L’Arabia Pre-Islamica (fino al 610 d.C. ca) Lo Spazio e la Geografia Politica Estesi tavolati desertici popolati da tribù nomadi dedite alla pastorizia Ai margini della penisola araba, presenza dei grandi imperi dell’epoca: Impero Bizantino a nord-ovest ed impero sasanide a nord-est. Civiltà dell’ Arabia Felix, odierno Yemen, in decadenza dal II secolo d. C. Stati cuscinetto dei Lakhimidi ( odierno Iraq) verso Persepoli e dei Ghassanidi ( odierna Siria) verso Bisanzio. Arabia Felix conquistata dagli Abissini nel VI secolo d.C. Vie carovaniere che congiungono lo Yemen al Levante ( via dell’Incenso) attraverso la dorsale dell’Hijaz, dove si formano centri urbani connessi allo smistamento dei traffici commerciali : Mecca, Yathrib ( futura Medina) e Ta’if La Mecca dei Quraysh Mecca era il principale centro dell’Hijaz, snodo delle vie carovaniere ed importante centro cultuale. La religione pre-islamica era una forma di politeismo ispirata dalla natura, in particolare dagli astri, dalle pietre e dagli alberi. Oligarchia qurayshita, il cui potere si basa sul controllo dei traffici ed i proventi della gestione del santuario della Mecca. Crescente malessere sociale dovuto al progressivo allontanamento dall’economia morale della società beduina tradizionale. La Società Beduina Tradizionale ‛Asabiyya ( identità, appartenenza) basata sul legame parentale ( sangue) Società acefala : concetto di autorità basata sulla consultazione (shura) degli anziani e leader carismatici Codice dell’onore ( muruwwa) Muhammad: la Predicazione e il Primo Stato Arabo (610- 632 d.C.) Secondo la Tradizione, la Rivelazione comincia nel 610 d.C., quando Muhammad riceve, durante un ritiro spirituale sul monte Hira, fuori Mecca, la visita dell’Arcangelo Gabriele e la prima sura ( capitolo) del Libro Sacro, il Corano. La predicazione di Muhammad si suddivide in: a) periodo pre-apostolico: 610-12 d.C., in cui non divulga il contenuto delle Rivelazioni ma si confida con i convertiti della primissima ora; b) periodo meccano: 612-622 d.C, riflesso nelle “sure meccane”, di contenuto escatologico e morale; c) periodo medinese : 622632 d.C. : predicazione effettuata a Medina, il contenuto normativo indica l’emergente attenzione per l’ organizzazione delle prima società islamica. La cesura fra periodo meccano e medinese è rappresentata dall’anno 622, quando Muhammad compie l’Egira, Emigrazione, ( ar. Higra), rinnegando la propria appartenenza al clan Qurayshita ed abbandonando Mecca per Yathrib insieme ad un manipolo di seguaci convertiti all’Islam. Yathrib verrà poi detta Madinatal-Nabi, “città del Profeta” e sarà la sede del primo Stato islamico della Storia. Dall’anno dell’Egira, 622 d.C. , parte il computo degli anni nel calendario islamico. L’Islam Infinito verbale che significa “affidarsi”, “rimettersi a”. Denota la condizione del fedele che accetta il messaggio divino contenuto nel Corano e si sottomette alla volontà del Dio Unico. ( monoteismo personalistico) Messaggio universalistico e olistico, cioè che fonda una visione del mondo completa ed autonoma, un codice di valori, un ordine sociale e di vita comunitaria e statuale basata non sulle fratellanza di sangue ma di religione (umma, comunità dei credenti) Restaurazione dell’antico messaggio abramitico: secondo la tradizione, l’Islam conferma, rafforza e perfezione tutte le precedenti rivelazioni profetiche contenute nell’Antico e nel Nuovo Testamento. Muhammad è detto “il sigillo dei Profeti” Il Periodo dei Califfi Ben Guidati ( 623-661 d.C.)- LE LOTTE PER IL POTERE Abu Bakr ( 632-634): Uno dei più fedeli compagni del Profeta e padre della sua sposa prediletta, Aisha. Venne eletto per la sua autorevolezza morale. Durante il suo califfato fu sedata la ridda, la secessione di alcune tribù arabe alla morte del Profeta. Omar ( 634-644): rimane nella tradizione come esempio di rigore morale. Morì assassinato da uno schiavo cristiano per motivi di vendetta Uthman (644-656): appartenente alla famiglia degli Omayyadi, fu accusato di nepotismo e di corruzione. Affrontò un fronte di opposizione califfale animato dai parenti prossimi di Muhammad, il cugino e genero ‛Ali e la vedova Aisha. Fu ucciso da un gruppo di ribelli che avevano marciato contro la Mecca per protestare contro le politiche finanziarie del Califfo, che penalizzavano le nuove province e concentravano la ricchezza a Mecca. Durante il suo califfato viene raccolto il testo canonico del Corano, detto Vulgata Othmanica. ‛Ali (656-661): Il governatore di Siria, Mu‛awiya, del ramo Omayyade dei Quraysh, rifiuta la legittimità della successione. E’ la prima guerra civile, con la battaglia campale di Siffin (odierno Iraq) nel 657. ‛Ali, in difficoltà sul campo di battaglia dopo la defezione di parte dei suoi sostenitori ( episodio dei Corani sulle spade) accetta un arbitrato. Scisma kharigita: i kharigiti ( letteralmente “coloro che escono” ) lo ritengono un atto blasfemo e formano una fazione autonoma, caratterizzata da una visione ultrademocratica e puritana, che legittima l’assassinio politico del sovrano empio. L’arbitrato ( Adruhu, gennaio 658) risulta inconcludente. ‛Ali, conserva il potere fino al 661, quando viene ucciso da un estremista kharigita. Il Periodo dei Califfi Ben Guidati ( 623-661 d.C.)- LE PRIME CONQUISTE La campagna di Siria (634-638) : Nel 634 il grande condottiero Khalid Ibn al-Walid conquista la Palestina e la Siria del Sud. Nel 635 viene presa Damasco. Nel 638 l’esercito dell’imperatore bizantino Eraclio viene definitivamente sconfitto nella battaglia di Yarmuk. La campagna di Persia (636-651): Nel 636 con la vittoria del condottiero Sa‛ad Ibn Abi Waqqas a Qadisiyya viene aperta la via all’Iran. Nel 641, l’ultimo imperatore sasanide Yezdegerd III viene sconfitto e sospinto nell’estremo est dell’Iran, dove viene raggiunto ed ucciso nel 651. La campagna d’Egitto (639-642): Nel 639, il condottiero Amr Ibn al As è alle porte dell’Egitto. Nel 642 viene conquistata Alessandria e detronizzato il patriarca Ciro. Il Periodo dei Califfi Ben Guidati ( 623-661 d.C.)- L’organizzazione dei territori Le guarnigioni delle truppe di conquista divennero a loro volta centri provinciali. Nell’organizzazione dei nuovi domini, la tendenza fu quella di assorbire nell’amministrazione provinciale i sistemi governativi e i regimi terrieri pre-esistenti la conquista. I proprietari terrieri mantennero le loro terre dietro pagamento di un testatico e di un imposta fondiaria. In caso di conversione all’Islam, i conquistati pagavano solamente la decima legale ( zakat) La distribuzione delle terre demaniali conquistate e del bottino crearono tensioni tra le province ed il centro del nascente impero islamico, che furono alla base dell’ampio movimento anti-othmanico. L’Impero Omayyade ( 661-750) Le Nuove Conquiste 670- Avvio della campagna militare berbera e conquista del Maghreb 711- Inizio della conquista della Spagna visigota 712- Conquista della Transoxiana ed espansione verso l’Asia Centrale La Dinastia Omayyade -1 Spostamento del baricentro dell’Impero verso il Levante : la capitale viene spostata da Kufa a Damasco Carattere patriarcale ed autocratico del califfato. Superamento della concezione ultrademocratica ed elettiva delle origini a favore del principio dinastico Arabizzazione dell’Impero ( affermazione dell’arabo come linguaggio di cancelleria e della zecca) Ampie riforme amministrative per favorire la centralizzazione ed il gettito fiscale ( vedi riforma imposta fondiaria applicata dal governatore al-Hajjaj in Iraq nel 712: l’imposta fondiaria del kharaj veniva fissata alla terra, indipendentemente dalla confessione del proprietario.) La Dinastia Omayyade -2 Lotta potere centrale vs. forze separatiste : tradizionale particolarismo tribale e correnti pietistiche d’opposizione, i.e. Kharigiti e Alidi ( 680, rivolta a Kufa guidata da Husayn Ibn Ali e martirio di Kerbalâ’) 683-692: Seconda Guerra Civile. Alla morte di Yazid I, Abdallah Ibn alZubayr da’ vita ad un anticaliffato con capitale Mecca. Secessione dell’Iraq e del Hijaz 694-714 al-Hajjaj, governatore dell’Iraq, pacifica l’area sconvolta da ribellioni e rivolte sotto Abd-al-Malik ( 685-705) e al-Walid ( 705715) La Rivoluzione Abbaside ( 746-750 ) Gli Abbasidi erano Quraysh, discendenti da ‛Abbas, zio del Profeta. Utilizzarono l’appoggio dei “clienti” iranici, notabili locali non arabi convertiti all’Islam e insoddisfatti della propria posizione subalterna rispetto all’egemonia araba degli Omayyadi. L’offensiva militare partì dal Khorasan. Nel 749 venne presa Kufa e proclamata la nuova dinastia. Il califfato Abbaside ( 750-1055) Il Primo Secolo Abbaside (750-850 ca.) Formazione di un impero multietnico Raccolta e selezione tradizioni giuridiche e canonizzazione delle 4 scuole legali ortodosse Spostamento del baricentro politico dell’Impero verso Oriente: il califfo al-Mansur ( 754-775) fonda Baghdad nel 763. Importante presenza persiana nell’amministrazione ed influenza del retaggio sasanide Mecenatismo nelle arti, nella cultura e nella scienza. In particolare, l’apogeo culturale fu durante il regno del califfo al-Ma’amun ( 813833): nella bayt al-hikma ( “casa del sapere”) venne promossa la traduzione delle opere filosofiche e scientifiche greche. Il Declino del Califfato ( sec. IX e X)-1 Progressiva decentralizzazione del potere. Nelle province emergono forti poteri locali che riconoscono formalmente il califfato ma ne sono indipendenti. Dal 755 esisteva a Cordova un califfato indipendente fondato da un esponente degli Ommayyadi sopravvisuto all’estinzione della dinastia, nell’800 gli aghlabiti assumono il potere in Tunisia. Il califfo al-Mu‛tasim (833-842) crea una guardia pretoriana di schiavi militari turchi, abbandona Baghdad e si sposta a Samarra. I califfi, privi di sostegno popolare, sono sempre più alienati, dipendenti dai militari ed esposti ai giochi di potere all’interno delle elite pretoriane. Alla fine del IX secolo, il califfo al-Muwaqqaf tenta di difendere l’autorità abbaside dal crescente scontento popolare. Soppressione della rivolta degli Zanj (schiavi aficani) e occupazione di Basra nell’883. Nel 936 compare la figura dell’amir al-umarâ’, il capo dei capi, dotato di pieni poteri civili e militari. Il titolo di califfo ha ormai un valore puramente simbolico e morale, come garante dell’ortodossia. Nel 945 l’emiro buyide Muizz-al-Dawla si installa a Baghdad: il califfo ortodosso è protetto da un emiro shi‛ita Il Declino del Califfato ( sec. IX e X)-2 L’emergere di potenti dinastie periferiche ha che fare con l’uso, introdotto dai califfi abbasidi, di premiare gli alti ranghi militari con concessioni terriere e le loro rendite (iqtâ’). Simili a feudi, esse diventano la base di forti poteri decentrati su base patrimoniale. La Siria, l’Egitto, l’Iran, la Transoxiana dei Samanidi diventano territori autonomi. Nel 904, il califfo al Muqtadir nominò un membro del clan arabo degli Hamdanidi governatore di Mossul. Il figlio di questi divenne il signore locale con il titolo di Nasir al-Dawla. Il fratello, Sayf-al-Dawla insediò la sua corte ad Aleppo, dove fu grande mecenate delle scienze e delle arti. Il secolo X è detto il secolo “isma‛ilita” per l’emergere e l’affermarsi di questa corrente shi‛ita che riconosce una successione di 7 imam a partire da ‛Ali. I Fatimidi occupano prima la Tunisia e poi l’Egitto, dove danno vita fino al 1171 ad un regno potente con capitale al-Qahira, la Vittoriosa, l’odierna Cairo. L’ Epoca Selgiuchide ( 1055 ca.-1258 ca.) Dalla fine del X secolo, ondata migratoria di tribù turche. La dinastia dei Selgiuchidi diede unità politica e guida strategica ai vari gruppi. Nel 1055 Toghrïl Bey occupa Baghdad. I Selgiuchidi riprendono dai predecessori Buyidi il modello di regalità iranico-islamica e mantengono l’istituto delle “investiture” ai capi militari provinciali, attraverso la concessione di rendite e fondi terrieri. Questi si trasformano presto in domini ereditari dei governatori provinciali (atabeg, “tutori di principi”). Gli atabeg di Damasco, nel corso del XII secolo, combatterono una guerra contro le potenze crociate e l’eresia fatimida in Egitto. Nel 1171 Saladino fece cadere l’anticaliffato isma‛ilita del Cairo Orde mongole provenienti dalle steppe asiatiche penetrano nei territori dell’Islam. Nel 1258 il nipote di Gengiz Khan, Hülegü, distrugge Baghdad e provoca il crollo dell’Impero selgiuchide. I Regni Mamelucchi in Egitto e in Siria ( 12501517) e l’Emergere degli Ottomani I mamelucchi ( arabo “mamluk”, letteralmente “il posseduto”) erano inizialmente schiavi turchi dei Selgiuchidi e degli Ayyubidi. La base del loro potere fu costituita dalla creazione di un’aristocrazia militare attraverso la cessione di fondi e rendite terrieri. Nel XIV secolo appaiono in Anatolia Occidentale i Turchi Ottomani, dal nome del capostipite Osman. Inzialmente sconfitti dai Mongoli di Timur nel 1402, riorganizzano le loro forze e si propongono mire di tipo imperialistico. Nel 1453 prendono Costantinopoli e nel 1516-17 conquistano i territori mamelucchi di Siria ed Egitto. Riuscendo ad unificare territorialmente le aree della cultura islamica classica ( ad eccezione del Maghreb e dell’altopiano iranico) si proposero come restauratori dell’unità della Umma e garanti della funzione califfale. Teologia e Giurisprudenza – Le Fonti Giurisprudenza ( fiqh), cioè dottrina della Legge divina rivelata mediante la Rivelazione Coranica ( shari‛a) e teologia (kalam), dottrina relativa all’essenza e alla natura di Dio, hanno le medesime fonti: A- Corano, interpretato letteralmente nel sunnismo ed allegoricamente nello shi‛ismo e nella mistica B- Sunna, fatti e detti ( hadith) del Profeta dotati di valore esemplare C- Igma‛, il consenso dei dotti ed esperti ( ulamâ’) in quanto rappresentanti della comunità musulmana. Il diritto presenta una fonte aggiuntiva, che permette di estrarre nuove norme dalla Legge Rivelata attualizzandola a seconda delle contingenze, l’ igtihad, o ragionamento ( in particolare analogico, qiyâs) Le Scuole Giuridiche 1. 2. 3. 4. Mano a mano che ci si allontanava dalla Rivelazione e si perdeva lo spirito delle generazioni che ne avevano vissuto i tempi in prima persona, emerge la necessità di creare delle regole-guida per l’interpretazione della legge, gli usul al-fiqh, disciplinando principalmente le norme che regolano l’applicazione dell’interpretazione analogica ( qiyas) e i criteri per le ricerche filologiche e semantiche sulle fonti, Corano e Sunna. Si giunge alla sistematizzazione e alla canonizzazione di 4 scuole giuridiche ortodosse ( sing. madhab, plur. madahib): Scuola hanafita Scuola shafi‛ita Scuola malikita Scuola hanbalita Scuola Hanafita Deriva il suo nome dal fondatore Abu Hanifa di Kufa ( m. 767) È la più“liberale”, nel senso che teorizza il più ampio margine di ricorso all’interpretazione personale e all’uso del ragionamento analogico Scuola seguita da circa la metà dei Musulmani nel mondo, è maggioritaria in Turchia, Asia Centrale, India e Pakistan Scuola Shafi‛ita Deriva il suo nome dal fondatore al-Shafi‛i ( m.820) Caratterizzata dalla ricerca di una via mediana tra tradizione e ragionamento Grande forzo di sistematizzazione: si opera il passaggio dal concetto di giurisprudenza e casistica a quello di diritto inteso come sistema Attualmente adottato in Bahrain, Arabia centrale e meridionale, Indonesia e resto del sud-est asiatico, Egitto ( predominante nella storica università islamica di al-Azhar), Corno d’Africa Scuola Malikita Deriva il suo nome dal fondatore , Malik Ibn Anas ( m. 795) autore della prima compilazione di hadith Si basa in particolar modo sulla Sunna medinese e la giurisprudenza tramandata dai tradizionalisti medinesi dai tempi dei profeti e delle prime tre generazioni di successori Attualmente diffuso nei paesi dell’Africa Settentrionale Scuola Hanbalita Deriva il suo nome dal fondatore Ibn Hanbal ( m.855) E’ la scuola più rigorosa e conservatrice, dove il ricorso all’interpretazione personale viene notevolmente ristretto a vantaggio delle fonti scritturali, Corano e Sunna ( il ricorso all’igtihad è ammesso solo nei casi che non vengono chiariti dagli hadith) Corrente iper-tradizionalista, polemica verso tutte le tendenze scismatiche ed eretiche Attualmente, scuola giuridica di stato in Arabia Saudita La Chiusura delle Porte dell’Igtihad Verso il X secolo, lo studio personale delle fonti non viene più praticato ed il mestiere del giurista si trasforma nella consultazione dei compendi canonici autorizzati. Si entra nella fase del “taqlid”, cioè della pedissequa imitazione. La Mistica La Mistica islamica viene detta sufismo, da “suf”, che significa “lana”, per via dei mantelli indossati dagli appartenenti alle confraternite. Il sufismo costituisce un percorso non ortodosso di avvicinamento al divino. Tendenza all’interpretazione mistica del Corano e culto ritualizzato di Dio il cui obbiettivo è il raggiungimento dell’estasi (wagd) ovvero l’annientamento della personalità individuale in Dio (fana’). Pratiche peculiari come il dhikr ( ripetizione del nome di Dio), musica e danze per raggiungere lo stato di trance I grandi mistici creavano attorno a sé delle confraternite ( tariqât, “vie” mistiche) e spesso diventavano, dopo la loro morte, oggetto di venerazione come “santi”. Il culto dei santi, tipico dell’Islam popolare, è avversato dall’ortodossia. Le confraternite mistiche ebbero forte radicamento nella società civile e furono potenti catalizzatori di istanze politiche “dal basso”. Alcune importanti confraternite sufi sono: Qadiriyya: fondata dal mistico persiano Abd-al-Qadir al Gilani ( m.1116) ll culto per il santo fondatore e la confraternita sono diffusi in tutto il mondo islamico, dal Marocco all’Indonesia Mawlawiyya: fondati dal mistico Galal al-Din Rumi ( m. a Konya, 1273). Molto diffusa nell’Impero Ottomano, gli appartenenti sono noti come “dervisci rotanti” per le tipiche danza in circolo Bektashiyya: Fondata nel XIV secolo dal leggendario mistico Haggi Bektash Veli. Diffusa nell’Impero Ottomano, vi aderivano molti dei membri delle truppe d’elite dei Giannizzeri. Nelle sue dottrine si trovano elementi sunniti, della shi‛a estrema e cristiani: Dio, ‛Ali e Muhammad formano una trinità e gli iniziati accedono ad un rito simile all’Eucarestia consumando vino, pane e formaggio. Ammesse le donne. Bibliografia di base: F. Gabrieli, Gli Arabi, Firenze: Sansoni, 1975. M. Rodinson, Maometto, Torino: Einaudi, 1995. A. Bausani, L’Islam, Milano: Garzanti, 1999.