Parole tratte da
“Maria
Chiesa nascente”
di Joseph Ratzinger,
ed. San Paolo 1998
Il chicco non
resta solo,
ad esso
appartiene
il mistero
materno della
terra.
A Cristo appartiene Maria,
suolo santo della Chiesa.
Il mistero di
Maria è
la Parola di Dio
che
non
rimane sola.
Nella terra della
Madre,
la Parola divenne
Uomo.
La Chiesa
non è un
manufatto
finito,
ma seme
vivente di Dio
che vuole
svilupparsi e
arrivare a
maturazione.
Per questo
la Chiesa
ha bisogno
del mistero
mariano,
anzi
Essa stessa è
il mistero di
Maria.
Nella Chiesa
può esserci
fecondità
solo
se la Chiesa
stessa
diventa
terra santa
per la Parola.
Dobbiamo
accettare il
simbolo del
suolo fertile.
Dobbiamo
nuovamente
diventare
uomini e donne
che aspettano,
raccolti
all’interno.
Dobbiamo nuovamente diventare
persone che nella profondità della
preghiera, dell’anelito e della fede
danno spazio alla crescita.
Maria è la
rappresentante
dell’uomo salvato e
libero,
ma proprio
in quanto donna.
Il biologico e l’umano
sono inseparabili, così
come lo sono l’umano e
il teologico.
Potrebbe
spettare alla
devozione
mariana
operare il
risveglio del
cuore e la sua
purificazione
nella fede.
Se la
disgrazia
dell’uomo di
oggi è cadere
o nel puro
bios o nella
pura
razionalità,
la devozione a
Maria può
aiutare.
Maria può aiutare,
partendo dal cuore,
a ritrovare, nel mezzo, l’unità.
Nell’Antico
Testamento, accanto
alla linea maschile,
che va da Adamo, ai
patriarchi e al Servo
del Signore, corre la
linea femminile che
va da Eva, alle donne
dei patriarchi.
Non si può
teologicamente
minimizzare.
Alla luce della
figura di Maria
diventa chiaro il
significato della
linea femminile,
nella sua unione
inseparabile con
il mistero
cristologico.
Col Suo sì alla
nascita del
Figlio di Dio per
virtù dello
Spirito Santo
dal Suo grembo,
Maria pone
tutta se stessa
a disposizione,
come luogo
della presenza
di Dio.
Così,
in questo sì,
la volontà di
Maria
coincide
con la
volontà del
Figlio.
Nell’unisono di
questo sì
- un corpo mi hai
preparato diventa possibile
l’incarnazione.
Agostino:
la concezione
fu preceduta
dalla
concezione
nella mente di
Maria.
La vita
non
scaturisce dal
fare,
ma
dall’essere
partorito
ed esige quindi
le doglie del
parto.
L’evangelista Luca
descrive Maria
come l’ascoltatrice
esemplare della
Parola,
come Colei che la
porta in sé,
la conserva e
la fa maturare.
La maternità
di Maria
non è
solo
un evento
biologico
irripetibile.
Essa fu ed è Madre con
tutta la Sua persona e
tale rimane.
Maria
fu ed è Madre,
ciò si
concretizza il
giorno di
Pentecoste,
nel momento
della nascita
della Chiesa
dallo Spirito
Santo.
Maria
è in mezzo
alla comunità
orante, che,
con l’avvento
dello Spirito,
diventa Chiesa.
Maria è Sion in persona,
e ciò significa che
Ella vive tutto quello che
con Sion si intende.
Maria
non
costituisce
un’individualità
chiusa,
che dipende
dall’originalità
del proprio io.
Maria
non vuole
essere
soltanto
l’essere
umano che
difende e
protegge il
suo io.
Non guarda alla
vita come a un
mucchio di
cose, delle
quali si vuole
avere quanto
più è possibile.
Ella vive in modo da essere
permeabile,
abitabile da Dio.
Maria
vive in modo
da essere un
luogo per Dio.
Maria
vive nella
dimensione
comune della
Storia Sacra,
così quando
ci guarda, ci
guarda
tutto il vero
Israele.
Maria è una
creatura che
prega,
totalmente
proiettata verso
Dio.
Maria
è una persona
che ama con
l’ampiezza e la
magnanimità del
vero amore.
Maria
ama con la
disponibilità
a soffrire,
che è
tipica
dell’amore.
Maria
mette insieme
e
tiene insieme.
Maria
inserisce il
particolare nel
tutto,
lo confronta,
lo contempla,
lo conserva.
La Parola
diventa
seme nella
buona
terra.
La Parola
non
viene
afferrata in
fretta.
La Parola
non viene
rinserrata in una
prima
comprensione
superficiale e poi
dimenticata.
Ciò che accade
esteriormente
ottiene nel cuore
lo spazio della
permanenza
e può così
dischiudere
lentamente la sua
profondità.
La
singolarità
dell’Evento
non viene
mai
annullata.
Fattasi
totalmente
ascolto,
accoglie la Parola
così
completamente,
che,
in Lei,
diviene carne.
Maria è profetessa,
in quanto ascolta
fin nel profondo del cuore.
Maria
realmente
interiorizza la
Parola e
può, quindi,
nuovamente,
farne dono al
mondo.
La Bibbia
era da Lei
pregata e
vissuta,
davvero
ruminata nel
Suo cuore.
Ella vedeva
nella Parola
divina la sua
vita e
la vita del
mondo.
Maria
rispondeva
usando
la Parola di Dio.
La Parola di
Dio
era diventata
la Sua propria
parola.
La Sua
esistenza,
nella
familiarità con
la Parola,
era ormai vita
con lo Spirito
Santo.
La spada
trafiggerà il Suo
cuore:
è un’allusione alla
Passione del
Figlio,
che diverrà la Sua
propria passione.
Questa
passione
inizia già con
la visita al
tempio.
Ella deve accettare la preminenza
del Suo Vero Padre.
Maria deve imparare a
lasciare libero
Colui che ha generato.
Maria deve
portare a
compimento
quel sì alla
volontà di
Dio,
che l’ha fatta
diventare
Madre.
Maria
deve mettersi
in disparte e
lasciare che
Cristo compia
la Sua
missione.
Bernardo di Chiaravalle
in uno dei suoi Sermoni ha
rappresentato
drammaticamente l’attesa di
Dio, che coincide con l’attesa di
tutta l’umanità.
L’angelo attende la Tua risposta,
perché è ormai tempo di ritornare
a Colui che lo ha inviato.
O Signora da’ quella risposta,
che la terra, che gli inferi, anzi,
che i Cieli attendono.
Come il Re e Signore di tutti desiderava
vedere la Tua bellezza, così Egli desiderava
ardentemente la Tua risposta affermativa.
Perché esiti? Perché trepidi?
Ecco Colui che è atteso da tutte le genti
bussa alla Tua porta.
Ahimè, se Egli, per la Tua esitazione,
passasse oltre!
Alzati, corri, apri!
Alzati con la fede,
affrettati con la Tua offerta,
FINE
apri con la Tua adesione!