GRUPPO DI PREGHIERA del 03.05.09

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“APOSTOLI DELLA REGINA
DELLA PACE”
Nel Cenacolo
con Maria..
Sommario
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Canto di apertura: LA PREGHIERA
DI GESU’ E’ LA NOSTRA
Rosario meditato
MESSAGGIO DEL MESE
Meditazione
Consacrazione alla Madonna
Canto allo Spirito Santo
Letture della domenica
Lo Spirito parla al cuore
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Catechesi del tempo…
Liturgia delle ore…Vespri o Compieta
Canto
Consacrazione ai tre Sacri Cuori
Preghiera a Maria prima di dormire
Canto di chiusura: HO
LOTTATO TANTO
Propositi settimanali
Appuntamento successivo
La preghiera di Gesù è la nostra (canto)
Dove due o tre sono uniti nel mio nome,
io sarò con loro, pregherò con loro,
amerò con loro perché il mondo venga a te,
o Padre, conoscere il tuo amore è avere vita con te.
Voi che siete luce della terra, miei amici,
risplendete sempre della vera luce,
perché il mondo creda nell'amore che c'è in voi,
o Padre, consacrali per sempre e diano gloria a te.
Ogni beatitudine vi attende nel mio giorno
se sarete uniti, se sarete pace, se sarete puri,
perché voi vedrete Dio che è Padre,
in lui la vostra vita gioia piena sarà.
Voi che ora siete miei discepoli nel mondo,
siete testimoni di un amore immenso,
date prova della speranza che è in voi,
coraggio,
vi guiderò per sempre: io rimango con voi.
Spirito, che animi la Chiesa e la rinnovi,
donale fortezza, fa' che sia fedele
come Cristo che muore e risorge,
perché il Regno del Padre
si compia in mezzo a noi e abbiamo vita in lui,
si compia in mezzo a noi e abbiamo vita in lui.
Consacrazione alla Madonna
Consapevole della mia vocazione cristiana io rinnovo oggi nelle Tue mani, o Maria, gli impegni del mio
Battesimo. Rinuncio a satana, alle sue seduzioni, alle sue opere e mi consacro a Gesù Cristo per portare con
Lui la mia croce nella fedeltà di ogni giorno alla volontà del Padre. Alla presenza di tutta la Chiesa Ti
riconosco per mia Madre e Sovrana. A Te offro e consacro la mia persona, la mia vita e il valore della mie
buone opere passate, presenti e future. Disponi di me e di quanto mi appartiene alla maggior gloria di Dio,
nel tempo e nell’eternità. Amen
Consacrarsi a Maria è guardare a Lei come al modello da imitare nella fedeltà a Gesù.
Ella stessa ci incoraggia: fate tutto quello che Egli vi dirà !
La Consacrazione è accogliere Maria nella nostra vita:..allora non saremo più soli!
Consacrazione ai tre Sacri Cuori
Sacro Cuore di Gesù, Immacolato Cuore di Maria, Castissimo Cuore di San Giuseppe, io vi consacro in
questo giorno (o notte), la mia mente, le mie parole, il mio corpo, il mio cuore e la mia anima affinché si
compia attraverso di me in questo giorno (o notte) la Vostra Santa Volontà. Amen
Preghiera a Maria Santissima prima del riposo notturno
“O Vergine, si fa tardi,
tutto si addormenta sulla terra,
è l’ora del riposo: non abbandonarmi !
Metti la tua mano sui miei occhi
Come una buona madre.
Chiudili dolcemente alle cose di quaggiù.
L’anima mia è stanca di affanni e di tristezze,
la fatica che mi attende è qui a me vicina.
Metti la tua mano sulla mia fronte,
arresta il mio pensiero.
Dolce sarà il mio riposo,
se benedetto da te.
Perché domani il tuo povero figlio
Si desti più forte
E riprenda allegramente
Il peso del nuovo giorno.
Metti la tua mano sul mio cuore. Lui solo vegli
sempre e Ridica al suo Dio Un amore eterno
Messaggio del 25 aprile 2009
“Cari figli, oggi vi invito tutti a pregare per la pace e a testimoniarla nelle vostre famiglie affinché la pace diventi il più
grande tesoro su questa terra senza pace. Io sono la vostra Regina della Pace e la vostra madre. Desidero guidarvi sulla via
della pace che viene solo da Dio. Per questo pregate, pregate, pregate. Grazie per aver risposto alla mia chiamata”.
Messaggio del 2 aprile 2009 (a Mirjana)
“Cari figli! L’amore di Dio è nelle mie parole. Figli miei, è l’amore che desidera volgervi alla giustizia e alla verità. E’
l’amore che vi vuole salvare dalle vostre illusioni. E voi, figli miei? I vostri cuori rimangono chiusi. Sono duri. Non
rispondete alle mie chiamate. Non sono sinceri”. Mirjana ha sentito un forte dolore e ha pregato che non ci abbandoni.
La Madonna ha detto: Con Cuore materno prego perché voglio che voi tutti risuscitiate in mio Figlio. Vi ringrazio”.
“Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa”. Giov. Paolo II
Giuseppe, sposo della Vergine Madre di Dio,
insegnaci incessantemente tutta la verità divina e tutta
la dignità umana contenute nella vocazione di sposi e
di genitori!
San Giuseppe, ottienici da Dio, che cooperiamo, con
costanza, con la grazia del grande sacramento nel
quale uomo e donna si promettono reciprocamente
l’amore, la fedeltà e l’onestà coniugale, fino alla
morte!
San Giuseppe, uomo giusto, insegnaci l’amore
responsabile verso coloro che Dio ci affida in modo
particolare: l’amore tra i coniugi, l’amore tra i genitori
e coloro ai quali i genitori danno la vita!
Insegnaci la responsabilità verso ogni vita, dal primo
momento del concepimento, fino all’ultimo istante su
questa terra.
Insegnaci un gran rispetto per il dono della vita.
Insegnaci ad adorare profondamente il Creatore, padre
e datore della vita.
San Giuseppe, patrono del lavoro umano, aiutaci in
ogni lavoro che è vocazione dell’uomo sulla terra.
Insegnaci a risolvere i difficili problemi collegati col
lavoro nella vita delle generazioni, a cominciare dai
giovani, e nella vita delle società.
San Giuseppe, protettore della Chiesa preghiamo Dio
con queste parole:
“O Dio onnipotente, che hai voluto affidare gli inizi
della nostra redenzione alla custodia premurosa di san
Giuseppe, per sua intercessione concedi alla tua
Chiesa di cooperare fedelmente al compimento
dell’opera di salvezza”.
Preghiera per i sacerdoti ISPIRATA DAL SIGNORE
Signore Gesù, santifica tutti i Sacerdoti per i meriti della tua Santa Passione, perché possano essere la tua vera
immagine pura e santa nel mondo. Signore Gesù, per l'amarezza che hai provato per il bacio di Giuda traditore, fa' che
ritornino alla Grazia santificante tutti i Sacerdoti che furono infedeli alla loro vocazione e continuano ostinati nei peccati
del mondo. Te lo chiediamo per l'intercessione del Cuore Immacolato di Maria e del Cuore Castissimo di San
Giuseppe.
Eterno Padre, offriamo il Santo Volto del Tuo Figlio Gesù per le mani di Maria con l'intero generoso olocausto di tutti
noi stessi in riparazione di tanti peccati che si commettono, specialmente delle offese al SS. Sacramento dell'Altare. Te
lo offriamo in modo particolare perché i Sacerdoti mostrino al mondo con la santità della vita, l'adorabile fisionomia del
Divin Volto, irradiando la luce della verità e dell'amore per il trionfo della Chiesa e la propagazione del Regno.
O Gesù il tuo Cuore è dolce ed amabile sorgente donde scaturisce ogni bontà e misericordia, traboccante d’Amore.
Immergi l’Anima di tutti i Tuoi ministri nel Tuo sangue preziosissimo, affinché s’immolino con lo stesso Amore con cui
Tu sei morto e risorto, per salvare le anime. Amen 3 Ave Maria
IV DOMENICA DI PASQUA Anno B
LITURGIA DELLA PAROLA
Prima Lettura At 4, 8-12
In nessun altro c’è salvezza.
Dagli Atti degli Apostoli
In quei giorni, Pietro, colmato di Spirito Santo, disse loro:
«Capi del popolo e anziani, visto che oggi veniamo interrogati sul beneficio recato a un uomo infermo, e cioè per mezzo
di chi egli sia stato salvato, sia noto a tutti voi e a tutto il popolo d’Israele: nel nome di Gesù Cristo il Nazareno, che voi
avete crocifisso e che Dio ha risuscitato dai morti, costui vi sta innanzi risanato.
Questo Gesù è la pietra, che è stata scartata da voi, costruttori, e che è diventata la pietra d’angolo.
In nessun altro c’è salvezza; non vi è infatti, sotto il cielo, altro nome dato agli uomini, nel quale è stabilito che noi siamo
salvati».
Salmo Responsoriale Dal Salmo 117
La pietra scartata dai costruttori è divenuta la pietra
d’angolo.
Rendete grazie al Signore perché è buono,
perché il suo amore è per sempre.
È meglio rifugiarsi nel Signore
che confidare nell’uomo.
È meglio rifugiarsi nel Signore
che confidare nei potenti.
Ti rendo grazie, perché mi hai risposto,
perché sei stato la mia salvezza.
La pietra scartata dai costruttori
è divenuta la pietra d’angolo.
Questo è stato fatto dal Signore:
una meraviglia ai nostri occhi.
Benedetto colui che viene nel nome del Signore.
Vi benediciamo dalla casa del Signore.
Sei tu il mio Dio e ti rendo grazie,
sei il mio Dio e ti esalto.
Rendete grazie al Signore, perché è buono,
perché il suo amore è per sempre.
Seconda Lettura 1 Gv 3,1-2
Vedremo Dio così come egli è.
Dalla prima lettera di san Giovanni Apostolo
Carissimi, vedete quale grande amore ci ha dato il Padre per essere chiamati figli di Dio, e lo siamo realmente! Per
questo il mondo non ci conosce: perché non ha conosciuto lui.
Carissimi, noi fin d’ora siamo figli di Dio, ma ciò che saremo non è stato ancora rivelato. Sappiamo però che quando egli
si sarà manifestato, noi saremo simili a lui, perché lo vedremo così come egli è.
Vangelo Gv 10, 11-18
Il buon pastore dà la propria vita per le pecore.
Dal vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesù disse: «Io sono il buon pastore. Il buon pastore dà la propria vita per le pecore. Il mercenario – che
non è pastore e al quale le pecore non appartengono – vede venire il lupo, abbandona le pecore e fugge, e il lupo le
rapisce e le disperde; perché è un mercenario e non gli importa delle pecore.
Io sono il buon pastore, conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me, così come il Padre conosce me e io
conosco il Padre, e do la mia vita per le pecore. E ho altre pecore che non provengono da questo recinto: anche quelle io
devo guidare. Ascolteranno la mia voce e diventeranno un solo gregge, un solo pastore.
Per questo il Padre mi ama: perché io do la mia vita, per poi riprenderla di nuovo. Nessuno me la toglie: io la do da me
stesso. Ho il potere di darla e il potere di riprenderla di nuovo. Questo è il comando che ho ricevuto dal Padre mio».
RIFLESSIONE
Venerdì 1° Maggio, San Giuseppe Lavoratore
Preghiera a San Giuseppe, Modello dei lavoratori
Glorioso san Giuseppe, modello di tutti quelli che sono votati al lavoro, donami la grazia di lavorare con spirito di
penitenza per l'espiazione dei miei numerosi peccati; di lavorare con coscienza, ponendo il culto del dovere al di sopra
delle mie inclinazioni; di lavorare con riconoscenza e gioia, osservando come un bravo dipendente, e di sviluppare
attraverso il lavoro i doni ricevuti da Dio; di lavorare con ordine, pace, moderazione e pazienza, senza mai indietreggiare
davanti alla stanchezza e alle difficoltà; di lavorare soprattutto con intenzioni pure e con distacco da me stesso, avendo
continuamente davanti agli occhi la morte ed il conto che dovrò rendere del tempo perso, dei talenti inutilizzati e delle
vane compiacenze legate al successo, se funeste all'opera di Dio.
Tutto per Gesù, tutto per Maria, tutto a tua imitazione, o santo patriarca Giuseppe! Tale sarà il mio motto nella vita e nella
morte.
Amen.
Pio V
MEDITIAMO
Il Papa: "Questi nuovi Santi ci mostrano il rinnovamento profondo che nel cuore dell’uomo opera il mistero della
risurrezione di Cristo" da Radio Vaticana (26/04/09)
La luce del volto di Cristo risorto risplende oggi attraverso i tratti evangelici di cinque nuovi Santi: Arcangelo Tadini,
Bernardo Tolomei, Nuno de Santa Maria Alvares Pereira, Gertrude Comensoli e Caterina Volpicelli. Alla cerimonia di
canonizzazione, presieduta dal Santo Padre in Piazza San Pietro, hanno partecipato pellegrini e fedeli provenienti da
varie nazioni. Il servizio di Amedeo Lomonaco:
Soffermandosi sul brano evangelico odierno nel quale Gesù risorto appare nel Cenacolo, il Papa ricorda che Cristo si
manifesta ai discepoli “aiutandoli a comprendere le Scritture e a rileggere gli eventi della salvezza alla luce della Pasqua”.
Questa stessa esperienza – spiega il Santo Padre – ogni comunità la rivive nella celebrazione eucaristica. L’Eucaristia è
il luogo privilegiato in cui la Chiesa riconosce “l’autore della vita”:
“Celebrando l’Eucaristia comunichiamo con Cristo, vittima di espiazione, e da Lui attingiamo perdono e vita. Cosa
sarebbe la nostra vita di cristiani senza l’Eucaristia? L’Eucaristia è la perpetua e vivente eredità lasciataci dal Signore nel
Sacramento del suo Corpo e del suo Sangue, che dobbiamo costantemente ripensare ed approfondire perché, come
affermava il venerato Papa Paolo VI, possa “imprimere la sua inesauribile efficacia su tutti i giorni della nostra vita
mortale”.
Nutriti del Pane eucaristico, i nuovi Santi che oggi veneriamo – aggiunge il Pontefice – “hanno portato a compimento la
loro missione di amore evangelico nei diversi campi in cui hanno operato con i loro peculiari carismi”. La luce del volto
di Cristo risorto risplende oggi attraverso i loro tratti evangelici:
“Le diverse vicende umane e spirituali di questi nuovi Santi stanno a mostrarci il rinnovamento profondo che nel cuore
dell’uomo opera il mistero della risurrezione di Cristo; mistero fondamentale che orienta e guida tutta la storia della
salvezza. Giustamente pertanto la Chiesa sempre, ed ancor più in questo tempo pasquale, ci invita a dirigere i nostri
sguardi verso Cristo risorto, realmente presente nel Sacramento dell’Eucaristia”.
Lunghe ore trascorreva in preghiera davanti all’Eucaristia Sant’Arcangelo Tadini, sacerdote nato nel 1846 a Verolanuova,
in provincia di Brescia, che aiutava i suoi parrocchiani a crescere umanamente e spiritualmente. “Uomo tutto di Dio” e
pronto in ogni circostanza a lasciarsi guidare dallo Spirito Santo, era disponibile a cogliere le urgenze del momento e a
trovarvi rimedio. Assunse per questo – fa notare il Santo Padre - non poche iniziative concrete e coraggiose, come
l’organizzazione della Società Operaia Cattolica di Mutuo Soccorso e la fondazione, nel 1900, della Congregazione delle
Suore Operaie della Santa Casa di Nazareth:
“Quanto profetica fu l’intuizione carismatica di Don Tadini e quanto attuale resta il suo esempio anche oggi, in un’epoca
di grave crisi economica! Egli ci ricorda che solo coltivando un costante e profondo rapporto con il Signore, specialmente
nel Sacramento dell’Eucaristia, possiamo poi essere in grado di recare il fermento del Vangelo nelle varie attività
lavorative e in ogni ambito della nostra società”.
Anche in San Bernardo Tolomei, nato a Siena nel 1272, spicca l’amore per la preghiera. Vive da eremita, è “iniziatore di
un singolare movimento monastico benedettino” e in occasione della grande peste del 1348, si reca ad assistere monaci e
concittadini colpiti dal male. Muore a causa del morbo come autentico martire della carità. “La sua – sottolinea Benedetto
XVI – fu un’esistenza eucaristica, tutta dedita alla contemplazione, che si traduce in umile servizio del prossimo”:
“Dall’esempio di questo Santo viene a noi l’invito a tradurre la nostra fede in una vita dedicata a Dio nella preghiera e
spesa al servizio del prossimo sotto la spinta di una carità pronta anche al sacrificio supremo”.
Un’esemplare testimonianza di assoluta fiducia nell’aiuto di Dio è anche quella offerta dal portoghese Nuno de Santa
maria Alvares Pereira, che dopo essere stato comandante in capo dell’esercito e condottiero vittorioso depone le armi ed
entra nel 1423 nel convento dei Carmelitani. Nonostante fosse un ottimo militare – ricorda il Papa - non ha mai lasciato
che le sue doti personali si sovrapponessero all’azione suprema che viene da Dio:
“Sinto-me feliz por apontar à Igreja inteira esta figura exemplar...
Sono felice nell’indicare alla Chiesa intera questa figura esemplare di
fede e preghiera specialmente presente in un contesto apparentemente poco favorevole che dimostra come in qualsiasi
situazione anche, in ambito militare e bellico, sia possibile attuare e realizzare i valori e i principi della vita cristiana
soprattutto se vissuta nel servizio del bene comune e nella gloria di Dio”.
Una particolare attrazione per Gesù presente nell’Eucaristia ha avvertito sin da bambina Santa Gertrude Comensoli, nata a
Bienno, in provincia di Brescia, nel 1847. “Fu infatti davanti all’Eucaristia – spiega il Papa - che Santa Gertrude
comprese la sua vocazione e missione nella Chiesa: quella di dedicarsi senza riserve all’azione apostolica e missionaria,
specialmente a favore della gioventù”:
“In una società smarrita e spesso ferita, come è la nostra, ad una gioventù, come quella dei nostri tempi, in cerca di valori
e di un senso da dare al proprio esistere, santa Gertrude indica come saldo punto di riferimento il Dio che nell’Eucaristia
si è fatto nostro compagno di viaggio. Ci ricorda che l’adorazione deve prevalere sopra tutte le opere di carità perché è
dall’amore per Cristo morto e risorto, realmente presente nel Sacramento eucaristico, che scaturisce quella carità
evangelica che ci spinge a considerare fratelli tutti gli uomini”.
Testimone dell’amore divino è stata anche Santa Caterina Volpicelli, che si sforzò di “essere di Cristo, per portare a
Cristo” quanti ha incontrato nella Napoli di fine Ottocento. “Anche per lei – sottolinea il Santo Padre – il segreto fu
l’Eucaristia. E questa è anche oggi la condizione per proseguire la missione e l’opera da lei iniziate:
“Per essere autentiche educatrici della fede, desiderose di trasmettere alle nuove generazioni i valori della cultura
cristiana, è indispensabile, come amava ripetere, liberare Dio dalle prigioni in cui lo hanno confinato gli uomini. Solo
infatti nel Cuore di Cristo l’umanità può trovare la sua stabile dimora. Santa Caterina mostra alle sue figlie spirituali e a
tutti noi, il cammino esigente di una conversione che cambi in radice il cuore, e si traduca in azioni coerenti con il
Vangelo”.
Benedetto XVI ha poi esortato tutti a lasciarsi attrarre dall’esempio dei nuovi Santi:
“…Lasciamoci guidare dai loro insegnamenti, perché anche la nostra esistenza diventi un cantico di lode a Dio, sulle
orme di Gesù, adorato con fede nel mistero eucaristico e servito con generosità nel nostro prossimo”.
DISCORSO DEL SANTO PADRE ALLA PONTIFICIA COMMISSIONE BIBLICA (23/04/09)
Signor Cardinale,
cari Membri della Pontificia Commissione Biblica,
sono lieto di accogliervi ancora una volta al termine della vostra annuale Assemblea plenaria.
Ringrazio il Signor Cardinale William Levada per il suo indirizzo di saluto e per la concisa esposizione del tema che è
stato oggetto di attenta riflessione nel corso della vostra riunione. Vi siete nuovamente radunati per approfondire un
argomento molto importante: l'ispirazione e la verità della Bibbia.
Si tratta di un tema che riguarda non soltanto il credente, ma la stessa Chiesa, poiché la vita e la missione della Chiesa si
fondano necessariamente sulla Parola di Dio, la quale è anima della teologia e, insieme, ispiratrice di tutta l'esistenza
cristiana.
Il tema che avete affrontato risponde, inoltre, a una preoccupazione che mi sta particolarmente a cuore, poiché
l'interpretazione della Sacra Scrittura è di importanza capitale per la fede cristiana e per la vita della Chiesa.
Come Ella ha già ricordato, Signor Presidente, nell'Enciclica Providentissimus Deus Papa Leone XIII offriva agli esegeti
cattolici nuovi incoraggiamenti e nuove direttive in tema di ispirazione, verità ed ermeneutica biblica. Più tardi Pio XII
nella sua Enciclica Divino afflante Spiritu raccoglieva e completava il precedente insegnamento, esortando gli esegeti
cattolici a giungere a soluzioni in pieno accordo con la dottrina della Chiesa, tenendo debitamente conto dei positivi
apporti delle scienze profane. Il vivo impulso dato da questi due Pontefici agli studi biblici ha trovato piena conferma nel
Concilio Vaticano II, cosicché tutta la Chiesa ne ha tratto beneficio.
In particolare, la Costituzione conciliare Dei Verbum illumina ancora oggi l'opera degli esegeti cattolici e invita i
Pastori e i fedeli ad alimentarsi più assiduamente alla mensa della Parola di Dio.
Il Concilio ricorda, al riguardo, innanzitutto che Dio è l'Autore della Sacra Scrittura: «Le cose divinamente rivelate
che nei libri della Sacra Scrittura sono contenute e presentate, furono consegnate sotto l'ispirazione dello Spirito Santo.
La Santa Madre Chiesa, per fede apostolica, ritiene sacri e canonici tutti interi i libri sia dell'Antico che del Nuovo
Testamento, con tutte le loro parti, perché, scritti sotto ispirazione dello Spirito Santo, hanno Dio per autore e come tali
sono stati consegnati alla Chiesa» (Dei Verbum, 11).
Poiché dunque tutto ciò che gli autori ispirati o agiografi asseriscono è da ritenersi asserito dallo Spirito Santo, invisibile e
trascendente Autore, si deve dichiarare, per conseguenza, che «i libri della Scrittura insegnano fermamente, fedelmente e
senza errore la verità che Dio per la nostra salvezza volle fosse consegnata nelle sacre Lettere» (ibid., 11).
Dalla corretta impostazione del concetto di divina ispirazione e verità della Sacra Scrittura derivano alcune norme che
riguardano direttamente la sua interpretazione.
La stessa Costituzione Dei Verbum, dopo aver affermato che Dio è l'autore della Bibbia, ci ricorda che nella Sacra
Scrittura Dio parla all'uomo alla maniera umana. Per una retta interpretazione della Scrittura bisogna dunque ricercare con
attenzione che cosa gli agiografi hanno veramente voluto affermare e che cosa è piaciuto a Dio manifestare con le loro
parole. «Le parole di Dio infatti, espresse con lingue umane, si sono fatte simili al linguaggio degli uomini, come già il
Verbo dell'eterno Padre, avendo assunto le debolezze dell'umana natura, si fece simile agli uomini» (Dei Verbum, 13).
Queste indicazioni, offerte per una corretta interpretazione di carattere storico-letterario, richiedono un indispensabile
collegamento con le premesse della dottrina sull'ispirazione e verità della Sacra Scrittura.
Infatti, essendo la Sacra Scrittura ispirata, c'è un sommo principio di retta interpretazione senza il quale gli scritti
sacri resterebbero lettera morta: la Sacra Scrittura deve «essere letta e interpretata con l'aiuto dello stesso Spirito
mediante il quale è stata scritta» (Dei Verbum, 12).
Al riguardo, il Concilio Vaticano II indica tre criteri sempre validi per una interpretazione della Sacra Scrittura conforme
allo Spirito che l'ha ispirata.
Anzitutto occorre prestare grande attenzione al contenuto e all'unità di tutta la Scrittura.
Infatti, per quanto siano differenti i libri che la compongono, la Sacra Scrittura è una in forza dell'unità del disegno di Dio,
del quale Cristo Gesù è il centro e il cuore (cfr Lc 24,25-27; Lc 24,44-46).
In secondo luogo occorre leggere la Scrittura nel contesto della tradizione vivente di tutta la Chiesa.
Secondo un detto dei Padri «Sacra Scriptura principalius est in corde Ecclesiae quam in materialibus instrumentis
scripta» ossia «la Sacra Scrittura è scritta nel cuore della Chiesa prima che su strumenti materiali».
Infatti la Chiesa porta nella sua Tradizione la memoria viva della Parola di Dio ed è lo Spirito Santo che le dona
l'interpretazione di essa secondo il senso spirituale (cfr Origene, Homiliae in Leviticum, 5,5).
Come terzo criterio è necessario prestare attenzione all'analogia della fede, ossia alla coesione delle singole verità
di fede tra di loro e con il piano complessivo della Rivelazione e la pienezza della divina economia in esso
racchiusa.
Il compito dei ricercatori che studiano con diversi metodi la Sacra Scrittura è quello di contribuire secondo i suddetti
principi alla più profonda intelligenza ed esposizione del senso della Sacra Scrittura. Lo studio scientifico dei testi sacri
non è da solo sufficiente.
Per rispettare la coerenza della fede della Chiesa l'esegeta cattolico deve essere attento a percepire la Parola di Dio in
questi testi, all'interno della stessa fede della Chiesa.
In mancanza di questo imprescindibile punto di riferimento la ricerca esegetica resta incompleta, perdendo di vista la sua
finalità principale, con il pericolo di diventare addirittura una sorta di mero esercizio intellettuale.
L'interpretazione delle Sacre Scritture non può essere soltanto uno sforzo scientifico individuale, ma deve essere
sempre confrontata, inserita e autenticata dalla tradizione vivente della Chiesa. Questa norma è decisiva per precisare
il corretto e reciproco rapporto tra l'esegesi e il Magistero della Chiesa.
L'esegeta cattolico non nutre l'illusione individualista che, al di fuori della comunità dei credenti, si possano
comprendere meglio i testi biblici. E' vero invece il contrario, poiché questi testi non sono stati dati ai singoli ricercatori
«per soddisfare la loro curiosità o per fornire loro degli argomenti di studio e di ricerca» (Divino afflante Spiritu, EB
566).
I testi ispirati da Dio sono stati affidati alla comunità dei credenti, alla Chiesa di Cristo, per alimentare la fede e guidare la
vita di carità. Il rispetto di questa finalità condiziona la validità e l'efficacia dell'ermeneutica biblica. L'Enciclica
Providentissimus Deus ha ricordato questa verità fondamentale e ha osservato che, lungi dall'ostacolare la ricerca biblica,
il rispetto di questo dato ne favorisce l'autentico progresso.
Essere fedeli alla Chiesa significa, infatti, collocarsi nella corrente della grande Tradizione che, sotto la guida del
Magistero, ha riconosciuto gli scritti canonici come parola rivolta da Dio al suo popolo e non ha mai cessato di
meditarli e di scoprirne le inesauribili ricchezze.
Il Concilio Vaticano II lo ha ribadito con grande chiarezza: «Tutto quello che concerne il modo di interpretare la
Scrittura è sottoposto in ultima istanza al giudizio della Chiesa, la quale adempie il divino mandato e ministero di
conservare e interpretare la Parola di Dio» (Dei Verbum, 12).
Come ci ricorda la summenzionata Costituzione dogmatica esiste una inscindibile unità tra Sacra Scrittura e
Tradizione, poiché entrambe provengono da una stessa fonte: «La sacra Tradizione e la Sacra Scrittura sono
strettamente congiunte e comunicanti tra loro. Ambedue infatti, scaturendo dalla stessa divina sorgente, formano, in un
certo qual modo, una cosa sola e tendono allo stesso fine. Infatti la Sacra Scrittura è parola di Dio in quanto è messa per
iscritto sotto l'ispirazione dello Spirito Santo; invece la sacra Tradizione trasmette integralmente la parola di Dio,
affidata da Cristo Signore e dallo Spirito Santo agli apostoli, ai loro successori, affinché questi, illuminati dallo Spirito di
verità, con la loro predicazione fedelmente la conservino, la espongano e la diffondano. In questo modo la Chiesa attinge
la sua certezza su tutte le cose rivelate non dalla sola Sacra Scrittura. Perciò l'una e l'altra devono esser accettate e
venerate con pari sentimento di pietà e di riverenza» (Dei Verbum, 9).
Soltanto il contesto ecclesiale permette alla Sacra Scrittura di essere compresa come autentica Parola di Dio che si fa
guida, norma e regola per la vita della Chiesa e la crescita spirituale dei credenti. Ciò comporta il rifiuto di ogni
interpretazione soggettiva o semplicemente limitata a una sola analisi, incapace di accogliere in sé il senso globale che
nel corso dei secoli ha guidato la Tradizione dell'intero Popolo di Dio.
Cari Membri della Pontificia Commissione Biblica, desidero concludere il mio intervento formulando a tutti voi i miei
personali ringraziamenti e incoraggiamenti. Vi ringrazio cordialmente per l'impegnativo lavoro che compite al servizio
della Parola di Dio e della Chiesa mediante la ricerca, l'insegnamento e la pubblicazione dei vostri studi. A ciò aggiungo i
miei incoraggiamenti per il cammino che resta ancora da percorrere. In un mondo dove la ricerca scientifica assume una
sempre maggiore importanza in numerosi campi è indispensabile che la scienza esegetica si situi a un livello adeguato. E'
uno degli aspetti dell'inculturazione della fede che fa parte della missione della Chiesa, in sintonia con l'accoglienza del
mistero dell'Incarnazione. Cari fratelli, il Signore Gesù Cristo, Verbo di Dio incarnato e divino Maestro che ha aperto lo
spirito dei suoi discepoli all'intelligenza delle Scritture (cfr Lc 24,45), vi guidi e vi sostenga nelle vostre riflessioni. La
Vergine Maria, modello di docilità e di obbedienza alla Parola di Dio, vi insegni ad accogliere sempre meglio la ricchezza
inesauribile della Sacra Scrittura, non soltanto attraverso la ricerca intellettuale, ma anche nella vostra vita di credenti,
affinché il vostro lavoro e la vostra azione possano contribuire a fare sempre più risplendere davanti ai fedeli la luce della
Sacra Scrittura. Nell’assicurarvi il sostegno della mia preghiera nella vostra fatica, vi imparto di cuore, quale pegno dei
divini favori, l’Apostolica Benedizione.
HO LOTTATO TANTO IN QUESTO GIORNO
Ho lottato tanto in questo giorno,
ho sofferto tanto in questo giorno,
ne ho sentite tante e ne ho vedute tante in questo giorno.
Ma ora voglio addormentarmi tra le tue braccia o Signore
sicuro che domani, domani sarà un giorno migliore.
Non c'è stato amore in questo giorno,
non c'è stata pace in questo giorno,
hanno pianto tanti, sono morti tanti, in questo giorno.
Ma ora voglio addormentarmi tra le tue braccia o Signore
sicuro che domani, domani sarà un giorno migliore.
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