VIA CRUCIS
contemplando
la Sacra Sindone
avanzamento manuale
PRESENTAZIONE
La Sindone di Torino è un lenzuolo funerario di lino (m. 4,36 × 1,20) che
presenta con impressionante realismo i segni delle ferite e della morte di
un crocifisso: l’Uomo della Sindone.
Nel 1898, il fotografo astigiano Secondo Pia scopriva con sorpresa e
commozione come essa fosse il “negativo fotografico” di un’immagine
prodotta dal sangue. Da allora, numerose branche della scienza (più di una
trentina) l’hanno fatta oggetto di accurate indagini.
Lo studio scientifico ha il compito di accertarne l’origine, i percorsi storici,
la natura e la formazione dell’immagine, l’identità di colui che vi è stato
avvolto, le coincidenze con i racconti evangelici, senza presumere di
affermare o negare quanto esula dalla sua competenza ed appartiene
invece all’ambito della fede.
Anche la Sindone, dunque, invita la scienza e la fede ad accogliersi e ad
integrarsi, non a contrapporsi.
Allo stato attuale, le indagini scientifiche sulla Sindone permettono di
ritenere molto elevata la probabilità (ma per numerosi studiosi è una
certezza) che essa risalga al Crocifisso di cui narrano i Vangeli: Gesù di
Nazareth, i cui discepoli da duemila anni credono essere il Cristo, il Figlio
dell’uomo e Figlio di Dio, morto e risorto per la salvezza degli uomini.
Nel corso dell’Anno Giubilare 2000, San Giovanni Paolo II ne volle
l’Ostensione pubblica e si recò egli stesso in pellegrinaggio per venerarla,
se non come reliquia accertata, tuttavia come icona eloquente che, sia
pure nel rispetto della scienza, rimanda inequivocabilmente la mente e il
cuore alla Passione, Morte, Risurrezione di Cristo.
È con questa intenzione che la contemplazione della Sindone viene
proposta come “Via Crucis” a chi cerca nella Croce e in Gesù che l’ha
portata non più il simbolo di un patibolo ma una pedagogia alla fede, un
conforto nel dolore, una scuola di carità, una speranza nella vita eterna.
PREGHIERA INIZIALE
Signore Gesù, raccolto davanti al misterioso telo della Sindone e
accantonate con rispetto le considerazioni sul suo studio scientifico,
mi soffermo nella contemplazione delle dolorose ferite e del Volto
mite e solenne dell’Uomo che vi fu avvolto.
Tutto mi conduce a Te e al cammino della tua Croce.
Fa’, o Signore, che il ricordo della tua Passione imprima la tua
immagine non su di un lino, ma sulla mia stessa anima, rinnovandola
con il tuo perdono e con la tua grazia. Amen.
I stazione
GESÙ AGONIZZA
La Sindone è una fotografia
In
preda all’angoscia,
ottenuta
con il sangue.
Gesù
pregava
più
intensamente,
II primo
sangue
Gesù
lo versa
enell'orto
il suo sudore
degli olivi. San Luca,
divenne
gocceche
di sangue
medico, come
ci riferisce
il suo che
cadevano
a terra.
sudore diventa
sanguigno.
Poi,
rialzatosi, andò
dai discepoli
La sudorazione
ematica,
econosciuta
li trovò cheanche
dormivano
oggi in
per
la tristezza.
medicina,
avviene quando il
E
disseè loro:
fisico
sotto-posto ad una
“Perché
violenta dormite?
emozione: i vasi capillari
Alzatevi
e pregate,
si rompono
ed emettono sangue,
per
entrare ad
in tentazione”.
chenon
si mescola
una
sudorazione diffusa ed
(Lc 22,31)
imponente.
Signore,
insegnami a condividere
È la Te
prima
volta
che Gesù
chiedee
con
anche
il tempo
del dolore
qualcosa
sé ai suoiper
amici:
di
sostare per
in preghiera
essere
vorrebbe
averlie vicini
nella sua
da
Te sorretto
incoraggiato
angoscia,
in preghiera.
Ma della
essi
quando
giunge
per me l’ora
dormono. e della prova.
tentazione
È il primo oltraggio della Passione,
poi le percosse non si contano più.
II Volto di Gesù, nella Sindone,
Uno dei le
servi
conserva
tracce di queste
che gli stava
accanto
violenze.
Appaiono
evidenti le
tumefazioni:
sotto
l'occhio destro,
gli diede uno
schiaffo
su tutta la guancia destra fino al
labbro e al mento, al (naso,
Gv 18,fratturato
22)
per vio-lente percosse (Lc 22, 63)
che hanno contuso e distorto il
setto nasale.
II volto rappresenta la parte più
nobile ed eloquente dell'uomo: ne
rivela i sentimenti, i tratti dell’animo,
la bellezza interiore. Sfigurare il
volto assume il significato
Signore, fammi comprendere che le
dell'offesa più grave. Gesù accetta
umiliazioni, anche le più ingiuste,
anche questa umiliazione,
mi avvicinano a Te e vincono l’odio
ricordando la profezia che
se mi affido alla forza della verità,
affermava: “Non ho nascosto il mio
della mitezza e del perdono.
volto a coloro che mi scherni-vano
e mi percuotevano” (Is 50, 6).
II stazione
GESÙ È PERCOSSO AL VOLTO
Gesù è stato legato con le mani in
alto e con il viso rivolto alla colonna.
Le ferite provocate dalla
Allora
Pilato rilasciò
loroin
Barabba;
flagellazione
si contano
numero poi,
dopo
aver sul
fatto
flagellare
Gesù,
maggiore
dorso
che non
sullo
consegnò
nelle
loropresenti
mani. sugli
torace e non
sono
(Mt
26, 27)
avambracci.
Il flagello usato per questa tortura,
fatto di strisce di cuoio, termina con
una coppia di sfere di piombo che,
nell'impeto della sferzata, si conficcano nella carne e si ritraggono
lacerandola.
Quanti i colpi? Sulla Sindone se ne
contano più di un centinaio: più di
quaranta sferzate con una frusta che
Signore,
cercare
in Te il
porta dueaiutami
strisce.a Sotto
i colpi
perdono
mie
ricordando
ripetuti, ildelle
corpo
dicolpe,
Gesù prima
si
che
“hai portato
nel tuo
corpo
arrossa,
poi diventa
livido
e si i
nostri
peccati
che dalle
tue dai
spacca,
finché…il esangue
sprizza
piaghe
siamo
stati guariti.
solchi enoi
cola
sul lastricato.
(1Pt 2,e24)
“Maltrattato, si lasciò umiliare
non
aprì la sua bocca” (Is 53 ,7)
III stazione
GESÙ È FLAGELLATO
I chirurghi sanno bene quanto sanguini una ferita alla testa.
La
con e,
evidenza
Lo Sindone
vestironosegnala
di porpora
intrecciata
un'abbondante
colatagliela
di sangue
sulla
una corona di spine,
misero
sul
fronte.
II coaguloilparte
dalla vena
capo; piegando
ginocchio
davanti a
frontale
e scende sinuosamente
finooa
lui, lo schernivano
dicendo: “Salve
raggrumarsi
sul sopracciglio sinistro,
re dei giudei”.
prendendo la forma di un 3 rovesciato,
E gli percuotevano la testa con una
dovuta al corrugarsi della fronte nello
canna.
spasimo del dolore.
(Mt 15, 17-18)
La maggiore densità dell'emorragia si
riscontra sulla nuca. Nelle convulsioni
delle ore passate sulla croce, la testa,
sollevandosi, sfrega contro il patibolo
e le spine dilaniano il capo del
Signore. “Ecco il vostro re!” (Gv 19,
14)
Signore, porti il tuo dolore senza
Era venuto per instaurare un regno di
misura ricolmandolo con il tuo amore
amore, e invece è perseguitato
divino. Accetta il mio pentimento e
dall’odio di coloro che aveva
questa mia fede, debole ma sincera,
beneficato, abbandonato dagli
che riconosce solo in te il suo vero Re.
apostoli, rinnegato da Pietro, tradito
da Giuda. E vede tutti i peccati
dell’umanità. Anche i miei peccati.
IV stazione
GESÙ È CORONATO DI SPINE
Gesù porta sulle spalle il “patibulum”, il
braccio trasversale della croce che
dovrà poi essere agganciato su quello
Ed egli, portando
la sua croce,
verticale,
infisso permanentemente
nel
s'incamminò
verso il luogo detto
luogo
del supplizio.
Calvario..
La
lunghezza, sufficiente ad accogliere
l'apertura delle braccia, è almeno di due
(Gv mezzo
19, 16)
metri, ed il peso quindi è di oltre
quintale: notevole per un uomo
normale, immenso per un uomo
malmenato e dissanguato.
La trave è tenuta obliqua sulla spalla
destra, già coperta di piaghe che si
riaprono e si allargano.
Alle cadute, il peso schiaccia tutto il
corpo:
la fammi
contusione
più ampia
Signore,
comprendere
ed della
spalla
destra
quella
della scapola
accettare
chee “il
tuo giogo
è soave sinie il
stra
si
spiegano
col
peso
e
con
l'escotuo peso è leggero” e che vuoi
riazione
del legno
condividerlo
con menel
pertrasporto
condurmi della
croce
cadute.
lungoeilnelle
cammino
della vera vita.
Sulla tunica che Maria ha tessuto,
(Mt 11,una
30)
enorme macchia di sangue va sempre
più allargandosi.
V stazione
GESÙ PORTA LA CROCE
VI stazione
GESÙ CADE PIÙ VOLTE
Cadere su una strada, lastricata o
sterrata
ed accidentata
sia,
Costrinsero
a forza un che
certo
Simone
comporta
di Cirene,inevitabilmente
che tornava daidolorose
campi, a
contu-sioni
ed escoriazioni
alle
portare la sua
croce.
ginocchia. Se poi chi cade(Mc
porta
15,un
21)
peso sulle spalle, i traumi sono
ancora maggiori.
Un uomo che incespichi mentre porta
un carico sulla spalla destra cade appoggiandosi per primo sul ginocchio
destro.
Signore, sei caduto a terra per poter
La
Sindone, oltre
presentare
raggiungere
ogniche
uomo
umiliato quedal
sto
ginocchio
più
tumefatto,
ne
mette
peccato, e risollevarlo, insieme a Te,
innella
maggior
evidenza le ferite.
sua dignità.
“Aiutatevi
l'un l'altro
a portare
Solleva anche
me, Signore,
edi vostri
insepesi.”
(Gal
6,
2)
gna a tutti noi ad aiutarci
fraternamente portando insieme i
pesi che ci opprimono.
Giunti sul Calvario, strappano a Gesù la
tunica che aderisce alle piaghe. Poi lo
distendono a terra, mentre la polvere e la
ghiaia impastano le ferite. Lo afferrano
per
braccia
e lonelle
stirano
a forza
“Se le
non
gli vedo
mani
il forosul
dei
patibolo.
Un chiodo
quadrato
e
chiodi e non
metto illungo,
dito nel
posto dei
appuntito,
appoggiato al polso, poiché
chiodi, nonècredo...”
il
palmo
non
avrebbe
al peso
e si
“Metti
qua
il tuo
dito, eretto
guarda
le mie
sarebbe
mani.” lacerato.
I colpi del grosso martello
(Gvaprono
20, 25 ee 27)
dilaniano la piaga finché il chiodo non si
conficca nel legno.
La lesione del nervo mediano ha fatto
ripiegare sotto il palmo il pollice, che,
infatti, nella Sindone non appare. La
lesione dei grossi tronchi nervosi dà lo
spasimo più atroce che un uomo possa
Signore, ti offro le mie mani, perché
sopportare: i nervi feriti rimangono a
Tu possa continuare ad aiutare,
contatto col chiodo, sul quale tra poco
servire, curare, benedire, pregare,
tutto il peso del corpo farà sentire la
anche quando sono inchiodate al
trazione e li farà vibrare ad ogni scossa.
dolore o immerse nell’attività.
Per l'altro braccio gli stessi gesti e gli
stessi dolori.
VII stazione
GESÙ È INCHIODATO ALLA CROCE
Rimettono in piedi il condannato,
sollevandolo dalle estremità del palo
trasversale. Quindi, facendolo camminare all'indietro, lo addossano al palo
verticale.
Ed io, quando sarò elevato da terra,
Poi,
conaun'energica
attirerò
me tutti gli spinta
uomini.verso
l'alto, agganciano il patibolo(Gv
alla12, 32)
sommità dello stipite. Le spalle di
Gesù, già scarnificate dalla flagellazione e dal carico della croce, strisciano dolorosamente all'insù contro
il legno ruvido.
Inchiodano i piedi: il sinistro sopra il
destro, con un solo chiodo. Nella
Sindone il piede destro ha lasciato
un’impronta minore rispetto al sinistro:
nel sepolcro
ha conservato
la
Signore,
com’è difficile
intravedere
rigidità
cadaverica
dellasta
croce.
la salvezza
in Uno che
per
Non
manca
chi inveisce
vergognomorire!
Insegnami
a vedere
il bene
samente:
“Non
sei tu il Cristo? Dunanche nelle
avversità,
que
salva te stesso
noi.”
nell’umiliazione,
nelesacrificio
(Lc
23, 35.39)
compiuto
per amore.
VIII stazione
GESÙ È INNALZATO SULLA CROCE
L’agonia di Gesù si protrae da
mezzogiorno alle tre del pomeriggio.
Le due direzioni delle colate di
sangue che fuoriesce dai polsi
stanno ad indicare l'alternarsi delle
Era già quasi
l'orainsesta,
quando
le il
posizioni
di Gesù
croce:
quando
tenebre
stesero suaccasciato
tutta la terra,
corpo
si si
abbandona
nello
fino all'ora nona.
sfinimento,
il sangue scende lungo
(Lc 24, 44)
l'avambrac-cio fino al gomito.
Quando invece Gesù, per dar tregua
allo spasimo, si solleva prendendo
come appoggio il chiodo dei piedi e
porta le braccia parallele al patibolo,
allora il sangue cola perpendicolare
Signore,
a chiedere
al
braccioinsegnami
e cade a terra.
In quei
umilmente
il perdono
e a riceverlo
momenti
i polmoni
prendono
un po'
con
gratitudine,
adquesto?
invocarlo
con
di
respiro.
Perché
Perché
costanza
e ad
offrirlo
con perdona
Gesù
vuole
parlare:
“Padre,
prontezza:
a noi
i nostri
loro,
perché“Rimetti
non sanno
quel
che
debiti, come
noi34)
li rimettiamo ai
fanno.”
(Lc 23,
nostri debitori”.
IX stazione
LE TRE ORE DI AGONIA DI GESÙ
X stazione
I CRAMPI MUSCOLARI
Io tendo le mie braccia verso di te:
Nella
Sindone,
i muscoli
si presentano
affrettati,
Signore,
esaudiscimi!
Vedi,
irrigiditi.
II fenomeno
non ne posso
più! dei crampi che
talvolta sperimentiamo in un(Sal
polpaccio
142) o
fra le costole, nei crocifissi raggiunge il
parossismo, in forma tetanica, e si
estende interamente a tutte le membra
del corpo. Mentre tutto il peso grava sulle
braccia, quasi subito, i crampi insorgono
nei
muscoli
degli avambracci,
poi della
Signore,
aiutami
a vivere i disagi
passano
braccia
e si prolungano
al
vita nonalle
nella
solitudine
e nella
tronco
fino aglima
artinella
inferiori.
disperazione,
comunione con
“Ho
attorno: con
nessuno
che mi
Te eguardato
nella solidarietà
chi soffre,
aiutasse;
ho atteso
condolore
angoscia:
affinché anche
il mio
possa
nessuno
che mi
sostenesse!”
(Is 63)
testimoniare
la fede
e sprigionare
l’amore verso chi mi è accanto.
XI stazione
GESÙ MUORE SULLA CROCE
Lucidamente dolorosa la Passione,
ma ancor più dolorosa la Morte.
Nella Sindone il torace di Gesù ha un
Gesù, dopo aver mandato un grande
rilievo molto marcato. Nello spasimo
grido, rese lo spirito.
della trazione, la gabbia toracica si
(Mt 27, 50)
arresta in stato di dilatazione. I
polmoni non sono più in grado di
introdurre l’aria e, anche per
l’imponente emorragia, non
provvedono più alla ossigenazione
del sangue. Il condannato muore tra i
dolori per asfissia, come se qualcuno
lo soffocasse alla gola.
E SPIRÒ.
Adamo aveva ricevuto da Dio il soffio
Signore, fa’ che io pensi anche alla
della Vita, persa poi con il peccato;
mia morte e mi prepari ad essa
Gesù, il nuovo Adamo, con l’ultimo
come alla rinascita nella vera Vita.
respiro ci ridona la Vita di Dio
rendendo il suo Spirito.
La Sindone riporta sulla parte destra dei
XII stazione
torace l'impronta di una grossa ferita:
UNA LANCIA TRAPASSA IL CUORE
una lancia ha trafitto il cuore,
svuotandolo del sangue e del siero
abbondante
provocato
dalle violenze
Venuti a Gesù,
poiché videro
che era e
dalla
doloro-sa
agonia.
Per gli ebrei
il
già morto,
non gli
spezzarono
le
cuore
del
sacrificio
eragli
nella
morte
gambe,
ma
uno dei non
soldati
aperse
della
vittima,
nell'aspersione
del
il costato
conma
la lancia
e subito ne
sangue,
che essi
consideravano come
uscì sangue
ed acqua.
sede della vita. Il sangue che
(GvGiovanni
19, 23)
vede sgorgare è dunque un vero
sacrificio, dono perenne di vita
all'umanità morta per il peccato.
L'acqua effusa dal suo Cuore,
nell’intenzione di Gesù, è il fiume dello
O Vergine
Santa,
la per
mia
Spirito
Santo
che accogli
ci manda
gratitudine per
avervita
accettato
trasmetterci
la sua
divina. di
divenirmi
doloroso
parto
Gesù
è giàMadre
morto:nel
non
soffre per
questa
della Croce
e conservami
sempre
ferita.
Essa tuttavia
raggiunge
il cuore
sottoMadre.
la tua materna
della
Nel suo protezione.
dolore si compie
“ciò che manca alla Passione di Gesù,
per il suo Corpo che è la Chiesa” (Col 1,
24). Anche per la sua sofferenza ora la
Chiesa è Tempio dello Spirito di Dio.
Durante il trasporto al sepolcro, nel
ripiegare il corpo di Gesù e nel
comporlo dentro alla Sindone, si
produce un'altra impronta di sangue.
Giuseppe
preso il corpo di
Dalla
ferita d'Arimatea,
del costato esce
Gesù, l'avvolse
in una
candidache
sin-si
un’imponente
colata
di sangue
done e losul
depose
suo sepolcro
raccoglie
fianconel
e impregna
il
nuovo, che
scavare
lenzuolo.
Poi,aveva
Gesùfatto
è ripo-sto
nelnella
roccia.
sepolcro.
(Mt 27, 59)
La vita di Gesù è raccolta tra la
mangiatoia e il sepolcro: come non
vedere le loro eloquenti analogie? Due
“culle” lo accolgono in una grotta che
Signore,
ti offro tutto
stesso,
non
gli appartiene,
dueme
bianchi
linidal
ne
primo istante
della mia vita al
mio
avvolgono
premurosamente
il corpo,
ultimo
respiro.
ma
là il Verbo
di Dio vagisce, qui tace.
Affidositutto
ciò che sono
che
Tutto
è compiuto
per lastato,
nostra
sono e che
sarò,
alla tua divina
salvezza:
là per
condividere
la nostra
Misericordia.
esistenza
terrena, qui per accoglierci
nella sua esistenza eterna.
XIII stazione
GESÙ È DEPOSTO E SEPOLTO
XIV stazione
IL VOLTO UMANO DI DIO
Il Volto dell’Uomo della Sindone emana
unaVolgeranno
misteriosa loesguardo
affascinante bellezza,
che hanno
trafitto. nobile e
un a Colui
tratto
singolarmente
19, sulla
37)
solenne, si direbbe: regale. (Gv
Anche
Croce stava una scritta che diceva come
Colui che vi stava morendo fosse un Re.
Lì accanto, un ladrone pentito e
compassionevole lo aveva intuito:
“Ricordati di me, quando sarai nel tuo
Regno.”
“Oggi sarai con me in Paradiso”, aveva
risposto Gesù.
Ora, nel buio e nel silenzio del sepolcro
Gesù
è morto
tuttavia
attende:
“ Tu, o
Signore,
comeeloro,
anch’io
ti prego:
Dio,
non
permetterai
“Il tuo
Volto
io cerco, che il tuo Santo
veda
la corruzione.”
(At”2, 27)
mostrami
il tuo Volto!
(Sal 15)
Tra non molto, i discepoli ne vedranno il
Volto regale e glorioso.
PREGHIERA CONCLUSIVA
Signore Gesù, le sofferenze della tua Passione e Croce mi hanno
commosso e allo stesso tempo consolato.
Tu conosci la fragilità dell’uomo e ne perdoni le colpe: rafforza la mia
fede, illumina il mio cammino, insegnami a contemplare nel tuo Volto
di crocifisso l'Amore divino che sempre sa offrire il conforto nel dolore,
la speranza nella prova, la via della vita e la certezza della Risurrezione.
Amen.
Volto adorabile di Gesù,
sola bellezza che mi rapisce,
imprimi in me la tua divina immagine,
perché Tu non possa guardare la mia anima
senza contemplarvi Te stesso.
Santa Teresa di Gesù Bambino e del Volto Santo
(Teresina di Lisieux)