tesi sull’agire di Dio 1. In quanto realtà trascendente Dio agisce nel mondo sempre attraverso cause seconde. Volesse Dio agire Dio nel mondo direttamente diventerebbe una realtà categoriale: causa seconda tra le cause seconde. Dio agisce il mondo, non nel mondo. 2. La creazione costituisce l’agire trascendente/trascendentale di Dio. Ovvero: è agire trascendente, poiché trascende ogni altra azione delle creature nel mondo; agire trascendentale, poiché rende possibile, cioè fa essere, qualsiasi agire mondano. 3. Ogni evento e ogni essere, in quanto essere creato ed evento storico-mondano, dipende totalmente e radicalmente dall’agire trascendente di Dio. Ogni evento o essere, dunque, si dice creato da Dio poiché dipende totalmente e radicalmente da Dio. 4. Dio non può agire direttamente nella storia non perché non è capace, ma poiché Dio non si contraddice. L’agire trascendente di Dio, inoltre, non aumenta o diminuisce. Non si può quindi affermare che Dio agisce qui e ora di più, di quanto avesse fatto lì e prima o dopo. L’agire trascendente di Dio è totale in ogni momento e Dio agisce pienamente sempre. 5. Poiché Dio non agisce mai senza l’agire categoriale delle sue creature, ne segue che la risposta della creatura, la quale può accogliere, più o meno, l’agire di Dio, determina l’agire stesso di Dio. Ne segue che l’azione di Dio si realizza secondo una gradualità, la quale pur essendo una gradualità della creatura, è allo stesso tempo di Dio. 6. La risurrezione costituisce il momento in cui l’azione trascendente di Dio viene accolta pienamente e definitivamente da una creatura. Nella sua vita-passionemorte Gesù Cristo corrisponde totalmente e radicalmente all’agire trascendente di Dio. Tale corrispondenza di Gesù rivela la piena e totale azione che Dio esercita su ogni creatura, ma che nessuna creatura – prima di lui – aveva lasciato manifestare ed agire. Nel Nuovo Testamento troviamo formule in cui si esprime che è Dio Padre a risuscitare Gesù Cristo; altre in cui Gesù Cristo è risorto/risuscitato, dove il soggetto è Gesù stesso. 7. La risurrezione costituisce dunque la realizzazione piena e totale dell’agire trascendente di Dio, e non un agire particolare di Dio all’interno dell’agire categoriale delle cause seconde. 8. La risurrezione costituisce un nuovo agire di Dio nella storia, nel senso che manifesta quell’originaria azione di Dio nel mondo che c’è sempre stata, ma che mai era stata definitivamente e totalmente accolta da un uomo. 9. Parafrasando ciò che afferma Tommaso nella Summa Theologiae, III, q.2, a.7 ad secundum a proposito dell’incarnazione: «Dio si è unito alla creatura, in quanto la creatura è stata unita a lui senza mutamento di Dio», si può dire che la risurrezione è l’evento dell’affidarsi dell’uomo Gesù all’agire incondizionato di Dio. Una fiducia e consegna di sé così radicali a Dio Padre che fa vedere nuovamente l’originario agire trascendente di Dio, tale da farlo vedere in tutta la sua pienezza e totalità. 10. Un altro modo per esprimere questa risposta radicale e totale a Dio dell’uomo Gesù, che finora abbiamo espresso con risurrezione, è figliolanza.