SALUTE MENTALE DI COMUNITÀ E DISABILITÀ Giuseppe Corlito Centro Basaglia Pisa, 10.12.10 QUESTIONI TEORICHE • Invano cercherete i temi in questione sui testi scientifici, in nessun manuale, neppure in quelli di etica, troverete un capitolo sulla “comunità del paziente” (eccetto il vecchio Manuale di Psichiatria, curato da Silvano Arieti negli anni 60) o una sulla “responsabilità del servizio”. Al massimo troverete un capitolo sulla “responsabilità dello psichiatra” come professionista singolo o degli psichiatri come categoria professionale. • La verità è che l’idea di un servizio di salute mentale portatore di una responsabilità collettiva verso una comunità definita (quello che dovremo definire un servizio di comunità) è tutta da affermare in sede scientifica come una scienza della salute mentale, disciplinarmente compatta, è tutta da fondare. Corlito, Pisa, 10.12.10 2 FONDAMENTI LEGISLATIVI ARTICOLO 32 DELLA COSTITUZIONE: “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività e garantisce cure gratuite agli indigenti. “Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun modo violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana” Corlito, Pisa, 10.12.10 3 ALTRI FONDAMENTI LEGISLATIVI • La legge n. 833/78 istitutiva del Servizio Sanitario • • Nazionale rappresenta una possibile realizzazione del dettato costituzionale: pur con molte mediazioni, con il superamento delle “mutue” stabilisce il principio universalistico Non è stata una “concessione”: ci sono voluti 30 anni di lotte ! Di quella legge rimangono attivi praticamente solo gli articoli sulla salute mentale, che ne costituivano uno dei nuclei più innovativi. Corlito, Pisa, 10.12.10 4 UNA QUESTIONE ETICA Paul Chadoff nel libro di cui è editor insieme a Sidney Bloch (Etica in Psichiatria, 1966), parlando de “La responsabilità dello psichiatra nei confronti della società”, afferma la “responsabilità della tutela”, cioè la responsabilità degli psichiatri rispetto alla “difesa dei pazienti con disturbi emotivi e malati mentali”. In particolare: 1. “la responsabilità di verificare le modalità della cura e di introdurre eventuali miglioramenti” (p.255) 2. la responsabilità di vigilare la distribuzione equa dei fondi stanziati per la psichiatria in particolare rispetto alle discrepanze di trattamento dei pazienti provenienti dai vari ceti sociali: “tali discrepanze possono essere tollerate moralmente solo se non sono estreme, solo se gli standard della cura non scendono sotto i livelli della decenza” (ivi) 3. Poco prima (p. 252-3) parlando della “responsabilità verso l’utenza” e della “crisi di identità” della psichiatria dice che lo psichiatra ”deve mantenersi in un non facile equilibrio, con un piede nella medicina e uno nel contesto sociale nel quale opera” e si chiede “fino a che punto lo psichiatra dovrebbe dedicarsi al trattamento del ‘sano a disagio’ o ai tentativi di miglioramento del potenziale umano” e quanto l’attenzione a questa popolazione “interferisce con quella per il malato mentale cronico” Corlito, Pisa, 10.12.10 5 CHE C’ENTRA ? • I disabili nella distribuzione delle risorse rischiano di essere gli ultimi • I disabili per malattia mentale rischiano di essere – come al solito – ultimi tra gli ultimi Corlito, Pisa, 10.12.10 6 I PRESEQUISITI PER LA SALUTE DELLA CARTA DI OTTAWA (1986) • 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. • Le condizioni e le risorse fondamentali per la salute sono: La pace L’abitazione L’istruzione Il cibo Un reddito Un ecosistema stabile Le risorse sostenibili La giustizia sociale L’equità Il miglioramento dei livelli di salute deve essere saldamente basato su questi prerequisiti fondamentali Corlito, Pisa, 10.12.10 7 OTTAWA: RIORIENTARE I SERVIZI SANITARI • La responsabilità per la promozione della salute nei servizi • sanitari è condivisa tra i singoli, i gruppi della comunità, gli operatori sanitari,le istituzioni che garantiscono il servizio sanitario e i governi. Il ruolo del settore sanitario deve andare sempre più nella direzione della promozione della salute, al di là della responsabilità di garantire servizi clinici e curativi. I servizi sanitari hanno bisogno di adottare un mandato più ampio che si sensibile e rispettoso dei bisogni culturali. Questo mandato dovrebbe sostenere i bisogni degli individui e delle comunità per una vita più sana e stabilire connessioni tra il settore sanitario e le più ampie componenti sociali, politiche, economiche e dell’ambiente fisico Corlito, Pisa, 10.12.10 8 “21 OBBIETTIVI PER IL 21° SECOLO”: una guida di salute pubblica alla politica di salute per tutti nella Regione Europea-O.M.S. Obbiettivo 6: Migliorare la salute mentale. Per l’anno 2020 il benessere psico-sociale di tutta la popolazione dovrebbe essere migliorato e migliori servizi comprensivi (= dipartimentali) dovrebbero essere disponibili e accessibili per le persone con problemi di salute mentale. Corlito, Pisa, 10.12.10 9 LE INNOVAZIONI DEL 900 È stato scritto che le innovazioni del 900 nel campo della salute mentale sono state tre (Piccione, 1998): 1. La psicoanalisi freudiana 2. La deistituzionalizzazione manicomiale 3. L’introduzione degli psicofarmaci Corlito, Pisa, 10.12.10 10 DA FREUD ALLA PSICHIATRIA SOCIALE • Il significato ultimo della rivoluzione freudiana è • • • porre al centro l’antica relazione inter-umana Il limite della psicoanalisi “ortodossa” è ridurre il setting alla relazione duale paziente-analista. La psichiatria interpersonale di Sullivan introduce la dimensione sociale. La teoria dei sistemi introduce la terapia familiare sistemica (terapia multifamiliare e terapia di rete), ma soprattutto l’analisi dei sistemi micro e macro sociali (la famiglia e la comunità) Corlito, Pisa, 10.12.10 11 LA PSICHIATRIA SOCIALE • La psichiatria sociale introduce finalmente sulla scena la “comunità del paziente” e l’idea della necessità di ricercare attivamente il paziente • Da questo punto di vista “la questione delle competenze” è fuori dell’ottica della psichiatria sociale (cfr. l’uso delle sostanze, il ritardo mentale, la disabilità) Corlito, Pisa, 10.12.10 12 LA COMUNITA’ DEL PAZIENTE • Per quanto si affermi la necessità del modello • • bio-psico-sociale esso è poco frequentato. La dimensione “sociale” è relegata ad uno dei “determinanti” del disturbo psichico Difficilmente nei trattati di psichiatria attuali potrete trovare un capitolo dedicato alla comunità del paziente. Dobbiamo risalire al American handbook of psychiatry, edito negli anni 70 da Silvano Arieti, per trovarvi questa indicazioni con un esplicito riferimento alla teoria dei sistemi. Corlito, Pisa, 10.12.10 13 PSICHIATRIA E COMUNITÀ In psichiatria sociale si affermano due concetti: 1. La comunità umana come ecosistema. 2. La salute come bene collettivo Corlito, Pisa, 10.12.10 14 LA COMUNITÀ COME ECOSISTEMA • La comunità umana è un ecosistema, cioè un sistema aperto ecologicamente autocentrato, un insieme integrato di parti correlate tra loro con un proprio equilibrio e una capacità propria di sviluppo. Corlito, Pisa, 10.12.10 15 L’APPROCCIO PUBBLICO ALLA SALUTE • Se la salute è un bene collettivo, deve essere promosso e protetto dall’ intervento pubblico con la costituzione di una rete di servizi (pubblic health approach) Corlito, Pisa, 10.12.10 16 LA COMUNITA’ E LE SUE RETI Servizi sociosanitari Rete formale Medici Psichiatri Insegnanti Sacerdoti Assistenti sociali Gruppi di Associazioni Legami di volontariato sociali Auto-aiuto C.A.T. Psicologi Rete semiformale Rete informale Corlito, Pisa, 10.12.10 17 L’EQUILIBRIO ECOLOGICO DELLA COMUNITÀ • I rapporti reciproci tra tali reti possono • • rappresentare l’equilibrio ecologico del sistema “comunità” I teorici del lavoro di rete consigliano “un sempre maggior coordinamento e utilizzo integrato tra i due sistemi” (Maguire, 1988). I gruppi AMA sono un potente innesco al lavoro di rete integrato Corlito, Pisa, 10.12.10 18 LA SALUTE MENTALE DI COMUNITÀ • È l’insieme degli interventi promozione e protezione della salute mentale di una specifica comunità • Quindi sono interventi che stanno prevalentemente in una cornice di natura preventiva • Essa è centrata su servizi pluri-professionali che si riferiscono ad una specifica comunità con cui hanno una specifica relazione con un mandato preventivo Corlito, Pisa, 10.12.10 19 LA RELAZIONE DI COMUNITÀ I • Lo spazio definito come “relazione di • • comunità” si configura come la relazione tra il sistema “servizio” e il sistema “comunità”. Il primo può essere inteso come “sistema di gruppi” pluridisciplinari (equipe). Il secondo può essere inteso come “sistema di gruppi sociali di appartenenza” in primo luogo le famiglie Corlito, Pisa, 10.12.10 20 LA RELAZIONE DI COMUNITÀ II Secondo i principi del lavoro di rete ci deve essere: • Il coordinamento e la cooperazione degli operatori (lavoro di equipe) • Il coordinamento e la cooperazione con le famiglie e i gruppi di appartenenza • I due sistemi così coordinati devono cooperare tra loro (Consulta del DSM ?) Corlito, Pisa, 10.12.10 21 LA RELAZIONE DI COMUNITÀ III La relazione di comunità implica due conseguenze: • Il funzionamento degli operatori come gruppo multidisciplinare • La continuità terapeutica, cioè la continuità della relazione con i singoli, le famiglie e i gruppi sociali. Corlito, Pisa, 10.12.10 22 Il modello toscano: la rete RETE SOC. INFORMALE RETE SOC. FORMALE Op. sociali EQUIPE Modificata da Sirianni, 3.5.2005 C D APP. AS. SPDC S R Continuità terapeutica (rete dei presidi) Op. sanitari Corlito, Pisa, 10.12.10 23 SOTTOVALUTAZIONE DELLA DISABILITÀ • Nell’esperienza italiana (superamento delle istituzioni totali e integrazione della diversità) il problema della disabilità è stato sottovalutato 2 volte 1. Quando si è teso a negare che i disturbi psichici producessero disabilità (dibattito sulla cronicità) 2. Quando si è teso a rifiutare la competenza sulla disabilità, in particolare sul ritardo mentale Corlito, Pisa, 10.12.10 24 DISABILITÀ / HANDICAP • È come se si fosse affrontato solo il tema dell’handicap come svantaggio sociale (difficoltà di inclusione) • Si è tralasciato il tema della disabilità come limitazione funzionale delle abilità della persona, anche in conseguenza del disturbo psichico cronico Corlito, Pisa, 10.12.10 25 LA LEGGE SULLA DISABILITÀ • La legge regionale n. 66/2008 contiene due rilevanti novità: 1. Istituisce il fondo specifico per la Non Autosufficienza 2. Applica al settore nella NA il modello della “presa in carico multidisciplinare”, che i servizi di salute mentale conoscono bene, in base al Chronic Care Model Corlito, Pisa, 10.12.10 26 IL CCM E LA PIRAMIDE DI KAISER P.A.P. ALTISSIMO RISCHIO Corlito, Pisa, 10.12.10 27 PERCHÉ OCCUPARSI DI DISABILITÀ ? • Non solo per entrare nella questione della gestione del fondo, ma per uscire dalla attuale relativa separatezza dei servizi di salute mentale • Ma soprattutto per entrare nel merito del modello operativo (UVM e PAP) • Far parte della valutazione • Utilizzare lo strumento del Piano Assistenziale Personalizzato Corlito, Pisa, 10.12.10 28