Dalla creazione alla salvezza (rappresentaz. sacra per

PERSONAGGI ED INTERPRETI
Abramo:
Mosè:
Davide:
Isaia:
Simeone:
Anna:
Giuseppe:
Maria:
1° pastore:
2° pastore:
3° pastore:
1° Re Magio:
2° Re Magio:
3° Re Magio:
Dialoghi: Raffaele Lacerenza
Regia: Anna Malpaganti
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Guida nel tempo:
La festa dell’Epifania conclude la festa del Natale del Signore per noi
cristiani. Epifania, significa Manifestazione, quindi oggi ricordiamo Gesù,
che si è manifestato al mondo: è il Salvatore, il Messia, è il Cristo Signore,
atteso fin dall’inizio dei tempi, con una nascita annunziata.
La Genesi ci racconta, che Dio Padre Nostro, ha creato tutte le cose, e che
ciò era molto buono; poi ha creato l’uomo e la donna, e questo perché si
riflettesse in loro, la Sua immagine.
L’uomo e la donna però, disobbediscano a Dio, e questo porta la tristezza e
la morte nel loro cuore. Ma Dio, non li abbandona e promette loro un
Salvatore; rivolto al serpente, che rappresenta il male, ma in presenza
anche di Adamo e Eva, perché ascoltassero proclama: "Io porrò inimicizia
fra te e la donna, fra la tua discendenza e la sua; questa discendenza ti
schiaccerà la testa, sopraffacendoti". La donna annunciata è Maria, la sua
stirpe che vincerà il peccato è Gesù, ora nelle tenebre del peccato,
comincia a risplendere la luce della speranza.
ABRAMO
G.: Dio inizia il suo piano di salvezza, chiamando Abramo, uomo giusto e
di fede assoluta: sarà lui il padre del popolo da cui nascerà il Salvatore.
Abramo …
A.:Eccomi...
G.: Abramo, quando sei vissuto? E qual è la tua storia?
A.:Vivevo nella città di Ur, in Mesopotamia, quella terra che ora si
chiama Iraq, più di milleottocento anni prima di Gesù. Adoravo i miei dei
e cercavo di essere giusto. Un giorno una voce misteriosa mi chiamò e mi
disse: “ Abramo, Abramo! Parti dalla tua terra, lascia il tuo paese e va
dove Io ti indicherò”. Obbediente, partii subito con mia moglie Sara, e
tutti i miei beni, e giunsi nel paese di Canan, che ora si chiama Palestina.
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G.: Il Signore Dio, ti parlò ancora?
A.: Si, una notte d’estate, il Signore mi parlò ancora e mi disse: “Guarda
il cielo e conta le stelle, se ci riesci: tale sarà la tua discendenza. Io
stabilirò un’alleanza, con te e la tua discendenza, per sempre”.
Io credetti alla parola del Signore Dio, anche se ero vecchio e mia moglie
Sara, non poteva avere figli. Dio mantenne la sua promessa, e un giorno
mi apparvero tre suoi messaggeri, che mi annunciarono che avrei avuto
un figlio da Sara, e fu così, Dio infatti è fedele: nacque Isacco, il figlio
della promessa.
G.: Cosa ci consigli per accogliere Gesù, il Salvatore?
A.:Imparate a fare silenzio, per ascoltare il Signore Dio nella preghiera,
per essere perciò disponibili a dirgli si, sempre.
G.: Il vero figlio della promessa è Gesù, luce del mondo per la sua
salvezza, cerchiamo di arrivarci conoscendo altri personaggi.
MOSÉ
G.: Sono passati circa settecento anni ed altri patriarchi sono succeduti ad
Abramo: suo figlio Isacco e poi Giacobbe che con i suoi dodici figli ha
dato origine alle dodici tribù d’Israele.
Adesso incontreremo un altro grande interprete della storia sacra: colui che
ha collaborato con Dio a liberare Israele, ridotto in schiavitù in Egitto, e
riportarlo nelle terre di Palestina; questo perché “l’atteso delle genti” nasca
libero, in un paese libero.
Mosè puoi venire qui vicino a noi?
M.: Eccomi!
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G.: Mosè abbiamo bisogno che tu racconti agli uomini del duemila alcune
cose: intanto…
M.: Mi presento: sono nato in una famiglia della tribù di Levi, e quando
sono nato erano tempi durissimi per tutto il popolo ebraico, reso schiavo
dagli egiziani. Il popolo di Dio si era rifugiato in Egitto per fuggire ad una
carestia in terra di Canaan, la futura Palestina; eravamo un popolo
laborioso e benedetto da Dio, anche numeroso.
G.: Il tuo nome significa “salvato dalle acque”; vuoi raccontarci com’è
successo?
M.: Come ti dicevo eravamo numerosi, e il faraone ebbe paura di questo.
Decretò che ogni nato maschio da ebrei doveva essere ucciso nel gran
fiume Nilo. Mia madre mi salvò deponendomi in cesto di papiro, fra le rive
del Nilo; qui la figlia del faraone mi raccolse e mi prese con sé.
G.: Come sei finito a Madian?
M: Diventato adulto venni a sapere di essere ebreo, e da allora non
riuscivo più a sopportare i tanti soprusi sulla mia gente da parte degli
egiziani. Un giorno uccisi una guardia egiziana che colpiva uno dei miei
fratelli: credevo non mi avesse visto nessuno ma la cosa, il giorno dopo
era risaputa; fuggii dall’Egitto e mi rifugiai a Madian dove conobbi Ietro,
pastore e sacerdote, e sua figlia Zippora che divenne mia moglie.
G.: Come hai conosciuto Dio?
M.: Pascolavo il gregge di Ietro presso il monte Oreb, e fui attratto da un
fuoco che bruciava e non si consumava; incuriosito mi avvicinai e udii una
voce che chiamava: “Mosè! Mosè!”. Impaurito risposi: “Eccomi!”.
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La voce continuò a parlare: “Non ti avvicinare! Togliti i sandali dai
piedi perché il luogo sul quale tu stai è santo. Io sono il Dio di tuo padre,
il Dio di Isacco, il Dio di Giacobbe”.
Allora mi coprii la faccia per la paura di vedere il volto del Signore Dio,
che continuò a parlare:
“Ho visto la miseria del mio popolo e ho udito il suo lamento; sono sceso
per liberarlo dalla schiavitù e condurlo verso un paese dove scorre latte e
miele. Va’! Ti mando dal faraone. Fa uscire il mio popolo dall’Egitto.”
Dissi al Signore Dio: “Chi sono io per fare tutto ciò?”
Mi rispose: “Io sarò con te.”
Dissi ancora: “Mi chiederanno ‘chi è questo Dio? Come si chiama?’”
Il Signore mi disse: “Io sono colui che sono. Questo dirai al faraone e ai
tuoi fratelli dirai: Io sono mi ha mandato a voi per liberarvi dalla
schiavitù.”
Io non volevo fare tutto quanto il Signore Dio aveva detto, e lo supplicai:
“Perdonami, manda chi vuoi mandare!”.
Dio mi ordinò di partire: “Tuo fratello Aronne parlerà al popolo per te, e
tu con il bastone che tieni in mano compirai prodigi.”
G.: Dunque Mosè, ti sei presentato al faraone nel nome di “Io sono”,
armato solo del tuo bastone , quello dei prodigi di Dio.
Come sei stato accolto?
M.: Dopo aver ascoltato la richiesta del Signore Dio di liberare il suo
popolo, il faraone andò su tutte le furie e appesantì il lavoro degli israeliti.
Pregai il Signore Dio e chiesi il suo aiuto; mi rispose che ci sarebbero
state piaghe su tutto l’Egitto, finché il faraone si fosse opposto alla sua
volontà. E fu così: il faraone ci lasciò partire solo dopo aver visto la
potenza del Dio d’Israele. L’ostinazione del faraone costò molto caro
all’Egitto: dalle acque del fiume Nilo tramutate in sangue, alla morte di
tutti i primogeniti. Ma le opere del Signore Dio non finiscono qui: divise
l’acqua del mare in due, per permettere il nostro passaggio, e si richiuse
davanti ai carri dell’esercito del faraone, così che fu inghiottito dalle
acque.
G.: Così Israele tornò ad essere un popolo libero.
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M.: Questo passaggio dalla schiavitù alla libertà è, per noi ebrei, la
Pasqua del Signore ed ogni anno facciamo memoria di questo
avvenimento.
G.: Parlaci dell’alleanza con il Signore.
M.:Dopo tre mesi dall’uscita del paese d’Egitto, arrivammo davanti al
monte Sinai, dove il Signore Dio si rivelò al popolo con voce di tuono in
una densa nube: questa nube non ci lascerà mai nel cammino verso la
terra promessa. Sul monte il Signore Dio scrisse sulla pietra i dieci
comandamenti perché potessimo vivere sempre in libertà. Purtroppo il
popolo non fu sempre fedele ma il Signore Dio comprendeva la fragilità
del suo popolo, e lo perdonava sempre, rinnovando continuamente la sua
alleanza.
G.: Mosè puoi lasciarci un consiglio per la nostra vita spirituale?
M.: Molto volentieri: invito tutti, soprattutto i giovani a non aver paura
della propria vocazione, qualunque essa sia, perché il Signore Dio sarà
con voi sempre.
G.: Grazie Mosè per la testimonianza veramente unica che hai donato a
tutti noi.
DAVIDE
G.: Continuando la storia del popolo di Dio, vediamo che come tutti i
popoli ebbe i suoi re, ma il re per eccellenza fu Davide, figlio di Iesse
sacerdote di Betlem, adesso parliamo con lui.
Re Davide vuoi dirci quando sei vissuto? E come sei diventato re?
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D.: Sono vissuto mille anni prima di Gesù, che è mio discendente. Ero il
più piccolo di sette fratelli; un giorno venne a casa nostra il profeta
Samuele, mandato da Dio a scegliere un nuovo re al posto di Saul, che
aveva tradito la fiducia del Signore Dio. Non ero in casa in quel momento,
ero a pascolare il gregge di mio padre Iesse
….Ero …ero un ragazzo semplice con capelli lunghi e amavo tanto,
tantissimo la musica, e mentre le pecore pascolavano io cantavo e
suonavo a Dio le mie lodi.
G.: Non hai ancora detto perché fosti scelto tu al posto di re Saul?
D.: I miei fratelli erano giovani robusti, alti e di bell’aspetto. Samuele
voleva scegliere uno di loro. Ma il Signore, gli ordinò di scegliere me e di
consacrarmi Re con l’olio perché Dio non guarda le apparenze, ma il
cuore. In seguito commisi gravi peccati, ma tornai a Dio col cuore pentito.
Negli ultimi anni del mio regno, volevo costruire un tempio al mio
Signore, ma Dio per mezzo del profeta Natan, mi disse che non voleva da
me un tempio, ma voleva solo la mia fedeltà e, promise che dalla mia
stirpe sarebbe nato il Salvatore! E fu una promessa solenne.
G.: Cosa ci consigli, per accogliere il salvatore?
D.: Ricordatevi che Dio guarda il cuore! Perciò purificate il vostro cuore
con la confessione frequente, col pentimento e umiltà d’animo.
G.: Grazie, re Davide.
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ISAIA
G.: I discendenti di Abramo si allontanavano spesso da Dio, ma Dio nella
Sua fedeltà li amava nonostante tutto, inviò i profeti, portavoce della Sua
parola perché ricordassero loro le promesse di salvezza.Uno dei più grandi
profeti è Isaia, che ora incontriamo. (pausa)
Quando sei nato? E quando Dio ti ha scelto come Suo messaggero?
I.: Il Signore mi ha chiamato per parlare in Suo nome, circa settecento
anni prima della nascita di Gesù nel regno di Giuda. Allora era il regno di
Acaz che non aveva fiducia in Dio, ma nella potenza di questo mondo.
Ispirato da Dio gli dissi “Il Signore stesso ti darà un segno: Ecco, una
vergine darà alla luce un figlio.Egli sarà l’“Emmanuele ”: Dio-con-noi.
G.: Di questo bambino misterioso hai parlato in altre profezie?
I.: Vedi, io sono vissuto in tempi molto difficili per il regno di Giuda. Il
popolo viveva tra guerre, ingiustizie e grandi sofferenze. Dio con la luce
della sua parola, mi rivelò che i profondi desideri di vita, di pace e di
giustizia avrebbero trovato risposta in quel bambino. Parlai alla mia
gente, che era sfiduciata e senza speranza dissi loro quel che il Signore mi
aveva rivelato…: “Un popolo che camminava nelle tenebre, vide una gran
luce … un bambino è nato per noi, un figlio c’è stato donato. Egli sarà
chiamato: Dio potente, Principe della pace, una pace che non avrà fine.
G.: Che cosa ci consigli per accogliere il Salvatore?
I.: Il bambino tanto atteso porta la pace, perciò vivete sempre in pace con
Dio e con i fratelli.
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SIMEONE ED ANNA
G.: Il Salvatore che il profeta Isaia ha annunciato è già venuto al mondo.
Nessuno ancora sa che l’evento si è compiuto: i betlemiti dormono tutti. A
Gerusalemme però, qualcuno lo attende con il cuore pieno di fede: sono
Simeone ed Anna ,che vivevano nel tempio, servendo Dio con digiuni e
preghiere, ascoltiamo anche loro. (pausa)
Simeone vedo che sei molto vecchio, quanti anni hai?
S.:Ragazzo mio, ne ho tanti che non li conto più. Potrei dirti che sono
vecchio quanto il mondo, perché nel mio cuore ho concentrata, tutta
l’attesa del Salvatore, annunciato da Dio dall’inizio dei tempi.
G.: Qui a Gerusalemme dicono che sei un uomo di fede. Come hai fatto
vivere, come hai alimentato questa attesa?
S.:Leggendo notte e giorno le Sante Scritture, e poi ho pregato tanto il
Signore senza mai perdere la fiducia. Ora però il mio cuore sente che il
gran giorno è vicino: la voce dello Spirito Santo che è in me mi dà la
certezza che l’attesa è finita, e i miei occhi vedranno la luce del Salvatore.
SI ! Lo vedranno……… e io potrò morire in pace.
G.: Grazie Simeone per la tua testimonianza.
Sacerdotessa Anna, perché sei qui? E da quanto tempo?
A.:Ho ottantaquattro anni. Rimasi vedova molto giovane, e da allora ho
passato la vita nel tempio servendo il Signore, notte e giorno. Sono certa
che vedrò l’“atteso dalle genti”: lo vedrò perché sarà presentato al
tempio, come ogni primogenito.
G.: Cosa ci consigli per accogliere il Salvatore?
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A.:Ascoltate con fede viva la parola di Dio, che è parola viva; siate fedeli
ogni giorno nella preghiera.
GIUSEPPE E MARIA
G.: Nel nostro cammino siamo giunti a Betlem. Nel villaggio c’è molto
movimento: gente che va e che viene da tutta la Palestina, da Roma e da
tutte le città dell’impero romano.
L’imperatore Cesare Augusto, infatti, ha ordinato un censimento e tutti
devono farsi registrare nel loro paese d’origine.
Qui a Betlem sono giunti anche Giuseppe e Maria, sarà molto interessante
ascoltare la loro esperienza. (pausa)
Finalmente vi ho trovati, sono un incaricato del tempo, e vorrei sapere da
voi alcune cose. Da dove venite?
G.: Veniamo da Nazareth: abbiamo fatto 150 km di cammino, in due
settimane. È stato un viaggio molto duro, perché Maria aspettava il
bambino, che è nato in questi ultimi giorni. Ero molto preoccupato per
loro: pensa che qui a Betlem non siamo riusciti a trovare un letto per
passare la notte. Abbiamo trovato solo una grotta, appena fuori il paese,
ed è lì che è nato il bambino.
G.: Ma perché siete venuti a Betlem?
G.: Betlem è il mio paese d’origine: sono discendente del Re Davide, che
è nato qui, e sono venuto per il censimento ordinato dall’imperatore
romano. Siamo qui anche perché Gesù doveva nascere a Betlem, secondo
la profezia.
G.: Perché il bambino lo avete chiamato Gesù?
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G.: Veramente questo nome non lo abbiamo scelto noi: un angelo del
Signore me lo ha indicato nove mesi fa. Mi apparve in sogno e mi disse: “
Giuseppe figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, perché il
bambino che porta in grembo, è opera dello Spirito Santo, lei lo darà alla
luce e tu lo chiamerai Gesù, perché salverà il suo popolo da tutti i
peccati”.
G.: Giuseppe cosa ci consigli per accogliere Gesù?
G.: Gesù è nato povero: amate ed aiutate tutti i bambini poveri del mondo.
G.: E ora chiedo a te, Maria, di raccontarci il grande momento in cui fosti
chiamata ad essere la mamma di Gesù.
M.: Vivevo in un paesino della Galilea, chiamato Nazareth, ero fidanzata
con Giuseppe, un uomo dagli occhi limpidi e luminosi come il cielo.
Ci volevamo bene e il nostro cuore era tutto e solo per il Signore, la sua
parola riempiva i nostri giorni. Un giorno ero sola in casa, quando una
luce mi abbagliò, e una voce misteriosa mi parlò.
Era l’angelo Gabriele che mi disse: “ Ti saluto Maria, piena di grazia, il
Signore è con te”; provai un gran turbamento, ma l’angelo continuò:
“…ecco tu concepirai un figlio e lo chiamerai Gesù”.
A queste parole risposi: “com’è possibile? Non conosco uomo!”,
l’angelo mi rassicurò: “ lo Spirito Santo scenderà su di te, e
l’Onnipotente ti avvolgerà con la sua ombra. Nulla è impossibile a Dio”.
Con la pace nel cuore risposi:” Eccomi sono la serva del Signore,
avvenga di me quello che hai detto”.
G.: Dopo il grande annuncio, come hai vissuto l’attesa della nascita di
Gesù?
M.: Pregando ! (pausa) Solo Elisabetta mia parente era al corrente di
quanto stava avvenendo in me, lo spirito del Signore glielo rivelò il giorno
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che le feci visita e il frutto del suo grembo sussultò a sentire la mia voce.
Grandi cose avevano fatto in me l’Onnipotente, e per questo non avevo
alcun timore; dopo la nascita di Giovanni, il figlio di Elisabetta, tornai a
Nazareth e come ogni madre nell’attesa, preparai tutto quanto occorreva
per il bambino.
G.: Maria cosa possiamo fare per accogliere Gesù?
M.: Mettete Dio al primo posto nella vostra vita, chiedete a Lui ogni cosa,
ogni necessità. Lui che vi ama da sempre, vi ascolterà.
I PASTORI
G.: Ascoltiamo adesso i testimoni oculari, della nascita di Gesù.
Scusate, potete dirci chi siete?
1° p.: Siamo pastori, e siamo tutti i giorni a pascolare il nostro gregge; è
una vita dura, piena di sacrifici. Molto spesso, siamo così stanchi, che non
abbiamo la forza di pregare il nostro Dio.
G.: Cosa successe quella notte?
2° p.: Quella notte, stavamo facendo la guardia al nostro gregge.
Avevamo acceso il fuoco, perché faceva freddo, ma all’improvviso una
luce abbagliante ci avvolse, e subito dopo apparve un angelo.
G.: Qual è stata la vostra reazione?
3° p.: Eravamo molto impauriti, ma la voce serena dell’angelo ci
rassicurò: “ Non abbiate paura. Vi porto una grande notizia, che sarà di
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grande gioia per tutti gli uomini. Oggi nasce per voi il Salvatore, che è il
Cristo Signore. La stella che è su nel cielo, vi guiderà da lui: troverete un
bambino avvolto in fasce, che giace in una mangiatoia.”
Subito apparvero altri angeli che cantavano: “ Gloria a Dio nel più alto
dei cieli, e pace in terra agli uomini che egli ama.”
Trovammo il bambino come aveva detto l’angelo, e lo adorammo con tutto
l’amore di cui era capace il nostro cuore.
G.: Grazie pastori per la vostra testimonianza.
I RE MAGI
G.: Il popolo ebraico è stato nei secoli il custode dell’attesa messianica.
Ma anche fra gli altri popoli, non sono mancati uomini che hanno cercato
Dio. I re Magi sono tra questi: erano studiosi d’astronomia, e ricercavano
la nascita del Messia, attraverso gli eventi stellari.
Per loro una stella nuova, mai vista prima, era il segno che attendevano.
Illustrissimi Re, da dove venite?
1° Re: Veniamo dal lontano Oriente. Siamo tre, ma rappresentiamo tutti
gli uomini, che sono in cammino alla ricerca di Dio. Abbiamo scrutato il
cielo infinito ogni giorno, e finalmente una magnifica stella nuova è
apparsa. Questa stella ci ha guidato fino qui a Betlem: sicuramente è un
segno della presenza divina. È qui che troveremo il Re dei Re.
G.: La vostra presenza e il vostro seguito non deve essere passato
inosservato. Avete incontrato anche il Re Erode?
2° Re: Si, siamo andati da lui a chiedergli dove sarebbe nato l’atteso delle
genti. I suoi esperti hanno affermato che, secondo le scritture, il luogo
annunciato dai profeti, è il piccolo villaggio di Betlem, poco distante da
Gerusalemme. Erode ci ha pregato, di avvertirlo una volta trovato il
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bambino, ma non credo che torneremo da lui: nei suoi occhi aveva una
luce malvagia.
G.: Vedo che avete portato dei doni al nuovo Re: oro, incenso e mirra.
Diteci: perché avete portato doni così particolari?
3° Re: L’oro perché riconosciamo la sua regalità. L’incenso perché
riconosciamo la sua origine divina: è lui il Dio-con-noi. La mirra è un
unguento profumato e qui in oriente è usato per la sepoltura: questo
unguento sarà usato al momento della sua morte.
G.: Che cosa ci consigliate, per accogliere il Salvatore?
1° Re: Portate in dono a Gesù, ogni giorno, le vittorie sul vostro egoismo;
amate la vita che è il dono più grande che avete ricevuto: non sciupatela
con i vostri capricci e la vostra indifferenza.
G.: Bene: abbiamo ascoltato i grandi personaggi che hanno atteso Gesù.
Ora pieni di fiducia, rivolgiamoci a Dio pregando insieme: O Dio nostro
Padre ascoltaci.
(dopo le intenzioni canto e benedizione)
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