(Alain Goussot-Dipartimento di psicologia

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Georges Devereux e l’approccio
transculturale
(Alain Goussot-Dipartimento di psicologia-Università degli studi di Bologna)
L’approccio transculturale di Goerges Devereux
Quadro concettuale e attualità pratica
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Il paradosso di G.Devereux: particolarità etnicoculturale e unità psichica dell’umanità, Cultura e
culture
G.Devereux e l’identità meticcia
Complementarismo e indeterminatezza
Identità meticcia e molteplice: personalità idosincratica
e etnico-culturale
Il processo transculturale come processo ermeneutico
e traduzione
La sofferenza psichica , la comprensione del
funzionamento della condizione umana, e i processi di
deculturazione
I rischi dell’identità: dentro e fuori, etichettamento
/auto etichettamento, riduzione unidimensionale,
astigmatismo culturale, personalità modale,
acculturazioni antagonistica, dissociativa, reciproca,
stress. Trauma
Disorientamento, ridefinizione di sé, reinterpretazione,
nuova traiettoria, continuità e discontinuità,
connessione a se stesso, impoverimento del repertorio
potenziale personale, comprendere, comprendersi e
essere compresi
L’angoscia dell’incontro e il controtransfert
Il colloquio in un contesto multiculturale; lo spazio
antropologico dell’incontro, mediazioni, spazi mediati,
prossimità, ascolto e accoglienza della molteplicità,
pratica di prossimità
Breve accenno biografico
Devereux il meticcio e lo zingaro
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Georges Devereux è considerato come il fondatore moderno della psicologia transculturale e
dell’etnopsichiatria. Meticcio: di origine magiara , nato in lugos (attuale Romania) , di una famiglia
di origine ebraica, padre amante di lingua francese e madre tedesca. Vive tra l’est dell’Europa,
Parigi, Stati Uniti, Sud Vietnam
Nato a lugoj in Romania , parte ungherese, famiglia di origine ebraica, madre tedesca, padre
magiaro; multilinguismo, pluralismo culturale
La vicenda traumatica del fratello maggiore, la partenza per Parigi, studi di fisica con Pierre e
Marie Curie
Integra antropologia, sociologia, storia e psicoanalisi: a Parigi studia etnologia con Lévy-Bruhl e
Mauss, va negli Stati Uniti da A.Kroeber , fondatore della scuola di antropologia culturale
americana, passa diversi anni nelle tribù indiani delle riserve dell’Arizona per studiare la loro
concezione della salute mentale, della psicopatologia e della cura (Etnopsichiatria degli indiani
Mohave)
Si specializza in psicoanalisi e applica gli strumenti dell’analisi freudiana allo studio dei processi
psicoculturali
Accompagna le truppe americane nel Sud Vietnam durante la seconda guerra mondiale; vive fino
al 1947 tra le tribù Sedang Moi e studia la loro sessualità e la loro concezione dell’aborto e della
maternità
Di ritorno negli Stati Uniti lavora in un Ospedale del Kansas che cura i reduci della guerra; ha in
cura un indiano wolf Jimmy Picard (Psychothérapie d’un indien des plaines) (1953)
Viene chiamato a Parigi dall’antropologo Claude Lévi Strauss per creare la prima cattedra di
etnopsichatria all’Ecole des Hautes Etudes
Diventa il maggiore esperto di mitologia greca (studia il greco antico all’età di 55 anni) allo studio
della quale applica le categorie della psicoanalisi
Muore nel 1985 a Parigi ma nel suo testamento esprime il desiderio di essere seppellito nel
cimitero degli indiani Mohave dell’Arizona (“Questi miei cari indiani che ho tanto amato”)
Alcuni concetti
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Complementarismo
Indeterminazione
Frontiera mentale: dentro e fuori
Concezione pluridimensionale e complementaristica dell’identità: critica della
concezione unidimensionale e dell’”iperinvestimento etnico”
Acculturazione e complessità nel processo di sviluppo: diverse forme di
acculturazione (antagonistica, dissociativa e reciproca), reinterpretazione,
ridefinizione, stress, trauma, resilienza
L’identità psicologica: identità idiosincratica (meccanismi mentali) e identità
etnico-culturale (i materiali culturalmente e storicamente determinati),
etichettamento/autoetichettamento, continuità/discontinuità, identificazione,
introiezione, proiezione, personalità modale
Globalità , repertorio potenziale e traiettoria: essere connesso a se stesso
L’astigmatismo culturale: decentramento rispetto alla propria cultura e al
proprio sé
Connessione a se stesso, comprendere, comprendersi e essere compreso
(configurazione del Sé)
Cultura/culture: unità psichica del genere umano . Siamo insieme tutti quanti
simili e diversi. Concetto fondamentale di condizione umana
La relazione di aiuto: un processo transculturale
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Relativismo culturale : identificare adattamento e salute
Riduzionismo e determinismo culturale: spiegazione unifattoriale, si vede solo
la categorie culturale o diagnostica e non si vede più la persona
Ascoltare e dal spazio al racconto della storia della persona (comprendere la
sua traiettoria e il senso che li attribuisce)
L’angoscia dell’incontro e il controtransfert : usare i meccanismi proiettivi
come risorsa; il terapeuta non deve difendersi dai sentimenti e le emozioni che
li provoca l’altro. Questo materiale psichico lo aiuta a creare il contatto e a
comprendere. Così apre lo spazio per l’incontro e la cura (dall’angoscia al
metodo).
2 rischi: culturalizzare dei disturbi psicopatologici o medicalizzare dei tratti
culturali (critica dello sociologismo, del sociologismo, del biologismo culturale)
Il terapeuta deve sapere decentrarsi e usare la similitudine della condizione
umana per costruire lo spazio della relazione di aiuto
Migrazione e processi di
acculturazione
• Devereux si riferisce esplicitamente ai lavori dell’antropologo
Melville Herskovits (studioso delle culture afro-americane negli
Stati Uniti e dei processi di contaminazione ) : parla dell’intreccio tra
acculturazione( discontinuità, trasformazioni, contatti) come
processo orizzontale e inculturazione (educazione
transgenerazionale, continuità ) come processo verticale.
Nell’intreccio tra acculturazione ed inculturazione avviene un
processo mentale e culturale di adattamento creativo e di
reinterpretazione del sé.
• Riprende le teorie di Sandor Ferenczi per parlare dei meccanismi di
adattamento in una situazione di cambiamento: identificazione,
introiezione, proiezione. In questo processo la persona può vivere
una implicazione reciproca ridefinendo il sé senza essere ‘sconnessa
rispetto a se stessa ‘ ; ma può anche vivere una acculturazione
antagonistica che la porta ad attivare dei processi dissociativi:
regressione, differenziazione assoluta, negazione
Etnopsicoanalisi e identità
La dialettica psichica dentro e fuori: confini e mappe mentali
Scrive Devereux: “ In ogni istante , ogni persona , è soggetto per se stessa e
costituisce l’ambiente per gli altri: tutto ciò che è dentro per il soggetto è
fuori per l’Altro. Infine , per diventare essere sociale , il soggetto deve
imparare a osservarsi , sotto certi aspetti, e soprattutto nelle relazioni
intersoggettive in quanto ‘fuori’ , in quanto ambiente per gli altri”. “Si
può concepire l’Io, come qualcosa che costituisce una frontiera (e non è
una frontiera) fra ‘ dentro’ e ‘fuori’ , una frontiera sempre mobile e
revocabile in ogni momento”.
“Una cosa che sia ‘dentro’ in un momento può benessimo essere ‘fuori’ in
un altro momento. Analogamente , ciò che prima era ‘fuori’ , può
trovarsi ‘dentro’ più tardi. Lo stesso fatto , quando viene percepito, è
‘fuori’ , e dunque ‘ambiente’ , ma, successivamente diventa ricordo, cioè
‘dentro’ , e continua ad agire in seguito come un ‘dentro’ “.
L’identità: una cosa imprecisa e
molteplice
• Per Devereux “ l’identità è una unicità definita per mezzo di un
irreproducibile accumulo di determinazioni imprecise”
• “Nessuna azione particolare può essere prevista in base alla conoscenza di
una identità etnica ‘pura’ o spiegata in funzione di tale identità”
• Il sé della persona di costruisce come un “insieme di relazioni
funzionalmente multiple”
• “Considerando specificamente l’identità etnica , si può osservare che
quando una identità etnica iperinvestita prevale su tutte le altre , cessa di
fungere da strumento e , a maggior ragione , da scatola degli strumenti e
diventa una camicia di forza”. “Attualizzando la propria identità etnica iperinvestita , si tende sempre più a minimizzare la propria identità
individuale. E’ la differenza funzionalmente pertinente , di un uomo
rispetto a tutti gli altri , a renderlo umano, simile agli altri proprio per
l’elevato livello di differenziazione. E’ questo che permette all’uomo di
attribuirsi una ‘identità umana ’ e di conseguenza una ‘identità personale ’
“.
Genealogia della formazione intellettuale di
Devereux
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Lucien Lévy-Bruhl: pensiero prelogico,
sincretico, legge di partecipazione,
mentalità e anima primitiva
Marcel Mauss: la Cultura come
fenomeno sociale globale; le categorie
e le rappresentazioni
Geza Roheim: la funzione della Cultura,
antropologia e pisocanalisi, la relazione
madre-bambino (modello culturale di
cura), unità psichica dell’umanità
Sigmund Freud; la psicanalisi, le
monografie cliniche, l’universalità dei
meccanismi della psicologia del
profondo, una metapsicologia/una
psicologia metaculturale
Werner Heisenberg:, fisico tedesco,
meccanica quantistica, principio
d’indeterminazione,incertezza
ineliminabile nel calcolo
Niels Bohr, fisico danese,principio di
complementarità: nel processo di
descrizione della natura dei processi
microfisici entrano in gioco degli aspetti
complementari ma mutuamente
esclusivi(vedi l’aspetto ondulatorio e
corpuscolare della luce)
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Frantz Boas e Alfred Kroeber: aree culturali, un
altro sguardo antropologico, osservare per
comprendere, le culture indiane
Claude Lévi-Strauss: le forme simboliche del vivere
quotidiano; i miti, interpretare le strutture, l’uso
della linguistica e del suo metodo interpretativo
Sandor Ferenczi: umanizzare l’analista, l’importanza
del controtransfert, non avere paura delle proprie
emozioni
La filosofia greca: Platone e Aristotele: il mito della
caverna, il dialogo e la maieutica socratica, il mondo
delle idee organizza la vita e questa forma il mondo
delle idee, l’etica delle società
Esperienze e Scuole
• Tobie Nathan
• Marie Rose Moro- Bobigny Parigi
• Claire Mestre- Associazione
Mana- Bordeaux- centro di clinica
transculturale
• Rita El Khayat
• Piero Coppo
• Roberto Beneduce: Centro Franz
Fanon
• Fondazione Cecchini Pace: Marta
Castiglioni- Milano
• Centro di documentazione salute
e immigrazione - Bologna
• Rivista L’Autre (revue de
clinique transculturelle)
Scritti fondamentali
• Etnopsichiatria degli indiani
Mohave
• Dall’angoscia al metodo
• La rinuncia dell’identità:difesa
contro l’annientamento
• Saggi di etnopsichiatria generale
• Donna e Mito
• Saggio di etnopsicoanalisi
complementaristica
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