Alba Or i sardi pastori, all'indorarsi Dei cieli, mentre van con tintinnìo Dolce le greggi a ricercar gli sparsi Rivi, levan le fronti e adoran Dio. Rapiti, quasi sentano levarsi La luce in seno, fremono ad un pio Sgomento come quercie, su per gli arsi Greppi, dei venti roridi al desio. Poi vanno lungo il risonante mare, Fra prati d'asfodelo e per le rupi, Vanno fantasmi d'una antica età. Torbidi e soli nel fatale andare, Il cuore schiavo di pensieri cupi, L'occhio smarrito nell'immensità.