L’infiammazione è una reazione dei tessuti vascolarizzati a un insulto di natura biologica, come batteri e virus oppure chimica o fisica ipossia che provoca danno ai tessuti E’ caratterizzata: dall’azione di mediatori infiammatori dal movimento di fluidi e dei leucociti dal sangue ai tessuti extravascolari Tende ad eliminare la causa del danno E’ intimamente associata con i processi riparativi Risposte pleiomorfe ed eterogenee Localizzata - Sistemica Acuta e cronica Angioflogosi e istoflogosi Infezioni PAMP Tessuti danneggiati o necrotici DAMP INFIAMMAZIONE: Attivazione delle cellule dell’immunità innata e delle cellule della parete vascolare Scopo fisiologico Conseguenze patologiche Difese dell’ospite contro le infezioni Riparo dei tessuti danneggiati Autoimmunità, danno infiammatorio sepsi Fibrosi metaplasia crescita tumorale Adattamento allo stress e ripristino di una diversa omeostasi Malattie infiammatorie L’INFIAMMAZIONE NELLA STORIA 3000 a.C. Papiro egizio Prima descrizione I sec. d.C. Celso Rubor, Tumor, Calor, Dolor 1793 J. Hunter Non malattia ma “risposta benefica” 1844 R. Virchow Functio laesa 1839-1884 J. Cohnhein Prima osservazione al microscopio 1882 E. Metchnicoff Ruolo della fagocitosi 1887 P. Erlich Ruolo degli anticorpi 1908 1927 Premio Nobel a Metchnicoff ed Erlich T. Lewis Ruolo dei mediatori chimici CALOR RUBOR TUMOR DOLOR (Vasodilatazione) (Vasodilatazione) (Permeabilità) (Rilascio mediatori e PMN) Functio lesa (Rilascio di mediatori e PMN) Infiammazione Processo salvavita L’intensità della risposta immune è cruciale Risposta insufficiente Eccessiva risposta Se la risposta infiammatoria diffonde nel sistema circolatorio Immunodeficienza Morbilità e mortalità Artrite reumatoide, m. di Crohn, aterosclerosi, diabete, m. di Alzheimer, sclerosi multipla, ischemia cerebrale e del miocardio Shock settico, meningite Malattie correlate alla risposta infiammatoria Trattamenti antiinfiammatori FANS Steroidei Terapia biologica In risposta al dolore , i neuroni rilasciano peptidi vasoattivi Le cellule danneggiate rilasciano proteine espresse costitutivamente quali :HSP, HMGB1, peptidi mitocondriali che portano gruppi N- formilati caratteristici dei procarioti quando presenti nello spazio extracellulare inducono la produzione di citochine I microbi o i loro prodotti possono essere riconosciuti e legare strutture molecolari altamente conservate presenti su: recettori solubili (complemento) proteine leganti il mannosio o il lipopolisaccaride (LPS) recettori espressi sulla superficie cellulare (famiglia dei Toll-like receptor e recettori scavenger) Prima risposta mediata da cellule tissutali (mast cellule e macrofagi) successivamente richiamo leucociti Punti di controllo dell’infiammazione 1 Vasodilatazione Fuoriuscita di liquidi Segnali di liberati da: neutrofili (lipoxina) Metabolismo COX2 e PGE2 nei macrofagi e lipoxina Il-10 I segnali infiammatori sono continuamente integrati e orientati dalla interazione ospite-microbo Segnali che avviano il meccanismo di riparazione: TNF, INF-γ, TGF-β insieme alla PGE2 Infiammazione immunità innata e specifica I meccanismi infiammatori sono ridondanti devono essere rapidi reversibili localizzati adatti all’insulto e integrati con il sistema nervoso Omeostasi e Salute Aggressori Difensori Spettatori innocenti suffissso –ite Tonsill ite Pleur ite Appendic ite Mening ite Acuta o cronica Pancreat ite TIPI DI INFIAMMAZIONE ACUTA • risposta immediata e precoce ad uno stimolo lesivo • durata breve (minuti, ore, qualche giorno) • formazione di essudato composto da liquidi e proteine plasmatiche (edema) • migrazione di leucociti CRONICA • infiammazione attiva, distruzione tissutale e tentativi di riparo procedono simultaneamente • durata più lunga (settimane, mesi) • presenza di linfociti e macrofagi • proliferazione vasi sanguigni • fibrosi e necrosi tissutale I protagonisti dell’infiammazione Cellule circolanti e componenti cellulari ed extracellulari del tessuto connettivo implicati nella risposta infiammatoria Cellule del tessuto connettivo Vasi sanguigni Matrice del tessuto connettivo In condizioni normali si trova solo nel sangue e nel midollo osseo 50-70% cellule ematiche, 4000-11000/mm3 Ha vita brevissima: 6-12 ore nel torrente circolatorio. Vengono prodotti circa 1x1011 al giorno Contiene circa 200 granuli che non si colorano con i coloranti acidi o alcalini È stato disegnato dall’evoluzione come una macchina capace di uccidere i batteri I granulociti , ricchi di granulazioni nel loro citoplasma Le affinità tintoriali definiscono la loro classificazione Polimorfonucleati (PMN) o leucociti nucleopolimorfi poiché il loro nucleo si presenta con un numero di lobi compreso tra due e quattro Cellula battericida a breve vita che non può replicarsi né modularsi Si trova solo nel sangue e nel M.O. La sua presenza nei tessuti indica: 1) un’invasione da parte di batteri e/o qualche altro parassita 2) danno tissutale I recettori dei neutrofili riconoscono: • • • • • La porzione Fc delle IgM e delle IgG Le frazioni del complemento C5a, C3b, e iC3b I metaboliti dell’acido archidonico I fattori chemiotattici Le citochine Nei tessuti fagocitano i microrganismi invasori e le cellule morte Vanno in apoptosi Il neutrofilo è una cellula simile a un kamikase con un unico programma: Inseguire i batteri, ucciderli e poi morire Possono essere potenzialmente dannosi Rappresenta 1-3% dei globuli bianchi, 450-500/µl Nei tessuti sono diffusi nelle mucose dell’apparato respiratorio, gastroenterico e genitourinario. Ha vita più lunga (4 giorni nel sangue e settimane nei tessuti) È più equipaggiato di mitocondri e reticolo endoplasmico Granuli: Contengono proteine cationiche che legano molecole critiche cariche negativamente presenti sulla superficie degli invasori (parassiti) Proteina basica maggiore MBP e proteina cationica degli eosinofili EPC Sembra essersi evoluto in risposta ad invasori grandi (vermi o protozoi) L’eosinofilo è pieno di potenti citotossine antiparassitarie Queste possono anche essere male indirizzate (asma) e causare danni tissutali Ha connessioni con il mastocita: può essere reclutato da chemiotassine prodotte dai mastociti Ipereosinofilia Presente nelle malattie allergiche e Parassitarie (killer dei vermi) Gli eosinofili possono fare molto danno MONOCITA MACROFAGO Rappresentano due fasi della stessa cellula: Monocita circolante e Macrofago tissutale Monocita origina dal M.O. circola nel sangue (3-8%) per circa 6 ore migra nei tessuti e diviene Macrofago Infiammatorio si ingrandisce ma riduce il livello di attività: la perossidasi, presente nei granuli dei monociti, è confinata nel macrofago sulla membrana nucleare e sul reticolo endoplasmatico Resta inattivo finché non viene attivato Macrofago Residente I monociti migrano velocemente in tutti i tessuti, dove si differenziano in macrofagi maturi. Le diverse popolazioni di macrofagi tissutali hanno un ruolo importante nell’immunosorveglianza: hanno attività fagocitaria, presentano gli antigeni e inducono immunosoppessione. I monociti migrano velocemente in tutti i tessuti dell’organismo, dove si differenziano in macrofagi maturi. Le diverse popolazioni di macrofagi tissutali hanno un ruolo importante nell’immunosorveglianza: hanno attività fagocitaria, presentano gli antigeni e inducono immunosoppessione. Fattori di crescita attivi sulle colonie midollari: M-CSF GM-CSF Molecole ad attività antibatterica: Idrolasoi acida Fosfatasi Fosfolipasi Lisozima catepsinaG Defensine ROS NO Fattori di crescita angiogenetici: PDGF EGF FGF Agenti immunomodulanti: INF-β IL-12 Mediatori anti-infiammatori: Citochine anti-infiammatorie IL-10 TGF-β PGE2 Vitamina D3 Mediatori pro-infiammatori: Citochine proinfiammatorie IL-1 IL-6 TNF Enzimi attivi sulla MEC: lastasi Metalloproteasi Fattori chemiotattici: PAF Chemochine MCP-1, RANTES, MIP-1 IL-8 Fattori della cascata emocoagulativa: Attivatore del plasminogeno Fattore III FattoreV Fattore VIII Fattori della cascata complementare: Fattore B C3 Properdina Mastociti (tessuti) e Basofili (sangue)GRANULOCITA BASOFILO E MASTOCITA hanno struttura e funzioni simili Hanno precursori midollari ma i mastociti non derivano dai basofili GRANULOCITA BASOFILO E MASTOCITA Hanno struttura e funzioni simili Sono considerati elementi di innesco della risposta Sono considerati infiammatoria acuta elementi Di innesco della Hanno struttura e risposta funzioni simili Sono infarciti di granuli infiammatoria Sono considerati Rappresentano meno dell’1% dei leucociti circolanti programmati al rilascio di acuta elementi istamina Di innesco della risposta Sono infarciti di granuli infiammatoria programmati al rilascio di acuta istamina La grande azione dei basofili e dei mastociti è di degranulare e rilasciare il contenuto dei granuli Rilasciano: Istamina Sono cellule di origine midollare localizzate nella cute e nell’epitelio delle mucose. Non sono riscontrabili in circolo ma nei tessuti periferici Soprattutto a livello dei vasi e dei nervi. Contengono granuli citoplasmatici ricchi di citochine, istamina e altri mediatori Nel 1879 Paul Ehrlich è stato il primo a riconoscere e descrivere delle cellule da lui battezzate “mastzellen”, e descritte come cellule contenenti, nel citosol, dei granuli basofili e localizzate nei tessuti connettivi umani. Mastociti e basofili presentano recettori per le IgE Allergeni, Freddo, Traumi, Proteine cationiche inducono degranulazione Lega i recettori H1 ed induce contrazione dell’endotelio Sono le più importanti APC per i linfociti T vergini Rappresentano un importante collegamento tra Immunità Innata e Immunità Specifica Sono riconoscibili per i prolungamenti citoplasmatici Forme immature sono presenti in. EPITELIO CUTANEO MUCOSA DEL TRATTO RESPIRATORIO E GASTRENTERICO Funzione: spiccata capacità fagocitica producono citochine captano e trasportano gli antigeni ai linfonodi drenanti Cellule dendritiche convenzionali Cellule dendritiche plasmacitoidi Specializzata contro le infezioni virali: producono Interferon di tipo I Cellule dendritiche follicolari Diversa derivazione Interagiscono con i linfociti B LINFOCITA Cellule effettrici dell’Immunità Adattativa Sono le uniche cellule che esprimono in modo clonale i recettori per l’antigene I linfociti naive o vergini hanno un diametro di 8-10µm, scarso citoplasma e granuli piccoli e sparsi Vivono 1-3 mesi in presenza di appropriate citochine Costituiscono il 33% dei leucociti circolanti: 75% T 15% B 10% NK Totale: 5x1011nell’organismo 2% sangue, 10% MO, 15% tessuti linfoidi associati alle mucose (GE e Resp), 65% organi linfoidi (linfonodi e milza) La loro presenza, nei tessuti normalmente privi, indica una risposta infiammatoria locale I linfociti si compongono di sottopopolazioni, si differenziano in base al tipo molecolare e alla funzionalità Simile morfologia Funzione dei linfociti T e B nel focolaio infiammatorio: Processare antigeni Secernere anticorpi Secernere citochine Attivare cellule Reclutare leucociti dal sangue Indurre le cellule locali a moltiplicarsi Indurre altre cellule a secernere citochine Indurre mastociti a degranulare Indurre i vasi a permeabilizzarsi Uccidere cellule Modulare la produzione di collageno da parte dei fibroblasti Indurre le cellule del midollo emopoietico a proliferare Indurre la febbre e altri effetti generali Le cellule NK possono uccidere cellule tumorali e cellule infettate da virus Rappresentano la barriera che deve essere attraversata dai due componenti dell’essudato infiammatorio: Plasma Leucociti E’ il più grande organo endocrino Possono essere attivate e producono prostaglandine, molecole di adesione e altre proteine Le proprietà delle cellule endoteliali variano lungo l’albero vascolare e da organo a organo Marcatore morfologico: Corpi di Weibel e Pallade Carichi del fattore di Willebrand Le cellule endoteliali producono: • • • • • • • • Ossido nitrico: vasodilatatore a basso peso molecolare, regola il tono vascolare inducendo il rilassamento della muscolatura liscia Endoteline: sono peptidi a basso peso molecolare (E 1, 2 e 3) potenti vasocostrittori e vasopressori, inducono una prolungata vasocostrizione della muscolatura liscia. Fattori di contrazione derivati dall’acido arachidonico: ROS derivati dall’attività delle COX e i prostanoidi TXA2 e PGH2 inducono contrazione della muscolatura liscia. Fattori di contrazione derivati dall’acido arachidonico: PGI2 inibisce l’aggregazione piastrinica e induce vasodilatazione. Citochine, quali IL-1, IL-6 TNF Anticoagulanti, le molecole eparina-simili e trombomodulina inibiscono la coagulazione. Fattori fibrinolitici, quali l’attivatore del plasminogeno tessutale (t-PA). Agenti protrombotici: il fattore di von Willebrand facilita l’adesione piastrinica e il fattore tissutale attiva la cascata estrinseca della coagulazione. Mantengono l’integrità dell’endotelio Chiudono le aperture dell’endotelio Indispensabili per interrompere emorragie COAGULAZIONE 19 tipi di molecole coinvolte nell’NFIAMMAZIONE Lesioni vascolari espongono le proteine della matrice, collagene TXA prodotto dalle piastrine attivate Contatto con la trombina Adesione, Aggregazione e DEGRANULAZIONE La degranulazione è associata a liberazione di serotonina e istamina Sintetizzano collageno, elastina e glicosaminoglicani Possono rispondere a stimoli chemiotattici e spostarsi