINA PERMESSA! Q1 T1<T2 Un passaggio di calore da un corpo più freddo ad uno più caldo può essere realizzato mediante una macchina solamente a spese di un lavoro fornito dall’ambiente esterno (come nel caso del frigorifero, che assorbe energia elettrica). 26 Equivalenza degli enunciati Se l’enunciato di Kelvin fosse falso, allora … T2 T2 Q2=Q1+Q M1 L=Q M2 Q1+Q = Q1 Q T1<T2 Macchina che viola l’enunciato di Kelvin macchina termica Q1+Q T1<T2 Macchina frigorifera Macchina che viola l’enunciato di Clausius … sarebbe falso anche l’enunciato di Clausius. 27 Equivalenza degli enunciati Se l’enunciato di Clausius fosse falso, allora … T2 Q2 Q1 M1 T2 + Q2-Q1 M2 L=Q2-Q1 = macchina termica L=Q2-Q1 Q1 Q1 T1<T2 Macchina che viola l’enunciato di Clausius Macchina termica Macchina che viola l’enunciato di Kelvin … sarebbe falso anche l’enunciato di Kelvin. 28 Rendimento macchina termica Il rendimento di una motore termico è definito come il rapporto tra il lavoro prodotto dalla macchina termica e il calore assorbito dal motore stesso. L Qass Per un motore automobilistico = 30% Per una centrale termoelettrica = 45% 29 Teorema di Carnot Nessuna macchina che lavori tra due serbatoi può avere un rendimento superiore a quello di una macchina di Carnot che lavori tra i medesimi serbatoi. Questo risultato, a cui pervenne Carnot intorno al 1825, è noto come teorema di Carnot. Per questo teorema sarà sempre: reale Carnot T2 Q2 macchina termica L=Q2-Q1 Carnot 1 2 Q1 T1<T2 30 Il Ciclo di Carnot Analizziamo le varie trasformazioni: • Espansione Isotermica: il cilindro inizialmente in contatto con la sorgente calda per raggiungere la temperatura di quest’ultima, rimane in contatto con questa finché il gas non si espande e il pistone raggiunge la posizione B. B A T2 31 Il Ciclo di Carnot • Espansione Adiabatica: il cilindro viene allontanato dalla sorgente calda e isolato termicamente, il gas continua la sua espansione fino alla posizione C. L’espansione continuerà finché il gas non raggiungerà la temperatura della sorgente fredda. C B 32 Il Ciclo di Carnot • Compressione Isotermica: il cilindro viene posto in contatto con la sorgente fredda, il gas subisce una compressione che porterà il pistone a raggiungere la posizione D. C D T1 33 Il Ciclo di Carnot • Compressione Adiabatica: il cilindro viene allontanato dalla sorgente fredda e isolato termicamente; la compressione del gas continuerà finché il pistone non occuperà di nuovo la posizione A. Riportandosi alle condizioni iniziali la macchina sarà pronta per iniziare un nuovo ciclo. D A 34 Il Ciclo di Carnot Ciclo reversibile composto da 2 isoterme + 2 adiabatiche 35 Il Ciclo di Carnot A B Espansione isoterma, Q - L = U; gas ideale U=0, Q = L B C Espansione adiabatica, Q - L = U, Q = 0, L = - U C D Compressione isoterma, Q = L D A Compressione adiabatica, L = - U Simulazione 36 Il Ciclo di Carnot La potenza motrice del calore è indipendente dagli agenti impiegati per realizzarla; la sua quantità è fissata unicamente dalle temperature dei corpi fra i quali si effettua in definitiva il trasporto calorico (S. Carnot). L = QC - QF La potenza motrice di una cascata d’acqua dipende dalla sua altezza e dalla quantità di liquido; la potenza motrice del calore dipende anch’essa dalla quantità di calorico impiegate e da ciò che si potrebbe chiamare, da ciò che in effetti chiameremo, l’altezza della caduta, cioè dalla differenza di temperatura tra i corpi tra i 37 quali si compie lo scambio del calorico. (S. Carnot). Il Ciclo di Carnot Ragioni dell'importanza del ciclo di Carnot. 1. Il rendimento del ciclo di Carnot dipende dalle temperature delle riserve termiche ed è indipendente dalla sostanza termodinamica. Più grande è il gradiente termico delle riserve di calore e maggiore è il rendimento. 2. Il rapporto fra i calori che fluiscono nelle due riserve di calore dipende esclusivamente dal rapporto fra le temperature delle riserve. In particolare esso è indipendente dalla sostanza termodinamica soggetta al ciclo. Questo fatto suggerì a lord Kelvin l'idea di una scala assoluta di temperatura: la scala termodinamica della temperatura, o scala Kelvin. 38 Il Ciclo di Carnot 3. Il rapporto fra il flusso di calore e la temperatura della riserva termica in cui tale flusso ha luogo si conserva. Si osservi che la grandezza Q/T di una macchina reversibile si conserva: quella della sorgente calda è uguale a quella della sorgente fredda. Inoltre, la Q/T dell'universo è nulla, dato che QC/TC - QF/TF =0. La quantità Q/T della macchina di Carnot, probabilmente suggerì a Clausius il concetto di entropia. 39 Efficienza • Per capire quanto un motore reale sia vicino alla macchina termica ideale corrispondente si ricorre al concetto di efficienza o di rendimento del secondo principio, definita come il rapporto tra il rendimento della macchina reale e quello della macchina ideale rev 40 Entropia L’entropia è una grandezza termodinamica che, in generale, indica in che verso un processo si svolge spontaneamente. Storicamente il concetto di entropia fu introdotto per la prima volta da Clausius nel 1865. Da un punto di vista fisico l’entropia è un concetto passibile di diverse interpretazioni: •L’entropia è una misura della capacità di un sistema di compiere lavoro: man mano che tale capacità diminuisce, l’entropia del sistema aumenta. •L’entropia è ciò che indica il verso in cui scorre il tempo. •L’entropia è una misura del grado di disordine. Quanto più è ordinato un sistema, tanto minore è la sua entropia. 41 Entropia Prendiamo in esame la formulazione matematica dell’entropia come proprietà termodinamica. L’entropia è una grandezza connessa con la temperatura e con il calore. La variazione di entropia S, che si verifica quando una certa quantità di calore Q viene fornita (o sottratta) a un sistema mediante una trasformazione reversibile a temperatura costante, è data da: S = Q/T L’unità di misura dell’entropia è J/°K 42 Entropia Prendiamo in considerazione una macchina termica reversibile (es. Ciclo di Carnot): S = 0 In un sistema chiuso nel quale avvengano solo trasformazioni reversibili l’entropia è costante. 43 Entropia Se prendiamo in considerazione un sistema chiuso dove avviene una trasformazione irreversibile: QC/TC - QF/TF >0 S>0 L’entropia aumenta. In qualsiasi trasformazione spontanea, l’entropia di un sistema chiuso aumenta 44 Terzo principio della termodinamica E’ impossibile realizzare una successione finita di processi tali da condurre un sistema allo zero assoluto, qualunque sia la natura dei processi e del sistema. Il rendimento è compreso tra 0 per TC = TF e 1 per TF = 0 Quest’ultima condizione sarebbe realizzabile solo se la sorgente a temperatura più bassa si trovasse allo zero assoluto. Poiché praticamente è impossibile raggiungere tale limite, risulta anche impossibile un rendimento unitario. 45