Comunicazione Teatrale
Prof. Fabrizio Deriu
a.a. 2015/16
Lo spazio, secondo il filosofo Immanuel Kant, è una “categoria
trascendentale”, vale a dire un elemento a priori della
conoscenza: lo spazio è fatto intuitivo della sensibilità (la facoltà
per mezzo della quale ogni individuo stabilisce una relazione
con il mondo fisico, e ne ha appercezione). La percezione e la
consapevolezza dello spazio è un momento iniziale e
insopprimibile del processo conoscitivo; è condizione stessa
della possibilità di avere esperienze, senza la quale non potremo
neanche iniziare a pensare, sentire, agire. Noi costruiamo
spazialmente (e temporalmente: il tempo è infatti la seconda e
gemella
“categoria
trascendentale”)
la
nostra
esperienza/conoscenza, dato che non possiamo concepire alcun
oggetto se non nello spazio e alcun fatto se non nella
successione temporale (senso esterno e senso interno).
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1.
2.
3.
luogo teatrale = edificio
spazio scenico = luogo dove agiscono gli
attori
spazio rappresentato (simbolico) = dove si
colloca l’azione, sede reale o immaginaria
della finzione
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
spazi dove agiscono gli attori

spazi da dove gli spettatori assistono

spazi tecnici

spazi di servizio
(spazio scenico in senso stretto)
(non accessibili al pubblico, es. i camerini)
(es. la biglietteria, il bar, ecc.)
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
emiciclo = theatron

arena = anfiteatro

proscenio, oppure scatola ottica (ENG: picture frame)

spazi trovati/creati

“black box” o “multifunzionale”
(ENG: thrust stage, platform stage)
(ENG: arena stage)
(ENG: environmental theatre)
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
emiciclo = théatron

arena = anfiteatro

proscenio, oppure scatola ottica (ENG: picture frame)

spazi trovati/creati

“black box” o “multifunzionale”
(ENG: thrust stage, platform stage)
(ENG: arena stage)
(ENG: environmental theatre)
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Dal punto di vista spaziale, elemento
generatore è il cerchio, che i presenti formano
(anche spontaneamente) circondando l’azione
di chi, agendo, si pone – o viene posto – al
centro dell’attenzione.
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Anche nella società greca arcaica esistevano forme di
intrattenimento di lunga tradizione, probabilmente micenee
(danze, acrobati, giochi e competizioni atletiche) che
richiedevano l’individuazione e la preparazione di spazi adatti.
I testi letterari e le testimonianze iconografiche documentano
primitive forme di “spettacoli” nelle quali il pubblico tendeva a
disporsi a cerchio attorno ai performer. Ad esempio nell’Odissea
(libro VIII) si narra della preparazione ed esecuzione di una
danza in onore di Ulisse da parte dei Feaci.
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Ma su, voi che siete i migliori danzatori Feaci,
danzate, perché l’ospite racconti ai suoi cari,
Tornato a casa, quanto siamo più bravi degli altri
Nell’arte navale, e a correre, nella danza e nel canto. (…)
Tutti e nove si alzarono gli arbitri scelti
del popolo, che nelle gare preparavano bene ogni cosa,
spianarono un coro, allargarono bene il campo di gara.
S’accostò l’araldo recando la cetra sonora
a Demodoco, ed egli avanzò fino al centro. L’attorniavano
giovani nel primissimo fiore, esperti di danze:
scandirono coi piedi la danza divina. Ulisse
guardava il balenare dei piedi e stupiva nell’animo.
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Ma su, voi che siete i migliori danzatori Feaci,
danzate, perché l’ospite racconti ai suoi cari,
Tornato a casa, quanto siamo più bravi degli altri
Nell’arte navale, e a correre, nella danza e nel canto. (…)
Tutti e nove si alzarono gli arbitri scelti
del popolo, che nelle gare preparavano bene ogni cosa,
spianarono un coro, allargarono bene il campo di gara.
S’accostò l’araldo recando la cetra sonora
a Demodoco, ed egli avanzò fino al centro. L’attorniavano
giovani nel primissimo fiore, esperti di danze:
scandirono coi piedi la danza divina. Ulisse
guardava il balenare dei piedi e stupiva nell’animo.
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«Lo sviluppo spaziale del teatro greco consisterà
nell’aggregare
elementi
funzionali
che
modificheranno la centralità dello spazio di
rappresentazione orientandola verso un […] emiciclo
(oltre la metà del cerchio, che troviamo anche
allungato a U) e verso […] un fondale che si articolerà
in forme più complesse»
[F. Cruciani, Lo spazio del teatro, 1992, p. 74]
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
emiciclo = theatron

arena = anfiteatro

proscenio, oppure scatola ottica (ENG: picture frame)

spazi trovati/creati

“black box” o “multifunzionale”
(ENG: thrust stage, platform stage)
(ENG: arena stage)
(ENG: environmental theatre)
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La parola theatron, da cui deriva nelle lingue moderne il termine
“teatro”, compare per prima volta in testi e iscrizioni dell’antica
Grecia risalenti al V secolo a.C. Si tratta di un sostantivo
composto, derivato dal verbo theàomai che significa “guardare”
o più precisamente “contemplare” (nel senso di “vedere senza
reagire allo stimolo percepito”), più –tron, suffisso che
suggerisce l’idea di “strumento”.
Il vocabolo può designare sia il luogo adatto per assistere ad un
accadimento (l’evento cerimoniale e spettacolare organizzato),
sia la collettività dei presenti che guardano quello spettacolo (gli
spettatori). Per questo motivo un attore può dire, ad esempio,
che si sta rivolgendo al theatron.
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Alcune rappresentazioni iconografiche antiche mostrano situazioni in cui gli
spettatori si dispongono in modo da ottenere una visuale dall’alto verso il basso.
In particolare, un frammento di vaso ateniese del pittore Sofilo (VII secolo a. C.)
mostra il pubblico che assiste ad una gara atletica disposto su una rudimentale
tribuna probabilmente eretta per l’occasione.
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Elemento generatore dello spazio teatrale dell’antica Grecia è
l’orchestra, l’area circolare in cui avviene l’azione (se si accetta
l’ipotesi della derivazione della tragedia dai canti corali in onore
di Dioniso, l’azione primitiva è costituita dalle evoluzioni del
coro). I presenti assistono raccogliendosi intorno all’azione,
magari approfittando di un declivio naturale ma senza formare
un cerchio completo.
Dapprima in piedi, poi seduti su panche di legno (ikria) e infine
su gradinate di pietra, i presenti si dispongono dunque ad
emiciclo. L’insieme che compone l’area degli “spettatori” si
chiama kòilon.
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tempio di Dioniso
koilon
orchestra
eisodoi
o parodoi
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In origine alle spalle di coreuti e attori non vi era forse alcun
“fondale” (forse soltanto una struttura di legno e tela, con
funzione acustica). Questo trova conferma in drammi di Eschilo,
come i Sette a Tebe e le Supplici, che non presuppongono la
presenza di edifici e sono ambientati all’aperto.
Tuttavia, almeno a partire dall’Orestea di Eschilo, quasi tutte le
tragedie superstiti presuppongono la presenza di un edificio (un
tempio, un palazzo, una abitazione) dalla quale i personaggi
possono entrare ed uscire.
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Tangente all’orchestra, ma dal lato opposto al kòilon, comincia
dunque a comparire, per esigenze funzionali (quali, ad esempio,
consentire agli attori di cambiarsi le maschere e i costumi,
riporre oggetti e accessori necessari ai singoli episodi, ecc.) una
semplice struttura di legno, detta skenè (da cui scaena in latino
e scena in italiano).
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Europa mediterranea (Rinascimento italiano):
scena prospettica

Europa settentrionale (Inghilterra):
teatro “elisabettiano”
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la famiglia Este
dal 1486 messe in scena di autori latini
(Plauto e Terenzio)
il “teatro dentro la festa”
funzione ideologica della festa
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



Pomponio Leto
ca. 1470: messe in scena di Plauto e Seneca
Sulpizio da Veroli
Vitruvio, De architectura
(pubblicato da Sulpizio nel 1486)
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




I secolo a.C.
ritrovamento nel 1414
un “libro” (= capitolo) interamente dedicato al
teatro
senza illustrazioni
alcuni passaggi molto ambigui
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«… luni sira il Car.le ne fece fare una [commedia] composta
per M.r Lud. Ariosto suo familiare e traducta in forma de
barzeleta o sia frotola, la quale dal principio al fine fo de
tanta elegantia e de tanto piacere quanto alcun’altra che
mai ne vedesse fare, e da ogni canto fo multo commendata.
Lo suggecto fu bellissimo de due inamorati […] e tante
astutie ingani e tanti novi accidenti e tante belle moralità
e varie cose che in quelle de Terenctio non ge ne è a mezo:
poi fo ornata de honorevoli e boni recitatori tuti di suoi, de
vestimento bellissimo et dolce melodie de intermeci […]
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… Ma quello che è stato il meglio in tutte queste feste e
representatione, è stato la sena dove se sono representate,
quale ha facto uno M.ro Peregrino depinctore che sta col
S.re, ch’è una contracta et prospectiva de una terra cum
case, chiesie, torre, campanili e zardini, che la persona non
se può satiare a guardarla per le diverse cose che ge sono,
tute de inzegno e bene intese, quale non credo se guasti, ma
che la salvarano per usarla del’altre fiate… »
[lettera di Bernardino Prosperi, cancelliere della corte ducale di Ferrara a Isabella d’Este,
moglie di Francesco II Gonzaga marchese di Mantova, 8 marzo 1508]
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… Ma quello che è stato il meglio in tutte queste feste e
representatione, è stato la sena dove se sono representate,
quale ha facto uno M.ro Peregrino depinctore che sta col
S.re, ch’è una contracta et prospectiva de una terra cum
case, chiesie, torre, campanili e zardini, che la persona non
se può satiare a guardarla per le diverse cose che ge sono,
tute de inzegno e bene intese, quale non credo se guasti, ma
che la salvarano per usarla del’altre fiate… »
[lettera di Bernardino Prosperi, cancelliere della corte ducale di Ferrara a Isabella d’Este,
moglie di Francesco II Gonzaga marchese di Mantova, 8 marzo 1508]
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emiciclo = théatron
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arena = anfiteatro
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proscenio, oppure scatola ottica (ENG: picture frame)
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spazi trovati/creati

“black box” o “multifunzionale”
(ENG: thrust stage, platform stage)
(ENG: arena stage)
(ENG: environmental theatre)
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emiciclo = théatron
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arena = anfiteatro
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proscenio, oppure scatola ottica (ENG: picture frame)
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spazi trovati/creati
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“black box” o “multifunzionale”
(ENG: thrust stage, platform stage)
(ENG: arena stage)
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arena = anfiteatro
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proscenio, oppure scatola ottica (ENG: picture frame)
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“black box” o “multifunzionale”
(ENG: thrust stage, platform stage)
(ENG: arena stage)
(ENG: environmental theatre)
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