ordine:
Actinomycetales
famiglia: Corynebacteriaceae
genere: Mycobacterium
ordine: Actinomycetales
famiglia: Corynebacteriaceae
genere: Corynebacterium
Corynebacterium
 Gram-positivi
 Bacilli
 Forma a clava e disposizione a palizzata o a ideogrammi cinesi
 Aerobi facoltativi
 Asporigeni
 Immobili
Catalasi-positivi
Colorazione di Ernst-Neisser
Possono presentare alle estremità granulazioni di polifosfati dette
metacromatiche perché si tingono in rosso-viola con la colorazione al blu di
metilene o di toluidina.
Il genere Corynebacterium comprende un ampio gruppo eterogeneo di
specie aventi una parete cellulare contenente arabinosio, galattosio, acido
meso-diamminopimclico e (nella maggior parte delle specie) acidi micolici a
catena corta.
Allo stato attuale sono state definite 46 specie, delle quali più di 30 sono
associate a malattie nell'uomo.
Ad eccezione delle specie sicuramente patogene (Corynebacterium
diphtheriae), i corinebatteri si trovano comunemente nell’ambiente e nella flora
microbica umana mucosa e cutanea, questi ceppi saprofiti possono
comportarsi da opportunisti, e nei soggetti immunodepressi, causare faringiti,
uretriti, e lesioni cutanee purulente.
Corynebacterium diphtheriae
C. diphtheriae è un classico modello di virulenza batterica.
La tossicità è direttamente attribuita ad una esotossina secreta dai batteri nel
focolaio di infezione. Il batterio non necessita di entrare nel torrente ematico
per produrre i segni sistemici di malattia.
Agente eziologico della DIFTERITE
La sorgente d’infezione è rappresentata dai portatori nasofaringei
La trasmissione è aerea
L’infezione si localizza a: rinofaringe, tonsille, palato molle e laringe
Il batterio produce una POTENTE TOSSINA che agisce sia localmente dando
necrosi della mucosa, sia a distanza, veicolata dal sangue, causando gravi
lesioni degenerative a livello del miocardio, fegato, rene e surrene, nervi
cranici e periferici.
Il gene tox, che codifica per l'esotossina, è introdotto nei ceppi di
C. diphtheriae da un fago lisogeno (fago beta).
TOSSINA DIFTERICA
Proteina di 58.300 Da
Esempio di classica esotossina A-B
Tossina ADP-ribosilante, provoca l’inibizione della sintesi proteica
Presenta tre regioni funzionali:
 una regione che lega il recettore
 una regione di traslocazione sulla subunità B
 una regione catalitica sulla subunità A
Il recettore per la tossina è il fattore di crescita epidermico che lega l'eparina ed è
presente sulla superficie di molte cellule eucariotiche, in particolare su cellule
cardiache e nervose. Questo spiega i sintomi cardiaci e neurologici osservati in
pazienti con difteriti gravi
MECCANISMO D’AZIONE DELLA TOSSINA DIFTERICA
 Una volta che la tossina si lega alla cellula ospite, la regione di traslocazione
viene inserita nella membrana dell'endosoma facilitando il movimento della
regione catalitica nel citosol
 Poiché il turnover di EF-2 è molto lento ed è presente in una cellula solo una
molecola per ribosoma, si è stimato clic una sola molecola di esotossina
possa inattivare l'intero contenuto di EF-2 di una cellula, bloccando
completamente la sintesi proteica della cellula ospite
 Poiché il turnover cellulare di EF-2 è molto lento ed è presente in una copia
per ribosoma, si è stimato che una sola molecola di esotossina possa bloccare
completamente la sintesi proteica della cellula ospite
Nanoparticelle con tossina difterica per sconfiggere il cancro al pancreas
Ottimismo degli scienziati sulla possibilità di avviare in futuro studi preclinici
sugli animali fino ad arrivare a un nuovo approccio terapeutico
Fonte: © ASSOBIOTEC.it - Pubblicata il 30/09/2008
EPIDEMIOLOGIA
La difterite è una malattia diffusa in tutto il mondo in particolare in aree
urbane povere ed affollate e dove il livello protettivo di immunità indotta dal
vaccino è basso.
La più grave epidemia negli ultimi anni del 20° secolo si è verificata in
Unione Sovietica 1994 (sono stati documentati quasi 48.000 casi con 1746
morti).
La difterite è divenuta poco comune in Occidente in seguito ad un esteso
programma di immunizzazione attiva
C. diphtheriae è presente nella popolazione perché esistono ospiti,
asintomatici (vettori e serbatoio).
C. diphtheriae si trasmette da persona a persona mediante le goccioline di
saliva
ANIFESTAZIONI CLINICHE
L'esposizione a C. diphtheriae può dar luogo a:
- Colonizzazione asintomatica in persone con uno stato ottimale di immunità
(infezione)
- Malattia respiratoria lieve
- Malattia respiratoria grave in pazienti non immuni (mortalità del 30%)
Il segno clinico più tipico è la faringotonsillite
con presenza di membrane grigiastre che
oltrepassano i limiti tonsillari il cui distacco
provoca sanguinamento.
I sintomi di accompagnamento sono:
disfagia, dispnea, cianosi, edema del collo,
iperpiressia, nausea e vomito. L’azione della
tossina a livello delle alte vie respiratorie può
portare ad ostruzione laringea per edema.
L’effetto tossico sistemico può causare
insufficienza cardiaca progressiva e acuta,
insufficienza
renale,
paralisi
della
deglutizione.
Difterite cutanea
La difterite cutanea si trasmette per contatto cutaneo con altre persone
infette.
Il microorganismo colonizza la pelle e riesce ad entrare nel tessuto
sottocutaneo attraverso lesioni della pelle. Prima si sviluppa una
papula, che poi evolve in un'ulcera cronica incurabile, talvolta coperta
da una membrana grigiastra.
Si possono verificare segni sistemici di malattia come risultato degli
effetti dell'esotossina
DIAGNOSI DI LABORATORIO
Esame microscopico
I risultati dell'esame microscopico del materiale clinico non sono attendibili.
Lapresenza granuli metacromatici non è specifica specifica Si può effettuare un
esame microscopico con l’impiego di sieri antitossina coniugati con fluoresceina
Esame colturale
II campioni devono essere inoculati in terreni non selettivi e in terreni selettivi
(agar cisteina-tellurito, agar siero-tellurito, terreno di Löffier).
Le colonie su agar tellurito assumono un colore grigio-nero
Su agar cisteina-tellurito C. diphtheriae è stato descritto con tre morfologie di
colonie, caratteristiche di biotipi diversi:
biotipo gravis : grandi, irregolari e grigie
biotipo mitis: più piccole, rotonde, nere
biotipo intermedio: piccole, piatte e grigie
Saggio di tossigenicità
Tutti i ceppi isolati di C. diphtheriae dovrebbero
essere saggiati per la produzione di esotossina.
Saggio di immunodiffusiorie in vitro (test di Elek)
Saggio di neutralizzazione, usando una antitossina
specifica
BIOLOGIA MOLECOLARE (Test diagnostico di elezione)
Centro per il Controllo e la Prevenzione delle malattie (CDC) ha messo a punto una
reazione di PCR per l'identificazione diretta del gene della tossina in campioni
clinici (cioè tamponi effettuati su membrane difteriche o materiale bioptico).
PROFILASSI
Vaccino obbligatorio al 3°, 5° e 11° mese con richiamo al 5° anno di
età.
Somministrazione di anatossina (tossina inattivata con formaldeide)
APPROCCIO TERAPEUTICO
Da iniziare subito dopo la diagnosi clinica senza attendere quella
microbiologica: 20.000-100.00 U di antitossina per e.v. in 60 minuti.
L’eritromicina è utile per eradicare lo stato di portatore.
Mycobacterium
MORFOLOGIA E
GENERALITA’
 Bacilli pleomorfi (forme diverse)
 Gram variabili
 Immobili
 Asporigeni
 Aerobi obbligati
 Alcool-Acido resistenti
CLASSIFICAZIONE
tipo:
Actinobacteria
classe:
Actibobacteridae
ordine:
Actinomycetales
famiglia:
Corynebacteriaceae
- genere: Mycobacterium
CLASSIFICAZIONE BASATA SUL FENOTIPO

micobatteri a crescita lenta




fotocromogeni
scotocromogeni
non cromogeni
micobatteri a crescita rapida



fotocromogeni
scotocromogeni
non cromogeni
CLASSIFICAZIONE BASATA SUL GENOTIPO

geni altamente conservati






gene codificante per il 16S rRNA
gene codificante per il 23S rRNA
spaziatore trascritto, fra 16S e 23S
gene codificante per la proteina da shock termico,
da 65 kD (hsp65)
gene codificante per la superossido dismutasi
gene codificante per l’intein gyrA
l’elica 18 del 16S rRNA
M. tuberculosis
TGA CGG TAG GTG
M. celatum
TGA CGG TAG GTG
M. chelonae
TGA CGG TAC CTA
M. fortuitum
TGA CGG TAG GTA
M. genavense
TGA CGG TAC CTG
M. lentiflavum
TGA CGG TAC CTG
M. terrae
TGA CGG TAA CTG
GAG AAG
GAG AAG
CAG AAG
CAG AAG
CAG AAG
CAG AAG
GAG AAG
5’ CCA TCG ACG AAG
AAG CAC
5’ CCA TCG ACG AAG
AAG CAC
5’ GTA GGG ACG AAG
AAG GAC
5’ GTA CCG ACG AAG
AAG CAC
5’ GCA GGG ACG AAG
AAG CAC
5’ GCA GGG ACG AAG
AAG CAC
5’ GTA TCG GCG AAG
AAG CAC
 specie a



G-- TC CGG GTT CTC TCG GAT
C-- TG CCG GTT TTC CGG TGG
C-- -- --- --- --- -GA AAG
C-- -- --- --- --- -GT A.G
C-- -- --- --- --- -GC A.G
C-- -- --- --- --- -GC A.G
CTC CG TGG TTT TCT GCG GGG
crescita lenta
specie a crescita rapida
specie correlate a M. simiae
specie correlate a M. terrae
Mycobacterium complex




M. tuberculosis complex
M. avium complex
M. terrae complex
M. fortuitum complex
Alcune classificazioni
propongono di raggruppare
in COMPLESSI, sia per la
sovrapponibilità dei quadri
clinici che presentano che
per la notevole similitudine
biologica, alcune specie
Per quanto riguarda i Micobatteri che interessano l’uomo, questi
possono essere distinti in due gruppi:
 complesso dei Micobatteri Tubercolari (MT)
 complesso dei Micobatteri Atipici o Micobatteri non tubercolari
(MOTT) che comprendono germi animali o ambientali a patogenicità
occasionale.
Attualmente sono state identificate 100 specie di micobatteri, molte delle
quali sono associate a patologia nell'uomo.
La gran parte delle infezioni nell'uomo:
M. tuberculosis
M. bovis
Nonostante questi microrganismi possano infettare qualsiasi organo
è di gran lunga preminente la localizzazione polmonare,
caratterizzata istologicamente dalla formazione di un tipico
granuloma.
M. Leprae
MOTT
(Mycobacteria other
than tuberculous)
M. avium-intracellulare complex
M. kansasii
M. fortuitum
M. chelonae
M. abscessus
I MOTT non si trasmettono da uomo
a uomo; sono causa di zonosi.
Possono provocare patologie a
carattere sporadico quali meningiti,
linfoadenopatie,
broncopneumopatie, infezioni
genito-urinarie.
Solo in soggetti gravemente
immunocompromessi possono
causare un’infezione severa.
HABITAT
I micobatteri sono diffusi nel suolo, nelle acque L’uomo è l’unico
serbatoio di infezione. La diffusione di questo microrganismo
nell’ambiente è dovuta soprattutto alla sua resistenza
all’essiccamento e ai disinfettanti, resistenza imputabile all’alto
contenuto di lipidi presenti nella parete cellulare .
VIE DI PENETRAZIONE
SOGGETTI A RISCHIO
 HIV positivi
 Tossicodipendenti
 Dializzati (e candidati trapianto)
 Trapiantati (rene e cuore)
 Altri? (silicosi, diabete, BPCO…)
INALATORIA
DIGESTIVA
TRANSCUTANEA
PARENTERALE
Roberto Koch 1882
… I bacilli sono
solitamente inspirati
con l’aria…
MODELLO IPOTETICO DI
RICADUTA DELLE PARTICELLE
PARTICELLE
INFETTANTI
Goccioline di
Pflügge
Sospensione
nell’aria
F
O
N
T
E
Evaporazione e riduzione a dimensioni di 1-5 m
con bacilli vivi e vitali
Possibilità di essere inalati fino a livello alveolare


CONTAGIO

Il 40-50 % dei contatti stretti si infetta
Nei contagiati il 5-10 % si ammala di TB
 3-5 % malati nei primi 2 anni
 2-5 % si ammala nell’arco della vita
Nei malati:
 Probabilità di guarigione = 80 %
 Probabilità di morte = 1 %
PROBABILITÀ D’ INFEZIONE DA AGENTI
BIOLOGICI A TRASMISSIONE AEROGENA
P = Probabilità di trasmissione
I = Numero di soggetti infettivi
q = Quantità di bacilli emessi dal paziente
t = tempo di esposizione al contagio
p = ventilazione polmonare
Q = numero di ricambi d’aria
P = 1 – e–Iqpt/Q
RISCHIO DI INFEZIONE
Il rischio aumenta con l’età fino circa a 60 anni in
funzione dell’aumento progressivo dell’esposizione
(E) che diminuisce a un certo punto (trattini più
ravvicinati)
E
R
Età
0
10
20
30
40
50
60
70
80
Mycobacterium tuberculosis
"the reemergent killer"
INCIDENZA
Nel mondo si calcolano :
 oltre 2 miliardi di persone con infezione tubercolare
 8 milioni di nuovi casi l’anno
 3 milioni di morti soprattutto nei paesi in via di sviluppo
 Annualmente nei paesi industrializzati si ammalano di tubercolosi
3000 Operatori Sanitari
 Di essi almeno 200 muoiono
UNA MALATTIA PERSISTENTE
Rappuoli R. Nat Med 2004
2003: highest estimated TB rates per capita
were in Africa
per 100 000 pop
< 10
10 - 24
25 - 49
50 - 99
100 - 299
300 or more
No estimate
The designations employed and the presentation of material on this map do not imply the expression of any opinion whatsoever on the part of the World Health
Organization concerning the legal status of any country, territory, city or area or of its authorities, or concerning the delimitation of its frontiers or boundaries. White
lines on maps represent approximate border lines for which there may not yet be full agreement.
© WHO 2004
Global Tuberculosis Control. WHO Report 2003. WHO/HTM/TB/2004.331
Le infezioni da micobatteri hanno fatto registrare negli ultimi
anni un preoccupante incremento dei casi anche nei paesi
industrializzati.
Tra le cause che stanno determinando il risveglio di una
patologia che si riteneva in estinzione dobbiamo annoverare
sicuramente la diffusione delle infezioni sostenute da HIV e
l’immigrazione di soggetti provenienti da paesi ad alta endemia
tubercolare.
Pazienti HIV positivi
Pazienti HIV negativi
Campioni
positivi (tot 156)
%
Campioni positivi
(tot 52)
%
114
73.1
27
51.9
M. avium complex
4
2.6
5
9.6
M.xenopi
7
4.5
8
15.4
M. kansaasi
1
0.7
1
1.9
M. fortuitum complex
15
9.6
--
--
M. gordonae
11
7.1
10
19.3
M. scrofolaceum
2
1.3
--
--
M. flavescens
2
1.3
1
1.9
Agente eziologico
M. tuberculosis
Micobatteri isolati da vari
materiali patologici durante
il periodo 2000-2004 in Italia
su un totale di 5616
EUROPA
160
Nazionali
140
Non-Nazionali
120
100
80
60
40
20
0
Danimarca
Olanda
Norvegia
Svezia
Svizzera
EPIDEMIOLOGIA DELLA TUBERCOLOSI
Situazione italiana
TASSI DI MORBOSITÀ: 8-10/100.000
CASI KOCH +: 2/100.000
L’ITALIA DEVE ESSERE CONSIDERATA
PAESE A BASSA INCIDENZA
IMPATTO GENERALE
DELLA COINFEZIONE TRA
HIV E TB
Infezione TB
Sovrapposizione
Infezione HIV
PROGRESSIONE DELL’INFEZIONE POLMONARE
LATENTE VERSO LA MALATTIA TUBERCOLARE




5-10% per anno nei soggetti coinfettati da HIV e TB
In Italia 2.5/100/anno in soggetti con CD4 > 350 ml
6.54/100/anno per CD4 tra 200-350 ml
13.3/100/anno per CD4 < 200 ml
AZIONE PATOGENA
Questo microrganismo non produce esotossine,
quindi l’azione patogena sembra imputabile ad una
sua tossicità intrinseca legata ai lipidi della parete
cellulare presenti in grande quantità (circa il 60 %
del peso secco)
Particolare idrofobicità
Impermeabilità ai coloranti
Alcool-acido resistenza
Ritmo di crescita eccezionalmente lento
LIPIDI DI PARETE
GRASSI:
 esteri di acidi grassi a catena lunga (C78-C90)
 glicolipidi denominati micosidi, che formano il “FATTORE CORDALE”
Il FATTORE CORDALE ha potere antigenico
Il FATTORE CORDALE conferisce la tendenza ai bacilli a crescere in ammassi cordonali
(serpentiniformi) nei terreni liquidi.
I ceppi privati del FATTORE CORDALE risultano avirulenti pur conservando la vitalità.
Il FATTORE CORDALE è in grado di inibire la migrazione dei polimorfonucleati in vitro e
risulta letale se somministrato sottocute nel topo.
CERE:
esteri di acidi esterificati con alcoli superiori o con polisaccaridi
La CERA D, ha il potere di aumentare l’immunogenicità del fattore cordale ed induce
inoltre una ipersensibilità di tipo ritardato alla tubercolina
La frazione grezza (fattore cordale + cera D + altre componenti proteiche di
superficie) è direttamente responsabile della tipica reazione granulomatosa che
porta alla formazione del tubercolo comprese la necrosi caseosa.
PATOGENESI
La produzione e lo sviluppo delle lesioni e la loro guarigione
sono legati principalmente al:
 Numero dei bacilli inoculati (carica batterica)
 Resistenza e ipersensibilità dell’ospite
LESIONI ISTOPATOLOGICHE
CARATTERISTICHE DELLA MALATTIA
Possono essere di tipo essudativo o produttivo
Lesioni essudative: sono presenti nelle fasi iniziali del contagio e sono provocate da una
reazione infiammatoria acuta, con edema e richiamo di PMN e monociti nel sito di
infezione. Questo tipo di lesione può risolversi (guarigione), o sfociare nel secondo tipo di
lesione (lesione essudativa)
Lesioni produttive: sono tipiche della fase in cui il soggetto infettato ha sviluppato una
ipersensibilità alle proteine tubercolari. Questa lesione corrisponde al granuloma cronico
in cui si riconoscono:
 Una zona centrale con cellule giganti polinucleate contenenti bacilli
 Una zona intermedia di cellule epitelioidi
 Una zona periferica di linfoblasti, linfociti e monociti
FORMAZIONE DEL TUBERCOLO E DIFFUSIONE DEL
MICRORGANISMO NELL’OSPITE
Intorno al granuloma si ha lo sviluppo di tessuto fibroso, necrosi della zona
centrale e caseificazione della lesione. Questa formazione prende il nome di
tubercolo
ROTTURA DEL TUBERCOLO
CALCIFICAZIONE DEL TUBERCOLO
GUARIGIONE
FORMAZIONE DI UNA CAVERNA
I micobatteri contenuti nel
tubercolo caseificato vengono
versati in un bronco
DIFFUSIONE DELL’INFEZIONE
Patogenesi dell’attivazione dei
linfociti T, della formazione del
granuloma e della attivazione
dei linfociti B nella tubercolosi
polmonare
A. Necrosi caseosa in un sito di infezione (parenchima polmonare)
B. Necrosi caseosa (regione linfonodale)
Come si identifica l’infezione tubercolare?
TEST DELLA
TUBERCOLINA
TUBERCOLINA
(o PPD = derivato proteico purificato)
È una miscela antigenica estratta da filtrati di
colture dopo ebollizione
E’ utilizzata per dimostra la reattività
immunologica alla tubercolosi
Si inietta sotto cute con IL TEST DI MANTOUX
REAZIONE POSITIVA: formazione di una papula eritematosa nel punto di
inoculo. Si manifesta dopo 1-3 gg e rivela una ipersensibilità ritardata e indica
un’immunità cellulare nei confronti dei bacilli tubercolari
È utile nello screening di massa, per identificare i soggetti da sottoporre a
vaccinazione (tubercolino-negativi)
LINEE DIAGNOSTICHE FONDAMENTALI
NEL SOSPETTO DI TUBERCOLOSI
Persona non malata (es. esposta)
INTRADERMOREAZIONE
TUBERCOLINICA
SECONDO MANTOUX
Determinare l’indice tubercolinico
in un gruppo di soggetti
Esame di un caso sospetto
ESAME RADIOGRAFICO DEL TORACE
DIAGNOSI MICROBIOLOGICA
Fase preliminare: raccolta del campione
 Rappresenta un momento di grande importanza: per il
successo del test ed il contemporaneo contenimento dei costi è
necessario ottimizzare il volume, la quantità e la qualità dei
campioni.
un approccio errato alla raccolta conservazione e trasporto
dei campioni biologici può irrimediabilmente compromettere
ogni successivo sviluppo della fase analitica.
RACCOLTA DEL CAMPIONE
ESPETTORATO
 Alcuni pazienti possono produrre campioni di espettorato difformi tra
loro quanto a contenuto di bacilli.
 Poiché i pazienti possono non eliminare bacilli in modo continuativo
nel tempo, dovrebbero essere raccolti 3 campioni per paziente in
differenti ore del giorno; tutti i campioni così ottenuti dovrebbero
essere processati per esame microscopico e per esame colturale sia
in coltura liquidi che solidi.
URINE
 è assolutamente sconsigliato raccogliere le urine delle 24 ore
ESAME MICROSCOPICO
COLORAZIONE DI ZIEHL-NEELSEN (carbolfucsina a caldo)
COLORAZIONE DI KINYOUN (carbolfucsina a freddo)
Decolorante:
Acido cloridrico concentrato al 3% in Etanolo al 95%
Colorante di contrasto: Bleu di Metilene
LETTURA ED INTERPRETAZIONE
I vetrini colorati con la fucsina vanno esaminati con obiettivo ad
immersione a 100X; i micobatteri appaiono colorati in rosso su uno
sfondo blu.
ESAME COLTURALE
La scelta di un terreno di coltura dipende da molti fattori.
 Un terreno ideale deve
a) permettere una crescita rapida e rigogliosa dei micobatteri
b) inibire quanto possibile lo sviluppo della flora contaminante
c) essere economico.
Attualmente sono disponibili validi sistemi automatizzati e semi
automatizzati
Tuttavia sia per l’isolamento primario che nelle fasi successive
dell’identificazione e dell’esecuzione dei test di farmacosensibilità. rimane
d’importanza fondamentale l’uso di terreni tradizionali liquidi e solidi di uso
manuale
TERRENI LIQUIDI
permettono una buona crescita dei micobatteri in quanto il Tween 80, presente
nella composizione, favorisce una buona separazione dei batteri e, di conseguenza,
una crescita diffusa e rapida.
E’ necessario renderli selettivi con l’aggiunta di farmaci antibatterici.
TERRENI DI COLTURA SOLIDI
I terreni solidi più utilizzati sono quelle a base di uova fresche, fecola di patate,
glicerolo e contengono verde di malachite, con funzione di inibitore della flora
associata, in diversa percentuale: il Lowenstein-Jensen (L.J.) ne contiene
0,025%, il Petragnani 0,052% e l’American Thoracic Society 0,02%.
INCUBAZIONE
Tutti i terreni di coltura vanno esaminati dopo una settimana di incubazione per
verificare l’eventuale presenza di micobatteri a rapida crescita o di contaminanti.
L’incubazione va protratta per 8 settimane e i tubi si esaminano settimanalmente
per rilevare la crescita.
TERAPIA
Si protrae usualmente per periodi molto lunghi (6-9 mesi), questo perché le
molecole utilizzate necessitano per agire di organismi metabolicamente attivi,
mentre M. tuberculosis cresce molto lentamente.
Si utilizzano contemporaneamente più chemioterapici. Questa condotta diminuisce
di gran lunga la possibilità di selezionare resistenti: la notevole quantità di batteri
presenti a livello della lesione e la diminuita efficacia delle difese messe in atto
dall’ospite permettono ai rari mutanti resistenti di moltiplicarsi
Resistenze primarie di MT ai farmaci antitubercolari
n°/108*
FARMACO
FREQUENZA
Rifampicina
1/108
1
Isoniazide
1/106
100
Streptomicina
1/106
100
Etambutolo
1/105
1.000
Pirazinamide
1/103
100.000
*108: micobatteri presenti in una lesione cavitaria
VACCINO
Vaccinazione di Calmette e Guèrin (BCG) (M. bovis attenuato)
E’ comunemente usata nei paesi in cui la tubercolosi è endemica e responsabile di
morbilità e mortalità significative.
Recenti studi hanno evidenziato che il grado di protezione conferito variare notevolmente.
E’ utile nel prevenire le forme più aggressive evitando la disseminazione.
Non è di alcun aiuto nelle persone che sono già state infettate e che presentano quindi
positività alla reazione cutanea alla tubercolina
Il soggetto vaccinato che presenta positività alla tubercolina pone il dubbio se questa sia
imputabile ad una infezione o alla riuscita vaccinazione.
Circa il 6-12% dei vaccinati va incontro ad un interessamento linfonodale di tipo
puramente infiammatorio.
La vera complicazione è l’evoluzione in senso suppurativo, che l’OMS stima intorno a
0,14 e 0,34 % nei bambini in età prescolare e fino al 4.3% nei soggetti di età inferiore a
due anni.