focus clinici

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FOCUS CLINICI
MINERALOMETRIA OSSEA COMPUTERIZZATA (MOC)
La mineralometria ossea computerizzata (MOC) è una tecnica radiografica
utilizzata per valutare variazioni del contenuto minerale dell’osso, che si possono
verificare in seguito a menopausa, patologie renali, endocrinologiche, metaboliche
ecc. La MOC Total Body valuta il contenuto minerale dell’osso (BMC, bone mineral
content) e la sua densità (BMD, density mineral bone), relativi allo scheletro in toto
e ai particolari distretti esaminati (tratto lombare del rachide e/o collo del femore),
nonché la deviazione standard di tali parametri rispetto ai valori di riferimento nella
popolazione sana.
La MOC effettuata con tecnica DEXA utilizza una sorgente di raggi X a due
energie di bassa intensità. La doppia energia consente di effettuare misure della
densità ossea, indipendentemente dalla presenza del tessuto circostante.
L’apparecchiatura è composta da un tubo radiogeno, che emette raggi X collimati
a bassa energia, e da rilevatori che raccolgono dati relativi all’attenuazione che il
fascio subisce nell’attraversare il paziente e che vengono successivamente
digitalizzati. L’immagine risultante, visualizzata sul monitor, non ha utilità
diagnostica, ma consente esclusivamente di localizzare le aree sulle quali,
successivamente, viene effettuata la misurazione dei parametri clinici.
L’acquisizione dell’esame dura circa 10 minuti.
Elementi di Fisiologia e Scienza dell’Alimentazione – E. Battaglia, D. Noè
Copyright © 2008 – The McGraw-Hill Companies s.r.l.
FOCUS CLINICI
MORFOMETRIA VERTEBRALE
La morfometria vertebrale, misurando le altezze dei corpi vertebrali, permette di
definire in maniera oggettiva e riproducibile le fratture vertebrali. Si esegue
misurando le tre altezze (anteriore, centrale e posteriore) di un corpo vertebrale sui
radiogrammi del rachide dorsale e lombare, in proiezione laterale. Dapprima si
misura l’altezza posteriore della vertebra in esame; tale altezza non deve essere
inferiore a 4 mm (15%), rispetto alla media dell’altezza posteriore delle vertebre
adiacenti superiore e inferiore, ricordando che le altezze posteriori dei corpi
vertebrali aumentano in senso craniocaudale fino a L3. Una volta stabilita la
normalità dell’altezza posteriore della vertebra in esame, si procede alla
misurazione delle altezze centrale e anteriore, che vanno confrontate con l’altezza
posteriore stessa.
I tre tipi di fratture vertebrali risultano così definiti:
1. frattura a cuneo: riduzione di almeno 4 mm o del 15% dell’altezza anteriore
rispetto all’altezza posteriore;
segue
Elementi di Fisiologia e Scienza dell’Alimentazione – E. Battaglia, D. Noè
Copyright © 2008 – The McGraw-Hill Companies s.r.l.
2. frattura mono-biconcava: riduzione di almeno 4 mm o del 15% dell’altezza
centrale rispetto all’altezza posteriore;
3. frattura da compressione (collasso): tutte e tre le altezze vertebrali sono
ridotte di 4 mm o del 15% rispetto alla media delle corrispondenti altezze
delle vertebre adiacenti superiore e inferiore.
La morfometria può essere effettuata anche manualmente misurando (per
esempio, con un righello) direttamente sulle radiografie le altezze dei corpi
vertebrali sospetti per essere fratturati. Esistono comunque in commercio
dei software dedicati che consentono di eseguire la morfometria
computerizzata di 14 corpi vertebrali, da T4 a L5, sulle immagini radiologiche
digitalizzate mediante uno scanner.
Elementi di Fisiologia e Scienza dell’Alimentazione – E. Battaglia, D. Noè
Copyright © 2008 – The McGraw-Hill Companies s.r.l.
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