Le politiche dell`Unione Europea per lo sviluppo rurale

Le politiche dell’UE per lo
sviluppo rurale
Tatiana Castellotti
INEA – sede regionale della Calabria
Università della Calabria, 23 maggio 2005
L’evoluzione della politica di
sviluppo rurale:
vecchio e nuovo paradigma
(De Benedictis, De Filippis, 1998)
Il vecchio paradigma
La politica delle strutture agricole
Il memorandum Mansholt:
 Le direttive socio-strutturali del 1972:
• ammodernamento delle strutture: incentivi alle imprese
non efficienti che, nell’arco di 6 anni, mostravano di poter
raggiungere un reddito comparabile (direttiva 159);
• incentivi ai conduttori anziani per la cessazione dell’attività
agricola (direttiva 160);
• supporto informativo per la riorganizzazione dell’attività
agricola (direttiva 161).
Il vecchio paradigma
Le ragioni del fallimento in Italia
Il ritardo nell’approvazione della legge nazionale di
recepimento;
Cambiamenti istituzionali: entra in vigore l’ordinamento
regionale dello Stato
lento passaggio delle
competenze;
 Innovatività delle direttive: dimostrazione dell’economicità
dell’intervento
salto culturale per la gestione
degli interventi
Verso il nuovo paradigma
La nascita della politica di sviluppo rurale
Dall’approccio settoriale a quello integrato:
I Programmi Integrati Mediterranei (programmazione territoriale
degli interventi) (Reg. 2088/85)
La riforma dei fondi strutturali del 1988:
Concentrazione delle risorse su obiettivi prioritari
Approccio integrato nella programmazione degli interventi
Il futuro del mondo rurale (Commissione europea, 1988): si
tracciano le linee di una politica di SR ispirata ad una logica
territoriale
Nel 1991 è introdotta l’IC Leader che adotta
i principi contenuti nel documento
La nascita delle politiche di Sviluppo Rurale
La riforma McSharry della PAC (1992)introduce
le c.d. misure di accompagnamento
•incentivi agro-ambientali (Reg.2078/92)
•Prepensionamento (Reg. 2079/92)
•Forestazione (Reg. 2080/92)
Sviluppo rurale: definizioni
La Comunicazione della Commissione Europea “Il futuro del
mondo rurale”( 1988):
La nozione di spazio rurale va ben oltre la nozione di spazio
agricolo ma comprende un insieme di attività diverse che vanno
dall’agricoltura all’artigianato, al commercio ai servizi.
Nasceva, pertanto, già nel 1988, un concetto di ruralità da
intendersi come qualcosa di più ampio dalla semplice agricoltura
Sviluppo rurale: definizioni
(continua)
L’art. 2 della Carta Rurale Europea del Consiglio d’Europa
definisce lo spazio rurale:
“il territorio costituito dallo spazio agricolo e dallo spazio
non agricolo destinato a usi diversi dall’agricoltura”
Il successivo articolo 3 della Carta rurale europea definisce
le caratteristiche dello spazio rurale:
Preponderanza dell’attività agricola
Bassa densità della popolazione
Paesaggio naturale trasformato dal lavoro umano
Cultura locale basata su saperi derivanti dalla tradizione
Le funzioni dello spazio rurale
La stessa Carta rurale europea chiarisce le funzioni dello
spazio rurale
Funzione economica: deve garantire prodotti e servizi alla popolazione;
lo spazio rurale diventa anche la sede di imprese agro-industriali,
artigianali, commerciali e di servizi
Funzione ecologica: tutela del patrimoni naturale
Funzione sociale: luogo di relazioni tra abitanti attraverso lo sviluppo
di realtà associative con finalità economche, sociali e culturali
Sviluppo rurale
Le date importanti
Conferenza Europea sullo sviluppo Rurale
(Cork, Novembre 1996)
Agenda 2000 (Berlino, marzo 1999) - introduce il
concetto di primo e secondo pilastro della PAC;
definisce un unico regolamento per le misure di SR
(Reg. n. 1257/99)
Gennaio 2000-Dicembre 2006 (l'attuale fase di
programmazione della politica di sviluppo rurale)
Consiglio Europeo di Goteborg (giugno 2001)
La riforma Fischler della PAC (giugno 2003)
La Conferenza Euroopea sullo sviluppo rurale
(Salisburgo, 12-14 novembre 2003)
Le nuove proposte della Commisone per lo
Sviluppo rurale (giugno 2004)
Conferenza di Cork (1996)
I cardini della politica di sviluppo rurale
Approccio integrato
Approccio dal basso
Diversificazione dell’attività economica
Partenariato
Programmazione unica
Leader
I principi della politica di sviluppo rurale
Multifunzionalità dell’agricoltura: necessità di remunerare gli
Agricoltori per i servizi diversi dalla produzione in termini di tutela
e salvaguardia del territorio
Approccio multisettoriale e integrato dell’economia rurale dove il
settore agricolo è una parte di un sistema nel quale agiscono diversi
settori e attori in maniera coordinata e integrata
Flessibilità degli incentivi allo sviluppo rurale
Efficienza: attuare programmi strategici integrati
I principi (continua)
Decentramento e partenariato
Trasparenza nella elaborazione e gestione dei programmi
Le politiche comunitarie per lo sviluppo rurale in Agenda
2000
La Politica di SR come secondo pilastro della PAC
Il riferimento normativo della politica di sviluppo rurale è
il regolamento 1257/99
Esso unifica tutti i regolamenti esistenti dispersi nei
vari interventi a carattere strutturale: non ci sono grosse
novità nelle misure previste
Gli obiettivi strategici generali
Potenziamento del settore agricolo e forestale
Miglioramento della competitività delle aree rurali
Salvaguardia ambientale e del patrimonio rurale
Gli obiettivi specifici
Miglioramento delle strutture delle aziende agricole
Miglioramento trasformazione e trasformazione
Riconversione della produzione e miglioramento della qualità
Diversificazione delle attività
Mantenimento del tessuto sociale delle aree rurali
Creazione di occupazione
Tutela e promozione di una agricoltura sostenibile
Le misure previste
Le misure previste sono numerose ma possono essere
classificate in 5 categorie:
Misure di ammodernamento
Misure a finalità ambientale
Misure di diversificazione aziendale e economica
Misure di sostegno diretto dei redditi
Servizi e infrastrutture
Misure di sviluppo rurale previste dal regolamento 1257/99
a
b
c
d
e
f
g
h
i
j
k
l
m
n
o
p
q
r
s
t
u
v
Investimenti nelle aziende agricole
Insediamento giovani agricoltori
Formazione
Prepensionamento
Zone svantaggiate
Misure agroambientali
Miglioramento delle condizioni di trasformazione e
commercializzaizone dei prodotti agricoli
Imboschimento
Altre misure forestali
Miglioramento fondiario
Ricomposizione fondiaria
Avviamento ai servizi di sostituzione e assistenza alla gestione
Commercializzazione di prodotti agricoli di qualità
Servizi essenziali per l'economia e la popolazione rurale
Rinnovamento e miglioramento dei villaggi e protezione e tutela
del patrimonio rurale
Diversificazione delle attività del settore agricolo e delle attività
affini allo scopo di sviluppare attività plutime di reddito
Gestione risorse idriche
Sviluppo e miglioramento delle infrastrutture rurali
Incentivazione di attività turistiche e artigianali
Tutela dell'ambiente
Ricostituzione del potenziale agricolo danneggiato da disastri
naturali
Ingegneria finanziaria
Misure di
ammodernamento
Sostegno diretto al
reddito
Tutela ambientale
Misure di
ammodernamento
Tutela ambientale
Misure di
ammodernamento
Misure di
diversificazione
aziendale e
economica e
infrastrutture e
servizi
Tutela ambientale
Infrastrutture e
servizi
Misure di ammodernamento
Investimenti nelle aziende agricole: un sostegno agli investimenti
è concesso nelle aziende al fine di migliorare i redditi, le condizioni
di vita, di lavoro e di produzione degli agricoltori. Questi investimenti
devono essere finalizzati a ridurre i costi di produzione degli agricoltori
Insediamento dei giovani agricoltori:gli aiuti ai giovani agricoltori
sono concessi ai capi azienda che non hanno compiuto ancora 40 anni,
che possiedono competenze sufficienti e che si insediano per la prima
volta. Occorre che la loro azienda sia economicamente redditizia e che
rispetti i requisiti minimi in materia di ambiente, di igiene e benessere
degli animali.
Formazione professionale:migliorare le competenze professionali
Ammodernamento (continua)
Miglioramento condizioni di trasformazione e commercializzazione
prodotti agricoli:le imprese che dimostrano redditività possono
beneficiare di un sostegno agli investimenti destinato a facilitare le
condizioni di trasformazione e commercializzazione dei prodotti
agricoli
Misure di ammodernamento
Condizioni di ammissibilità dei finanziamenti
Redditività dell’azienda
Competenze e conoscenze professionali adeguate (per
l’imprenditore)
Rispetto di standard minimi in materia di ambiente, igiene
e benessere degli animali
Verifica dell’esistenza di sbocchi di mercato
Diversificazione aziendale ed economica
Queste misure sono quelle elencate nell’art.33 del reg.1257/99
e rappresentano i veri e propri interventi di sviluppo rurale essendo
diretti all’integrazione tra le attività agricole e extra-agricole
Miglioramento fondiario
Ricomposizione fondiaria
Commercializzazione dei prodotti di qualità
Sviluppo di attività plurime e di fonti alternative di reddito
Incentivazione di attività turistiche o artigianali
Rinnovamento dei villaggi rurali
Misure a favore di infrastrutture
e servizi
Gestione delle risorse idriche in agricoltura
Miglioramento delle infrastrutture rurali
Servizi di sostituzione e di assistenza alla gestione
I servizi essenziali per l’economia e la popolazione rurale
Ingegneria finanziaria
Misure a finalità ambientale
Le misure agro-ambientali: si può concedere un sostegno
Agli agricoltori che utilizzano, per una durata minima di 5 anni,
metodi di produzione agricola finalizzati alla protezione
dell’ambiente e alla conservazione dello spazio naturale al fine di
incoraggiare forme di conduzione dei terreni agricoli compatibili
con la tutela dell’ambiente, l’estensivizzazione, la salvaguardia del
paesaggio
Gli aiuti sono calcolati in funzione del mancato guadagno e dei
costi aggiuntivi necessari al rispetto degli impegni agro-ambientali
Zone svantaggiate
Agli agricoltori delle zone svantaggiate è possibile accordare
indennità compensative intese a garantire la permanenza della
azienda agricola, la conservazione dello spazio naturale e il rispetto
dei requisiti in materia di ambiente
Il sistema di programmazione
dello sviluppo rurale
Rispetto alle singole misure strutturali della programmazione
1994-1999 il reg. 1257/99 introduce un nuovo sistema di programmaz.
e di finanziamento. Questa caratteristica può essere colta solo
conoscendo anche il funzionamento dei fondi strutturali.
Si ha un doppio sistema di programmazione a seconda della Regione
in cui è attuato
L’imprenditore agricolo interessato agli incentivi dello sviluppo rurale
Deve quindi prendere atto della propria collocazione territoriale per
avere chiaro quali documenti consultare
Il principio di coesione
economica e sociale
Nell’UE-15 esistono divari di sviluppo economico e sociale.
Esempio: il PIL pro-capite del Lussemburgo è 2 volte più elevato di
quello della Grecia
Nel 1986 l’Atto unico europeo ha introdotto tra le finalità
dell’UE il rafforzamento della sua coesione economica e
sociale
Le politiche strutturali perseguono obiettivi di riequilibrio
Territoriale tra le diverse regioni dell’Unione
Le aree obiettivo
Regioni obiettivo 1: regioni in ritardo di sviluppo
(con un PIL pro-capite inferiore al 75% della
media UE)
Regioni obiettivo 2: aree con problemi di riconversione economica
e sociale diversi da quelli delle aree ob.1. Si tratta di zone in
Conversione economica, zone rurali in declino, zone dipendenti
dalla pesca in crisi, quartieri urbani in difficoltà
Obiettivi orizzontali
Obiettivo 3: tutte le azioni a favore dello sviluppo delle risorse umane
al di fuori delle regioni ob.1
Le regioni obiettivo 1
La quota di popolazione comunitaria è pari al 20% di cui l’81% è
Concentrato in soli 4 Stati Membri (Spagna, Italia, Germania e
Grecia)
In Italia: Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia,
Sardegna
In termini di popolazione rappresentano il 23% della
popolazione europea ob.1
I fondi strutturali
FESR (Fondo Europeo di Sviluppo Regionale): contribuisce
ad aiutare le regioni in ritardo di sviluppo, in fase di riconversio-ne economica o con difficoltà strutturali
FSE (Fondo Sociale Europeo): interviene nell’ambito della strategia
Europea dell’occupazione
FEOGA-orientamento (Fondo Europeo Agricolo di Orientamento e
Garanzia)che contribuisce allo sviluppo e all’adeguamento strutturale
delle zone rurali in ritardo sul processo di sviluppo
SFOP (strumento finanziario di orientamento della Pesca)
Il sistema di programmazione
(continua)
Nelle regioni obiettivo 1 tutte le misure dello SR,escluso le misure
agro-ambientali, forestazione, prepensionamento e indennità
compensativa, sono ricomprese nel POR e sono cofinanziate dal
Feoga –Orientamento
Le misure agro-ambientali, prepensionamento, forestazione e
indennità compensativa sono incorporate in un documento di
programmazione separato che è il Piano di Sviluppo Rurale e sono
cofinanziate dal Feoga-Garanzia
Frammentazione della programmazione e dei finanziamenti
Sistema di programmazione e finanziamento in agricoltura
Regioni obiettivo 1
(Campania, Calabria, Basilicata, Puglia, Sicilia, Sardegna, Molise)
Misure di sviluppo rurale
Fonte di finanziamento
Tipo di
programmazione
Tutte le misure escluse quelle
d,e f, h
Feoga-orientamento,
FERS, FSE, SFOP
Programma operativo
regionale (POR)
Le misure d, e, f, h
Feoga-garanzia
Piano di sviluppo
rurale (PSR)
Regioni fuori obiettivo 1 (centro-nord)
Misure di sviluppo rurale
Fonte di finanziamento
Tipo di
programmazione
Tutte le misure escluse d,e,f,h
Feoga-garanzia FERS,
FSE, SFOP
Documento Unico di
programmazione
(Docup)e/o PSR
Le misure d, e, f, h
Feoga-garanzia
Piano di sviluppo
rurale (PSR)
Spesa FEOGA programmata 2000-06
UE 15
Gruppo 1: ristrutturazione/competitività
Gruppo 2:ambiente
Gruppo 3:economia rurale
Spesa FEOGA realizzata in Italia nel periodo 2000-2003
%
Gruppo 1: ristrutturazione/competitività
Gruppo 2:ambiente
Gruppo 3:economia rurale
milioni di euro
Spese del Feoga per lo SR
2000
2001
Orientamento
2002
Garanzia
2003
Le misure di sviluppo rurale del
POR Calabria 2000-06
Le misure del POR Calabria relative al settore agricolo e alle
aree rurali possono essere attuate singolarmente oppure in maniera
Integrata nell’ambito di Progetti Integrati
PIAR:piani integrati per le aree rurali
Investimenti in azienda, silvicoltura, diversificazione attività agricole,
Rinnovamento villaggi e tutela patrimonio rurale, incentivi turismo, servizi
Essenziali per la popolazione rurale, insediamento giovani, formazione, infrastrutture
PIF: Piani Integrati di Filiera
Inv. Az. Agricole,trasformazione e commercializzazione, servizi
di assistenza alla gestione,insediamento giovani,formazione,infrastrutture,
silvicoltura
IL Piano di Sviluppo rurale della
Calabria 2000-2006
Misura E: sostegno a zone svantaggiate
Misura F: misure agroambientali
Azione F1: Agricoltura biologica
Azione F2: Conservazione e salvaguardia degli spazi naturali e
del paesaggio agrario
Per la misura F, sono pervenute 12.000 domande
contro 500 finanziabili.
Il nuovo paradigma
Le politiche di Sviluppo rurale nella riforma Fischler
della Pac
La complementarietà dei due pilastri della PAC si accentua:
Disaccoppiamento
Ecocondizionalità
Modulazione : trasferimento di risorse dal primo al secondo
pilastro
Il nuovo paradigma
Le politiche di Sviluppo rurale nella riforma Fischler
della Pac
Primo pilastro
Secondo pilastro
Politica di sviluppo rurale
Beni pubblici
Politica di mercato
Sostegno al reddito
Produzione
alimentare
Funzione
ambientale
Funzione rurale
Il nuovo paradigma
Le politiche di Sviluppo rurale nella riforma Fischler
della Pac
Le nuove misure introdotte dal regolamento 1783/2003:
Rispetto degli standard ambientali
Benessere degli animali
Sostegno e promozione della qualità dei prodotti
alimentari
Le modifiche alle misure in vigore: i giovani agricoltori
Adeguamento agli standard
Obiettivo:aiutare gli agricoltori a conformarsi alle norme rigorose
Basate sulla legislazione comunitaria in materia di ambiente, sanità,
Salute delle piante e degli animali e sicurezza sui luoghi di lavoro
(art. 1 Reg. (CE) n. 178372003).
Strumenti:
•aiuto (forfetario e decrescente) erogato annualmente fino ad un
massimo di 10000 euro/azienda e per un massimo di 5 anni.
•Audit aziendale: gli agricoltori che decidono di avvalersi di un
sistema di consulenza aziendale per l’adozione delle norme sugli
standard ambientali, possono beneficiare di un sostegno pari
all’80% del costo della consulenza e fino ad un tetto massimo di
1500 euro per consulenza.
Benessere degli animali
• Alle misure agroambientali del 1257/99 si
aggiunge una nuova specifica azione per impegni
diretti a migliorare il benessere degli animali, oltre
la normale pratica zootecnica;
• Aiuto pari ad un massimo di 500 euro/capo;
• Impegno almeno quinquennale (come per le altre
misure agroamb.)
Sostegno e promozione della qualità dei prodotti
alimentari
Obiettivo: assicurare i consumatori della qualità del prodotto
o del processo produttivo mediante la partecipazione a sistemi
di qualità certificata
creare valore aggiunto
Prodotti di qualità ai fini del regolamento:
Prodotti tutelati da marchi UE (Dop, IGP, STG, DOC, DOCG
Prodotti biologici)
Altri prodotti ottenuti dagli agricoltori che aderiscono
a nuovi sistemi di qualità riconosciuti dagli Stati membri
Sostegno e promozione della qualità dei prodotti
alimentari
Strumenti:
contributo massimo di 3000 euro per azienda per anno,
per un massimo di cinque anni;
Cofinanziamento dell’attività di informazione dei consumatori,
di promozione e di pubblicità (70% massimo dei costi ammissibili)
I giovani agricoltori
Il sostegno ai giovani agricoltori è definito nel nuovo regolamento
una priorità
Premio di primo insediamento pari a 30000 euro (vs 25000)
Il premio è erogato a condizione che i giovani si avvalgano
di un servizio di consulenza aziendale per i primi 3 anni;
Il contributo pubblico per investimenti in azienda realizzati
da giovani può essere superiore del 10% rispetto alla regola
generale.
Quindi, nel caso di investimento da parte di un giovane agricol-tore, il valore totale degli aiuti può raggiungere al massimo
il 50% (vs il 45%) e il 60% nelle zone svantaggiate (vs il 55%)
Verso la politica di SR 2006-2013
Consiglio europeo di
Goteborg (2001):
• Rapporto della
Commissione europea
sulla valutazione
intermedia della
politica di SR
• Fissazione di obiettivi
per la politica di SR
del 2006
Conferenza europea sullo SR di
Salisburgo (2003):
definizione dei principali
campi d’azione della politica
di SR:
 Agricoltura e silvicoltura
 Il mondo rurale
 Qualità e sicurezza dei beni
alimentari
 Servizi pubblici nelle aree
rurali
 Partenariato
 Semplificazione
Le proposte della Commissione sullo sviluppo rurale
GLI ASSI
Asse 1
Competitività del
settore agricolo
e forestale
Asse 2
Gestione
ambientale
Asse 3
Diversificazione
Economica
Asse LEADER
OBIETTIVI POLITICI
Miglioramento dei
risultati
economici delle
aziende
Sviluppo agricolo
sostenibile
Migliorare le
condizioni di vita
nelle aree rurali
Estendere l’approc-cio Leader a tutta
la programmazione
L’ ATTUAZIONE
FEASR(Fondo Europeo Agricolo per
lo Sviluppo Rurale)
Approccio Leader
La programmazione attuale e quella futura
Programmazione 2000-2006
Programmazione 2007-2013
Regioni del Centro Nord
14 Piani di SR - Feoga G.
1 Documento
della CE
14 leader regionali
- Feoga Strategico
O.
14 Leader regionali - Feoga O.
Regioni Obiettivo 1
1 Quadro Comunitario di Sostegno
(Fesr, Fse, Sfop e Feoga O.)
1 Piano Strategivo Nazionale (Mipaf)
7 POR - Feoga O.
7 Piano di Sviluppo Rurale – Feoga G.
21 Programmi di SR
7 Leader regionali – Feoga O.
Nuove prospettive finanziarie per lo sviluppo rurale (2007-2013)
14000
13000
milioni di euro
12000
11000
10000
9000
8000
2006
2007
2008
2009
2010
2011
2012
2013
Sviluppo rurale 2007_2013
Calendario (1/2)
14/07/2004 -Presentate le proposte di riforma dello sviluppo rurale
Set-Nov 2004 -Negoziato: incontri tecnici
22/11/2004 -Discussione al Consiglio dei Ministri dell’Agricoltura
30/04/2005 -Presentazione bozza linee guida strategiche
30/06/2005 -Nuovi regolamenti approvati dal Consiglio
Sviluppo rurale 2007_2013
Calendario (2/2)
30/09/2005 -Adozione linee guida strategiche della comunità (art. 37
Trattato)
31/12/2005 –presentazione Piano Strategico Nazionale (priorità
nazionali)
31/3/2006 -Discussione al Consiglio dei Ministri dell’Agricoltura
30/04/2005 -Presentazione presentazione nuovi PSR
30/06/2006 -Approvazione di tutti i PSR
Il nuovo paradigma
• Il partenariato Leader in Calabria
• Tradizione e Innovazione
Tradizione e Innovazione
Tradizione
Livello nazionale
Innovazione
Livello nazionale
Programmazione negoziata
Politica pubblica dell’intervento straordinario Decentramento amministrativo
Top-down
Regole comunitarie per la
gestione della spesa della politica
regionale
Livello regionale
 Istituzioni locali senza competenze
nella fase della programmazione
e della gestione
 Valori della dipendenza e dell’obbedienza
Schema socio-istituzionale
associato al sottosviluppo
Livello regionale
Autonomia finanziaria delle
istituzioni regionali
POR, Leader, altre I.C.
Crescita della società civile: valori
dell’autonomia e della responsabilità
Schema socio-istituzionale innovativo
associato allo sviluppo
Il partenariato Leader
In relazione al gruppo promotore e al tipo di programma presentato:
Partenariato politico: (comuni e comunità montane) –
programma misto
Partenariato delle persone chiave: (individui o gruppi informali) –
programma semi-specializzato (servizi-investim.)
Partenariato di organizzazioni: ( organizzazioni di categoria e Università) –
programma specializzato (servizi)
I partner
reali del
Dal leader
IIpotenziali
al Leadere Plus
partenariato Leader II
Istituzioni pubbliche
Servizi
pubblici
Poteri locali
Amministrazioni
Universit
à
Scuole
Comuni,
Comunità
Montane
Regionali
,
locali
Investimenti
Servizi Investimenti
Misto
Individui o Associazioni di
persone
Associazioni
per la difesa
di interessi
Associazioni di
categoria,
sindacati
Investimenti
Servizi
Individui
o gruppi
Gruppi
informali,
individui
Servizi
Investimenti
e
Investimenti
Associazioni
Associazioni
Culturali
Culturali
Associazioni
Associazioni
ambientaliste
ambientaliste
,,
culturali,
culturali,
religiose,
religiose,
sociali ecc.
ecc.
sociali
Imprese private
Imprese di Settore
Altri settori
servizi alla finanziario produttivi
popolazione
Servizi
culturali,
(radio,
giornali)
Servizi
non
culturali
Banche
casse
rurali
Associaz.
commercia
li e
industriali,
imprese
ecc.
Learning by doing
Le aree selezionate - confronto Leader II e Leader +
ISTITUTO NAZIONALE DI ECONOMIA AGRARIA
La legittimazione del partenariato sul territorio
Da questo bisognava partire e invece su uno stesso territorio…
8 partenariati, 8 programmi e almeno 4 enti preposti allo sviluppo
(PIT, PIF, PIAR, Leader, Equal, Interreg, patti territoriali generalisti e agricoli)
Completamente scollegati
Comuni antagosti che propongono altri partenariati (non partner ma
semplici operatori)
Mancanza di legittimazione del partenariato leader sul territorio