ANALIZZARE LETTERE D’AMORE VI PROPONGO, NELLE SLIDE SUCCESSIVE, ALCUNE LETTERE D’AMORE DA ANALIZZARE PER CAPIRE MEGLIO LE REGOLE COMPOSITIVE. NELLA PAGINA SUCCESSIVA NE TROVOVATE UNA GIA’ ANALIZZATA, NE SEGUONO POI ALTRE 6 CHE DOVRETE ANALIZZARE VOI, MAGARI DIVIDENDOVI IN GRUPPI PER LAVORARE PIU’ RAPIDAMENTE E SCAMBIARVI LE IDEE. POTETE LAVORARE DIRETTAMENTE SULLE SLIDE, AGGIUNGENDONE UNA DOPO LA LETTERE CHE AVETE SCELTO E SEGNALANDO LE CARATTERISTICHE PIU’ IMPORTANTI COME NELL’ESEMPIO CHE SEGUE. ECCO LA PRIMA LETTERA, LEGGETELA E POI PASSATE ALLA SLIDE SUCCESSIVA CHE LA ANALIZZA Io ti amo. Devi pur saperlo. Ti amo tanto che non posso immaginare la mia vita senza di te. Non riesco a dormire, me ne resto sveglio tutta notte girandomi e rigirandomi e ripetendo il tuo nome. Non ho mai provato nulla del genere e adesso capisco come un uomo possa amputarsi una mano o tagliarsi la gola nella tortura di questo sentimento. Ti amo. Me lo ripeto di continuo e ti rivedo là sotto l’albero e il lampione, e d’un tratto è come se non potessi più respirare. Tutto quanto c’è di bello al mondo, per me, è raccolto in te perché tu sei gli alberi, la luce, la grazia di tutto ciò che mi sarà precluso se mi respingi. Mi dico che in quei momenti di venerdì sera, con le orecchie che mi ronzavano e la bocca arida, ti ho sentito dire « Per ora no, William ». Forse non è vero. Ma spero con tutto il cuore che lo sia e so che potrò aspettarti per tutto il tempo che vorrai. Non verrò a casa tua né ti scriverò di nuovo se non sarai tu a cercarmi. Ti amo William LEGENDA: Io ti amo. Devi pur saperlo. Ti amo tanto che non posso immaginare la mia vita senza di te. Non riesco a dormire, me ne resto sveglio tutta notte girandomi e rigirandomi e ripetendo il tuo nome. Non ho mai provato nulla del genere e adesso capisco come un uomo possa amputarsi una mano o tagliarsi la gola nella tortura di questo sentimento. Ti amo. Me lo ripeto di continuo e ti rivedo là sotto l’albero e il lampione, e d’un tratto è come se non potessi più respirare. Tutto quanto c’è di bello al mondo, per me, è raccolto in te perché tu sei gli alberi, la luce, la grazia di tutto ciò che mi sarà precluso se mi respingi. Mi dico che in quei momenti di venerdì sera, con le orecchie che mi ronzavano e la bocca arida, ti ho sentito dire « Per ora no, William ». Forse non è vero. Ma spero con tutto il cuore che lo sia e so che potrò aspettarti per tutto il tempo che vorrai. Non verrò a casa tua né ti scriverò di nuovo se non sarai tu a cercarmi. Ti amo. William iperbole similitudine metafora Periodo complesso ipotattico Registro formale Scopo: dichiarazione d’amore a una donna che probabilmente lo ha respinto Formula di chiusura 16 maggio 1950 Cat, mia Cat: se solo mi scrivessi, mio amore, oh Cat. Ti amo. E’ tutto quello che so. Ma quello che so è anche che sto scrivendo nel vuoto, quel tipo di tremendo, sconosciuto vuoto in cui sto per entrare. Andrò nello Iowa, in Illinois, nell’Idaho, nell’Indiana, ma queste, salvo cambiamenti, “esistono”. Tu no, non ci sei. Mi hai dimenticato? Io sono l’uomo che tu dicevi di amare. Io ero abituato a dormire tra le tue braccia - te lo ricordi? Ma non hai mai scritto. Forse sei stanca di me. Io non lo sono di te. Ti amo. Non c’è un solo momento di ogni singolo odiato giorno in cui io non dica a me stesso: sarò a posto, tornerò a casa, Caitlin mi ama, io amo Caitlin. Ma forse hai dimenticato. Se mi hai dimenticato, o se hai perso il tuo amore per me, ti prego, mia Cat, fammelo sapere. Io ti amo. Dylan Il tuo amore è per me come la stella della sera e quella dei mattino: tramonta dopo il sole e sorge prima di esso. Come la stella polare che non tramonta mai, e intreccia sopra le nostre teste una corona eternamente viva. Prego gli dèi che mi concedano di non veder mai oscurato il cammino della mia vita. La prima pioggia di primavera sciuperà la nostra passeggiata: ma rinverdirà le piante, e fra poco noi potremo rallegrarci del primo vento. Non abbiamo, finora, mai goduto insieme di una così bella primavera: Dio voglia che essa non si muti in autunno. Addio. Verso mezzogiorno verrò a prendere sue notizie. Addio, cara, buona. Johann Wolfgang Goethe A Giuseppina Beauharnais primavera 1797 Non ti amo più; al contrario, ti detesto. Sei una disgraziata, realmente perversa, realmente stupida, una vera e propria Cenerentola. Non mi scrivi mai, non ami tuo marito; tu sai il piacere che le tue lettere gli procurano eppure non riesci nemmeno a buttar giù in un attimo una mezza dozzina di righe. Che cosa fate tutto il giorno, Signora? Che tipo di affari così vitali vi privano del tempo per scrivere al vostro fedele amante? Quale pensiero può essere così invadente da mettere da parte l’amore, l’amore tenero e costante che gli avevate promesso? Chi può essere questo meraviglioso nuovo amante che vi porta via ogni momento, decide della vostra giornata e vi impedisce di dedicare la vostra attenzione a vostro marito? Attenta Giuseppina; una bella notte le porte saranno distrutte e là io sarò. In verità, amor mio, sono preoccupato di non avere tue notizie, scrivimi immediatamente una lettera di quattro pagine con quelle deliziose parole che riempiono il mio cuore di emozione e di gioia. Spero di tenerti tra la braccia quanto prima, quando spargerò su di te milioni di baci, brucianti come il sole dell’equatore. Bonaparte Tu sei la mia patria perduta, tutto quello che amo e nient’altro che quello che amo. Senza di te, non mi resta che la metà della mia anima. Le mie grida arrivano fino a te? Quando insulterò il cielo e la terra, la notte e la tempesta, quale eco mi risponderà se non quello della mia stessa voce? La tua, vorrei tanto sentirla! Hai infierito con tale determinazione che non posso far altro che continuare a baciare il pugnale che mi ha aperto il petto e il ventre. Sei riuscita a interessarmi più a te che non a me stesso, e non mi impedirai di portare il lutto d’una donna che non è più mia. Ah! Se potessi sperare che un giorno ancora... Quando tornerai? E chi sarai al tuo ritorno? La tua partenza è stata una prova terribile che sul momento non ho capito: troppi ricordi di te qui, mentre nulla mi lega al luogo in cui ti trovi. Fatalmente. Forse riuscirò a meritarti più che mai, piegandomi a tutti i tuoi voleri. Scrivimi, non essere dura con le parole o con le allusioni. Già si avverte il peso della lunga notte autunnale, questa estate è davvero finita. Per dormire mi imbottirò di calmanti. T’amo più di qualsiasi altra cosa al mondo, fino alla morte e all’al di là, se ne esiste uno, e anche se non esiste. JULES 1 ottobre 1918 34 Hill Street, Londra So, come so che domani sorgerà il sole, che ti amo come ti ho sempre amato. So che questo amore sopravviverà a qualsiasi simpatia passeggera io possa mai provare per qualcun altro. (Comunque! Non temere. Non voglio bene a nessun altro!) Ora, dopo cinque anni, so qual è la differenza tra un sentimento che ha radici grosse, profonde, robuste, nodose e un amore dovuto solo a un capriccio dell’immaginazione, in cui la persona che si crede di amare potrebbe facilmente essere un’altra. Vedi, non penso che capiti spesso un amore come il nostro. Può capitare di provare passione, abitudine, ma davvero non credo che accada spesso di sentirsi legati, saldati, uniti da una mescolanza di passione e abitudine e tenerezza e amicizia e contingenza e ricordi e, soprattutto, di quel sentimento che si chiama amore, che è essenzialmente un senso di appartenenza, di scelta, di sentire che <lui è MIO>. Vita Sackville-West a Harold Nicolson 20 aprile 1908 Per un mese sono stata qui da sola — tra un altro mese sarò partita. Sarà tutto finito. Vivo con queste tre parole dinnanzi agli occhi, giorno e notte; eppure non riesco a capirle, non significano nulla per me... Cosa! Sarò partita, non ti vedrò più, non sentirò più la tua voce, non mi sveglierò più pensando: «Tra non so quante ore ci vedremo, terrà le mie mani tra le sue, i miei occhi spro-fonderanno nei suoi occhi...?» Cosa ne sarà di me? Non ho più vita al di fuori di te non ho coscienza se non del mio pensarti, dei miei sentimenti per te. Io che dominavo la vita, in realtà le vivevo a fianco, ora mi sento talmente umiliata, talmente assorta, senza più un filo di volontà e di identità! Il mio unico desiderio è stare con te, sentire le mie mani nelle tue. Ah, se mai leggerai queste righe, ti renderai conto di quanto sei stato amato! Edith Wharton