Docente:
Dott.ssa : Suor Filomena Nuzzo
ANNO ACCADEMICO - 2015/2016
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L'emergenza sangue è sempre più alta in Italia, dove
oggi donano appena ventiquattro persone ogni mille.
Spesso si tratta solo di una mancanza di educazione
alla “cultura della donazione” e anche, banalmente, di
semplice buon senso: la donazione periodica, senza
compromettere in alcun modo il benessere della
persona, garantisce infatti un costante controllo del
proprio stato di salute.
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Il fabbisogno di sangue è in costante crescita.
L'impossibilità di sostituirlo con prodotti artificiali e il
suo larghissimo impiego terapeutico lo rendono
continuamente insufficiente:
•
attività di primo soccorso e di emergenza,
•
chirurgia e trapianti di organo,
•
gravi patologie del sangue e malattie oncologiche
•
dipendono spesso proprio dalla disponibilità di sangue,
•
plasma ed emocomponenti che rappresentano, per
•
molti, la ragione di vita.
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La sfida più importante resta quella di diffondere,
soprattutto tra i giovani, la cultura della donazione di
sangue come gesto semplice ma di grande civiltà,
giacché traguardi importanti possono essere raggiunti
solo con la consapevolezza
e la solidarietà di tutti i cittadini.
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Il sangue è un tessuto fluido contenuto nei vasi
sanguigni degli animali, dalla composizione
complessa. Può essere considerato come una
varietà di tessuto connettivo.
È formato da una parte liquida e da una parte
corpuscolare, costituita da cellule o frammenti di
cellule.
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La parte liquida si chiama plasma ed è composta in
larga parte da acqua; vi si trovano disperse numerose
famiglie di proteine, di cui la più rappresentata è
l'albumina, che svolgono svariate funzioni: trasporto
di sostanze, regolazione della coagulazione ed altre;
inoltre vi sono disciolti ormoni, elettroliti e gas.
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Il sangue svolge numerose funzioni tramite lunghe
catene di reazioni chimiche, oltre ad essere
composto da molte sostanze. Perciò, sembra difficile
sia arrivare ad un sangue artificiale identico a quello
umano sia ad un composto che abbia tutte le stesse
funzioni.
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Le cellule del sangue o ematiche si dividono in:
• eritrociti o globuli rossi o emazie
•leucociti o globuli bianchi, a loro volta distinguibili in
granulociti: neutrofili, eosinofili e basofili
monociti e linfociti
•piastrine
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I globuli rossi servono a trasportare l'ossigeno a tutte le cellule del corpo; i
globuli bianchi servono a difendere l'organismo
e le piastrine servono a coagulare il sangue.
Si possono riassumere i seguenti dati numerici per il sangue umano:
i globuli rossi o eritrociti sono 4.2-6 milioni per mm cubo;
i globuli bianchi o leucociti sono 4.000-10.000 per mm cubo;
le piastrine o trombociti sono 200.000-300.000 per mm cubo;
il plasma costituisce il 55-60% del sangue;
il plasma è costituito per circa il 90% da acqua;
i globuli rossi sono costituiti per il 65% di acqua e per il 35% di sostanze
solide (95% di emoglobina e 5% di lipidi, enzimi);
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Il sangue artificiale
Vari studi sono orientati alla sintesi di sangue in laboratorio.
La complessità della composizione del sangue rende impossibile
ottenere un sangue artificiale di eguale qualità. Il caso ideale sarebbe la
scoperta di un sangue conservabile per anni, compatibile con tutti i
gruppi sanguigni, producibile non solo dall'uomo ma da tutti i
mammiferi e al limite riproducibile in vitro per poter disporre di
quantità illimitate. Al momento, è possibile isolare le principali
componenti del sangue e farle riprodurre in vitro, per ottenerne
quantità maggiori.
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Il plasma è un miscuglio di sostanze inorganiche nutrienti
per le cellule, da anni disponibile come plasma sintetico,
utilizzato ad esempio negli interventi di pronto soccorso.
Globuli rossi e piastrine sono cellule anucleate, ossia
prive di nucleo e DNA.
Globuli rossi e piastrine sono prodotte dal midollo osseo,
un organo complesso che non è sostituibile con un
componente artificiale.
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Cenni Storici
Notizie certe sulla pratica della trasfusione nell’antichità non
ve ne sono. In alcune opere mediche e letterarie si fa
riferimento all’utilizzo del sangue, soprattutto per donare
forza, bellezza o giovinezza, ma ipotizzare che ciò avvenisse
in senso trasfusionale appare una forzatura. Sembra più
probabile che la somministrazione fosse piuttosto per via
orale, come pratica magica, comune a molti popoli e a molte
epoche, ancor prima che medica.
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La prima notizia certa di una trasfusione come noi la
intendiamo risale al 1667 quando il medico di Luigi XIV
trasfonde sangue di agnello in un giovane, malato sembra
di tifo.
Il paziente comunque morirà e J. B. Denis sarà accusato
di omicidio! La pratica però comincia a diffondersi anche
se con risultati tanto negativi(si utilizza principalmente
sangue animale) da venire immediatamente abbandonata.
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Nel 1679 a Roma il governo pontificio ne proibisce la
pratica. Bisogna aspettare il 1818 quando un ostetrico
inglese, ricorre con successo ad una trasfusione in un
caso di emorragia post partum utilizzando il sangue del
marito della paziente
Negli anni successivi praticherà una diecina di altre
trasfusioni, sempre con sangue umano, ottenendo nella
metà dei casi esito favorevole.
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Ormai si è capito che usando il sangue umano i rischi sono
minori, anche se rimangono altissime le possibilità di reazioni
anche mortali. Lo stesso William Stewart Halsted, che ha legato
il suo nome all’intervento di mastectomia radicale, salvò la vita
della sorella trasfondendole direttamente il proprio sangue.
Era il 1881 e soltanto nel 1913 un medico tedesco trasferitosi in
America, scoprirà il metodo per conservare il sangue evitandone la
coagulazione e raffreddandolo.
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Ciò ne consentirà un utilizzo differito nel corso delle
due guerre mondiali sfruttando anche la creazione di
speciali banche del sangue.
Peraltro un biologo austriaco nel 1901 era finalmente
riuscito a determinare con i suoi studi che il sangue
poteva appartenere a gruppi specifici A,B,AB,0 e per
questa importante scoperta avrebbe ricevuto nel 1930 il
premio Nobel. Nel 1931 insieme a Alexander S. Wiener
avrebbe scoperto il fattore Rh.
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Le temibili reazioni immunitarie sembravano scongiurate o
lo sviluppo della pratica trasfusionale sembrava non avesse
più ostacoli, ma proprio con la sua grande diffusione
cominciarono a rendersi manifesti dei dati allarmanti.
L'alta percentuale di gravi malattie infettive nei soggetti
trasfusi: dall‘epatite B e C all‘AIDS. Ciò avrebbe portato ad
ulteriori controlli sul sangue del donatore tendenti ad evitare
anche questo tipo di rischio.
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Le TRASFUSIONI di Sangue:
• Scopi
• Tipi
• Responsabilità
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LA TRASFUSIONE
La reintegrazione della massa ematica in toto o di alcuni
suoi componenti (globuli rossi, piastrine, fattori della
coagulazione, ecc.) è utile, anzi indispensabile in molte
condizioni patologiche e chirurgiche. Tuttavia il fatto che
ogni trasfusione può comportare dei rischi impone molta
oculatezza nel praticarla.
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La decisione va presa dopo monitoraggio di alcuni
parametri che consentono di valutare l’entità e la tipologia
della perdita e di stabilire il tipo di sostanza da trasfondere
(sangue intero, plasma, succedanei del plasma, concentrati
di piastrine, globuli rossi, ecc.).
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I parametri da controllare sono:
 Entità della volemia (quantità di sangue presente in
un organismo) .
 Valori dell’ematocrito .
 Valori della emoglobina .
 Valore dei fattori della coagulazione .
 Numero di piastrine circolanti .
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Scopi
Le indicazioni alla trasfusione di sangue o suoi componenti sono:
Emorragie acute post traumatiche
Emorragie di tipo organico (anemie, leucemie, linfomi, neoplasie,
emofilia ecc.)
Interventi chirurgici maggiori o emorragie casuali o iatrogene in quelli
minori.
Ustioni
Carenze di componenti del plasma (albumina, fibrinogeno, fattori della
coagulazione o altri fattori plasmatici
Trapianti d'organo.
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Tipi di trasfusione
Il sangue è una sostanza complessa composta da elementi cellulari e da
plasma, a sua volta contenente proteine, in cui ogni elemento costitutivo
ha una sua specifica funzione. Pertanto, anche grazie ai progressi fatti in
campo emotrasfusionale, oggi è possibile trasfondere oltre che il sangue
intero anche i suoi costituenti separati. All’atto del prelievo il sangue
dopo l’aggiunta di una sostanza anticoagulante e conservante (citrato di
sodio) viene sottoposto ad un procedimento che consente di ottenere
separatamente i suoi componenti ed i suoi derivati che saranno utilizzati
per scopi diversi.
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E’ possibile ottenere:
Sangue intero fresco: difficile da reperire non ha indicazioni specifiche tranne che in casi
di emorragie complicate da coagulopatia da consumo in cui può dare qualche risultato
positivo.
Sangue intero conservato: viene adoperato nelle emorragie gravi.
Globuli Rossi concentrati: per le emorragie importanti ma inferiori al
50% e con anemia grave.
Piastrine concentrate: indicate in casi di piastrinopenie gravi
Plasma Conservato: utile nelle emorragie caratterizzate da perdita di
fattori della coagulazione o in caso di perdite
plasmatiche (ustioni, occlusione intestinale grave)
Plasma fresco:
emorragie da coagulopatie, coagulazione
intravascolare disseminata (CID)
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La trasfusione di sangue è utile ed in alcune circostanze
indispensabile. Tuttavia può essere impossibile praticarla per
vari motivi: difficoltà a reperire la quantità necessaria o il
gruppo richiesto, opposizione del paziente per motivi religiosi,
controindicazioni. In questi casi si può fare ricorso ai cosiddetti
sostituti del sangue:
• Soluzioni colloidi (plasma artificiale e derivati plasmatici)
Tra i plasma ricordiamo il destrano, le gelatine (Emagel),
l’amido idrossietilico.
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Tipizzazione del sangue e prove di compatibilità
Considerate le gravi conseguenze che derivano da trasfusioni non
compatibili esiste una precisa normativa di legge che disciplina le procedure
da seguire e che prevedono:
 La conferma del gruppo sanguigno del donatore
 la determinazione del gruppo sanguigno AB0 e del tipo Rh del ricevente
 test per svelare la presenza di alcune malattie infettive: sifilide, epatite B e C,
Aids.
 le prove di compatibilità maggiore in cui il siero del paziente viene
testato con i globuli rossi del donatore e che viene stabilita in base
all’assenza di reazioni di tipo anticorpale.
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Di regola il paziente va trasfuso con sangue intero o con
globuli rossi, GR, appartenenti al medesimo gruppo. In
urgenza o quando il tipo AB0 è dubbio possono essere
trasfusi globuli rossi
(ma non sangue intero) di tipo 0.
I soggetti Rh-negativi devono ricevere sempre sangue Rhnegativo, quelli Rh-positivo possono riceverne di entrambi i
tipi.
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Emotrasfusioni : novità legislative
Quali sono le competenze e le responsabilità
dell’infermiere nell’esecuzione del prelievo
per le prove di compatibilità in caso di
richiesta di emotrasfusione, e nella
trasfusione di sangue ed emoderivati?
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Per quanto riguarda il prelievo per la richiesta di
sangue per la determinazione del gruppo sanguigno e
della prova crociata, l’art. 27 del Decreto del
Ministero della Sanità 27/12/1990, pubblicato sulla
G.U. n. 20 del 24/1/91, specificava che "il campione
di sangue"..... deve essere "firmato dal medico che
ha la responsabilità del prelievo".
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Inoltre le linee guida emanate dal Ministero
della Sanità in applicazione
dell’art. 12 della legge 10/7/90
definisce la trasfusione di sangue "un atto
medico" e pertanto specifica che "deve
essere prescritta ed effettuata dal medico".
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Successivamente, sempre le linee guida, precisano
le competenze del medico , dell’infermiere e di
entrambi .
Riporto testualmente il documento dappresso
anche se le linee guida in questione non risultano
essere state ufficialmente pubblicate sulla Gazzetta
Ufficiale.
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La trasfusione é un atto medico e va pertanto prescritta ed
effettuata dal medico, che é responsabile dei seguenti atti:
• accertamento dell’indicazione;
• valutazione per l’emotrasfusione;
• ottenimento del consenso informato;
• richiesta di sangue;
• verifica e sottoscrizione della corretta compilazione dei dati
anagrafici del paziente sulla richiesta e sui campioni di sangue;
• accertamento della compatibilità teorica di gruppo AB0 e tipo
Rh, tra l’unità da trasfondere e il ricevente;
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La trasfusione é un atto medico e va pertanto prescritta ed
effettuata dal medico, che é responsabile dei seguenti atti:
• ispezione dell’unità prima della trasfusione;
• registrazione dell’ora di inizio della trasfusione e del numero
di carico dell’unità;
• trasfusione di sangue (sorveglianza del paziente e valutazione
di efficacia);
• segnalazione di eventuali complicanze della trasfusione.
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Inoltre il medico é corresponsabile con il personale
infermieristico dei seguenti atti:
•
identificazione del paziente al momento dei prelievi di
sangue e della trasfusione;
• verifica dell’identità tra il paziente che deve ricevere la
trasfusione ed il nominativo del ricevente riportato sull’unità;
• registrazione dei dati;
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Il personale infermieristico di reparto é responsabile dei
seguenti atti:
 Compilazione della parte anagrafica della richiesta di sangue o di gruppo
sanguigno;
 Esecuzione dei prelievi di sangue e compilazione delle relative etichette;
 Invio della richiesta e dei campioni di sangue al servizio trasfusionale;
 Gestione in reparto delle unità consegnate sino al momento della
trasfusione;
 Registrazione dell’ora in cui termina la trasfusione;
 Invio al servizio trasfusionale di una copia del modulo di assegnazione e
trasfusione;
 invio al servizio trasfusionale delle segnalazioni di reazione trasfusionale e
dei materiali necessari alle indagini conseguenti.
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Questo complesso di documenti risulta superato - relativamente al
prelievo di sangue per compatibilità e richiesta gruppo - dal recente
D.M. 25 gennaio 2001 "Caratteristiche e modalità
per la donazione di sangue e di emocomponenti"
(in Gazzetta ufficiale del 3 aprile 01) in cui all’art. 14
"Richiesta di sangue" si specifica che la richiesta di sangue deve
ancora essere firmata dal medico su apposito modulo fornito dalla
struttura trasfusionale e il prelievo deve essere contrassegnato in
modo da consentire l’identità del soggetto cui appartiene e "firmato
dal responsabile del prelievo".
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Il prelievo a scopo richiesta di sangue
diventa, nella sua esecuzione, di
piena competenza infermieristica
in relazione alla norma regolamentare
citata.
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Attuale
Normativa di legge
DIRETTIVA 2002/98/CE DEL PARLAMENTO EUROPEO
E DEL CONSIGLIO del 27 gennaio 2003 che stabilisce
norme di qualità e di sicurezza per la raccolta, il controllo, la
lavorazione, la conservazione e la distribuzione del sangue
umano e dei suoi componenti e che modifica la direttiva
2001/83/CE
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LA TRASFUSIONE
CORRESPONSABILITA’ MEDICO INFERMIERE
COMPETENZE SPECIFICHE INTEGRATE
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COMPETENZE INFERMIERISTICHE
1) Reperimento accesso venoso e scelta del presidio appropriato
a vena, età e peso del paziente (da 18 a 24 Gauge);
se presente utilizzo di catetere venoso centrale
2) Mantenimento accesso venoso con soluzione fisiologica
3) Preparazione della sacca
RISPETTARE RIGOROSE NORME DI ASEPSI
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La preparazione della sacca
a) Agitare dolcemente la sacca
b) Valutare eventuale presenza di emolisi, aggregati…
c) Collegare la sacca al set trasfusionale:
introdurre sterilmente il perforatore nell’apposita sede facendolo aderire
perfettamente
attenzione a non perforare la parete
e far defluire il sangue eliminando tutta l’aria residua
Nota Bene:
Infondere emazie a temperatura ambiente (rischio di arresto cardiaco)
Agitare le sacche di piastrine (anche durante l’infusione) per evitare
formazione di aggregati piastrinici;
Infondere il plasma entro 3 ore dallo scongelamento
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COMPETENZE
INFERMIERISTICHE
Si inizia lentamente, dopo i primi 15 minuti si rilevano i parametri vitali e
quindi gradualmente si raggiunge la velocità ottimale
attenzione particolare a segni di reazione
FEBBRE
BRIVIDI
POMFI
DOLORI LOMBARI
CEFALEA
IN CASO DI REAZIONE TRASFUSIONALE
EVITARE
PANICO
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A- Arrestare immediatamente l’infusione
B- Non perdere l’accesso venoso (riprendere l’infusione con
la Sol.Fis. )
C- Effettuare la terapia appropriata
D- Conservare la sacca e il set di trasfusione
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Ad avvenuta trasfusione rilevazione condizioni
cliniche e parametri vitali
REGISTRAZIONE SU CARTELLA CLINICA - INFERMIERISTICA
LOTTO, VOLUME, ORA D’ INIZIO, FIRMA DELL’ESECUTORE
Compilazione del modulo rilevazione reazioni avverse
(firma del medico) e invio al Centro Trasfusionale.
Restituzione delle sacche vuote al servizio Trasfusionale
corretto smaltimento.
per il
( oppure usare l’apposito contenitore del reparto per rifiuti biologici ) .
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Alcune note ….
Corretta conservazione sacca: trasfondere il più presto possibile, non
conservarla in frigoriferi di reparto.
Tutte le unità non trasfuse devono essere restituite al Centro
Trasfusionale con apposito modulo firmato dal medico attestante
la corretta conservazione .
Il set da trasfusione deve essere cambiato per ogni
unità.
Nessun farmaco o soluzione endovenosa oltre alla fisiologica può
essere aggiunta al sangue o
all’ emocomponente trasfuso.
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Il rifiuto della trasfusione
Dal codice deontologico degli infermieri
Art 4.2: l’infermiere ascolta, informa, coinvolge la persona e valuta con la stessa i bisogni
assistenziali, anche al fine di esplicitare il livello di assistenza garantito e consentire
all’assistito di esprimere le proprie scelte
Art 4.18: l’infermiere considera la donazione di sangue, tessuti ed organi una espressione
di solidarietà. Si adopera per favorire informazione e sostegno alle persone coinvolte nel
donare e nel ricevere
Esistono comitati internazionali di informazione e mediazione riguardo a gestione
alternativa In caso di condizioni cliniche tali da compromettere la vita del paziente il
medico si assume la responsabilità dell’ intervento trasfusionale
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La trasfusione esente da rischio non esiste !
• Trasfondere solo quando necessario
• Importanza della prevenzione
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L’emovigilanza mira a rendere più sicura la terapia
trasfusionale, ma ATTENZIONE, non si può fare
emovigilanza senza fornire un supporto (formativo, teorico,
tecnico,…) che garantisca e aiuti i diversi professionisti a
praticare la trasfusione nel modo più sicuro possibile!!!
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