CHIARIMENTI ALLA CODIFICA DEI MESSAGGI METAR E SPECI. MODIFICHE DI ALCUNE CORRISPONDENTI PRESCRIZIONI. Da un controllo della messaggistica METAR e SPECI, si è rilevato che le stazioni aeroportuali e i teleposti meteo non adottano criteri uniformi nell’applicazione delle norme relative alla codifica dei suddetti messaggi entrate in vigore in data 05 novembre 2008. Allo scopo pertanto di standardizzare il processo di osservazione e di codifica dei messaggi METAR e SPECI, rispondere a quesiti pervenuti e introdurre lievi modifiche ad alcune regole, sono di seguito fornite alcune precisazioni e predisposte opportune varianti alla codifica dei messaggi suddetti. 1. PREMESSA a. Per completezza di informazione si comunica che l’applicativo software COMPILA, utilizzato per la compilazione dei messaggi meteorologici tra cui i messaggi METAR e SPECI, attualmente in uso presso alcune Stazioni e Teleposti, non è stato aggiornato in modo da tener conto automaticamente ultime innovazioni introdotte alla codifica dei citati messaggi aeronautici poiché è stato sviluppato, ed è in corso di distribuzione, un nuovo applicativo software in sua sostituzione. Fino alla fornitura del nuovo SW, deve comunque essere utilizzato COMPILA con l’accorgimento di: 1) compilare le maschere che presenta COMPILA secondo la precedente prassi consolidata con l’eccezione dei METAR e SPECI per i quali la procedura deve essere seguita fino alla penultima maschera; 2) relativamente ai METAR/SPECI, nell’ultima maschera, quella che precede l’invio del solo messaggio METAR/SPECI, controllare il messaggio presentato a video ed intervenire manualmente per effettuare le correzioni per tener conto delle innovazioni introdotte in data 05 novembre 2008, se le condizioni osservate lo richiedono. b. In tal quadro, allo scopo inoltre di soddisfare i requisiti di tracciabilità relativi alla diffusione e all’applicazione di innovazioni/varianti nel Servizio, è opportuno che i responsabili delle articolazioni meteo (Capi Nucleo/Sezioni) che fanno uso del software COMPILA, predispongano un Ordine/Disposizione di Servizio, qualora non già redatto, con il quale al personale meteo dipendente viene: 1) comunicato che il software COMPILA non tiene conto delle nuove regole per la codifica del METAR/SPECI; 2) comunicato la procedura per la corretta codifica del METAR/SPECI mediante COMPILA, tenuto conto di quanto specificato al precedente punto a.; 3) evidenziata la funzione di controllo, da parte dell’operatore, sul contenuto del messaggio METAR/SPECI prima dell’inoltro; 4) richiesta la stretta osservanza delle nuove prescrizioni per la codifica dei messaggi METAR, SPECI; 5) richiesto un riscontro di presa conoscenza dell’Ordine di Servizio. 1 2. CHIARIMENTI CIRCA L’APPLICAZIONE DI TALUNE NORME a. Rilevazione degli strati/ammassi nuvolosi e loro codifica: Si è riscontrato che in diversi messaggi METAR e SPECI non sempre la nuvolosità viene codificata correttamente secondo le nuove regole riportate al punto 9. del Manuale di Servizio MET MS 2. Difatti si è verificato che nei gruppi NSNSNShShShS (regola 9.1 del METAR e SPECI) viene codificata, erroneamente, anche quella nuvolosità la cui base si trova al di sopra di 5.000 piedi o al di sopra della più elevata altitudine minima di settore, se questa è superiore a 5.000 piedi, e che non è richiesta dalle nuove prescrizioni in vigore. Quindi, l’operatore, una volta individuati, durante l’osservazione, gli strati/ammassi nuvolosi che soddisfano le regole 9.1.2, 9.1.3 e 9.1.4 del METAR e SPECI (ossia che soddisfano la cosiddetta regola 1-3-5 più eventualmente i gruppi supplementari, Cb e TCu), deve codificare nel gruppo NSNSNShShShS solo quegli strati/ammassi nuvolosi che hanno l’altezza della base al disotto di 5.000 piedi o al disotto della più elevata altitudine minima di settore, se questa è superiore a 5.000 piedi, o cumulonembi o cumuli torreggianti qualsiasi sia l’altezza della loro base (si sottolinea che i Cb e i TCu devono essere sempre segnalati). Si ricorda inoltre che l’abbreviazione SKC non è più utilizzabile nella parte del METAR e SPECI antecedente al REMARK. In considerazione, comunque, dell’importanza di una completa descrizione di tutta la copertura nuvolosa presente, è stata predisposta, al successivo punto 3., una variante all’Appendice D del Manuale per la codifica dei messaggi METAR e SPECI. b. Rilevazione del temporale e relativa codifica: Per poter affermare, ai fini aeronautici, se il temporale è presente o nelle vicinanze o è al di fuori della portata della stazione, è necessario coniugare la regola attinente al temporale con relativa nota, parte I regola 8.8 pag. 9 e 10, con le regole del qualificatore VC, parte I regola 8.10 pag. 10. È necessario altresì sottolineare, allo scopo di dare il giusto significato alle valutazioni che saranno successivamente presentate, che in generale l’osservazione è un processo di misura tramite il quale si ottiene una descrizione di uno degli innumerevoli stati in cui l’atmosfera può presentarsi. Detta descrizione, effettuata dall’osservatore e cifrata in un messaggio, è invero condizionata dal limitato numero dei codici e relative regole fruibili e, pertanto, l’operatore non può che adattarsi di conseguenza cercando di fornire la migliore rappresentazione dell’evento osservato. Ciò premesso, si osserva che: 1) nella parte I, la regola 8.8 a pag. 9 definisce le condizioni affinché un osservatore possa rilevare l’esistenza di un temporale e quindi l’obbligatorietà della cifratura, in modo opportuno, del qualificatore TS. Dette condizioni sono: il percepire un tuono o rilevare un lampo entro i 10 minuti precedenti l’osservazione; riportare al fianco di TS, senza spazio, l’abbreviazione della precipitazione se presente (anche più di una se è il caso); riportare la sola sigla TS se non vi sono precipitazioni osservate. Detta regola non specifica ancora se il temporale deve essere considerato sull’aeroporto o altrove; 2) la nota alla regola 8.8 precisa in maniera univoca quando un temporale è presente o non più presente sull’aeroporto. Precisamente un temporale è presente sull’aeroporto quando è percepito il primo tuono, indipendentemente se il tuono è accompagnato da lampi e/o precipitazioni. Un temporale non è più presente o deve essere considerato terminato sull’aeroporto quando non si percepiscono più tuoni da 2 almeno 10 minuti. Quindi percepire il tuono è l’elemento discriminante per poter affermare che il temporale insiste sull’aeroporto. 3) la successiva regola 8.10, e relative note, sono relative all’utilizzazione del qualificatore VC; ossia definiscono quando e come cifrare determinati fenomeni, tra cui il temporale, che si manifestano, approssimativamente, tra 8 e 16 chilometri dal punto di riferimento dell’aeroporto o dal Teleposto. A tal proposito si richiama l’attenzione sul significato intrinseco dell’uso del qualificatore VC secondo il quale non è necessaria, dal punto di vista strettamente aeronautico, la descrizione di eventi che ricadono o che sono stimati presentarsi a distanze superiori a 16 km dal punto di riferimento aeroportuale. È stata pertanto sviluppata, a titolo di esempio, la seguente casistica a cui fare riferimento: CASO FENOMENI OSSERVATI CIFRATURA 1 Solo tuoni CASO FENOMENI OSSERVATI CIFRATURA 5 Solo lampi ritenuti vicini VCTS TS 2 Tuoni + precipitazioni TSRA, TSGR ecc. 3 Solo tuoni + lampi TS 6 lampi ritenuti vicini + precipit. RA VCTS o SN VCTS ecc. 7 lampi ritenuti lontani (+16 km) Non effettuata 4 Tuoni + lampi + precipitazioni TSRA, TSGR ecc. Si evidenzia, doverosamente, che la determinazione della fenomenologia luminosa, in termini di distanza dal punto di osservazione, presenta notevoli difficoltà. Pertanto, per quanto fattibile, si dovrà tener conto: - della possibilità di poter individuare la localizzazione del lampo; - della nitidezza del lampo (in presenza di una diffusa copertura, lampi relativamente lontani producono un bagliore debole e diffuso); - delle eventuali ricorrenti caratteristiche locali generate dall’orografia circostante (orografia nota all’operatore). Si raccomanda massima cautela nella determinazione della distanza dei lampi in quei settori (ad es. area di avvicinamento) che sono di interesse per le operazioni aeroportuali; 4) Restano immutate le regole per segnalare la fine del temporale. 5) La codifica di detto descrittore nei messaggi SYNOP rimane invece invariata; ossia se sono comunque osservati uno o più lampi in lontananza il fenomeno va codificato secondo prassi. c. Rilevazione dei fenomeni del tempo presente sull’aeroporto o nelle sue vicinanze 1) Generalità 3 La rappresentazione “sull’aeroporto” non dipende unicamente dai confini fisici dell’aeroporto stesso ma è anche funzione della capacità di distinguere univocamente i fenomeni che si presentano a ridosso del sito di osservazione. Questa ultima valutazione, come già accennato al punto 2.b., è strettamente correlata alla disponibilità, comunque limitata, degli strumenti descrittivi (ossia i codici utilizzabili) a cui l’osservatore deve fare riferimento. Ad es., se a una distanza di circa 4-5 km dal punto di riferimento dell’aeroporto l’osservatore individua un rovescio ma non è in grado di distinguere la tipologia di precipitazione (pioggia, neve, grandine, ecc.), è del tutto lecito segnalarlo come VCSH anche se il fenomeno non è ubicato, “approssimativamente”, a circa 8-16 km dal punto di riferimento dell’aeroporto. In altre parole, è preferibile dare una descrizione coerente con quanto si è in grado di discriminare che presupporre una fenomenologia non verificabile. Il concetto sopra esposto si applica similmente ai Teleposti. 2) Codifica della foschia – BR Nel caso in cui sia presente una sospensione di microscopiche goccioline d’acqua e/o cristalli di ghiaccio tale da provocare una riduzione, anche disomogenea, della visibilità, si segnala che l’abbreviazione BR non va codificata se la visibilità riportata nel gruppo VVVV (che coincide nella quasi totalità dei casi con la visibilità prevalente) è superiore a 5000 metri. Quanto testé affermato trova applicazione anche in presenza di uno o più settori in cui la visibilità è minore di 5000 metri (a condizione che la somma di detti settori sia inferiore a 180°) e indipendentemente se la presenza di una visibilità minima, inferiore a 5000 metri, in un settore, sia stata o meno codificata nel gruppo VNVNVNVNDv. 3) Codifica della nebbia – FG Nel caso in cui sia presente una sospensione di minute goccioline d’acqua e/o cristalli di ghiaccio tale da provocare una decisa riduzione, anche disomogenea, della visibilità, si segnala che l’abbreviazione FG non va codificata se la visibilità riportata nel gruppo VVVV (che coincide nella quasi totalità dei casi con la visibilità prevalente) è uguale o superiore a 1000 metri. Quanto testé affermato trova applicazione anche quando viene utilizzato il gruppo VNVNVNVNDv per riportare un valore della visibilità minima inferiore a 1000 metri. d. Codifica della visibilità minima nel ReMarK Si è riscontrato che il valore della visibilità minima riportata nel Remark del METAR coincide frequentemente con il valore della visibilità riportata nel gruppo VVVV (ossia coincide con il valore che generalmente è quello della visibilità prevalente). Poiché: - il valore della visibilità minima riportata nel Remark è utilizzato da applicativi, quali quelli di Prometeo, per la determinazione del colore da assegnare alla località corrispondente al Teleposto; - detto colore riveste notevole importanza nell’assistenza meteorologica aeronautica essendo un’informazione operativa succinta; - è ragionevole attendersi, generalmente, una variazione della visibilità nelle varie direzioni sia durante talune ore del giorno sia in determinate condizioni meteorologiche; 4 il personale osservatore è invitato a prestare la massima attenzione durante il rilevamento della visibilità per una descrizione, per quanto possibile, più appropriata dell’elemento in parola. 3. VARIANTI E CORREZIONI ALLA CODIFICA DEI MESSAGGI METAR, SPECI E TAF a. Il messaggio SPECI deve contenere, laddove applicabile, tutti i gruppi previsti dalla forma simbolica e, se disciplinato, la previsione d’atterraggio di tipo tendenza (TREND). Sono esentate solo talune informazioni complementari specificate in Appendice D. b. Nei messaggi METAR e SPECI, la media delle osservazioni del vento riferite alla soglia di pista, riportata dopo l’indicatore RMK, deve essere calcolata su un periodo di dieci minuti e non più su un periodo di due minuti; c. Il messaggio SPECI emesso dalle stazioni ubicate su aeroporti deve contenere il Codice Colore; i messaggi METAR e SPECI emessi dalle stazioni non ubicate su aeroporti non devono contenere tale informazione; d. Il messaggio SPECI deve sempre riportare, dopo l’indicatore RMK, la visibilità minima; e. Nel messaggio METAR, quando non è possibile effettuare l’osservazione dello stato del mare a causa dell’oscurità o di altri fenomeni che limitano la visibilità, lo stato del mare e il mare lungo devono essere cifrati, rispettivamente, come QUK / e QUL /. f. Nei messaggi METAR e SPECI deve essere sempre riportata, dopo l’indicatore RMK, l’informazione dello stato del cielo; g. Quando la base delle nubi è al di sotto del livello della stazione, il corrispondente gruppo delle nubi non deve essere più cifrato come NSNSNS///. Le prescrizioni riportate ai punti a., b., c., d., e. entrano in vigore al momento ricezione della presente; le prescrizioni riportate ai punti f., g. entrano in vigore giorno 30 LUGLIO 2009 con l’emissione del messaggio METAR delle ore 13.00 UTC. Le corrispondenti varianti formali, contenenti anche correzioni a refusi tipografici, sono di seguito riportate. 5 Parte I pag. 2, dopo punto 4) DEPENNARE AGGIUNGERE (regola non presente) 5) Il messaggio SPECI deve contenere, laddove applicabile, tutti i gruppi previsti dalla forma simbolica. Sono esentate solo talune informazioni complementari specificate in Appendice D. Come riportato alla precedente nota 1), allo SPECI può essere aggiunta una previsione di tipo tendenza (TREND). Parte I pag. 11-12, punto 9.1.1 DEPENNARE AGGIUNGERE (nota non presente) NOTE: 1) vedere nota 2) alla regola 10; 2) per le stazioni meteorologiche aeronautiche non ubicate in aeroporti, l’indicazione della base delle nubi deve fare riferimento a 5 000 piedi. Parte I pag. 12, punto 9.1.5 DEPENNARE SOSTITUIRE CON ……Nelle stazioni di montagna, quando la base delle nubi è al di sotto del livello della stazione, il gruppo delle nubi deve essere cifrato NSNSNS///. ……Nelle stazioni di montagna, quando la base delle nubi è al di sotto del livello di stazione e la sommità supera detto livello, il gruppo delle nubi deve essere cifrato NSNSNS000. Gli strati/ammassi nuvolosi che sono interamente al di sotto del livello di stazione non devono essere segnalati. Appendice C, pag. C–1, punto b) DEPENNARE SOSTITUIRE CON b) quando la direzione media del vento al suolo è prevista variare di 60° o più, con una intensità media, prima o dopo la variazione, maggiore o uguale a 10 kt; b) quando l’intensità media del vento al suolo è prevista variare di 10 kt o più; Appendice D, pag. D–1, punto a) DEPENNARE SOSTITUIRE CON La copertura nuvolosa totale deve essere riportata utilizzando una delle abbreviazioni letterali FEW (1 o 2 ottavi), SCT (3 o 4 ottavi), BKN (5, 6 o 7) ottavi, o OVC (8 ottavi), per segnalare la porzione totale di cielo coperta da tutti gli strati di nubi presenti. In caso di inclusione delle parole di codice CAVOK o NSC nel messaggio METAR, Nei messaggi METAR e SPECI la copertura nuvolosa totale deve essere riportata utilizzando una delle abbreviazioni letterali FEW (1 o 2 ottavi), SCT (3 o 4 ottavi), BKN (5, 6 o 7) ottavi, o OVC (8 ottavi), per segnalare la porzione totale di cielo coperta da tutti gli strati di nubi presenti. In caso di cielo sereno riportare SKC. 6 devono essere riportati, dopo l’indicatore RMK, la copertura nuvolosità totale (che si trova al di sopra di 5.000 piedi o al di sopra dell’altitudine minima di settore se questa è superiore a 5.000 piedi) ed i corrispondenti strati di nubi presenti secondo le regole 9.1.4 e 9.1.5 della codifica del METAR e SPECI. Di seguito devono essere riportati, se presenti, quegli strati nuvolosi individuati al momento dell’osservazione secondo le regole 9.1.4 e 9.1.5 della codifica del METAR e SPECI e non riportati nei gruppi NSNSNShShShS in quanto la corrispondente base si trova al di sopra di 5.000 piedi o al di sopra della più elevata altitudine minima di settore, se questa è superiore a 5.000 piedi. AGGIUNGERE, in Appendice D pag D–2, il seguente ultimo rigo in coda a Tabella I: Cifra / Termine descrittivo Altezza in metri Invisibile Non determinabile AGGIUNGERE, in Appendice D pag D–2, il seguente ultimo rigo in coda a Tabella II: Cifra Lunghezza delle onde morte Altezza delle onde morte / Invisibile, non determinabile Invisibile, non determinabile SOSTITUIRE, in Appendice D, pag D–6 con nuova pagina D–6 allegata al presente documento Appendice E, pag. E–3, secondo rigo DEPENNARE SOSTITUIRE CON VV///; nubi non osservabili e visibilità verticale non stimabile VV///; nubi non osservabili e visibilità verticale non misurabile Appendice E, pag. E–5, ultimo esempio DEPENNARE SOSTITUIRE CON TEMPO 1518 25035G50KT; previste fluttuazioni temporanee del vento al suolo, dalle ore 15.00 UTC alle ore 18.00 UTC, che assumeranno una direzione da 250° ed una intensità di 35 nodi con raffiche di 50 nodi TEMPO 2015/2018 25035G50KT; previste fluttuazioni temporanee del vento al suolo, dalle ore 15.00 UTC alle ore 18.00 UTC del giorno 20, che assumeranno una direzione da 250° ed una intensità di 35 nodi con raffiche di 50 nodi SOSTITUIRE, in Appendice E, pag E–6 con nuova pagina E–6 allegata al presente documento 7 APPENDICE D doppio di quello riportato con il gruppo VVVV nel messaggio METAR, deve cifrare l’informazione VIS MAX SE 15 KM. 3) la visibilità minima, nei messaggi METAR e SPECI, preceduta dall’indicatore letterale MIN, espressa seconda la regola 6.3 parte I pag.5, seguita senza spazio dalla corrispondente direzione espressa tramite uno degli otto punti cardinali principali N, NE, E , ecc. Se il valore della visibilità minima è osservato in più direzioni si deve riportare la direzione più significativa dal punto di vista operativo. Qualora la visibilità sia la medesima in tutte le direzioni o fluttui rapidamente, al punto che la visibilità prevalente non sia determinabile, la direzione deve essere omessa. Il valore di visibilità minima deve essere sempre riportato in questa sezione introdotta dall’indicatore RMK anche se già cifrato nel corpo del messaggio nel gruppo VNVNVNVNDv . Una stazione che deve segnalare, per esempio, una visibilità minima di 3000 metri nella direzione sud est deve cifrare l’informazione VIS MIN 3000SE. f) Vento della soglia di pista Il vento rappresentativo della soglia di pista, nella forma WIND THRDRDR dddffGfmfmKT deve essere riportato, nei messaggi METAR e SPECI, per ogni pista dotata nella zona di contatto di un sensore anemometrico. DRDR identifica il numero della pista, in caso di piste parallele si deve applicare la regola 7.3 del METAR. La media delle osservazioni del vento da inserire in dddff, deve essere calcolata su un periodo di dieci minuti. Se, nel corso dei dieci minuti che precede l’osservazione, l’intensità massima del vento di raffica supera di 10 nodi o più l’intensità media, questa intensità massima deve essere cifrata tramite Gfmfm immediatamente dopo dddff e seguita immediatamente dopo, senza alcuno spazio, da KT. Quando il periodo di dieci minuti include una marcata discontinuità delle caratteristiche del vento, solo i dati posteriori alla discontinuità devono essere usati per calcolare l’intensità media e la direzione media del vento e l’intensità massima del vento di raffica. L’intervallo di tempo quindi deve essere ridotto in maniera corrispondente. Quando l’apparato di rilevazione del vento non è in grado, per caratteristiche costruttive, di discernere la marcata discontinuità del vento, la direzione vera media di provenienza del vento, l’intensità media del vento e l’intensità massima del vento di raffica sono riferite all’intero periodo di dieci minuti che precede immediatamente l’orario di osservazione. NOTA: Vedere la NOTA della regola 5.5 g) Codice colore Il codice colore deve essere inserito, nei messaggi METAR e SPECI, secondo le disposizioni emanate allo scopo nella pubblicazione SMA – 30. Nella determinazione del codice colore interviene il valore di visibilità minima. NOTA: le stazioni meteorologiche aeronautiche non ubicate in aeroporti non inseriscono tale informazione. D–6 APPENDICE E Esempio: TEMPO 2012/2014 17012G25KT 1000 TSRA SCT010CB BKN020; previste fluttuazioni temporanee del vento al suolo, del tempo presente, della visibilità e della nuvolosità dalle ore 12.00 UTC alle ore 14.00 UTC del giorno 20. Nelle fluttuazioni: il vento assumerà una direzione da 170°, una intensità di 12 nodi con raffiche di 25 nodi; la visibilità assumerà il valore di 1.000 metri, si avranno moderate manifestazioni temporalesche con pioggia, cumulonembi con estensione SCT e base a 1.000 piedi, nubi con estensione BKN e base a 2.000 piedi. Esempio: BECMG 2010/2011 00000KT 2400 OVC010; previste variazioni del vento al suolo, della visibilità e della nuvolosità ad un istante non specificato nel periodo che va dalle ore 10.00 UTC alle ore 11.00 UTC del giorno 20. Nelle variazioni: si avrà calma di vento, la visibilità assumerà il valore di 2.400 metri, sarà presente nuvolosità con estensione OVC e base a 1.000 piedi. Esempio: PROB30 0412/0414 0800 FG; probabilità del 30% che nel periodo che va dalle ore 12.00 UTC alle ore 14.00 UTC del giorno 04 si manifesterà nebbia con una visibilità di 800 metri. Esempio: FM251030 SN TEMPO 2512/2515 BLSN; inizio di nevicata dalle ore 10.30 UTC del giorno 25, scaccianeve moderato intermittente nel periodo che va dalle ore 12.00 UTC alle ore 15.00 UTC del giorno 25. Esempio: PROB40 TEMPO 3006/3008 0500 FG; probabilità del 40% che nel periodo che va dalle ore 06.00 UTC alle ore 08.00 UTC del giorno 30 si manifesterà nebbia ad intermittenza con una visibilità di 500 metri. TAF YUDO* 130500Z 1306/1315 31015KT 8000 SHRA FEW005 FEW010CB SCT018 BKN025 TEMPO 1310/1315 4000 +SHRA PROB30 TEMPO 1313/1315 TSRA SCT005 BKN010CB * località fittizia E–6