Relazione conclusiva del progetto “ un giardino a scuola”

Istituto Professionale di Stato
“F.S. CABRINI”
Taranto
Progetto Ambiente
“UN GIARDINO A SCUOLA”
a.s. 2004-2005
Docente: LATERZA L.L.
Relazione conclusiva del progetto
“ un giardino a scuola”
Nell’ambito del progetto di Educazione ambientale, alcuni alunni delle
classi 1^ A O.G.P., 2^ A O.G.P., 1^ B O.G.P., 2^ B O.G.P., 1^ A
O.C.A., hanno portato a termine in data 19 Marzo 2005 con la messa a
dimora di n. 60 piante di Poligore, Lantane e Dalie, il lavoro sul
“Giardino a scuola”.
E’ stata scelta la giornata dell’ “OPERAZIONE SCUOLE PULITE –
NONTISCORDARDIME”.
Un alunno diversamente abile ha mostrato un grande interesse alla
manipolazione della terra e ha continuato ad impegnarsi nello stesso
campo anche successivamente nell’ ambito domestico.
Gli alunni hanno chiesto infine di poter seguire la crescita e la fioritura
delle piante, pulendo periodicamente il terreno e innaffiando le piante in
modo sistematico.
Si allegano le foto del giardino prima della piantumazione e, in Maggio,
della fioritura.
Corridoio laterale esterno della scuola, prima dell’intervento
…e dopo l’intervento
Le rocce sedimentarie
Le rocce sedimentarie clastiche derivano da materiale sciolto asportato
da rocce preesistenti e accumulato sulla superficie terrestre, sia sui
continenti sia nel fondo dei mari.
Questo dipende se l’erosione ha agito su rocce preesistenti di tipo
metamorfico, igneo o sedimentario.
Tutte le rocce sono soggette a degradazione e ad erosione. Questi
processi sono in gran parte legati agli agenti atmosferici. Il materiale
incoerente, che si viene così a formare, viene portato lontano dalla
roccia madre dall’azione delle acque dilavanti, dai fiumi, dal vento e dai
ghiacciai. Quando questi agenti di trasporto non sono più capaci di
trascinare oltre il loro carico, i materiali trasportati si sedimentano, cioè
si depositano.
Gran parte del materiale eroso dalla superficie terrestre raggiunge il
mare, dove viene ulteriormente trasportato dal moto ondoso, dalle
maree e dalle correnti.
Il detrito sedimentario è composto da frammenti di roccia, granuli di
minerali e particelle argillose.
Ciascuna frazione si deposita non appena viene a mancare l’energia per
un suo trasporto ulteriore.
Le rocce sedimentarie clastiche vengono classificate in base alle
dimensioni dei granuli che le originano e che le compongono.
Se le dimensioni dei clasti del sedimento sono superiori a 2 mm si
hanno le ghiaie che compattate costituiscono i conglomerati e le brecce.
I conglomerati sono formati da ciottoli ben arrotondati mentre le brecce
sono formate da frammenti angolosi.
Il materiale di granuli di dimensione compresa tra i 2 mm e i 16 mm è
conosciuto come sabbia.
La sabbia che si forma dopo la litificazione è l’arenaria.
Le particelle di limo presentano diametro variabile da 1/16 a 1/256 di
mm. I minerali delle argille sono particelle piccolissime, meno di
1/256mm che si depositano per formare le argilliti.
Le rocce sedimentarie chimiche e biochimiche derivano dalle
precipitazioni di sostanze presenti in soluzione nell’acqua.
La sedimentazione chimica avviene prevalentemente nei mari. Un
esempio di rocce sedimentaria chimica è il salgemma che con il gesso e
altri sali costituisce le evaporiti.
Alcuni materiali in soluzione nell’acqua vengono anche utilizzati dagli
organismi viventi per costituire le loro conchiglie o scheletri.
Dopo la morte i resti di questi animali si possono accumulare e
sedimentare sui fondali di bacini.
Le rocce biochimiche più comuni formatesi in questo modo sono i
calcari composti da calcite.
Ambienti di formazione
Tra le fasi di erosione, trasporto, deposizione delle particelle e i
processi di litificazione che portano al risultato finale, possono
intercorrere anche vari milioni di anni, nel corso dei quali la crosta
terrestre è stata continuamente interessata da grandi movimenti
tettonici.
Uno degli scopi della geologia e in particolare della sedimentologia e
della petrografia, è quello di risalire, attraverso le caratteristiche di una
roccia, all’ambiente della sua formazione.
Il terreno
Il suolo è prodotto dall’interazione tra biosfera e litosfera, in ogni
regione del mondo si formano differenti tipi di suolo, a seconda della
latitudine, del clima e degli organismi, specialmente vegetali, che
vivono nei diversi territori.
I suoli dei climi temperati, tipici delle nostre regioni, sono molto ricchi
di sostanze organiche che formano l’humus, un particolare aggregato di
grosse molecole organiche e resti animali e vegetali parzialmente
decomposti. In queste regioni climatiche l’interazione fra rocce e
organismi della biosfera è molto intensa e i
suoli possono raggiungere lo spessore di 40
m, come nella Pianura Padana.
Nelle aree desertiche prevale l’azione di
alterazione dell’ossigeno su quella di
dissoluzione prodotta dall’acqua. Nei climi
tropicali, molto caldi e umidi, l’alterazione
delle rocce è profonda. Può sembrare strano,
ma i suoli dei climi tropicali e quelli delle
foreste equatoriali, pur essendo coperti da
una fitta vegetazione, sono tra i suoli più
fragili e meno fertili del pianeta.
I suoli riforniscono di sostanze nutritive la
vegetazione e pertanto costituiscono il
supporto
fondamentale
delle
catene
alimentari terrestri. In assenza di suolo le
piante non potrebbero vivere e la terraferma
avrebbe l’aspetto di un desolato deserto di
rocce e sassi.
I tempi di formazione di un suolo sono molto lunghi. In media si
formano da 0,002 mm a 0,001 mm di suolo l’anno. La distruzione di un
suolo è provocata dall’erosione, cioè dalla rimozione e dal trasporto dei
materiali: essa può essere naturale, se provocata dagli agenti
atmosferici, come vento, acqua o ghiaccio, o prodotta dalle attività
umane. Si dice che un suolo è in equilibrio con l’ambiente quando la
quantità di suolo eroso è pari alla quantità di suolo prodotto durante lo
stesso periodo.
Il lombrico
Vive normalmente sottoterra nei terreni umidi, ricchi di sostanze
organiche. Il corpo è avvolto da un muco che lo protegge e facilita la
penetrazione nel terreno molle. Inghiotte il terreno per aprirsi un
passaggio e per nutrirsi dei detriti vegetali e degli organismi
microscopici che il terreno contiene.
Il corpo, diviso in circa 150 segmenti o anelli, è formato da una
parete esterna e un canale alimentare interno. Il lombrico è
utilissimo per l'agricoltura, infatti, a causa del suo intenso lavoro di
scavo e del suo modo di nutrirsi, rende soffice e fertile il terreno.
LANTANA CAMARA ARANCIO
E’ un importante arbusto molto decorativo, a seconda della
specie può essere usato per siepi o come tappezzante. Le lantane si
possono piantare in terreni compatti e drenati: si conoscono la Lantana
Camara (7 colori) e la Lantana Sellowiana (4 colori).
La Lantana presenta 150 specie di arbusti sempreverdi coltivati
per il fogliame e per i fiori colorati. Sensibili al freddo, tollerano
temperature minime di 10-13 gradi. Due sono le specie maggiormente
coltivate, sia in serra sia, nelle regioni a clima mite, all’ aperto:
LANTANA CAMARA
Le foglie sono ellittiche, verdi. I fiori, tubulosi, possono essere
bianchi, gialli o rossi, sbocciano dalla primavera all’ autunno.
LANTANA SELLOWIANA
Arbusto sempreverde con foglie tonde, dentate ai margini, verde
scuro. Altezza: 30-50 cm. Dalla primavera inoltrata all’ autunno
produce minuscoli fiori tubulosi di vari colori raccolti in fitti mazzi
assai decorati.
LA POTATURA
La potatura meccanica da poco introdotta nel campo agrumicolo ha
permesso di ridurre i costi d'intervento quando si tratta di grandi aree.
Le tecniche di taglio possono essere di due tipi:
1) uso di una serie di lame a dischi rotanti che agiscono in senso
verticale, spaziando a piacere l’interfilare delle piante con una potatura
a siepe;
2) uso di una serie di lame a dischi rotanti che agiscono in senso
orizzontale effettuando la cimatura delle piante
La potatura meccanica
La potatura manuale
Il completamento dell’operazione avviene con la potatura manuale,
infatti essa agisce solo ed esclusivamente sul mantello vegetativo
esterno, quindi sulla vegetazione più giovane.
Generalmente la pianta subisce minori squilibri quando le due tecniche
di taglio vengono effettuate ad anni alterni; negli ultimi anni si è
preferito gli interventi abbinati, potatura meccanica e tradizionale,
questi, effettuati ad anni alterni, si dimostrano quelli più idonei a
limitare gli inconvenienti evidenziati dalla meccanizzazione integrale.
Le specie che rispondono meglio alla potatura meccanica sono
l'arancio, il limone e il pompelmo.
La potatura delle piante
Nel corso degli anni la pratica della potatura delle diverse piante, ha
subito una evoluzione progressiva in correlazione con le condizioni
economiche e le nuove tecniche di intensificazione colturale.
Data la crescente difficoltà a reperire manodopera specializzata in
questo settore, si è reso necessario semplificare il più possibile le
operazioni di taglio al fine di rendere la potatura accessibile anche alle
nuove forze lavoro presenti in agricoltura.
LE FARFALLE
Tra le farfalle si trovano
grandi e aggraziate farfalle
bianche e nere, dotate del
volo più leggero che esista.
Le grandi e sgargianti
Morpho amazzoniche, dai
colori blu cangianti, i
papilioni di tutto il mondo
che
annoverano specie
coloratissime e caudate e se
ne conoscono altre note per
la capacità di presentare femmine diverse fra loro per forma e colori. Le
fantastiche e mitiche Ornithoptere, le più grandi farfalle del mondo, con
incredibili colorazioni, tutte protette dalle convenzioni internazionali
sulla fauna selvatica. Esse vivono non in giardini convenzionali. Per le
farfalle non vale il nostro senso estetico e, anche se la casa delle farfalle
presenta specie vegetali che ben fanno mostra di sé e possiede angoli di
natura degni dei più bei orti botanici, esse privilegiano spazi e ambienti
utili alla loro vita. Per questo le troviamo su piante con le foglie
mangiate dai bruchi, che presentano i segni di attacchi di parassiti,
normalmente non in orti botanici o garden dove si fanno trattamenti
antiparassitari che, nella casa delle farfalle, non sono ammessi. Qui
vengono privilegiati sistemi di controllo biologico naturale e si lascia
che ogni pianta determini i propri spazi e modi di svilupparsi rispetto
alle altre presenti. Molte piante sono scelte perché producono fiori
adatti alle farfalle, perché forniscono un particolare trespolo per la
notte, per i comportamenti territoriali e nuziali o perché, più
semplicemente, condizionano l’ambiente dal punto di vista delle
situazioni di luce, ombra e umidità. Anche il terreno, a tratti scoperto
dalla vegetazione, diviene un elemento importantissimo per la
sopravvivenza. Qui le farfalle trovano direttamente sali minerali
essenziali per la loro vita.