ELETTROMAGNETISMO E ULTRASUONI IL LAVORO CON APPARECCHIATURE CHE PRODUCONO CAMPI ELETTROMAGNETICI O ULTRASUONI DOCUMENTO INFORMATIVO A cura di: Servizio di Prevenzione e Protezione Servizio di Ingegneria Clinica L’informazione sui rischi per la salute nei luoghi di lavoro è un diritto del dipendente. L’attività di informazione può essere svolta in diversi modi, in particolare l’art. 3 punto f) del D.Lgs 626/94 prevede che il datore di lavoro si avvalga in questo del Servizio di Prevenzione e Protezione (art. 9 punto d). Introduzione Finalità dell’incontro è quello di presentare e conoscere questi fenomeni fisici, la loro pericolosità per la salute e gli aspetti normativi che ne regolamentano l’uso. Tratteremo quindi i seguenti argomenti: aspetti fisici rischi per la salute normativa essenziale di riferimento Quadro generale L’analisi delle caratteristiche fisiche permette di conoscere quali siano: i rischi ed i danni conseguenti e pertanto quali provvedimenti adottare per prevenirli La presenza di rischi ed eventualmente di danni spiega il perché anche dell’intervento legislativo. Esso si è reso necessario per far sì che l’utilizzo di questi prodotti sia possibile solo nel rispetto di determinate condizioni. Glossario SPP o Servizio di Prevenzione e Protezione Medico competente RLS o Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza TLV (thereshold limit value) o Valore Limite di Soglia SPP Presente presso ogni azienda pubblica o privata ai sensi dell’art. 8 del 626, ha lo scopo di: valutare i rischi, proporre le opere di bonifica svolgere attività di informazione e formazione nei confronti dei lavoratori Medico Competente E’ una figura prevista già dall’art. 33 del DPR 303/56 e successivamente dall’ art. 7 del D.Lgs 277/91 e dall’art. 4 del D.Lgs 626/94. Suoi compiti sono quelli di effettuare le visite mediche ai dipendenti esposti a rischi esprimendo i giudizi di idoneità, visitare i luoghi di lavoro assieme al SPP e più in generale di collaborare alla predisposizione delle misure di tutela della salute dei lavoratori. RLS Si tratta di dipendenti che devono essere individuati nelle aziende pubbliche o private ai sensi dell’art.18 del 626. Principali compiti sono quelli di promuovere l’individuazione e l’attuazione delle misure di prevenzione idonee a tutelare la salute e di fare proposte in merito all’attività di prevenzione TLV ovvero i valori limite della soglia di danno I TLV indicano per ogni sostanza o aspetto fisico (luce, rumore, temperatura, ecc.) quali siano le concentrazioni atmosferiche o i limiti cui si ritiene che la maggior parte dei lavoratori possa rimanere esposta ripetutamente, giorno dopo giorno, senza effetti negativi per la propria salute. Tuttavia, a causa della variabilità individuale una piccola percentuale di lavoratori può accusare disagio o danno a concentrazioni o o valori inferiori al TLV. Condizioni personali quali il fumo, l’alcool, l’uso di droghe o farmaci possono altresì rendere alcune persone più sensibili Pertanto i TLV non costituiscono una linea di demarcazione netta fra concentrazione o livelli sicuri e quelli pericolosi. I TLV sono stabiliti sulla base dei dati più attendibili ricavati dall’esperienza industriale, dalle ricerche sull’uomo e da quelle sugli animali. Il criterio con cui il limite viene fissato può variare a seconda della sostanza o del fenomeno fisico: a volte ci si propone di prevenire i danni per la salute, in altri di eliminare fenomeni irritativi, di narcosi, di disagio o di altre forme di stress. Aspetti fisici dell’elettromagnetismo e degli ultrasuoni a cura del Servizio di Ingegneria Clinica dell’ULSS 5 CAMPI ELETTROMAGNETICI Le onde elettromagnetiche derivano il loro nome dal fatto che presentano una componente elettrica ed una magnetica. La presenza di cariche in movimento (componente elettrica) genera un campo magnetico; a sua volta un campo magnetico variabile nel tempo genera un campo elettrico. Inquinamento elettromagnetico Con questo termine si indica la presenza di campi elettromagnetici che possono interferire con le apparecchiature elettriche, elettroniche e con il corpo umano. Compatibilità elettromagnetica (EMC) E’ la capacità di un apparecchio o impianto elettrico o elettronico di funzionare correttamente senza introdurre disturbi che possano interferire con il funzionamento di altre apparecchiature (decreto 615/96). La marcatura CE dei prodotti comprende la conformità anche ai requisiti EMC quindi garantisce che il prodotto non sia fonte di disturbo per altre apparecchiature, ne suscettibile di essere disturbato. Le onde elettromagnetiche sono caratterizzate da due grandezze fisiche: · la frequenza · la lunghezza d’onda Questo consente all’interno dello spettro di emissione elettromagnetico di distinguere e suddividere le onde in bande ben determinate. BANDE FREQUENZA ELF 0-3 kHz extremely low frequency VLF 3-30 kHz RF very low frequency LF 30-300 kHz RF low frequency MF 300 kHz-3 MHz..RF medium frequency HF 3-30 MHz RF high frequency VHF 30-300 MHz MW very high frequency LUNGHEZZA D’ONDA > 100 km 100-10 km 10-1 km 1 km- 100 m 100-10 m 10-1 m BANDE FREQUENZA UHF 300 Mhz-3 GHz MW ultra high frequency SHF 3-30 GHz MW super high frequency EHF 30-300 GHz MW extremely high frequency IR 0,3-385 THz infrarosso VISIBILE 385-750 THz UV 750-3000 THz ultravioletto RAD JONIZZANTI >3000 THz X, gamma LUNGHEZZA D’ONDA 1 m-10 cm 10-1 cm 1 cm-1 mm 1000-780 micron 780-400 micron 400micron-100 nm < 100 nm I campi elettromagnetici quindi non sono trattabili come se fossero un’unica entità, bisogna distinguere almeno i CEM a bassa frequenza (0 < 300 Hz) detti ELF, generati dagli apparecchi elettrodomestici e dagli elettrodotti dai CEM ad alta frequenza (da 300 Hz fino a 300 GHz) o “radiofrequenze” e quind RF, usati nelle telecomunicazioni, in ambito industriale, forni a microonde ed apparecchi per FKT (la Marconiterapia funziona generalmente a 27,12 MHz, la Radarterapia a 2,45 GHz). Le bande elettromagnetiche che rivestono interesse nel nostro caso sono quelle comprese fra le frequenze di 30 kHz e 300 GHz La lunghezza d’onda è la grandezza di riferimento utile per identificare le caratteristiche geometrico-spaziali del campo. Esse dipendono dalla distanza rispetto alla sorgente di emissione. La sua conoscenza permette quindi di definire: il campo radiato cioè la zona la cui distanza dalla sorgente è maggiore rispetto alla lunghezza d’onda, in esso le onde elettromagnetiche assumono l’aspetto di sfere che si allontanano dalla sorgente alla velocità della luce il campo reattivo cioè la zona la cui distanza dalla sorgente è inferiore rispetto alla lunghezza d’onda, in questa zona l’energia non lascia la sorgente ma viene da essa riassorbita. La conoscenza della geometria e delle caratteristiche spaziali dei campi elettromagnetici riveste fondamentale importanza per individuare le zone corrispondenti alle postazioni di lavoro degli operatori, allo scopo di valutare la tipologia e l’intensità della loro esposizione. Bisogna tuttavia ricordare che i campi elettromagnetici possono venir convogliati a distanza attraverso strutture metalliche (strutture di sostegno, reti di alimentazione elettrica, impianti di condizionamento, ecc) UNITÀ DI MISURA IMPIEGATE PER I CAMPI ELETTROMAGNETICI Intensità di campo elettrico misurata in Volt/metro (=V/m) Intensità di campo magnetico misurata in Ampère/metro (=A/m) Intensità dell’induzione magnetica misurata in Tesla (=T) Densità di potenza irradiata misurata in Watt/m2 (=W/m2) Entità dell’assorbimento misurata in Watt/kg (=W/kg) Utilizzo in ambiente sanitario Nell’ambiente sanitario sono utilizzati campi elettromagnetici a radiofrequenza e microonde per il trattamento di forme morbose in cui risulta utile la produzione di un rialzo termico in una zona localizzata all’interno dell’organismo. Le onde elettromagnetiche infatti penetrano nei tessuti esposti e producono riscaldamento in conseguenza dell’assorbimento di energia. Lo spessore di penetrazione del campo nel tessuto dipende dalla frequenza del campo e va aumentando con il diminuire delle stesse. Oltre ad impieghi terapeutici è possibile un loro utilizzo anche in campo diagnostico quali ad es. Risonanza Magnetica Termografia a MO Radar Doppler 10-70 MHz 0,5-2,5 GHz 2450 MHz Le applicazione terapeutiche comprendono essenzialmente: Marconiterapia Radarterapia Ipertermia Magnetoterapia Marconiterapia o diatermia ad onde corte. La parte da trattare viene introdotta in un campo elettromagnetico che interagendo con i tessuti produce un rialzo della temperatura locale tramite fenomeni di dissipazione termica. Utilizza frequenze comprese tra 27,12 MHz e 40,68 MHz. Essendo il riscaldamento dei tessuti lo scopo dell’effetto terapeutico, intorno agli elettrodi esistono necessariamente valori di campo particolarmente elevati. Ad es. si è osservato che a 15 cm di distanza da un elettrodo a condensatore è possibile registrare valori di campo elettrico di 1000 V/m e sulla consolle di comando del generatore i valori possono aggirarsi intorno ai 100 V/m Radarterapia o diatermia a microonde Si utilizza per riscaldare tessuti biologici esposti ad un campo elettromagnetico con frequenze del tipo microonde, l’energia elettromagnetica viene parzialmente trasformata in calore a livello dei tessuti. I valori di campo elettrico osservati in questo caso sono lievemente inferiori a quelli sopra indicati per la Marconiterapia ma restano pur sempre rilevanti. Magnetoterapia Questa applicazione sfrutta l’azione non termica dei campi elettromagnetici impiegati determinando pertanto dei bassi livelli di densità di potenza irradiata. ASPETTI SANITARI In tutte le considerazioni circa gli effetti dannosi delle radiazioni elettromagnetiche sul nostro organismo dobbiamo ricordare che i nostri sensi ed i nostri sistemi di regolazione operano usando micro correnti elettriche a bassa intensità e voltaggio. Queste si possono anche misurare, per esempio le nostre “onde” cerebrali possono essere registrate con un EEG. I campi magnetici spesso producono correnti e voltaggi più elevati di quelli presenti nel nostro corpo. I campi elettromagnetici penetrano nei tessuti esposti e producono riscaldamento a causa dell’assorbimento di energia. Lo spessore di penetrazione del campo nel tessuto dipende dalla frequenza del campo ed è maggiore alle frequenze più basse. Basse frequenze Soprattutto i campi a bassa frequenza possono causare irritazione del sensorio, del sistema nervoso e delle cellule muscolari. Più elevata è l’intensità del campo più forti saranno gli effetti. I campi ad alta intensità causano fenomeni di stress. Alte frequenze Il corpo umano è particolarmente sensibile ai campi ad alte frequenze. I campi ad alte frequenze generano calore, locale o generalizzato e quindi gli effetti più importanti sono quelli termici che non provocano danni finchè la circolazione sanguigna è in grado di compensare l’aumento di temperatura. Il corpo umano assorbe una grande quantità di energia a determinate lunghezze d’onda, (specie fra 30 e 300 MHz, con picco massimo a 70) per queste frequenze si comporta quasi come un’antenna e l’entità di assorbimento di energia dipende anche dall’orientamento del corpo rispetto al campo e dalla distanza dalla fonte in rapporto alla lunghezza d’onda. Per ogni corpo si può calcolare un coefficiente o “rateo specifico di assorbimento” (SAR), che esprime il quantitativo di energia radiante trasformato in calore in funzione della massa corporea. Il SAR è importante perché viene utilizzato come base per stabilire i valori limite. Sono considerati sicuri i livelli di SAR inferiori a 0,4 W/Kg come media sul corpo intero. Effetti sulla salute All’esposizione a campi elettromagnetici vengono attribuiti vari quadri morbosi differenziabili a seconda che la loro insorgenza sia dovuta ad effetti di tipo termico oppure no, questi ultimi vengono definiti come “effetti non termici”. Fra i primi sono riconducibili quadri clinici a carico di organi con insufficienti capacità termoregolative per cui non riescono a dissipare efficacemente la produzione di calore e quindi: occhio gonadi maschili Occhi sono registrate opacità del cristallino e della parte anteriore del vitreo a seguito verosimilmente di denaturazione delle proteine. Gonadi A carico dei testicoli sono segnalati casi di dispermia, diminuzione della libido, riduzione del testosterone ematico. Anche a carico dell’apparato riproduttivo femminile sono stati rilevati a livello sperimentale sull’animale alterazioni del ciclo mestruale, aumento di aborti e di malformazioni. Gli effetti possono essere di tipo acuto: a carico di occhio, sistema cardiocircolatorio, endocrino, neurologico, emopoietico, immunologico e riproduttivo. I valori limite di esposizione sono stati studiati sulla base di questi effetti e questi effetti tendono ad impedire. I danni attribuibili ad effetti non termici sono riferibili prevalentemente al SNC con la comparsa di tre sindromi: astenica, astenico-vegetativa, diencefalica. Sono inoltre descritti casi di parestesie degli arti ed alterazioni dell’EEG. E’ da ricordare che a tutt’oggi non esiste la certezza di un rapporto di causa-effetto data l’elevata diffusione di tali sindromi nella popolazione generale e dato che numerosi altri fattori di stress possono coagire con valore causale o concausale. Effetti a livello endocrino, ematologico ed immunologico. A livello di ricerca sperimentale si è notato che l’esposizione acuta o protratta a microonde può determinare significative alterazioni dei tassi ormonali, in particolare per gli ormoni tiroidei e surrenalici, queste vengono interpretate come risposte fisiologiche allo stress termico indotto. Sul versante ematologico ci sono segnalazioni di alterazioni del quadro ematico interessanti sia la serie rossa come quella bianca. Accertamenti sanitari Considerato quanto sopra i target biologici critici da studiare in occasione degli accertamenti sanitari prima dell’esposizione sono nell’ordine: apparato oculare congiuntiva, cornea visus, cristallino, fundus pressione endooculare sistema nervoso e neuroendocrino visita neurologica con tempi di reazione (tramite la somministrazione di test valutativi delle sindromi neurasteniformi es. MMPI ovvero Minnesota Multiphasic Personality Inventory e la SSAD ossia Scala Sintomatologica Ansioso Depressiva) sistema emopoietico emocromo con formula sistema riproduttivo spermiogramma dosaggio testosterone, gonadotropine, FSH, ATP E’ consigliabile inoltre una visita cardiologica con esecuzione di ECG. Allo stato attuale si può dire che livelli di SAR vicino al limite fissato per i lavoratori (0,4 W/kg) potrebbero prefigurare la possibilità di un effetto a carico di alcune strutture oculari e del sistema neuroendocrino. Tabella riassuntiva delle manifestazioni morbose attribuite a RF e MW OCCHIO cataratta opacizzazione del cristallino opacità corneali congiuntivite lesioni retiniche aumento della pressione endooculare CUORE E CIRCOLAZIONE bradicardia ipotensione ipertensione variabilità pressoria variabilità del ritmo cardiaco alterazione test funzionali alterazioni ECG (allungamento tratto P-Q e del complesso QRS) acrocianosi SISTEMA NERVOSO alterazioni EEG: onde lente e diminuita ampiezza delle onde alfa comparsa di onde teta e delta diminuita risposta alla fotostimolazione aumentata sensibilità a psicofarmaci vagotonia tremori alle estremità ed alle palpebre innalzamento della soglie uditiva, visiva notturna e tattile SANGUE linfocitosi assoluta labilità dei linfociti monocitosi modificazioni delle proteine plasmatiche riduzione del livello di istamina SINTOMATOLOGIA VARIA iperattività tiroidea aumentata iodocaptazione diminuzione della portata lattea diminuita risposta dei 17- chetosteroidi dopo stimolazione con ACTH oligo e azospermia rash cutanei fugaci iperidrosi, sudorazione notturna cadutta di capelli, fragilità ungueale SINTOMATOLOGIA SOGGETTIVA cefalea nausea, vertigini insonnia, irritabilità stanchezza, debolezza diminuzione della libido dolori toracici senso di malessere disturbi della memoria, riduzione dell’ideazione SINDROMI COMPLESSE Sindrome “astenica” (debolezza, facile affaticabilità, insonnia) Sindrome da “microonde” (vagotonia, bradicardia, ipotensione) Nota: questi sintomi compaiono entro i primi tre mesi e successivamente al 6°-8° mese ed al 5° anno. Effetti a lungo termine Circa effetti a lungo termine più che certezze sulla innocuità o sulla pericolosità, allo stato attuale si può fornire una stima sulle probabilità di danno, formulata sulla base di ipotesi sperimentali. Per quanto riguarda i CEM ad alta frequenza cioè RF non si hanno dati di induzioni neoplastiche; per gli ELF si rileva un’associazione statistica tra esposizione residenziale alle frequenze di rete e la leucemia infantile tanto che gli ELF sono classificati nella categoria 2B cioè “possibile cancerogeno”. LIMITI Sulla base di quanto detto prima è facile capire che debbono esserci diversi limiti di esposizione in funzione della frequenza del campo elettromagnetico e diverse tipologie di limiti in funzione del tipo di danno che si vuole prevenire. Sono quindi stati indicati dei “limiti di base” espressi attraverso grandezze dosimetriche strettamente correlate agli effetti sanitari e dei “livelli di riferimento” definiti mediante grandezze radiometriche che caratterizzano l’ambiente, si tratta in questo caso di grandezze esterne, facilmente misurabili con l’idonea strumentazione. Limiti 1 Hz - 100 kHz Fra 1 Hz e 100 kHz i limiti sono definiti in termini di densità di corrente indotta e tendono a prevenire effetti sulle funzioni del sistema nervoso. Limiti 10 MHz - 10 GHz Fra 10 MHz e 10 GHz i limiti di base sono definiti in termini di SAR per prevenire sia stress termici capaci di interessare l’intero organismo che eccessivi depositi localizzati di calore nei tessuti. Per i lavoratori i limiti di SAR raccomandati sono di 20 W/Kg per gli arti e di 10 W/Kg per la testa ed il tronco e 0,4 W/Kg per il corpo intero. Limiti 100 kHZ - 10 MHz Fra 100 KHz e 10 MHz i valori indicati servono a limitare sia la densità di corrente indotta sia il SAR. Limiti 10 GHz - 300 GHz Fra 10 GHz e 300 GHz i limiti sono definiti in termini di densità di potenza per prevenire il riscaldamento dei tessuti alla superficie del corpo data la scarsa capacità di penetrazione delle microonde (esposizione lavorativa massima = 50 W/m2). Limiti di induzione magnetica Per quanto riguarda il campo magnetico non sono riferiti effetti nocivi per esposizioni temporanee ad induzioni magnetiche statiche fino a 2 T (Tesla). Il limite di esposizione professionale è pari a 200 mT mediato nel tempo su di una giornata lavorativa con un valore massimo raggiungibile pari a 2 T (5 T per le estremità). Misure di prevenzione Nell’ambito della protezione sono sostanzialmente due le linee da seguire: individuazione di percorsi e di punti di stazionamento per il personale addetto e la misurazione dei livelli di esposizione nei punti più significativi; definizione di zone di rischio nelle immediate vicinanze delle singole unità. Le apparecchiature che generano radiofrequenze e microonde disperdono campi elettromagnetici nell’ambiente circostante che vengono ulteriormente convogliati da impianti elettrici o strutture metalliche. La diffusione di questi campi comporta un rischio aggiuntivo per gli operatori e per i pazienti oltre a creare problemi di compatibilità con altri impianti. Per evitare questi fattori negativi sono consigliati i seguenti accorgimenti: installazione di dispositivi di filtrazione per impedire il passaggio della radiofrequenza alla rete elettrica, per evitare che i campi dispersi in aria provochino esposizione indebita di altri operatori e pazienti è indispensabile che in prossimità delle sorgenti non vengano svolte altre attività, schermature alle pareti dei box di terapia con controllo del paziente attraverso oblò, in assenza di questo le distanze tra le sorgenti e le altre apparecchiature elettromedicali devono essere tali da ridurre i campi elettromagnetici trasmessi in aria a valori tali da non comportare interferenze, ridurre al minimo il tempo necessario a posizionare gli elettrodi di applicazione (azzerando la scala). ULTRASUONI Si definiscono ultrasuoni quelle vibrazioni meccaniche che si propagano in un mezzo elastico sotto forma di onde le cui frequenze sono superiori ai 16-20 kHz e non vengono percepite dall’orecchio umano. Oltre alla frequenza un’altra caratteristica da considerare è la potenza di emissione misurata in W/cm2. Le applicazioni degli US sono molteplici, in questa sede interessano quelle terapeuticomedicali che utilizzano frequenze dell’ordine dei 3 MHz. Il tasso di assorbimento degli ultrasuoni aumenta in funzione della loro frequenza mentre diminuisce la profondità della loro penetrazione nei tessuti umani. L’assorbimento di US è accompagnato da riscaldamento. Gli US ad alta frequenza (cioè con lunghezza d’onda molto corta) sono fortemente ammortizzati nell’aria e non esercitano alcuna azione sulla salute delle persone salvo quando ci sia contatto diretto fra l’apparecchio emettitore e la superficie corporea, esempio in caso di apparecchio difettoso. Gli US a bassa frequenza hanno invece un’azione generalizzata sull’organismo con l’intermediazione dell’aria. Con apparecchi molto potenti (6-7 W/cm2) quest’azione può provocare delle lesioni del sistema nervoso periferico e vascolari (polineuriti e parestesie delle dita delle mani e degli avambracci). In personale esposto a US a bassa frequenza ed alta potenza si osservano alterazioni del SNC e di quello periferico, del sistema cardio-vascolare, delle funzioni uditive e vestibolari, in certi casi si osservano anomalie endocrine ed umorali. In linea generale, sulla base delle attuali conoscenze si può dire che la pericolosità maggiore si verifica negli usi di US a bassa frequenza, quelli ad alta frequenza divengono pericolosi solo quando il contatto con il trasduttore sia diretto o attraverso dei liquidi. All’inizio la persona si lamenta di mal di testa prevalentemente fronto-nasale, orbitario e temporale e di facile affaticabilità, sensazione di pressione all’interno delle orecchie, instabilità alla marcia, vertigini e senso di malessere, questa sintomatologia peggiora durante la giornata mentre scompare con il riposo. Anche i disturbi del sonno come la sonnolenza durante la giornata costituiscono un’importante sindrome dell’effetto degli ultrasuoni. E’ frequente osservare un innalzamento della soglia di sensazione dolorosa, acustica, vestibolare e visiva. Viene segnalata anche insufficienza del tono vascolare con reazione vasomotoria molto intensa. L’azione sistemica degli US può inoltre manifestarsi con disturbi vestibolari e con aumento della temperatura cutanea. L’azione degli ultrasuoni sulla funzione uditiva è sensibilmente meno intensa di quella esercitata dal rumore ad alta frequenza ma comporta invece delle anomalie più pronunciate per la funzione vestibolare, la termoregolazione e la sensibilità al dolore. Meccanismo d’azione La frazione assorbita provoca una serie di eventi che variano a seconda della frequenza. Fino a 1MHz il fenomeno prevalente è quello della cavitazione, cioè la confluenza in bolle sempre più grandi delle bolle submicroscopiche di gas, sempre presenti nei liquidi fino a rompere meccanicamente le strutture in cui si formano. Con US di frequenze dell’ordine dei megahertz l’energia meccanica è prevalentemente trasferita alle strutture molecolari e cellulari con dissipazione finale in calore (effetto termico). Viene comunque riportato in molti lavori come dalle risultanze sperimentali ed epidemiologiche, salvo che per le esposizioni ad a US di alta potenza, non emergano quadri morbosi ben definiti, ne sicuramente attribuibili e molti dei sintomi riferiti potrebbero essere causati da agenti stressogeni ambientali di diversa natura. Sorveglianza medica La sorveglianza medica comporta oltre alla visita un’anamnesi particolarmente attenta al grado di inquinamento acustico presente negli ambienti lavorativi ed extra del soggetto controllato nonché l’esecuzione di esame audiometrico ed otovestibolare. Normativa Alla data odierna le principali norme di legge sono le seguenti: DM (sanità) 29/11/85: Disciplina dell’autorizzazione e uso delle apparecchiature diagnostiche a risonanza magnetica. Circolare 38 ministero della sanità del 27/5/87: Disciplina delle autorizzazioni all’installazione ed uso delle apparecchiature diagnostiche a RMN. DM (sanità) 2/8/91: Autorizzazione alla installazione ed uso di apparecchiature diagnostiche a RMN. Circolare 2170 dell’ISPESL del marzo 1992: Sicurezza dei lavoratori addetti ad apparecchiature diagnostiche a RMN. Circolare ministero sanità del 28/4/92: Sicurezza dei lavoratori addetti ad apparecchiature diagnostiche a RMN: censimento-prevenzione. DPCM 23/4/92: Limiti massimi di esposizione ai campi elettrico e magnetico generati alla frequenza industriale nominale (50 Hz) negli ambienti abitativi e nell’ambiente esterno. DM (sanità) 3/8/93: Aggiornamento di alcune norme concernenti l’autorizzazione all’installazione ed uso di apparecchiature a RMN. DPR 13/4/94 n° 336: Nuova tabella delle malattie professionali; al punto 51 della tabella vengono indicate come professionali le malattie causate da laser ed onde elettromagnetiche contratte in ambiente lavorativo. DPR 8/8/94 n° 542: Regolamento recante norma per la semplificazione del procedimento di autorizzazione all’uso diagnostico di apparecchiature a RMN. Il DPCM 28/9/95, la L. 31/7/97 n° 349 ed il successivo regolamento n° 381 del 10/9/98 recano norme per la determinazione dei tetti di radiofrequenza compatibili con la salute umana. L. 22/2/2001 n° 36: Legge quadro sulla protezione dalle esposizioni a campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici. Questa legge ha per oggetto impianti, sistemi, apparecchiature generanti campi elettromagnetici che possano comportare esposizione di lavoratori e popolazione con frequenza comprese tra 0 Hz e 300 GHz. Vengono stabiliti concetti quali: limite di esposizione: valore da non superarsi per impedire effetti acuti, valore di attenzione: valore che non deve essere superato negli ambienti abitativi, scolastici o comunque adibiti a permanenze prolungate obiettivi di qualità: criteri localizzativi, standard urbanistici utilizzo di tecnologie innovative, ecc. La definizione dei valori dei limiti e delle tecniche di misurazione dell’inquinamento elettromagnetico viene rimandata ad un successivo decreto da emanarsi entro 60 giorni. L’art. 12 prevede entro 120 giorni un decreto che contenga le informazioni che i produttori di apparecchi ecc. ad uso domestico e lavorativo devono riportare con apposita etichetta sugli apparecchi. Le informazioni comunque dovranno riguardare i livelli di esposizione prodotti, la distanza di utilizzo e le principali prescrizioni di sicurezza. FINE GRAZIE PER LA COLLABORAZIONE