OMAGGIO AD OVIDIO (Libero adattamento dell'Elegia XII del II libro degli Amores di Ovidio) Cingete il mio capo, 'lauri trionfali. Ho vinto ... ecco, Corinna é mia. Io la bacio, la stringo e l'accarezzo. E perdutamente l'amo. Come amo il gatto, che travolto da un'auto in corsa, spira lungo la strada; come il tuono, che scuote le fondamenta della (terra, e col 'suo rimbombo lugubre attanaglia de viscere ,dell'uomo. Ecco il suo capo sul mio 'petto. I suoi lunghi capelli ,ombreggiano le spire del cuore. Ah, se morisse ! Ella è donna ed è pur sempre un serpente. Dio, come l'amo ! Me la centellino come fosse un grappolo d'uva. Io la pilucco ed ella mi titilla. Ella mi mordicchia e io la stupro. Con la mia fantasia malata. Monto su un cocchio alato ed erro sulle genti come duce e come dio. Arresto la pioggia che ,scroscia, stermino le schiumanti orde dei Vandali e restituisco l'impero a Roma. Io notomizzo. Scendo tra i poveri e tolgo loro la croce, m'inabisso tra i sapienti e 'sghignazzo. Addio, Corinna: ricomponiti ed esci da questa stanza e dal mio cuore. Un fiore vizzo e delibato non può illuminare un cielo di sangue. DOMENICO GRFCO 84 Provincia di Lecce - Mediateca - Progetto EDIESSE (Emeroteca Digitale Salentina) a cura di IMAGO - Lecce