con gli occhi della matematica e delle scienze ppt

Lavori con gli occhiali della
matematica e delle scienze
Misure del ponte
Piante
Microscopio
Animali
Pesci
Barchette
Galleggiamento
Per trovare le misure del ponte alle Grazie abbiamo
pensato diversi modi:
1) Abbiamo pensato di calare un filo al quale era
legato un peso da 1 chilo dalla spalletta del
ponte fino a quando il peso non arrivava al pelo
dell’acqua. Nel filo c’erano dei nodi ogni metro,
così dopo aver calato il filo pensavamo di contare
i nodi e poi se l’ altezza non finiva esattamente in
un nodo misuravamo il pezzo con un metro.
2) Il secondo modo che abbiamo
pensato consisteva nel prendere un
misuratore elettronico e misurare
il ponte. Questo modo però era
meno preciso, perché c’era in più la
misura del braccio di Stefania, che
teneva l’oggetto; quindi bisogna
levare da queste misure più o meno
1.40 metro. Le misure che abbiamo
preso con questo strumento sono
queste:
9,96-1.40 = 8.56 m
10.09-1.40 = 8.69 m
10.37-1.40 = 8.97 m
10.60-1.40 = 9.20 m
10.40-1.40 = 9.00 m
10.46-1.40 = 9.06 m
3) Il terzo modo che
abbiamo utilizzato,
consisteva nel misurare
l’altezza di una pietra
di un pilastro e poi
moltiplicarla per il
numero delle pietre
che componevano un
pilastro. Noi abbiamo
contato le pietre, che
erano 36, poi visto che
più o meno l’altezza
delle pietre era 20 cm,
abbiamo moltiplicato
36x20, ottenendo così
l’altezza del ponte che
è 7,20 metri.
Non è stato facile contare le pietre, ma lo
abbiamo fatto in tanti e ci siamo confrontati!
Rispetto agli altri metodi però,
ci è venuta una misura inferiore!
Nell’ultimo modo abbiamo preso un disegno in scala per
trovare l’altezza del ponte misurando prima la misura del
ponte sul disegno e poi moltiplicandola per la scala. Il
problema è che il disegno era stato fotocopiato e
ridotto quindi la scala che c’era scritta non era giusta.
Allora abbiamo preso la lunghezza della ringhiera dal
vero ponte alle Grazie, che sapevamo fosse giusta, e poi
la stessa misura l’abbiamo misurata nel disegno in scala.
In questo modo abbiamo ricostruito la scala del disegno
ed abbiamo potuto procedere
Sull’Arno ci sono i CANOTTIERI… noi ci siamo
andati e abbiamo capito come si può anche fare
sport sul fiume!
E dopo aver visto
tante barche…
Barca da soccorso dei Canottieri Firenze
La nostra
ambizione:
Costruire una barca
che galleggi…
Deposito delle barche canottieri Firenze
INTRODUZIONE
Quando siamo usciti sull’Arno abbiamo trovato molte piante. Ne
abbiamo raccolte alcune e le abbiamo messe nella pressa per le
piante. Poi abbiamo fatto una “ricerca” per scoprire più
particolari.
STRAMONIO
Questa pianta si chiama stramonio o noce spinosa, ha fiori
imbutiformi, eretti, lunghi circa 5-8 cm.I suoi fiori emanano un
cattivo odore. Il suo frutto è simile a una noce ricoperta di
spine, da qui deriva il nome “noce spinosa”.
Alcune piante ritrovate sull’Arno,
possono essere velenose, questa
ad esempio, può paralizzare o
addirittura uccidere.
È una pianta urticante, i suoi
peletti si trovano nel sotto
foglia. Le foglie sono decussate
(che si oppongono in modo
incrociato) ovali-ellittiche.
La sua presenza indica che il
terreno è ricco di azoto.
Come abbiamo fatto a fare la scheda di
osservazione per le piante e gli animali
In classe abbiamo discusso di cosa ci interessava
sapere,scoprire e osservare quando troviamo una nuova
pianta o un nuovo animale. Così, abbiamo preso come
esempio un ramo di tiglio e abbiamo cercato di capire
quali fossero le cose interessanti da scoprire cose sulla
foglia e sulla struttura generale della pianta, e così
vale anche per gli animali.
SCHEDA DI OSSERVAZIONE PER
PIANTE
David
Luogo di osservazione Balaustra Arno sx
Mese dicembre
Anno 2007/08
Identificazione ortica
Sensi da usare
Udito
Olfatto
Tatto x
Vista x
Dimensione stimata 20 cm
Parti che la compongono
radici x
Tronco
Rami
Foglie spinose
Margine seghettato
Posizione eretta
Forma cespugliosa
Colore verde chiaro
Consistenza normale
Attaccatura normale
Spine sulle foglie
Frutto no
Fiore sì - lungo e fine
Gemme poche
La pianta è isolata
Non isolata x
è insieme a piante della stessa specie x
È insieme a piante diverse
Intorno a lei prevalgono alberi
arbusti x
erbe
Habitat qualsiasi
Descrizione del terreno Terra ferma
Foto
Abbiamo visto delle piante anche al microscopio
ecco alcune immagini di quella esperienza :
Al microscopio abbiamo
osservato anche delle
piume
Questo è uno STOMO
visto al microscopio.
Immagine di un
microscopio,
con tutte le
parti che lo
compongono.
Gli stomi controllano anche un’ importante funzione: la
traspirazione, cioè la perdita di acqua dalle foglie e da altre
parti aeree della pianta. Quando la pianta deve conservare
liquidi, le cellule di guardia si svuotano di acqua e non lasciano
alcuna apertura. Queste cellule si distinguono dalle normali
cellule epidermiche perché oltre a contenere molti
cloroplasti, hanno la forma di fagiolo che consente loro,
gonfiandosi o sgonfiandosi, di aprire o chiudere l’apertura
dello stoma.
1_Piuma
2_Rachide
3_Barba
4_Barbula
5_Calamo
La sua struttura portante è
composta dal calamo, la parte
attaccata all’ ala, e dal
rachide, la continuazione del
calamo.
Al
rachide
sono
attaccate le barbe, che a
loro volta presentano ai lati le
barbule. La penna matura
degli uccelli è una parte
morta,
che
è
possibile
considerare come il pelo dei
mammiferi.
Questa è la struttura di una piuma, noi l’abbiamo osservata al
microscopio e ci hanno spiegato le parti che la compongono. E’ stato
molto interessante!!!
Parleremo degli animali che vivono nell’Arno, che sono di
diverse specie: ci sono i mammiferi ad es. nutria; ovipari ad
es. martin pescatore; pesci ad es.trota.
Luccio Perca
Nutria
Scheda di osservazione per animali
Luogo di avvistamento
Mese
Identificazione
Sensi da usare
Dimensioni stimate
Vista
Udito
Olfatto
Tatto
Lunghezza
Parti visibili degli animali
Zampe
Altezza
Peso
Palmate Piatte
polpastrelli Con Unghie
Denti
Pelo
Coda
Becco : a punta, arrotondato,
piatto curvo lungo
Dorso __________________________________
Muso __________________________________
Orecchie ________________________________
Occhi
_________________________________
Naso ___________________________________
Collo ___________________________________
Da cosa è ricoperto
squame
Pelo
Pelle
Aculei
Guscio
Corazza
Colore
Posizione
Foto
Durante le
nostre uscite
abbiamo
avvistato:
Germani,
Nutrie,
Gabbiani,
Colombi,
Martin
pescatore
Airone
cinerino…
E un guizzar di
pesci!
Con il pretesto degli animali in Arno, abbiamo anche cercato altre notizie
sugli animali…
Prima di tutto abbiamo trovato la classificazione degli animali: regno,
tipo, classe, ordine, famiglia, genere, specie. A queste categorie
fondamentali se ne aggiungono spesso altre intermedie, secondo
necessità. Le due categorie più importanti sono il genere e la specie.
Martin Pescatore
Nutria golosa
Il Martin pescatore si trova in quasi
tutta l’Europa, in nord Africa e ad est
fino al Giappone.
È un uccello di piccole dimensioni,
rapido e molto attivo, ha un piumaggio
dai colori molto vivaci. I colori
prevalenti sono il blu, l’arancione e il
bianco dopo il collo. Ha il becco molto
lungo adatto a colpire e ad afferrare i
pesci. Il Martin pescatore è noto per
gli spettacolari tuffi che compie in
acqua. Questo uccello è forse fra i più
conosciuti di questo ordine. Per
nutrirsi il Martin Pescatore adotta una
strategia comune con molti altri uccelli.
Si siede immobile, attento a ogni movimento, decolla per
rincorrere la preda per poi tornare al punto di partenza.
Dato che i pesci sono viscidi e difficili da controllare, prima
di ingoiarli li tramortisce su una superficie dura.
Più tardi rigurgita i resti del pesce,
indigesti, a pallottole. Fa il nido in
un argine vicino all’acqua, tipo una
galleria. Ogni coppia di Martin
pescatore occupa un territorio che
si estende un chilometro lungo le
sponde dei fiumi. La coppia rimane
unita per la stagione riproduttiva
Maschio e femmina covano insieme
le uova e curano i piccoli fino all’età
di quattro settimane, quando sono
pronti a lasciare il nido.
Fu importata per allevarla come animale da pelliccia
(detta appunto pelliccia di Castorino) e venne introdotta
negli USA, in Italia, Francia e in altri paesi occidentali.
Dagli individui scappati dagli allevamenti si è originata
una numerosa popolazione di nutrie che ben si è
adattata agli ambienti umidi europei, compresi quelli più
inquinati.
Anche in Italia non è raro osservarla presso
laghi o acquitrini, ma anche nei canali e nei
fiumi, persino nei centri delle grandi città.
Infatti, nel tratto di Arno che abbiamo
osservato ne abbiamo avvistate alcune .
Il Germano reale è l'anatra più comune, più
amata e più cacciata in tutto il mondo. Originaria
dell'Emisfero Nord (Eurasia), si trova "di passo"
un po' ovunque si trovino specchi d'acqua. E'
però quasi sconosciuta in Sardegna e in Spagna;
raramente si rinviene al disotto della Corsica ed
il mediterraneo sembra essere il limite a sud del
suo habitat. Nota anche come Anatra migratrice
o stanziale.
Durante l’anno abbiamo fatto un lungo lavoro sui pesci,
soprattutto sulla loro respirazione.
Le branchie sono l’apparato respiratorio dei pesci,e sono costituite
da lamelle ricche di capillari sanguigni e capaci di estrarre
l’ossigeno disciolto nell’acqua. Le branchie sono situate ai lati
della testa e comunicano con il retrobocca; così l’acqua che entra
dalla bocca esce passando sopra di esse e le ossigena.
I pesci più evoluti hanno le
branchie protette da una specie
di scudo, detto opercolo.
L’opercolo svolge la funzione di
mantice perché, muovendosi
ritmicamente, assicura una
continua corrente d’acqua dalla
bocca alle branchie.
Il movimento dell’opercolo
permette ai pesci rossi di
respirare anche stando fermi in
un piccolo acquario.
Un disegno fatto da Giovanni:
Gli squali e le razze, ad esempio, non hanno l’opercolo ma hanno
sui lati del capo le fessure branchiali. Le fessure branchiali
sono dei tagli inadatti ad aspirare l’acqua. Gli squali infatti
nuotano di continuo per creare una corrente d’acqua
ininterrotta che entra dalla bocca e esce dalle fessure. Uno
squalo immobilizzato a lungo da una rete da pesca muore
asfissiato pur restando sottacqua.
I pesci più comuni nel fiume ARNO:
BarboCavedanoGhiozzoLuccioLuciopercaPseudorarbora-
Siluro-
Laboratorio di falegnameria
1. Abbiamo scelto i materiali più adatti per costruire la
barchetta a seguito di un esperimento (guarda anche
diapositiva di galleggiamento).
2. Abbiamo fatto un progetto in scala 1:1
3. Abbiamo cominciato a costruire
4. Abbiamo concluso le barchette.
In falegnameria
abbiamo pensato e
lavorato e pensato
ancora…
Abbiamo preso una bacinella piena d‘acqua e abbiamo
messo vari materiali a galleggiare:prisma a base
triangolare, canna di bambù forata da un lato, canna di
bambù, palla di plastilina e una barretta di compensato.
In base a questo esperimento abbiamo fatto il progetto.
Prima di fare il progetto con misure
reali ( 1:1 ) abbiamo fatto uno schizzo
della nostra barca.
Questo è 1 bozzetto del
progetto di Giovanni. Voleva
progettare un Catamarano
con un’elica.
Progetto in scala 1:1
dopo aver finito il
bozzetto. Ora potrà
iniziare a lavorare.
QUESTO è IL PROGETTO IN SCALA
DI SABRINA
Inizio della
costruzione dei
pezzi della barca
Con l’aiuto del progetto
abbiamo rifatto le parti per la
nostra barca.
Alcuni pezzi di legno per la
costruzione di una barca fatta
da Giovanni.
Arriva il momento più
emozionante:
il varo delle barche!!!
Ai canottieri abbiamo visto vari
esempi di galleggiamento:
ci sono chiatte, canoe,
pattini, gommoni.
Per costruire le barchette in falegnameria, abbiamo
incontrato un bel problema: quali pezzi galleggiavano
meglio? Per scoprirlo, allora, abbiamo preso una bacinella
contenente acqua. Prima però, ognuno di noi ha
ipotizzato, per ogni pezzo (canne di bambù, pezzi di
compensato, bastoncini, ecc.) se galleggiava.
Qui accanto foto dell’esperimento
con la bacinella: nella bacinella
abbiamo messo i pezzi di legno
elencati prima per vedere se
galleggiavano e come
galleggiavano. Galleggiavano tutti
a parte il pongo che per
galleggiare doveva esser
modellato tipo barchetta; ma se
lo modellavamo in modo che fosse
piano non galleggiava ma
affondava più lentamente, perché
l’acqua lo sosteneva.
Qui accanto possiamo vedere
l’esperimento dell’uovo che consisteva
nel vedere se un uovo galleggiava.
All’inizio lo abbiamo messo in una
bacinella con dell’acqua e abbiamo
visto che affondava e stava sul fondo.
Qui accanto invece possiamo
vedere ancora l’esperimento
dell’uovo, però dentro l’acqua
abbiamo messo del sale e
abbiamo constatato che
galleggiava ma non tutto l’uovo
era fuori dall’acqua, era fuori
solo la punta.
È cambiata la
densità del
liquido
Prima:
Dopo:
Se metti un cubo di legno nell’acqua puoi
vedere che l’acqua si alza perché il cubo
occupa dello spazio che toglie all’acqua. Se
alzi un po’ il cubo l’acqua si abbassa perché
il cubo uscendo dall’acqua le rende un po’
più di spazio.
Il cubo era attaccato ad un
dinamometro che ci permetteva di
pesare il cubo:
Il peso diventava prima 2/3 poi 1/3 se
lo facevamo galleggiare fino alla prima
tacca o fino alla seconda tacca.
Quando galleggiava tutto immerso, il
peso era zero.
L’ intensità della spinta idrostatica è pari al
peso del liquido o del gas spostato dal corpo
LABORATORIO H2O
È venuta un’operatrice
della COOP che ci ha
proposto delle attività e
giochi per imparare a
risparmiare acqua
Lo scopo di questo gioco era di riempire
delle caraffe con acqua; si gioca in 4
gruppi, in centro c’è una vasca e in fondo
ai gruppi c’erano le caraffe. Ogni tot di
tempo la conduttrice del gioco
rimetteva acqua nella vasca. Dovevamo
trovare una strategie e il segreto era di
condividerla tra i gruppi in modo da non
finire la riserva altrimenti nessuno
poteva vincere