Politiche monetarie

annuncio pubblicitario
Laboratorio di
macroeconomia (applicata)
Dr. Mario Mazzocchi
[email protected]
Ricevimento:
indicativamente venerdì 11-13, ma disponibile anche in altri giorni e
orari (meglio confermare per posta elettronica)
www2.stat.unibo.it\mazzocchi\macroeconomia
Sito
Impostazione delle lezioni
• Ripasso teoria macroeconomica
• Studio di un caso basato su un articolo
– Aspetti empirici
– Metodologia
Temi trattati
Teoria
Applicazione
Articolo
Politiche monetarie
Euro, commercio
internazionale e patto di
stabilità
Philip R. Lane. The Real Effects of European Monetary
Union. Journal of Economic Perspectives—Volume 20,
Number 4—Fall 2006—Pages 47–66
Prezzi ed inflazione
Progresso tecnologico,
prezzi alimentari ed
obesità
Lakdawalla, Darius; Philipson, Tomas; Bhattacharya, Jay.
Welfare-Enhancing Technological Change and the
Growth of Obesity.The American Economic Review,
Volume 95, Number 2, May 2005 , pp. 253-257(5)
Crisi sub-prime
Ray Barrel, E. Philip Davis, The Evolution of the Financial
Crisis of 2007—8, National Institute Economic Review,
Vol. 206, No. 1, 5-14 (2008)
Politiche e ciclo economico
Kaminsky, Graciela, Reinhart, Carmen M. and Vegh, Carlos
A.,When it Rains, it Pours: Procyclical Capital Flows
and Macroeconomic Policies(September 2004). NBER
Working Paper No. W10780
Macroeconomia, recessione
e (in)felicità
Rafael Di Tella, Robert J. MacCulloch, Andrew J. Oswald.
The Macroeconomics of Happiness. Review of
Economics and Statistics November 2003, Vol. 85, No.
4: 809–827
Impatto economico del
terrorismo
S. Brock Blomberg, Gregory D. Hess, Athanasios
Orphanides. The macroeconomic consequences of
terrorism. Journal of Monetary Economics Volume 51,
Issue 5, July 2004, Pages 1007-1032
Credito, rischio e
mercati
Politiche fiscali
Crescita economica
e benessere
Crescita
Tesina
• Tre scadenze per consegna
– 22 maggio 2009
– 15 giugno 2009
– 1 settembre 2009
La valutazione sarà effettuata entro 7-10 giorni
dalla consegna
Elaborato
• 1000 parole (circa 2 pagine) – esclusi
riferimenti bibliografici
• E-mail: [email protected]
• Lo studente deve accertarsi
personalmente che sia stato ricevuto
(serve un messaggio di conferma da parte
mia)
Struttura elaborato / progetto di
ricerca macroeconomico
• Obiettivo della ricerca (3 punti)
• Motivazione della ricerca (4 punti)
• Fondazioni teoriche (macro)economiche
(10 punti)
• Metodologia e fonti dati (4 punti)
• Risultati attesi (2 punti)
• Riferimenti bibliografici (7 punti)
Esempio elaborato
Titolo: Crescita cinese e indiana e prezzi
del pane
Obiettivo\ipotesi:
• Valutare l’impatto dell’aumento nella
domanda in Cina ed India sui prezzi dei
cereali a livello internazionale
• Valutare la reattività dell’offerta e
l’andamento dei prezzi
Motivazione della ricerca
• Il prezzo dei cereali è aumentato drasticamente
nel 2006 e nel 2007…
• La presenza di opportunità alternative per gli
agricoltori con la produzione di cereali a fini
energetici (riferimento…) ha portato ulteriore
pressione sui mercati
• L’impatto finale dipende anche dalla
trasmissione dei prezzi sui mercati internazionali
e all’interno della catena…
• Questa ricerca potrebbe contribuire ad una
quantificazione del fenomeno e ad una
valutazione degli effetti individuali…
Fondazioni teoriche
macroeconomiche
• Domanda e offerta aggregata [spiegare
brevemente perchè…]
• Commercio internazionale e
globalizzazione […]
• Efficienza nell’uso delle risorse produttive
[…]
Metodologia e fonti dati
• Analisi dati OECD-Energy, FAO, Banca
Mondiale su domanda, offerta, prezzi e
produzione energetica
• Modello di equilibrio economico
• Modello “Law of one price” per la
trasmissione dei prezzi…
Risultati attesi
• Una quantificazione dell’aumento dei
prezzi sui mercati internazionali
• L’entità della trasmissione di tale aumento
sui prezzi nazionali all’origine e al
consumo
• Una valutazione dell’impatto di:
– Aumento domanda cereali
– Aumento destinazione bioenergetica e
riduzione offerta
Riferimenti bibliografici
• Indicare almeno 3-4 riferimenti
commentati.
• Esempio:
Rising Food Prices and What That Means-Becker, the
Becker-Posner Blog, http://www.becker-posnerblog.com/archives/2007/10/
Un’interpretazione dei trend nei prezzi alimentari del
premio nobel Gary Becker, che ritiene che il trend si
interromperà presto, quando l’offerta sarà in grado
di adattarsi alla crescente domanda, con l’incertezza
legata a global warming e biocombustibili.
Il mercato del denaro
• Il mercato monetario ha un ruolo centrale
su occupazione e lavoro
• Le banche centrali – che possono variare
l’offerta di moneta e i tassi di interesse –
sono l’istituzione principale della politica
economica
• Tassi di interesse e buoni del tesoro:
quanto rende prestare allo stato
Gli elementi dell’economia
monetaria
• Moneta (no interessi, transazioni)
– Circolante
– Depositi bancari
• Titoli (interessi, no transazioni)
– Titoli “diretti”
– Fondi comuni monetari
• Ricevono monete da individui
• Acquistano titoli
Gli aggregati monetari
nell’Unione Europea
M0:
M1:
M2:
M3:
moneta in senso stretto
moneta in senso stretto e depositi a
vista
M1 + depositi fino a due anni o con
preavviso fino a 3 mesi
M2 + fondi di investimento, titoli di
debito fino a 2 anni
Il tasso di interesse
• Effetti sugli investimenti privati
• Effetti sul debito pubblico
Il tasso di interesse influenza:
1) La crescita
2) La bilancia dei pagamenti
1
7
Q 0
4
7
Q 0
3
7
Q 1
2
7
Q 2
1
7
Q 3
4
7
Q 3
3
7
Q 4
2
7
Q 5
1
7
Q 6
4
7
Q 6
3
7
Q 7
2
7
Q 8
1
7
Q 9
4
7
Q 9
3
8
Q 0
2
8
Q 1
1
8
Q 2
4
8
Q 2
3
8
Q 3
2
8
Q 4
1
8
Q 5
4
8
Q 5
3
8
Q 6
2
8
Q 7
1
8
Q 8
4
8
Q 8
3
8
Q 9
2
9
Q 0
1
9
Q 1
4
9
Q 1
3
9
Q 2
2
9
Q 3
1
9
Q 4
4
9
Q 4
3
9
Q 5
2
9
Q 6
1
9
Q 7
4
9
Q 7
3
98
Q
Offerta di moneta M1 in Italia
Offerta reale di moneta (1975=100)
160
140
120
100
80
60
40
20
0
2
8
Q 8
4
8
Q 8
2
8
Q 9
4
8
Q 9
2
9
Q 0
4
9
Q 0
2
9
Q 1
4
9
Q 1
2
9
Q 2
4
9
Q 2
2
9
Q 3
4
9
Q 3
2
9
Q 4
4
9
Q 4
2
9
Q 5
4
9
Q 5
2
9
Q 6
4
9
Q 6
2
9
Q 7
4
9
Q 7
2
9
Q 8
4
9
Q 8
2
9
Q 9
4
9
Q 9
2
0
Q 0
4
0
Q 0
2
0
Q 1
4
0
Q 1
2
0
Q 2
4
0
Q 2
2
0
Q 3
4
0
Q 3
2
0
Q 4
4
0
Q 4
2
0
Q 5
4
05
Q
Interessi (per buoni del tesoro) in
Italia
Interesse BOT
100
98
96
94
92
90
88
86
84
82
Tasso ufficiale di sconto
(di riferimento)
• Il Tasso ufficiale di sconto è il tasso a cui la Banca
centrale concede prestiti alle altre banche.
• Dal TUS dipendono:
– I tassi di interessi applicati dalle banche ai clienti
– Il tasso interbancario di prestito tra le banche
• Aumento del tasso di sconto = stretta creditizia (il denaro
costa di più, i crediti diminuiscono)
• Diminuzione del tasso di sconto = cala il costo del
denaro (aumentano gli investimenti)
• Da gennaio 1999 il tasso ufficiale di riferimento (TUR)
sostituisce il tasso ufficiale di sconto (TUS) e la gestione
passa alla Banca Centrale
Tasso ufficiale di sconto in Italia e
nell’area Euro
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
Dicembre 1985:
Dicembre 1990:
Dicembre 1995:
Dicembre 1999:
Dicembre 2000:
Dicembre 2003:
Dicembre 2004:
Dicembre 2005:
Dicembre 2006:
Dicembre 2007:
Dicembre 2008:
Marzo 2009:
15%
12,5%
9%
4% (tasso rifinanziamento marginale9
5,75%
3%
3%
3,25%
4,50%
5,00%
3%
2,25%
Fed Funds USA
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
Dicembre 1985:
Dicembre 1990:
Dicembre 1995:
Dicembre 1999:
Dicembre 2000:
Dicembre 2003:
Dicembre 2004:
Dicembre 2005:
Dicembre 2006:
Dicembre 2007:
Dicembre 2008:
7%
5,5%
4,75%
6,50%
1%
2,25%
4,25%
5,25%
4,25%
0,25%
Gli strumenti di politica
macroeconomica
•
•
•
•
Politica monetaria
Politica fiscale
Politica dei prezzi e dei redditi
Politica del tasso di cambio
La moneta
• Mezzo di pagamento
• Unità di conto
• Riserva di valori
Credito: le unità con surplus (famiglie) prestano moneta a
quelle con deficit (imprese)
Credito diretto: azioni, prestiti, obbligazioni
Credito indiretto: attraverso intermediari finanziari
La BCE e la base monetaria
• Ruolo della Banca Centrale
– Emissione della moneta legale
– “Prestatore di ultima istanza”
• Insolvenza delle banche coperta mediante emissione di
liquidita’
– Regolamentazione del sistema bancario
• Riserva “libera” presso le banche
• Riserva “obbligatoria” presso la banca centrale
• Base monetaria: euro circolanti + riserva
effettiva presso la BCE + depositi delle
banche presso la BCE
Il modello IS-LM
Il modello IS-LM identifica i valori del PIL e
del tasso di interesse per i quali sono in
equilibrio sia il mercato dei beni che quello
del denaro
• IS: equilibrio sul mercato dei beni
– IS significa I=S (investimenti = risparmio)
• LM: equilibrio sul mercato della moneta
– LM significa L=M (domanda di moneta=offerta)
– Moneta “reale” e non “nominale”
IS
I = I0 – b·i
i
e
Y = f(I)
L’inclinazione della curva è
maggiore quanto è minore la
reattività al tasso di interesse
Y
IS e domanda aggregata
AD = C + I + G + NX
= c0+c1(Y-T) + I0 – b·i + G + NX
= A + c1(Y-T) – b·i
La domanda aggregata cresce al
crescere del PIL (reddito)
La domanda aggregata cala al
crescere del tasso di interesse
Curva IS: Y = (A - c1T - b·i) / (1-c1)
LM
• Combinazioni del tasso di interesse per cui
l’offerta di moneta è uguale alla domanda di
moneta (reale)
• L = kY – hi
Domanda di moneta
• L’offerta di moneta M/P è controllata dalla banca
centrale
• La curva LM esprime L=M/P= kY – hi
• Quindi i = (kY – M/P)/h
• Più alto è il reddito, più moneta serve
• Più alto è il tasso di interesse, più si preferisce
risparmiare e investire (valore del denaro)
LM
i
L’inclinazione della curva è
maggiore quanto più alta è la
risposta della domanda di
denaro al reddito (k) e
quanto più bassa è la
risposta a variazioni nel
tasso di interesse (i)
Y
Domanda e offerta di moneta
• Domanda (impieghi)
– Base monetaria delle banche (riserva)
– Base monetaria del pubblico (circolante)
• Offerta (emissione di moneta):
– Operazioni di mercato aperto (acquisto titoli sul mercato
secondario – vendita titoli per distruzione base monetaria)
– Estero (contro acquisizione di riserve di valuta estera, se
aumenta la riserva ufficiale in oro o valuta straniera,
aumenta la moneta circolante)
– Tesoro (lo Stato emette moneta, la BCE può acquistare titoli)
– Banche (Rifinanziamento da parte della BCE mediante
anticipazioni sui titoli, risconto di cambiali ecc.)
• Tasso ufficiale di sconto
• Tasso sulle anticipazioni
• Tasso sulle operazioni di rifinanziamento marginale (BCE)
Offerta di moneta e credito
BMP=h·D
base monetaria pubblica
(il pubblico vuole contanti in % di quanto depositato)
BMB=j ·D
base monetaria delle banche
(le banche accumulano riserva in % dei depositi)
Ne deriva che: D=(BMP+BMB)/(h+j)=BM/(h+j)
L’offerta di moneta può essere definita come:
LS 
M
1 h
 BMP  D 
BM
P
h j
…che completa il modello IS-LM
per un’economia aperta
La Banca centrale e il controllo
dell’offerta di moneta
• La quantità di moneta ha un ruolo rilevante per:
– Livello di attività economica (Y)
L’equilibrio IS-LM determina (Y,i) di equilibrio
– Controllo dei prezzi (p)
p  m yv
• Gli strumenti controllabili nel breve periodo sono:
– BM
– j
influenzato dal tasso di interesse (costo opportunità)
Il modello di Mundell-Fleming
(1963)
• Generalizzazione del
modello IS-LM
keynesiano per
economia aperta Y  C  I  G  X  M
 
IS:
Y   (i , e)
BP   (i, e, Y )
 I  I (i )
C  cY

G  G

 M  mY


 
  
 
 X  M  MK   ( p, p w , e, Y , Y w , i , i w , e e )
BP = 0
Gli obiettivi finali della politica
monetaria
• Stabilità monetaria interna (contenimento
inflazione)
• Stabilità monetaria esterna
(pareggio BdP quando l’inflazione interna supera
quella esterna)
• Occupazione
(mediante il livello di attività economica)
• Sviluppo (aumento reddito)
Incertezza della politica monetaria
e variabili intermedie
• Aumento della base monetaria (es. tramite
operazioni di mercato aperto, acquisto titoli
banche)
–
–
–
–
–
–
Aumento riserva libera banche
Aumento prezzo titoli
Riduzione tasso bancario (prestiti)
Aumento offerta crediti
Stimolazione domanda e occupazione
Incremento dei prezzi? (dipende da economia)
La bilancia dei pagamenti
• “E’ il documento contabile nel quale si
registrano le transazioni economiche che
hanno luogo in un determinato periodo di
tempo tra residenti di un paese e non
residenti e dalle quali scaturiscono esborsi
e introiti di valuta estera” (Acocella, 2002)
I conti della BdP nell’Unione
Monetaria Europea
• Conto corrente
• Conto capitale
• Conto finanziario
Calcolati separatamente per le transazioni
nei confronti dell’area EURO e per quelle
con l’aggregato degli altri paesi
Conto corrente
(Beni esportati – beni importati)
(Servizi esportati – servizi importati)
(Redditi dal R.d.M. – redditi verso il R.d.M.)
(Trasferimenti dal R.d.M. – trasf. al R.d.M.)
+
+
+
=
Saldo del conto corrente
E’ un estensione della “bilancia commerciale” (sole
merci) per considerare le cosiddette “partite invisibili”
Conto capitale
(Investimenti dal R.d.M. – Investimenti nel R.d.M.)
Saldo del conto capitale
Comprende le operazioni commerciali e i trasferimenti
relativi ad attivita’ di investimento (in conto capitale, cioe’
non finanziari). Es. Diritti di proprieta’, brevetti, contributi
per l’acquisto di attrezzature industriali…
Conto finanziario
Saldo investimenti diretti
Saldo investimenti di portafoglio
Saldo altri investimenti
Variazione delle riserve
+
+
+
=
Saldo del conto finanziario
Considera i movimenti di capitale a breve, medio e
lungo termine (acquisto di azioni da parte di stranieri
e viceversa)
Saldo della bilancia dei
pagamenti
Saldo conto corrente
Saldo conto capitale
Saldo conto finanziario
+
+
=
Saldo della bilancia dei pagamenti
In teoria la somma dovrebbe essere nulla, in quanto le
“riserve” (oro e valute estere) dovrebbero
compensare le altre voci. In realtà “errori e omissioni”
pesano in misura significativa
Il ruolo delle riserve ufficiali
• Oro monetario
• Attività in valuta diverse dall’Euro verso i
non residenti
Mercato dei cambi e tasso di
cambio nominale bilaterale
• Domanda e offerta di valuta estera per le transazioni
previste nella bilancia dei pagamenti
• Il prezzo di questo mercato e’ il tasso di cambio
nominale bilaterale
• Es. 1.129 $/€ (5 maggio 2003)
• Se aumenta si parla di “apprezzamento dell’Euro”
(rispetto al dollaro)
• Tasso di cambio nominale effettivo: media ponderata dei
tassi di cambio di una moneta rispetto al volume delle
transazioni
Tasso di cambio e bilancia dei
pagamenti
• Cosa indica un “apprezzamento” dell’Euro?
– Segnale di miglioramento dei conti con l’estero in
Europa
– La domanda di valuta estera rispetto all’offerta e’
diminuita
– Puo’ essere determinato da una variazione delle voci
della BdP
– Determina un effetto sul movimento dei beni (il
cambio influenza la competitivita’)
Il tasso di cambio reale
bilaterale
• Elimina l’effetto di livelli diversi dei prezzi
• Misura variazioni nella competitivita’
pe
er 
pw
p
prezzo beni nazionali (in €)
e
tasso di cambio nominale ($/€)
pw
prezzo beni esteri (in $)
(solitamente si usano prezzi alla produzione o all’ingrosso)
Aumento del tasso reale
er
X
M
PC
X
esportazioni
M
importazioni
PC
Saldo conto corrente e conto capitale
Inflazione e tasso di cambio
• Se i prezzi aumentano internamente piu’ che
all’estero e il tasso di cambio non si deprezza,
allora ci sara’ una perdita di competitivita’
– Apprezzamento dell’Euro sul dollaro
– Inflazione EU = 2,3% USA=2,8% (2001)
• Il tasso di cambio reale aumenta quando
l’inflazione relativa e’ maggiore del
deprezzamento del tasso di cambio
I tassi di cambio
• Flessibili
– Possono oscillare liberamente ($/€)
– L’autorita’ monetaria puo’ contenere le fluttuazioni
del cambio
• Fissi
– Oscillano entro intervalli ristretti rispetto alla parita’
(tasso centrale) (monete nell’area Euro)
– Le monete di paesi piccoli sono legate a Dollaro,
Euro o Yen
– In determinati periodi e’ comunque possibile la
rivalutazione e la svalutazione
Conto corrente + conto capitale
e competitivita’
p
e
pw
er
X
M

PC

 

PC  X  M  f ( p, p w , e, Y , Yw )
Y e Yw sono i redditi (che influenzano la domanda) interni e del
resto del mondo
Conto finanziario
(al netto delle riserve ufficiali)
• Movimenti di capitale indipendenti dalla BCE
• Dipendono da:
–
–
–
–
–
Differenziali dei tassi di interesse a lungo termine
Differenziali dei tassi di interesse a breve termine
Variazioni attese nel tasso di cambio
(Differenziali nei saggi di profitto) – Inv. diretti
…
 

e
MK  g ( i , i w , e )
Variazioni delle riserve ufficiali
(saldo della BdP)


 

 

e
BP  PC  MK   ( p, p w , e, Y , Y w , i , i w , e )
L’Unione Monetaria
• I parametri di Maastricht per entrare nell’Euro
– Inflazione non superiore all’1,5% rispetto ai 3 paesi meno
inflazionistici (circa 2,7%)
– Rapporto deficit/PIL sotto il 3%
– Rapporto Debito pubblico PIL al di sotto del 60% o
comunque in diminuzione (obiettivo lungo termine
pareggio/avanzo di bilancio)
– Tassi di interesse nominali a lungo termine non superiori al
2% rispetto ai 3 paesi con i tassi piu’ bassi (circa l’8%)
– Rispetto della banda stretta di fluttuazione per il tasso di
cambio (±15%)
Il patto di stabilita’
• Procedura di infrazione se il debito eccede
il 3%
– Sanzioni: deposito senza interessi per 2 anni,
convertito in multa se il deficit non rientra (in
proporzione al deficit e fino ad un massimo
dello 0,5% del PIL)
– Deroghe permesse per eventi economici
eccezionali
Vantaggi e svantaggi dell’Unione
Monetaria (Teoria)
• Vantaggi
– Maggiore apertura sul mercato interno
– Eliminazione della fluttuazione nei tassi di
cambio
– Salvaguardia del mercato agricolo unico
• Svantaggi
– Rigidità di prezzi e salari
Quando la rigidità ha un costo
elevato
• In presenza di shock asimmetrici
• In assenza di mobilità sul mercato del
lavoro
• Quando c’è un basso grado di apertura al
commercio tra regioni
Principali problemi dell’Euro area
• Crescita disomogenea
– Italia meno della media
• Perdita di competitività (crescita di salari
ma non produttività)
– Mancanza di concorrenza
– Storia di inflazione
Impatto dell’Euro
• Impatto su:
– inflazione?
– disoccupazione?
– commercio internazionale?
•
•
•
•
Di beni?
Di capitali?
Tra paesi membri?
Con paesi terzi?
– politiche fiscali?
• Impatto:
– Crescita?
– Convergenza?
Inflazione
• Trattato di Maastricht 1992
• Sostanziale riduzione dei differenziali di
inflazione nel periodo pre-euro (fino al
1999)
• Differenziali relativamente larghi (e senza
segni di riduzione) dopo il 1999
• Differenza nell’inflazione per
– Beni
– Servizi (meno ‘tradeable’)
Tasso di cambio reale e inflazione
• tassi di cambio nominale fissi
• Aggiustamento nei tassi reali attraverso
l’inflazione
pD  e
er 
pF
Eterogeneità tra paesi Euro
• Differenze tra paesi: reddito (produttività)
pro-capite, demografia, specializzazione
industriale, politiche strutturali sui mercati
del lavoro e dei fattori
• Eterogeneità nell’esposizione a import dai
paesi emergenti
• Shock esterni (esempio impatto Cina) si
riflettono in differenziali di inflazione
Impatto Euro
Prima dell’Euro
Dopo l’Euro
Differenze strutturali
Differenze nei prezzi
Differenze nel tasso di cambio
nominale (anche come politica)
Differenze nei prezzi
Vantaggi per i paesi “periferici”
• Tassi di interesse reali più bassi, migliore
“ambiente” per il credito
• Crescita rapida nei prestiti e nei mercati
immobiliari locali
• Di conseguenza, aumento domanda
aggregata, aumento inflazione
• Inflazione più alta, tassi di interesse reali
ancora più bassi
...ma nel lungo periodo
• Meccanismo “di correzione”:
– Inflazione alta genera aumento costo del
lavoro e altri costi
– Perdita di competitività rispetto ad altri paesi
membri
– Mobilità nel mercato del lavoro?
Euro e commercio con i paesi terzi
• Euro debole (1999-2001): shock
espansivo per i paesi più esposti al
commercio internazionale
• Maggiore sensibilità alle politiche BCE
– Taglio tasso d’interesse = deprezzamento
moneta
– Impatto maggiore sui paesi commercialmente
esposti
• Apprezzamento 2002-2004
Cambiamenti nel tasso reale di
cambio
• Peso: livello di scambi commerciali
Impatto dell’euro su competitività
• Non conta solo il differenziale di inflazione,
ma anche il valore dell’euro verso paesi
terzi (e partner diversificati)
• Il problema della volatilità dei tassi di
cambio nominale rimane
• Variazioni nella competitività relativa si
traducono in problemi nel livello salariale e
nei livelli di disoccupazione
• Ancora: mobilità?
Vantaggi per competitività
• Maggiore stabilità garantita dall’Euro
• Eliminazione di parte della speculazione
monetaria (es. lira-dollaro)
• La volatilità dei tassi di cambio sarebbe stata
certamente maggiore senza l’Euro
• I differenziali interni di inflazione sono comunque
un problema minore rispetto al forte guadagno
aggregato di una moneta unica rispetto ai paesi
terzi (investimenti stranieri)
Integrazione finanziaria
• Mercato unico delle obbligazioni
– Riduzione nei differenziali di redditività delle obbligazioni tra i
paesi
– Aumento nel volume di obbligazioni private emesse
– Competizione tra gli intermediari e riduzione dei costi di
transazione
• Aumento sostanziale delle azioni emesse da
corporations dell’area Euro
• Riduzione nella variabilità dei rendimenti dei titoli
pubblici per differenti paesi
• Riduzione dei fattori di rischio nazionali, sul valore delle
obbligazioni private conta quasi esclusivamente il rischio
legato a chi le emette
Altri vantaggi dell’Euro
• Forte aumento degli FDI (investimenti
diretti dall’estero) tra paesi dell’area euro
• Molto più per l’area euro che per gli altri
paesi dell’Unione Europea
• La stabilità dei tassi di cambio è attrattiva
per un’impresa perchè:
– Va a produrre in un paese Euro
– Esporta negli altri paesi dell’Unione
Euro e debito
• Ai paesi relativamente più poveri conviene
però mantenere un debito corrente
relativamente più alto
– Prima dell’euro,
• Gli investitori avrebbero richiesto “premi” più alti
per il rischio maggiore
• La moneta dei paesi debitori sarebbe stata
esposta al rischio di speculazione e di
svalutazione
– Dopo l’Euro: non c’è rischio
L’impatto macroeconomico
dell’integrazione finanziaria
• Molto limitato, perchè:
– L’integrazione finanziaria non è equilibrata tra paesi
dell’area euro (aspetti geografici,culturali, investimenti
legati a colonial ties, lingua, legami commerciali preesistenti, esempio UK e USA)
– Il rischio domestico rimane attraverso shock sui
mercati del lavoro
– La maggior parte della ricchezza rimane “domestica”
• Proprietà immobiliari
• Differenze nei trend dei prezzi immobiliari
• Catch-up?
Apprezzamento dei valori
immobiliari
Integrazione commerciale
• Aumento nel commercio interno (+5/15%)
• Non a spese del commercio con paesi terzi
– Riduzione dei costi fissi per il commercio (per entrare
nei mercati stranieri)
• Altri fattori oltre all’euro
– Riduzione costi comunicazione (servizi)
– Paesi emergenti
• L’importanza relativa (%) del commercio
intra-Euro non è aumentata
– Shock esterni asimmetrici
Convergenza nei prezzi?
• Evidenza molto debole
• Convergenza dal mercato unico, non
dall’Euro
• Differenziali di inflazione
• Vantaggi commerciali più per i paesi con
moneta pre-euro forte (economie forti)
Mobilità e lavoro
• La perdita di un tasso di cambio flessibile
pone maggiori rischi per l’occupazione
domestica
• Speranza: la rigidità porta a riforme
strutturali
• Fatti? Aumento modesto mobilità
• Non c’è più l’incentivo di un tasso di
interesse più basso per chi fa riforme
strutturali
Vincoli alla mobilità
• Lingua
• Sistemi pensionistici e di welfare non
coordinati
L’Euro ha portato più flessibilità
(aumento) nei salari?
• Forte tradizione di contrattazione a livello
nazionale
• Legame tra costo del lavoro e
competitività (in assenza di aggiustamenti
sul tasso di cambio)
• Maggiore protezionismo sul mercato del
lavoro (si cerca di difendere una
competitività salariale)
Le politiche fiscali
• Cicliche o controcicliche?
• Patto di stabilità = controcicliche?
• Fatto: in corrispondenza di crisi
economiche (es. 2001) le politiche sono
meno controcicliche
• Political bias towards procyclicality
Opinioni (shallow)
Scarica