Helmut Plessner “L’uomo come essere biologico” 1965 “I gradi dell’organico e l’uomo” • Non si occupa di sostanze, ma di strutture. • La pianta, l’animale e l’uomo sono oggetti di studio non più come essenze in se stesse, ma in relazione con l’ambiente che le circonda. • Si propone di sviluppare una fenomenologia dell’essere vivente che, servendosi di un solo principio di riferimento, sia in grado di spiegare la specificità che caratterizza i diversi gradi della vita nel mondo organico e, in particolare, la natura umana. • L’aspetto fisico e quello spirituale sono entrambi ugualmente costitutivi dell’essenza originaria dell’uomo. posizionalità • Da questo principio si deduce la differenziazione, a livello gnoseologico e ontologico, tra realtà organica e inorganica e, all’interno di quest’ultima, tra mondo animale e mondo umano. • La semantica della posizionalità è abbastanza vasta da poter rappresentare le forme di esistenza della vita nei tre livelli: vegetale, animale e umano. posizionalità • La gradualità si basa: – 1. coesione interiore del vivente – 2. capacità di rapporto con il mondo esterno – 3. autonomia interiore del proprio sé primo grado dello sviluppo organico È caratterizzato da una “forma aperta” nella quale la pianta si trova ad essere immediatamente inserita. L’organismo vegetale si trova inglobato nell’area di cui fa parte senza potersi distinguere da essa, ma rimanendo legato al ciclo vitale a cui appartiene. In questo modo stabilisce un rapporto esclusivamente assimilatorio con l’ambiente favorevole al suo sviluppo, senza avere alcuna possibilità di distaccarsene per lasciare emergere la sua individualità. secondo grado dello sviluppo organico La “forma aperta”, che caratterizza il mondo vegetale, si modifica nel regno animale in “forma chiusa”. In questo caso siamo di fronte a un nuovo livello vitale dove l’interazione è mediata da un struttura centrale che determina l’attiva immissione dell’animale nel suo ambiente e interrompe quella circolarità priva di ostacoli in cui si realizza il ciclo biologico delle piante. L’animale è infatti un organismo autonomo che reagisce all’ambiente secondo i propri impulsi, istinti, sensazioni. L’animale è un vivente dotato di coscienza in quanto è in grado di distinguersi dall’ambiente e, se necessario, di opporvisi. La sua è tuttavia una coscienza limitata, perché egli non ha una matura consapevolezza di tutto ciò. Egli ha cioè un suo corpo, un ambiente che conosce e su cui è in grado di agire, ma non è consapevole di averli. Plessner ci presenta questo secondo grado del mondo organico con la metafore spaziale della “centricità”. “L’animale vive a muovere dal centro e a ritornare nel suo centro” ma “non vive come centro”, egli è incapace di “ prendere le distanze”, è “privo di riflessività”. terzo grado dello sviluppo organico Il grado umano è il livello più alto di realizzazione della legge posizionale, rientra anch’esso nella forma chiusa, ma differenza di questo “si pone alle proprie spalle”, riesce cioè a distanziarsi da sé e a raggiungere il punto di maggiore riflessività di tutto il sistema vivente: l’autocoscienza. Se la vita dell’animale è centrata, la vita dell’uomo, che pure non può infrangere la centralità, è contemporaneamente fuori dal centro, è eccentrica. Eccentricità è la forma, caratteristica per l’uomo, della sua disposizione frontale nei confronti dell’ambiente circostante. persona L’essere eccentrico proprio in forza della sua capacità di prendere la distanza, è in grado di rapportarsi sia alla sfera della sua fisicità che a quella della sua psichicità, sia al mondo oggettivo che a quello soggettivo. Tutto questo comporta che l’uomo si presenta in una pluralità di forme, per cui “il vivente è corpo, nel corpo (come vita interiore o psichica) e fuori dal corpo, come punto di vista dal quale esso è entrambi. Un individuo che ha questa triplice caratteristica posizionale si chiama persona. posizionalità eccentrica • L’identità umana è particolarmente complessa. • L’uomo è capace di rapportarsi sia alla sfera della corporeità che a quella dell’interiorità, questa è la caratteristica dell’eccentricità della sua posizione rispetto agli altri gradi dell’organico. Körper e Leib • L’uomo considera il suo corpo (Körper) come un qualsiasi oggetto e ne analizza l’estensione, il peso, il volume = ha un corpo inanimato. • Può però anche identificarsi con il suo corpo (Leib), inteso come il centro delle proprie sensazioni, azioni ed emozioni = è un corpo vivente. “ponendosi alle proprie spalle” • Solo distanziandosi da sé, l’uomo può vedere se stesso e la propria posizione nel mondo, quel centro provvisorio che occupa e da cui poi, in quanto essere eccentrico, si decentra. • “coscienza è il nome che la nostra tradizione ha assegnato a questa distanza da sé, a questa non coincidenza con sé” immagine dell’uomo plessneriana Va ricercata nella naturale disposizione dell’io a non opporsi alla sua condizione antropologica fondamentale, che lo qualifica come perenne processualità, come campo di continue trasformazioni sulla base di nuovi elementi di identità che vengono via via acquisiti. Di qui emerge una condizione umana caratterizzata dall’incertezza, dall’insicurezza e dalla precarietà, che sembrano essere i motivi dominanti di una certa sensibilità filosofica che percorre la dimensione dell’umano all’interno del XX secolo. Ernst Mach, Die Analyse der Empfindungen, 1900 artificialità naturale • L’uomo non vive in immediato contatto con l’ambiente che lo circonda, sentendosi naturalmente sicuro e protetto, ma ha bisogno di seguire “la strada più lunga delle cose artificiali”. Mentre l’animale esiste semplicemente senza conoscersi e senza riflettere sull’ambiente di cui fa parte l’uomo invece ha perso la naturalezza e deve condurre la propria vita trasformando l’ambiente naturale in un mondo artificiale. immediatezza mediata Caratterizza la capacità dell’uomo di vivere da un lato come organismo animale nell’immediatezza della natura, dall’altro come essere “eccentrico” nella mediazione culturale. luogo utopico • L’uomo come essere eccentrico viene a trovarsi sempre al di là di tutto quello che gli si presenta di fronte, oltre ogni sicurezza raggiunta; costretto a rinunciare a qualsiasi forma di stabilità, si trova a non avere un proprio dominio, a non poter contare su una propria casa nel mondo. Da ciò derivano l’insicurezza e l’inquietudine che lo caratterizzano. Antropologia dell’espressione Per conoscere la vera natura dell’uomo non si cercano più quegli elementi a priori su cui si fonda il suo carattere eccentrico, ma si approfondiscono alcuni comportamenti espressivi come il gesto, il linguaggio, il riso e il pianto. “Che cosa è l’uomo? Ce lo dice il corpo e i suoi atti, non solo la sua anima. Se l’uomo è anche corpo ed espressione, anche il corpo e l’espressione saranno in grado di parlarci di lui”. Espressività umana Si manifesta in due ambiti: 1.linguaggio 2. gestualità essere parlante • Questa capacità gli consente di risparmiarsi moltissime prestazioni corporee. • È mezzo di orientamento e allo stesso tempo gli serve per distaccarsi dal mondo, in questo senso lo aiuta a guadagnare la sua “posizione eccentrica”. espressione mimica La gioia e la collera, la paura e il coraggio, la tristezza e il terrore, l’eccitazione e l’indolenza si esprimono in tutto il corpo, anche se il raffinato gioco dei muscoli facciali permette di osservare particolarmente intorno agli occhi e alla bocca i cambiamenti di espressione. L’espressione mimica ha un carattere immediato. Il contenuto psichico e la forma fisica si comportano come i due poli di un unico insieme, che non può essere diviso senza distruggere la sua naturale e spontanea vitalità.