Persone che stanno dando gentilmente il proprio contributo: Guarnerio Matteo, Luca Genevini, Alessandro Maretti, Camilla Mariella, Massara Fabrizio, Marina Monfroni, Natali Mattia POSSIBILI DOMANDE TEORICHE RELATIVE ALLA SECONDA PROVA IN ITINERE (Economia ed Organizzazione aziendale - Ingegneria) 1. Che cos’è la mano invisibile del mercato? La mano invisibile è una metafora creata da Adam Smith per rappresentare la Provvidenza, grazie alla quale nel libero mercato la ricerca egoistica del proprio interesse gioverebbe tendenzialmente all'interesse dell'intera società. La mano invisibile del mercato è una metafora di Adam Smith secondo cui il mercato si auto-regola. Secondo A.S. un mercato che si auto-regola cioè regolato solo dagli interessi personali di chi vi partecipa determina il massimo benessere possibile. 2. Quali sono le possibili forme di mercato? Oligopolio, monopolio e concorrenza perfetta. Risposta approfondita. 3. Quali fattori possono modificare la forma di mercato? (non sono sicuro...) lo stato può decidere di intervenire per modificare una certa forma di mercato attraverso l'organo preposto che è l'antitrust. 4.Cosa vuol dire verticalizzazione di un processo produttivo? Quando si acquisisce imprese in precedenza fornitrici di materie prime o semilavorati, oppure imprese in precedenza clienti delle materie e dei semilavorati prodotti dall'azienda che si verticalizza. Si acquisice una parte o la totalità di una o più aziende facenti parte dello stesso processo produttivo ai fini di sommare al residuo di gestione dell'impresa il residuo di gestione delle altre imprese. 5. Quali sono i tre fattori che recentemente hanno cambiato il sistema economico in maniera radicale? La produzione su larga scala, la presenza internazionale del servizio pubblico e la diversificazione e specializzazione del lavoro. Si è passati da imprese prettamente individuali a una produzione su larga scala. Si è sviluppato il settore pubblico che prima si occupava solamente della difesa, creando il moderno Welfare. E' aumentata la presenza di personale professionalizzato (ognuno sa fare bene solo il proprio mestiere e quindi necessita di tutti gli altri per sopravvivere). 6. Da che cosa è determinata la scelta tra mercato e organizzazione? La scelta è determinata dalla minimizzazione dei costi sia di produzione che di transazione. 7. Che cos’è il surplus del consumatore? Durante un acquisto confronto il prezzo di mercato (di cui è obbligatoria l'esposizione affinché il consumatore possa fare un confronto con il suo prezzo di riserva). Il S.d.C è la differenza tra il prezzo di riserva pensato e tenuto segreto dal consumatore, con il prezzo di mercato. Se la differenza è positiva il consumatore gode! Il surplus del consumatore è la differenza tra il prezzo di riserva e il prezzo di mercato. Il prezzo di riserva è il valore che ciascun consumatore attribuisce individualmente al prodotto che si accinge a comprare; questo prezzo dipende dall’utilità che il consumatore riceve da quel prodotto. Prima valuto se il prodotto che sto comprare vale la candela, in secondo luogo verifico se effettivamente posso comprarlo. 8. Qual è la differenza tra prezzo di mercato e prezzo di riserva? Il prezzo di riserva è il valore che ciascun consumatore attribuisce a un bene o a un servizio. Il p.d.r dipende dall'utilità che il consumatore riceve da quel bene o servizio. Se il pdr è maggiore del prezzo di mercato si effettua l'acquisto, caso contrario non comprerò mai quel bene o servizio, nonostante abbia i soldi. 9. Perché esistono le organizzazioni? Le organizzazioni nascono come una possibile soluzione ai costi di transazione e ai problemi legati all’informazione e all’incertezza. Se bisogna assumere una persona quasi a tempo pieno è meglio rivolgersi ad un’organizzazione e non al mercato poiché si internalizzano le transazioni. Nella scelta tra mercato e organizzazione è fondamentale la minimizzazione dei costi: sia di produzione che di transazione (vi sono anche i costi di definizione che sono la stipula ed esecuzione dei contratti) → la scelta avviene sulla base della convenzione economica. All’interno dell’organizzazione non si stipulano contratti complessi. 10. Da cosa dipendono i costi di transizione? I costi di transizione dipendono in primo luogo dall'asimmetria informativa, dalla specificità della transazione (aumentando l'asimmetria informativa), la frequenza nel tempo (che riduce tale asimmetria). 11. Quali sono le diverse concezioni dell’impresa nelle teorie economiche? Ciascuna di queste idee non colgono l’intera essenza dell’impresa ma ne colgono diversi aspetti. o La concezione microeconomia tradizionale: l’impresa è una funzione di produzione. È una sorta di organismo vivente nei quali si combinano i diversi fattori economici per avere come risultato un prodotto. È la visione classica dell’impresa. L’impresa tende a minimizzare i costi di produzione, solitamente il costo del prodotto è “dato”, l’impresa non può imporlo e quindi per guadagnare si riducono i costi di produzione. È però una visione riduttiva, specie se si considera il fattore lavoro: tra impresa e lavoratore perché non vi è solo una relazione tecnologica, vi è uno scambio di informazioni, una relazione umana. o L’impresa è l'istituzione che consente all’imprenditore di assumersi il rischio (Frank Knight). o Approccio dell'economia industriale: l’impresa è uno strumento dell’innovazione, fa decollare le idee innovative. La spiegazione dell'impresa è puramente tecnologica, l'impresa nasce quando un'innovazione rende conveniente radunare più lavoratori sotto la guida dell'imprenditore. o L’impresa nasce per risolvere il problema dell’incentivazione all’interno di un lavoro di squadra (Alchian e Demsetz). Ci sono problemi di free riding L’impresa, con la sua natura organizzata e gerarchica, è un modo per ovviare questo problema. In un’impresa è necessaria una struttura di controllo per analizzare la redditività di ciascun lavoratore. Ma chi controlla? L’ingegnere gestionale ma soprattutto l’imprenditore. L’imprenditore viene remunerato perché svolge anche una funzione di controllo. “L’impresa esiste per ridurre la tendenza degli uomini a mal fare”. Possiamo definire questa concezione di impresa come neohobbesiana: lo Stato esiste per ridurre gli effetti devastanti del comportamento anarchico degli individui. o Spiegazione neomarxista: l’impresa esiste per consentire al capitalista di sfruttare i lavoratori. Un’impresa gestita dai lavoratori potrebbe essere più efficiente di quella gestita da un capitalista perché minori sarebbero gli incentivi a ridurre lo sforzo lavorativo. Nell’impresa c’è un problema di distribuzione del reddito, c’è una lotta nella distribuzione del surplus. Un clima di pace sociale all’interno dell’impresa è utile per l’impresa stessa. o L’impresa come risposta ai costi di transazione: l’impresa nasce solo per risolvere questo problema, per sostituire al rapporto di mercato contrattualizzato un rapporto di autorità. L’impresa è un contratto incompleto per definizione perché è un rapporto di autorità: un contratto prevede in modo specifico i vari rapporti tra le varie persone mentre in un impresa c’è il rapporto di autorità (esempio la ragazza che va a comprare il biglietto del Milan per Catalano anche se non c'era scritto nel contratto). Quando una persona viene assunta il contratto non prevede tutte le cose lecite e non. Una parte ha il diritto di verificare le prestazioni dell’altra se si verificano eventualità impreviste, l'altra esegue le direttive in cambio di una remunerazione. 12. Chi è l’imprenditore? È colui che ha la capacità del rischio. È colui che è capace di rischiare, ha capacità di assumersi il rischio. L’impresa è nata per chi capacità di rischiare, è uno strumento per consentire l’assunzione del rischio. Il talento non è ereditario, in America c’è la tassa di successione. L’imprenditore poche volte è un grande tecnologo, ha poche capacità manuali, ma sa avere idee e sa rischiare. 13. Quali sono gli strumenti con sui il mercato reagisce al proliferare delle organizzazioni? I contratti condizionati, la reputazione e i sistemi di segnalazione. Il mercato reagisce al proliferare delle organizzazioni attraverso dei propri strumenti post-contratto per valutare lo scambio: o Contratto condizionato al risultato. È un contratto formale ed è scritto prima dello scambio (Esempio: Catalano non paga l’architetto se il comune non gli dà l’autorizzazione a costruire, così è sicuro che l’architetto abbia fatto tutto in regola). o La reputazione: è una tipologia di contratto implicito non scritto, un contratto che non contiene prestazioni specificate che abbiano valore legale, ma solo dichiarazioni di utenti. La reputazione di un venditore è la valutazione della qualità del prodotto attuale di un’impresa che i consumatori fanno sulla base della qualità osservata in passato. La reputazione ha dei costi, come il contratto condizionato. La reputazione si misura giorno dopo giorno. È un meccanismo fondamentale del mercato per difendersi dall’organizzazione. La reputazione si crea con grandissima fatica e si distrugge in pochissimo tempo. Il meccanismo reputazionale è informale. o Segnalazione: non è informale perché è formalizzato come i contratti condizionati. La segnalazione è formalizzata da un soggetto terzo alle parti e non tra le due parti come il contratto condizionato (Esempio i controlli qualità → DOP, DOC, ISEEE ecc.). La laurea è un meccanismo di segnalazione. Un meccanismo di segnalazione deve avere un accurato sistema di verifica. 14. Che cos’è uno scambio di mercato? Uno scambio è di mercato se, una volta concluso, non lascia alcun obbligo residuo tra le parti. Esistono due diverse definizioni (Dispensa 6 pag.27): o Siamo di fronte ad uno scambio di mercato quando lo scambio di un bene o di un servizio è regolato in modo completo dal sistema dei prezzi. Tutti coloro che partecipano allo scambio sono reciprocamente soddisfatti. o Uno scambio è di mercato se una volta concluso non lascia nessun obbligo tra le parti. Siccome lo scambio non lascia obblighi, bisogna stare particolarmente accorti perché dopo non si può più reclamare perché è una scelta irrevocabile. Siccome lo scambio di mercato non ha obblighi residui tra le parti possono esserci comportamenti opportunistici fondati sull’asimmetria informativa. Per ovviare a questo problema è nato lo strumento della garanzia: esso modifica il primo punto, ma è necessario, perché uno senza garanzie ha paura di scambiare e questa paura può uccidere il mercato. 15 Cosa vuol dire che un contratto è incompleto? Per contratto incompleto si intende quel contratto in cui non sono state calcolate tutte le situazioni verificabili. Il contratto incompleto è un contratto che, perché venga rispettato nella sua totalità, avrà bisogno di un giudice che decida il comportamento che le due parti dovranno assumere in una determinata situazione. 16. Qual è la differenza tra reputazione e segnalazione? La reputazione è dovuta a considerazioni soggettive, la segnalazione, invece, è un elemento fornito da soggetto terzo, spesso istituzionale. Vedi domanda 13. 17. Come si sceglie una forma di organizzazione rispetto ad un’altra? Esiste un modello Il modello Hansmann permette di effettuare questa scelta tramite 2 fattori: - La proprietà dell’organizzazione E’ proprietario dell’organizzazione colui che decide come utilizzare il residuo di gestione. E’ proprietario dell’organizzazione colui che nomina gli organi dirigenziali e decisionali. - L’associazione all’organizzazione E’ associato a una organizzazione colui che cede o acquista fattori produttivi. 18. Analizzare il Politecnico di Milano secondo il modello di Hansmann definendo proprietari e associazione I proprietari del polimi sono coloro che nominano il Rettore e il consiglio di amministrazione, quindi, in generale, tutti i professori che votano e in minima parte una rappresentanza degli studenti e dei tecnici. Gli associati al polimi sono tutti gli studenti e i docenti che scambiano i fattori produttivi. Il politecnico di Milano può essere suddiviso in questo modo: o Associati: studenti, professori,tecnici (sono associati all'organizzazione coloro che cedono fattori produttivi o acquistano prodotti). o Proprietari: l'organo che decide l'utilizzo di tale residuo è il consiglio di amministrazione con a capo il Rettore. Il proprietario è, quindi, colui che nomina il rettore e il consiglio di amministrazione. Il rettore è eletto da professori, tecnici (voto ponderato) e gli studenti (voto ponderato) eletti dalla generalità degli studenti. Quindi i proprietari del Polimi sono i professori del polimi, ponderatamente i tecnici e gli studenti. Il proprietario quindi non è lo stato che è un ente giuridico(ma eroga i finanziamenti). Il polimi è un'impresa not for profit, quindi il residuo di gestione sarà destinato a fini istituzionali. (È proprietario di un associazione colui o coloro che possono appropriarsi il residuo e che hanno il diritto di nominare gli organismi decisionali di un'associazione). o Nel polimi vi è coincidenza tra associati e proprietari per mancanza di obiettivo di profitto e perché l'università è considerata autonoma dalla COSTITUZIONE (ART.33), in cui è tutelata la libertà dell'insegnamento e della ricerca (valore superiore rispetto a un valore economico). 19. Perché per un’impresa è rilevante la forma di mercato? Perchè essa si deve adattare a quelle caratteristiche per poter sopravvivere. Spesso subisce una forma di mercato che viene in qualche modo decisa dall'operatore pubblico (Stato) che svolge un ruolo di promozione della concorrenza. La forma di mercato condiziona l'impresa. 20. Perchè si acquista un prodotto? I consumatori acquistano un prodotto per trarne benessere o utilità. Le industrie utilizzano questi acquisti come input della produzione per creare valore economico (profitto). 21. Cos’è una concorrenza amministrata? Sono più aziende che operano, ad esempio, sulla stessa infrastruttura (es. Trenitalia e NTV nel 2011) 22. La concorrenza fa sempre bene al funzionamento del mercato? Solo la concorrenza regolata e controllata può favorire il mercato con meno costi e più produzione. Sempre no. Alcune volte la concorrenza può raggiungere delle condizioni patologiche e maligne per il corretto funzionamento del mercato. Per esempio un imprenditore può commettere azioni scorrette del tipo evadere il fisco, sottopagare gli operai per abbassare i costi di produzione. Fa sempre bene finchè la concorrenza non lede il mercato. Ad esempio: concorrenza scorretta, etc. 23. È sempre vero che l’impresa è condizionata ma non può condizionare il mercato? No, gran parte delle imprese subisce il mercato, anche se alcune (es. Telecom) possono influenzare il mercato con certi vantaggi, poiché la concorrenza non fa sempre bene. <-- In che modo può condizionare il mercato Telecom? Per il fatto che in precedenza si trovava in regime di monopolio? Non è sempre vero, infatti quando un'impresa agisce in un mercato monopolistico condiziona pesantemente il mercato poiché ha il potere di decidere il prezzo del prodotto e quindi può avere dei margini di contribuzione molto elevati che può sfruttare nella ricerca e sviluppo oppure semplicemente per avere un residuo di gestione molto elevato. Un'azienda può in minima parte condizionare il mercato anche in un mercato di tipo concorrenziale, questo avviene soprattutto quando solo un'azienza offre un certo tipo di prodotto e non vi sono altre aziende in grado di offrire prodotti simili. 24. Quali sono le caratteristiche della domanda individuale? Perché la curva è decrescente rispetto alla quantità? La curva della domanda individuale è decrescente rispetto alla quantità poiché l’utilità che ricaviamo da un’unità aggiuntiva di uno stesso prodotto è marginalmente decrescente. (al decimo paio di scarpe la nostra utilità ad acquistare un undicesimo paio è abbastanza bassa). La domanda individuale è strettamente legata all’utilità che un bene ci dà. È decrescente rispetto alla quantità (più ne hai e meno ti serve e quindi sei meno disposto a pagare). 25. Definire il ruolo delle strategie di impresa nella domanda. Le imprese tentano di modificare la curva di domanda attraverso la promozione (pubblicità), differenziazione del prodotto per i clienti specifici e un ampio portafoglio prodotti per cercare di soddisfare il maggior numero di clienti. 26. Quali sono i fattori che incidono sulla domanda individuale? Il gusto e la necessità, il reddito dell'acquirente, i prezzi e la disponibilità di prodotti sostitutivi e la presenza di prodotti complementari. 27. Come si determina la domanda di mercato? La domanda di mercato è determinata dalla somma delle domande individuali. La formula della domanda di mercato viene stilizzata in una forma lineare decrescente P = P(Q, Y), le variabili indipendenti sono la quantità Q e il reddito Y. 28. Illustrare il concetto della elasticità della domanda. L'elasticità dipende dalla necessità del bene o del servizio (utilizzare i grafici sulla dispensa). La prima curva di domanda, che è poco inclinata, è molto elastica (esempio: macchina) (a una piccola variazione del prezzo si ha una grande variazione della quantità). La seconda è anelastica e molto inclinata (Unità X / Prezzo Y) (esempio: benzina) → di fronte ad un cambiamento del prezzo il consumatore cambia poco il suo comportamento. Dipende dalla necessità percepita o effettiva del bene. La curva di domanda di breve periodo è inoltre prettamente anelastica, mentre la curva di lungo periodo è prettamente elastica. 29. Cos’è un’impresa price-taker? È un'impresa che non è in grado di determinare il prezzo di mercato e quindi subisce tale prezzo. Il prezzo è un fattore esogeno. Il monopolio, invece riesce a determinare il prezzo o a condizionarlo (oligopolio) → curva diversa. È un'impresa che non è in grado di determinare il prezzo del mercato, e quindi subisce tale prezzo. Il prezzo diventa un fattore esogeno. Essa avrà una sua curva di mercato. Il monopolio invece è in grado di determinare il prezzo oppure di condizionare tale prezzo (oligopolio): l’impresa monopolistica influenza la curva di mercato. In una forma di mercato concorrenziale perfetta non è possibile modificare il prezzo e quindi esistono solamente imprese price-taker. 30. A che cosa è pari il profitto dell'impresa? Alla differenza tra ricavi totali e costi totali. 31. Quali possono essere i fattori esterni di costo per un’impresa? I principali o o o o fattori esterni di costo per un'impresa sono: Aumento dei salari e degli stipendi. Aumento dei prezzi delle materie prime. Aumento dei prezzi degli impianti. L’innovazione tecnologica. 32. Da cosa dipende la forma della curva di domanda? La curva di domanda del mercato possiamo definirla come la media delle varie domande individuali. La domanda individuale dipende dai seguenti fattori: o I gusti e la necessità (utilità). o Il reddito o la ricchezza dell'acquirente. o I prezzi e la disponibilità di prodotti sostitutivi. o La presenza di prodotti complementari. Le imprese tentano di modificare questa curva attraverso la promozione (pubblicità), differenziazione del prodotto per i clienti specifici e un ampio portafoglio prodotti. 33. Quali sono, in un sistema di concorrenza perfetta, le determinanti della domanda e dell’offerta per l’imprenditore? (non so se è giusta...) L’attore fondamentale del mercato è il prezzo: il mercato è il processo e la modalità con cui si giunge al prezzo. La quantità prodotta, venduta e acquistata dipende dal prezzo che emerge sul mercato. (non ne ho la certezza ma mi pare che l'abbia detto il prof...) Determinante della domanda: utilità del bene. Determinante dell'offerta: costi di produzione. 34. Quali sono le tipoligie di costi che un’impresa deve sostenere? Costi fissi (immobilizzazioni), costi variabili (costi di risorse che nel breve periodo possono essere modificate in relazione alla quantità) e costi di setup (parte di costi fissi che permangono nel lungo periodo). 35. Quali sono le determinanti del costo del capitale di debito? Il tasso di interesse. 36. Cos’è il costo opportunità? È ciò che perde l'impresa facendo un determinato investimento. Il costo della scelta dipende invece dalla scelta fatta. Sono le opportunità che l'impresa perde facendo un determinato investimento. Quando facciamo una scelta c’è sia il costo della scelta e il costo di cui stiamo rinunciando come alternativa. Costo legato alla momentanea rinuncia alla liquidità. 37. Cos’è un’economia pecuniaria? Quando il costo del fattore produttivo diminuisce non per l'impresa, ma per l'intero settore di mercato. Si ha quando i costi dei fattori produttivi diminuiscono per l’intero settore del mercato (ossia a tutte le imprese). Esempio il costo del silicio nel corso degli ultimi anni. 38. Che cos’è l’economia di diversificazione? Abbiamo queste economie quando in un'unica impresa si producono simultaneamente due prodotti distinti sulla stessa linea produttiva. Nella stessa impresa se abbiamo due tipologie di prodotti abbiamo una diminuzione dei costi di produzione rispetto a due imprese diversificate e distinte. 39. Che cos’è l’economia di agglomerazione? L'economia di agglomerazione nasce quando abbiamo l'unione di questi due concetti: l'economia di scala (al crescere della quantità prodotta diminuisce il costo di produzione) e di diversificazione (vedi domanda precedente). 40. Cosa deve fare l’impresa per massimizzare i profitti? Minimizzare i costi (unico modo per sopravvivere) 41. Cosa sono i costi medi e i costi marginali? Il costo marginale è la variazione nei costi totali causata da una variazione unitaria della produzione, il costo medio, invece, è il rapporto tra il costo totale (CT) e la quantità prodotta (Q). Definizioni: o Costo medio: Costo totale / Quantità prodotta. o Costo marginale: costo necessario per produrre un’unità in più di prodotto. È la derivata prima della curva del costo totale. 42. Cosa sono i quasi mercati? Forme di introduzione di politiche concorrenziali nell'eventualità di situazioni monopolistiche. Il quasi mercato si pone come correttivo rispetto al tradizionale modello di welfare state, in cui è l’ente pubblico ad occuparsi direttamente del soddisfacimento dei bisogni, ed il libero mercato, basato su una pura ottica utilitaristica da parte dei privati; il quasi mercato è quindi un modello basato sull’affermazione dell’importanza della libera iniziativa privata nel soddisfacimento non solo del proprio interesse ma anche nell’interesse della collettività (definizione presa da questo sito). 43. Come viene determinata la scelta di investimento fra breve e lungo periodo? Le decisioni di breve periodo si differenziano da quelle a lungo termine in questo modo: o Non sono decisioni strategiche. o Le decisioni di breve periodo non impattano sul capitale (lavoro, materie prime, macchinari, brevetti) e sulle competenze (capacità acquisite all’interno dell’impresa → lavoro, personale), in altre parole non attualizziamo i flussi di cassa sui fattori produttivi (ossia non dividiamo per il tasso di attualizzazione k). o Siccome non vi sono modifiche nei fattori produttivi vuol dire che le decisioni di breve periodo non hanno variazione in capitale fisso ossia non facciamo investimenti. o Consideriamo gli effetti economici e gli effetti finanziari allo stesso modo, non varia il capitale circolante operativo netto. Ossia consideriamo i crediti e i debiti allo stesso modo. Se una decisione non rispetta queste regole la possiamo definire una decisione di lungo periodo. 44. Che cos’è il cash flow operativo? È il flusso di cassa potenziale della gestione caratteristica. È il flusso di cassa = (fatturato – stipendi – costo materie prime) * (1 – t) + (Amm + Accant) * t (non sottrarremo gli ammortamenti e accantonamenti perché sono costi ma non spese cash). L’ultimo addendo sono i soldi che non sono stati tassati sugli ammortamenti e accantonamenti → è un aumento di cassa. 45. Quali passi permettono una corretta analisi del valore economico quando si effettua un investimento? Individuare le alternative decisionali → verificare la consistenza delle alternative → identificare i confini dell'analisi → analizzare gli impatti competitivi dell'investimento → valutare i NCF e gli NPV dell'investimento. Il processo decisionale di un impresa per effettuare un investimento si suddivide in: o Individuazione delle alternative di un investimento. Gli investimenti si suddividono in: Investimenti non obbligati: consideriamo il caso base come punto di partenza → non sono obbligato ad investire. Se un investimento lo considero obbligato quando non lo è perdo l’alternativa base (ossia di non investire) che potrebbe essere la migliore. Investimenti obbligati: quando sono costretto ad investire. o Valutare la consistenza dell’investimento: Un investimento può essere la somma di più progetti correlati tra loro. L’obbiettivo è individuare i progetti e la loro entità. o Individuare i confini dell’analisi: capire quali settori dell’azienda vengono influenzati dall’investimento. o Capire come l’investimento impatta sui differenziali competitivi ossia quelle parti che, se differenti, possono portare all’impresa un vantaggio competitivo. Esempio: aumentando la qualità del processo produttivo riduco i consumi oppure spendo di meno nella produzione. o Valutare i NCF e gli NPV dell'investimento ossia tradurre tutti questi punti in un numero, in una grandezza quantificabile. 46. Che cosa sono i costi affondati? Quando si determina il NCF bisogna ignorare tutti i costi affondati, cioè conseguenti a decisioni passate dell’impresa, non modificabili dalla decisione che viene presa oggi in merito all’investimento oggetto dell’analisi (solitamente gli studi di fattibilità sono dei costi affondati). I costi affondati sono dei costi che l'impresa dovrà sostenere sia nel caso che deciderà di fare l'investimento, sia nel caso che deciderà di non farlo. Sono da escludere nel calcolo del NCF appunto perchè non dipendono dalla scelta o meno di effettuare l'investimento. 47. Quali decisioni di un’impresa influenzano il breve periodo? La variazione contenuta del volume di produzione, le scelte relative a clienti non strategici e il Make or Buy per decisioni non critiche. 48. Che cosa sono i costi evitabili? I costi evitabili sono quelli influenzati dalla decisione, i costi non evitabili sono quelli che non dipendono da essa e che verranno comunque sostenuti qualunque ne sia l’esito. 49. In che cosa consiste l’analisi di break-even? L'analisi di break-even serve a calcolare la quantità di beni da produrre per non essere in perdita. In pratica, se io produco la quantità di break even la differenza fra i costi di produzione e i guadagni ricavati dalla vendita sara pari a 0. 50. Come si calcola il punto di break-even La formula del break-even è la seguente: . o CF = Costi fissi dell'impresa = sono quei costi che non dipendono dalla quantità prodotta. Esempio: le immobilizzazioni non cambiano in base alla produzione. o mc = margine di contribuzione = [(Prezzo di vendita)prodottoX - (costi unitari)prodottoX]