Alba
Or i sardi pastori, all'indorarsi
Dei cieli, mentre van con tintinnìo
Dolce le greggi a ricercar gli sparsi
Rivi, levan le fronti e adoran Dio.
Rapiti, quasi sentano levarsi
La luce in seno, fremono ad un pio
Sgomento come quercie, su per gli arsi
Greppi, dei venti roridi al desio.
Poi vanno lungo il risonante mare,
Fra prati d'asfodelo e per le rupi,
Vanno fantasmi d'una antica età.
Torbidi e soli nel fatale andare,
Il cuore schiavo di pensieri cupi,
L'occhio smarrito nell'immensità.