LA RETE CARDIOLOGICA La rete cardiologica provinciale istituita già dal precedente PAL aveva il compito di realizzare: l’istituzione di nuove modalità organizzative per l’accesso immediato del paziente critico alle terapie di rivascolarizzazione; il coordinamento delle attività di ricovero diurno ed ambulatoriale per la gestione della patologia cardiaca cronica; il miglioramento e l’integrazione in relazione alla riabilitazione cardiovascolare; l’espletamento del ruolo di riferimento cardiochirurgico, area vasta sovraprovinciale per le provincie di Piacenza e Reggio Emilia. L’atto di indirizzo e coordinamento approvato dall’Ufficio di Presidenza della CTSS della provincia di Parma il 24 Novembre 2008 individuava tra “I risultati conseguiti nel processo di programmazione nel triennio 2006-2008” lo sviluppo delle Reti Integrate ospedaliere, con funzione di eccellenza per la Cardiochirurgia di Parma e la realizzazione di collaborazioni multidisciplinari e di protocolli clinico-organizzativi con risultati qualificanti nell’assistenza cardiologica. L’anno 2008 ha visto la sostanziale realizzazione della rete cardiologica provinciale per l’infarto del miocardio con l’attuazione clinica del progetto di teletrasmissione dell’ECG dai mezzi di soccorso del 118 all’UTIC dell’Ospedale di Parma. Vi è stato un incremento significativo dell’Angioplastica primaria come trattamento della Sindrome Coronarica Acuta per i pazienti della provincia di Parma, medesimo trend di altre province della Regione Emilia Romagna. Contestualmente al decollo della rete territoriale vi è stato un processo di miglioramento dei percorsi intraospedalieri e si è provveduto al potenziamento ed alla qualificazione del personale nei settori dell’UTIC e dell’Emodinamica dell’Ospedale di Parma, con risultati straordinari per quanto riguarda i tempi di attivazione delle procedure interventistiche ed il successo di tali procedure. La Tali risultati sono stati possibili anche attraverso il lavoro organizzativo svolto dalla Commissione Cardiologica Provinciale che è stata sede di un continuo e sistematico confronto tra le realtà operative presenti nell’ambito dell’Azienda Ospedaliera-Universitaria, nei presidi Ospedalieri dell’AUSL e sul territorio (118, Cardiologia territoriale). In tale ambito sono stati elaborati i protocolli riguardanti il trasporto dei pazienti critici ed inoltre si sono consolidati i rapporti assistenziali e professionali tra le Cardiologie del territorio provinciale. In conclusione, si possono ritenere in larga misura realizzati i contenuti del mandato del PAL 2005-2007. Il tema della gestione del paziente affetto da Scompenso Cardiaco è stato affrontato nel 2008 attraverso l’elaborazione di un PDT dedicato a questa patologia, che ha coinvolto gli specialisti di entrambe le Aziende sanitarie provinciali impegnati in questo campo ed alcuni medici di medicina generale. La versione finale di questo documento è stata presentata alla Commissione Cardiologica provinciale che ha espresso consenso e condivisione. Il PDT prende in esame la fase acuta della malattia, di pertinenza ospedaliera, ed individua i nodi di una rete territoriale per la cura della cronicità. Un percorso completo e sicuro per il paziente, che è molto spesso anziano, fragile e gravato da patologie concomitanti, necessita di una collaborazione tra medico di medicina generale, servizio infermieristico territoriale ed ambulatori specialistici dedicati, in grado di garantire continuità assistenziale e rapidità di risposta. Si ritiene, secondo la letteratura internazionale, che un monitoraggio dei parametri funzionali nel post-acuzie ed aggiustamenti terapeutici precoci possano ridurre i nuovi ricoveri e migliorare la prognosi di questi pazienti e la loro qualità di vita. RISCHIO CARDIOVASCOLARE Nel primo semestre del 2008 l’AUSL di Parma ha partecipato , insieme ad altre 4 Aziende , in qualità di sperimentatrice , con risultati apprezzabili, al Progetto Regionale di diffusione della Carta del Rischio Cardio-Vascolare. Si ritiene ora necessario elaborare un programma di prevenzione delle malattie cardiovascolari che abbia lo scopo primario di ridurre, negli anni a venire, l’incidenza di morbilità e mortalità delle stesse sul nostro territorio. Tale programma deve prevedere l’integrazione tra l’attività degli specialisti cardiologi e i Medici di Medicina Generale finalizzata alla riduzione del rischio cardiovascolare. Tra gli obiettivi di questo programma vi deve essere quello di conoscere i dati epidemiologici locali sulla morbilità, la mortalità cardio-vascolare e cerebrovascolare e la prevalenza dei principali fattori di rischio, al fine di avere un quadro “basale” che permetta di poter verificare, in futuro, l’efficacia degli interventi operati. L’intervento si dovrà avvalere della sinergia tra una strategia di comunità ed una strategia di modificazione individuale del rischio cardiovascolare. Per STRATEGIA DI COMUNITÀ si intende: un intervento di prevenzione rivolto alla popolazione generale, senza riferimento ai livelli di rischio cardiovascolare individuali, che ha lo scopo di promuovere la salute e di prevenire l’insorgere dei fattori di rischio e di contrastarne lo sviluppo mediante l’informazione e l’educazione sanitaria. Educazione sul territorio (rivolta ai medici di medicina generale, alla popolazione, alle scuole, ecc…) con lo scopo di formare ed informare. Divulgazione linee guida di prevenzione primaria e secondaria, dei fattori di rischio e dei corretti stili di vita, dei principali quadri patologici e dei percorsi corretti per accedere al sistema di cure sanitarie intensive. Collaborare con i Programmi di Prevenzione Primaria (fumo, nutrizione e attività fisica). Potenziare Programmi di Riabilitazione: provvedere all’accesso alla riabilitazione e ai programmi di prevenzione per i sopravvissuti agli eventi coronarici e cerebrovascolari. Per STRATEGIA INDIVIDUALE si intende: la valutazione individuale, effettuata mediante l’uso della Carta del Rischio Cardiovascolare (Progetto Cuore del Ministero della Sanità, Progetto RER, www.cuore.iss.it) al fine di stabilire il rischio CV prospettico a 10 anni e di trattare intensivamente i soggetti con percentuali di rischio più elevate. Le attuali linee guida internazionali stabiliscono una priorità clinica al trattamento nei seguenti casi: Soggetti asintomatici ad elevato rischio CV ad alta probabilità di sviluppare danno d’organo subclinico. Parenti di primo grado di cardio-cerebrovasculopatici giovanili (<55 anni) e di soggetti asintomatici a rischio particolarmente elevato. Pazienti con cardiopatia ischemica, vasculopatia cerebrale o periferica clinicamente manifesta. Screening di prevenzione della disfunzione ventricolare sx (Stage A e B della scompenso cardiaco).