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Brano : Ab urbe condita V, 31
Autore : Livio
Originale
[31] Eo munere delenita plebe nihil certatum est quo minus consularia comitia haberentur. Creati consules L.
Valerius Potitus M. Manlius, cui Capitolino postea fuit cognomen. Hi consules magnos ludos fecere, quos M.
Furius dictator uouerat Veienti bello. Eodem anno aedes Iunonis reginae ab eodem dictatore eodemque
bello uota dedicatur, celebratamque dedicationem ingenti matronarum studio tradunt. Bellum haud
memorabile in Algido cum Aequis gestum est, fusis hostibus prius paene quam manus consererent. Valerio
quod perseuerantior cedentes [insequi] [in fuga] fuit, triumphus, Manlio ut ouans ingrederetur urbem
decretum est. Eodem anno nouum bellum cum Volsiniensibus exortum; quo propter famem pestilentiamque
in agro Romano ex siccitate caloribusque nimiis ortam exercitus duci nequiuit. Ob quae Volsinienses
Sappinatibus adiunctis superbia inflati ultro agros Romanos incursauere; bellum inde duobus populis
indictum. C. Iulius censor decessit; in eius locum M. Cornelius suffectus;?quae res postea religioni fuit quia
eo lustro Roma est capta; nec deinde unquam in demortui locum censor sufficitur;?consulibusque morbo
implicitis, placuit per interregnum renouari auspicia. itaque cum ex senatus consulto consules magistratu se
abdicassent, interrex creatur M. Furius Camillus, qui P. Cornelium Scipionem, is deinde L. Valerium Potitum
interregem prodidit. Ab eo creati sex tribuni militum consulari potestate ut etiamsi cui eorum incommoda
ualetudo fuisset, copia magistratuum rei publicae esset.
Traduzione
31 Siccome la plebe era stata placata da quella donazione, non ci furono pi? scontri v?lti a ostacolare le
elezioni consolari che videro la nomina di Lucio Valerio Potito e di Marco Manlio, in s?guito soprannominato
Capitolino. Questi due consoli celebrarono i Ludi Magni, conforme al voto del dittatore Furio Camillo durante
la guerra contro Veio. Nel corso dello stesso anno venne anche consacrato a Giunone Regina il tempio
promesso dallo stesso dittatore e nella stessa guerra, e si racconta che la consacrazione venne celebrata
con grande fervore dalle matrone. La guerra combattuta contro gli Equi sull'Algido non fece registrare nulla
di memorabile perch? i nemici vennero sbaragliati prima ancora che le ostilit? vere e proprie avessero avuto
inizio. A Valerio venne concesso il trionfo per aver dimostrato grande accanimento nel fare a pezzi i nemici
in fuga, mentre a Manlio fu concesso l'onore dell'ovazione all'ingresso in citt?. Quello stesso anno scoppi?
una nuova guerra: si trattava degli abitanti di Volsinii. Ma la carestia e l'epidemia che colpirono le campagne
romane a causa della siccit? e delle temperature eccessivamente elevate non permisero l'invio di un esercito
sul luogo del conflitto. Queste calamit? fecero ringalluzzire ancora di pi? i Volsiniesi che, grazie anche
all'appoggio dei Sapienati, fecero un'incursione in territorio romano. A quel punto venne dichiarata guerra a
entrambi i popoli. Mor? il censore Gaio Giulio e il suo posto venne preso da Marco Cornelio, cosa questa
che in s?guito venne interpretata come un'offesa alla divinit? perch? Roma fu presa proprio nell'arco di quel
lustro. E da quel giorno non c'? pi? stato nemmeno un caso di censori nominati al posto di colleghi morti.
Siccome anche i consoli vennero colpiti dal contagio, si deliber? di rinnovare gli auspici con il ritorno
all'interregno. E cos?, una volta che i consoli ebbero rinunciato alla carica in ottemperanza al decreto del
Senato, venne eletto interr? Marco Furio Camillo il quale scelse come proprio successore Publio Cornelio
Scipione che, a sua volta, pass? la carica a Lucio Valerio Potito. Quest'ultimo nomin? sei tribuni militari con
potere consolare per evitare che lo Stato rimanesse a corto di magistrati anche nel caso in cui qualcuno dei
neoeletti si fosse ammalato.