Alla scoperta della Basilica del patrono L’autore Tiziano Fermi illustra la nuova guida artistica di Sant’Antonino Il 2 luglio è stata presentata la nuova guida artistica della basilica di Sant’Antonino, opera di Tiziano Fermi. Presidente dell’associazione culturale “Domus Justinae”, studioso di arte cristiana, Fermi ha già curato la pubblicazione della guida della Cattedrale e della chiesa di San Paolo. Fermarsi ad osservare la basilica di Sant’Antonino costituisce certamente una delle esperienze estetiche più significative da compiere nella nostra città, ma potrebbe non bastare per giustificare una visita; un secondo passo potrebbe essere quello di avvicinarsi alla chiesa del Patrono per conoscere le vicende storiche, civili o religiose legate a quel particolare luogo, ma anche questo sarebbe insufficiente; è fondamentale, invece, come scrive mons. Ambrosio nella prefazione alla nuova guida storico-artistica della basilica, cogliere in questo “topòs” il senso di una storia che non si conclude, giunge da lontano, ci viene trasmessa e a noi sta il compito di rigenerarla : “c’è una sola storia, quella di Dio e dell’uomo che si cercano. E non ci sono due città, ma una sola: quella che viviamo e che il Vangelo ci invita a rendere ‘nuova’ con il dono della nostra vita”. IL PORTICO DEL PARADISO. Entrare dal grande portico del Paradiso, sul lato nord della basilica, che richiama architettonicamente il Palazzo Gotico e guarda verso la Cattedrale, vuol dire passare la soglia del portale dove sono scolpiti Adamo ed Eva: i corpi, cioè le “belle” creazioni di Dio, si coprono, perchè diventano il segno dell’umana fragilità mentre prendono rilievo gli atteggiamenti dei viziosi, mossi dalla cattiveria del maligno. Su questo portale, oltre ai progenitori, troviamo a sostegno dell’architrave i vizi principali per una città commerciale come Piacenza nel XII secolo, l’usura e l’avarizia. L’usura, sulla destra, ha un grosso ventre, e ci indica come chi ha, vorrebbe ingrossare anche illecitamente il proprio patrimonio, mentre l’avarizia è rappresentata da una figura umana magra, “secca”, quasi a testimoniare che chi è avaro diviene “sterile” anche nei rapporti umani. L’uomo che leggeva visivamente questo portale, apprendeva alcune indicazioni molto chiare per la vita di ogni giorno. IL CUORE DELLA BASILICA. Camminare verso il cuore della basilica, è poi avviarsi in pellegrinaggio presso il “deposito” della fede piacentina, dove sono le reliquie dei Santi Antonino e Vittore. Sotto l’altare principale oggi, al centro dell’antica forma ottogonale (dove sorge il tiburio) nel primo edificio: le reliquie e l’altare, erano strettamente legati nella liturgia in epoca paleocristiana. Come la Chiesa cattolica è apostolica, così la Chiesa piacentina è “antoniniana” perchè basata sulla sua testimonianza di fede, in greco “martyria”(da cui il termine martire). Come si chiarisce nel volume, la figura del martire Antonino e quella del vescovo Vittore, sono strettamente legate nell’iconografia delle opere d’arte; l’altro protagonista di rilievo nel discorso artistico, ma ancor di più in quello storico ed ecclesiastico è il vescovo Savino, considerato dalla storiografia attuale l’organizzatore della vita della chiesa piacentina e il padre dottrinale della stessa. IL PERCORSO. La nuova guida proprio per mostrare questo aspetto comunitario e vitale della basilica patronale presenta perciò una prima sezione storica suddivisa in alcuni punti che chiariscono criticamente il nodo problematico delle origini: La prima comunità dei cristiani, Il Martire Antonino, La fondazione della prima basilica. La seconda parte si occupa della visita alla chiesa attuale soffermandosi su alcune particolarità, quali il ciclo pittorico medievale che doveva caratterizzare la basilica dell’XI secolo e di cui rimangono preziosi frammenti, la decorazione barocca del presbiterio, il gruppo scultoreo quattrocentesco del Crocifisso, la cappella del Santissimo Sacramento con la tela dell’Ultima Cena. Due sezioni speciali sono dedicate all’archivio e al museo capitolare, che conserva fra l’altro il notevole dossale con le storie di Sant’Antonino. Come nelle precedenti guide della serie “Le chiese di Piacenza” (di cui sono edite quella della Cattedrale e di San Paolo) l’ultima parte presenta le brevi biografie dei principali artisti che hanno lavorato nella chiesa stessa. Tiziano Fermi