Osservatorio per il bene comune Nota metodologica D.ssa Lisa Moni Bidin, d.ssa Carla Vetro dr. Alessandro Serini, dr. Giovanni Gut1 1. Il punto di partenza Punto di partenza del progetto è il concetto di bene comune. E’ un concetto oramai diffuso nel circuito mediatico e di chiara rintracciabilità. Tuttavia, nell’ottica di operativizzare questo concetto e di trasformarlo in numeri, si è ravvisata la necessità di ancorarlo ad una definizione solida ed univoca da cui partire. La scelta di aprire il Compendio della dottrina sociale della Chiesa (=CDSC) è stata consequenziale. Tale concetto infatti è parte integrante della memoria culturale della Chiesa cattolica, ne è uno dei riflessi sociali, un portato che cammina indietro nel tempo e si ferma alle speculazioni filosofiche e antropologiche dei secoli passati. Il concetto di bene comune trova quindi una sorta di alveo naturale da cui essere prelevato. Peraltro, l’utilizzo dell’apparato concettuale della Dottrina sociale ha permesso di allargare il ragionamento sul bene comune anche ad altre dimensioni ad esso collegate, quali il principio di solidarietà, di dignità della persona, di sussidiarietà. Questa opportunità presenta l’innegabile vantaggio di costruire un set di indicatori sul principio del bene comune, letto tuttavia alla luce degli altri principi. In tal modo, il bene comune diventa un concetto dinamico, ben articolato, da monitorare nei vari ambiti della società, dell’economia, della cultura, della politica (cfr. paragrafo 3). 2. Gli ambiti analizzati Gli ambiti analizzati sono stati ripresi dal Compendio e sono: persona, famiglia, corpi sociali e intermedi, società, politica, economia e lavoro, ambiente. Sono stati esclusi gli ambiti relativi alla comunità internazionale, alla cooperazione internazionale e alla pace perché non pertinenti ad un osservatorio che si limita ad avere un respiro nazionale. Di seguito, è bene presentare le principali affermazioni che delineano ogni ambito, e i valori ai quali si ispirano. Persona. La persona è il centro della DSC, e più in generale della dottrina morale della Chiesa. Culmine del creato, l’essere umano è il fine a cui volgere ogni attività umana, mai un mezzo per arrivare ad un altro fine. Il suo primato deriva dall’origine trascendente della sua natura, dall’essere stato creato a immagine e somiglianza di Dio. Dalla dignità della persona discendono, 1 I parr. 1,2 e 3 sono di Lisa Moni Bidin, Giovanni Gut e Alessandro Serini. Il par. 4 è di Carla Vetro. L’ Appendice A è di Giovanni Gut e di Lisa Moni Bidin. Osservatorio del bene comune – Nota metodologica come forma di tutela giuridica, i diritti umani. Tra i principali si annoverano il diritto alla vita (originario, da cui derivano gli altri), il diritto a essere cresciuto sotto il cuore della madre, il diritto a vivere in una famiglia unita, il diritto a partecipare al lavoro, il diritto a fondare una famiglia e ad educare i figli, il diritto a vivere nella verità della propria fede. Sul piano pratico dell’affermazione dei diritti, sono stati presi in considerazione gli indicatori che riguardano la soddisfazione dei beni primari dell’uomo: alimentazione, abitazione, lavoro, educazione e accesso alla cultura, trasporti, salute, libera circolazione delle informazioni, tutela della libertà religiosa, ecc. Del resto, contraltare ai diritti dell’uomo sono i suoi doveri, cui egli si attiene, e che derivano dalla responsabilità che assume nel momento in cui decide di vivere in società. Tra i doveri principali, vi sono quello della partecipazione (voto politico, impegno familiare, impegno associativo e volontario…), del procurarsi il sostentamento economico attraverso il lavoro, anche in forma d’impresa, della solidarietà intesa come determinazione ferma e perseverante a impegnarsi per il bene comune; ognuno di questi doveri è stato “operativizzato”, laddove possibile, con altrettanti indicatori. Famiglia. La famiglia è l’anello di congiunzione tra persona e società. Cellula primaria della società, essa è il luogo dove le persone nascono, crescono, vengono educate a diventare esseri umani e cittadini, vengono accompagnate verso il tramonto della vita con dignità. Lo Stato ne riconosce la pre-esistenza e ne regola i rapporti secondo il principio di sussidiarietà. La tutela giuridica della famiglia passa attraverso la sua definizione di società naturale fondata sul matrimonio, inteso come impegno pubblico e irreversibile tra un uomo e una donna a sostenersi reciprocamente e a prendersi cura dei figli che dal matrimonio scaturiranno. Primo luogo educativo, contribuisce allo sviluppo e alla maturazione del senso umano e civico dei figli. La famiglia si sostiene con il lavoro della coppia. Ciò premesso, l’analisi si è focalizzata quindi sulla ricerca di indicatori che sappiano valorizzare, tra le altre cose, matrimonio, natalità, sostegno alla famiglia e ai bambini, lavoro, conciliazione tra lavoro e famiglia, cura degli anziani. Corpi intermedi della società e partecipazione. Protagoniste della vita sociale, le organizzazioni intermedie tra individuo e Stato – associazioni, cooperative, volontariato – contribuiscono al dinamismo della società e soddisfano i bisogni delle persone quando quest’ultime non riescono a soddisfarli da se medesime. I corpi intermedi costituiscono la modalità più adeguata per sviluppare la dimensione sociale della persona, che in tali attività può trovare spazio per esprimersi compiutamente (CDSC 419). Per questo il bene comune si costruisce anche attraverso di esse ed esse sono a pieno titolo soggetti sociali atti a realizzare il bene comune. La loro presenza nella società è indice di vitalità e di dinamismo benefico che si innerva nel tessuto sociale rendendolo sano. In termini operativi, si sono ricercati indicatori che diano conto della loro presenza nelle regioni italiani, oltre che della propensione delle persone all’impegno politico e all’impegno associativo. Inoltre, non sfugge il ruolo dei corpi intermedi nel fornire servizi di assistenza sul 2 Osservatorio del bene comune – Nota metodologica territorio in regime di convenzione con gli enti pubblici locali, attraverso forme differenziate di sussidiarietà. Società. La società civile è un insieme di relazioni e di risorse, culturali e associative, relativamente autonome dall'ambito sia politico sia economico [...] Essa è caratterizzata da una propria capacità di progetto, orientata a favorire una convivenza sociale più libera e più giusta (CDSC 417). La società civile, dunque, non può essere considerata un'appendice o una variabile della comunità politica: anzi, essa ha la preminenza, perché nella stessa società civile trova giustificazione l'esistenza della comunità politica (CDSC 418). Peraltro, la progressiva espansione delle iniziative sociali al di fuori della sfera statale crea nuovi spazi per la presenza attiva e per l'azione diretta dei cittadini, integrando le funzioni svolte dallo Stato (CDSC 419). Frutto del dinamismo sociale di tipo collaborativo è la creazione di un ambiente di vita pacifico. Infatti, la cooperazione, anche nelle sue forme meno strutturate, si delinea come una delle risposte più forti alla logica del conflitto e della concorrenza senza limiti, che oggi appare prevalente. I rapporti che si instaurano in un clima cooperativo e solidale superano le divisioni ideologiche, spingendo alla ricerca di ciò che unisce al di là di quanto divide (CDSC 420). Alla luce delle principali funzioni ricoperte dalla società civile, la ricerca degli indicatori territoriali per l’ambito sociale ha riguardato soprattutto l’allargamento della platea dei beneficiari dei diritti, l’apertura all’esterno come dimensione costitutiva di una società dinamica, il grado di integrazione interno nella forma positiva della collaborazione e nella forma negativa del mantenimento della sicurezza e dell’ordine costituito. Lavoro ed economia. La ricerca degli indicatori si è focalizzata sia sui soggetti del mondo del lavoro (persone, imprese-sindacati, istituzioni) sia sui diversi temi che riguardano questa dimensione. L’insegnamento della DSC mette in risalto la centralità della persona, il lavoro è, dunque, deve essere considerato sia un diritto che un dovere; di conseguenza, vanno analizzati dei parametri in grado di valutare il protagonismo della persona nel mondo del lavoro. Altri soggetti del lavoro sono le imprese e i sindacati, i quali dovrebbero improntare le relazioni reciproche alla collaborazione e adoperarsi per lo sviluppo della lavoro. Le istituzioni hanno il dovere di perseguire l’obiettivo della piena occupazione e di sviluppare un sistema capace di sostenere le persone nei momenti di debolezza. In particolare, oltre ai tradizionali sistemi di welfare, si è posto l’accento sulle politiche attive del lavoro che, rispettando il principio di sussidiarietà, favoriscono la presenza di più soggetti e il protagonismo delle persone. I temi principalmente considerati nell’analisi a livello regionale sono stati: il sistema educativo, per valutare l’importanza della formazione come mezzo per lo sviluppo della persona e come canale privilegiato entrare o rientrare nel mondo del lavoro; il rapporto tra la flessibilità del mercato del lavoro e la stabilità delle relazioni di lavoro, che indica la necessità di andare incontro alle esigenze dei nuovi sistemi organizzativi del lavoro, a favorire l’ingresso nel mondo del lavoro ai soggetti esclusi e allo stesso tempo la necessità di avere un rapporto di lavoro stabile su cui costruire la vita personale e familiare; le politiche in favore della conciliazione tra i tempi di vita e i tempi di lavoro, affinché il lavoro non danneggi ma 3 Osservatorio del bene comune – Nota metodologica favorisca la famiglia e la vita dei suoi componenti; la tutela dei diritti del lavoratore, per escludere forme di schiavitù, di sfruttamento, di marginalizzazione o di discriminazione; equa redistribuzione dei redditi, affinché i redditi da lavoro siano sufficienti a mantenere in modo dignitoso se stessi e la propria famiglia; le politiche attive e passive del lavoro, che favoriscono la tutela del lavoratore, l’inserimento o il reinserimento degli esclusi dal mondo del lavoro e lo rendano partecipe e protagonista del proprio riscatto. In particolare è da sottolineare l’analisi della forza lavoro, dei tassi disoccupazione e occupazione e dei tassi di attività e inattività. Questi dati ci permettono vi valutare la capacità del mondo del lavoro di includere o escludere sia le persone che interi gruppi di persone dal circuito della produzione, la possibilità o meno che hanno di dare il proprio originale contributo alla vita di tutta la comunità. La ricerca sugli indicatori economici ha tenuto conto innanzitutto del principio di sussidiarietà e dell’importanza del principio di destinazione universale dei beni. L’economia non è fine a se stessa ma è un mezzo per migliorare la vita dell’uomo e per perseguire il bene comune. Così le imprese, gli operatori finanziari, le istituzioni e tutti i soggetti che partecipano alla sfera economica devono considerare anche la dimensione sociale del loro agire. La scelta degli indicatori riflette pertanto la necessità di valutare: quanto capitale viene reinvestito nel sistema produttivo a favore delle imprese, poiché la ricchezza generata non è fine a se stessa ma deve essere utilizzata per creare lavoro; la possibilità delle famiglie di risparmiare, di accedere a forme di finanziamento e di ricevere una serie di aiuti di carattere economico, affinché la famiglia sia favorita e sostenuta nel suo ruolo di cellula fondamentale della società; l’esclusione sociale sia a livello personale che familiare, poiché l’esclusione delle persone e delle famiglie alla vita della comunità rappresenta una delle maggiori contraddizioni al bene comune; la capacità di incidere nel sistema produttivo delle PMI, poiché quello delle PMI è un livello che rende possibile una maggiore integrazione con il territorio e un maggiore protagonismo del lavoratore nella vita dell’impresa; l’investimento nella ricerca e nello sviluppo, poiché indica la propensione a investire sulla creatività umana; il dinamismo del settore produttivo in un determinato ambito territoriale, per valutare la capacità di un territorio di generare lavoro e sviluppo per tutta la comunità; le spese per il sistema sociale e il sistema previdenziale, che indica l’attenzione a farsi carico di tutte le situazioni di fragilità; i debiti delle famiglie, per capire dove risiedono le maggiori difficoltà economiche delle famiglie e verso quale tipo di spesa sono orientate; i redditi delle famiglie, dato che sia l’ammontare che la loro provenienza forniscono un quadro per analizzare da dove e di che tipo è il reddito delle famiglie. Politica. La comunità politica persegue il bene comune operando per la creazione di un ambiente umano in cui ai cittadini sia offerta la possibilità di un reale esercizio dei diritti umani e di un pieno adempimento dei relativi doveri (CDSC 389). La comunità politica e la società civile, seppure reciprocamente collegate e interdipendenti, non sono uguali nella gerarchia dei fini. La comunità politica è essenzialmente al servizio della società civile e, in ultima analisi, delle persone e dei 4 Osservatorio del bene comune – Nota metodologica gruppi che la compongono (CDSC 418), in un rapporto basato sul principio della sussidiarietà. L'autorità politica deve garantire la vita ordinata e retta della comunità, senza sostituirsi alla libera attività dei singoli e dei gruppi, ma disciplinandola e orientandola, nel rispetto e nella tutela dell'indipendenza dei soggetti individuali e sociali, verso la realizzazione del bene comune (CDSC 394). In definitiva, lo Stato deve fornire una cornice giuridica adeguata al libero esercizio delle attività dei soggetti sociali ed essere pronto ad intervenire, quando sia necessario e rispettando il principio di sussidiarietà, per orientare verso il bene comune la dialettica tra le libere associazioni attive nella vita democratica (CDSC 418). Dal punto di vista della ricerca, il passaggio dai principi di fondo in materia politica agli indicatori territoriali si dovrebbe concentrare sulla precipua funzione legislativa e giudiziaria della comunità e dell’autorità politica. In altre parole, ruolo dello Stato è quello di arbitro, più che di giocatore, funzione necessaria a garantire il libero esercizio della vita democratica dei cittadini e delle organizzazioni intermedie. Sotto questo profilo, la ricerca di indicatori territoriali dovrebbe assumere una veste più qualitativa e concentrarsi in particolare sul tipo di rapporto che le autorità politiche regionali instaurano con la società civile, se di natura sussidiaria o, viceversa, centralista. Un tale studio non è stato approntato, per ragioni di tempo e di risorse, e sono stati presi in considerazione soprattutto i flussi finanziari regionali e il tipo di utilizzo che ne è stato fatto. In particolare, sono stati vagliati indicatori riguardanti i conti pubblici territoriali, nella fattispecie: le spese correnti per il personale, che valuta l’incidenza dell’apparato burocratico nel bilancio; le spese correnti per i trasferimenti in conto corrente a più soggetti (famiglie e istituzioni sociali, imprese private, imprese pubbliche nazionali, enti pubblici) che indicano il sostegno diretto (tramite voucher) o indiretto (tramite convenzioni o prestazioni di uffici pubblici) a tali soggetti; le spese in conto capitale per i beni e le opere immobiliari, grazie alle quali si comprende l’investimento nelle infrastrutture; le spese in conto capitale per i trasferimenti in conto capitale a più soggetti (famiglie e istituzioni sociali, imprese private, imprese pubbliche nazionali, enti pubblici), che indicano il sostegno fornito all’acquisto di beni mobili a tali soggetti; le entrate correnti grazie alle imposte indirette, utili a valutare la tassazione sui redditi dei soggetti presenti in un territorio; le entrate correnti per le imposte indirette o di altri tributi, che indicano i prelievi non reddituali in un territorio; le entrate correnti per contributi sociali, le quali forniscono il quadro degli aiuti destinati alle famiglie in situazioni di fragilità. Ambiente. La ricerca degli indicatori riguardanti il creato riflette quegli insegnamenti della DSC che possono essere valutati nella nostra analisi su questo. Il creato è un bene collettivo, appartiene a tutti e nessuno può essere escluso dalla possibilità di usufruire delle risorse. Come la natura non può essere idolatrata né sovrapposta alla dignità della persona, allo stesso tempo l’uomo non può sfruttarla in modo sconsiderato secondo una visione prettamente utilitaristica. Esiste il dovere di prendersi cura del creato e di tutelare le risorse per le generazioni future. I parametri presi in considerazione riflettono l’attenzione a questi temi, in particolare lo sfruttamento delle risorse 5 Osservatorio del bene comune – Nota metodologica naturali primarie, il rispetto dell’ambiente nella vita di tutti i giorni e l’attenzione a questi temi da parte del sistema industriale e della comunità politica. 3. I principi della DSC come chiavi di lettura e come criteri di scelta degli indicatori selezionati I criteri per la scelta degli indicatori sono stati costruiti a partire dai quattro principi della DSC, che per comodità riassumiamo: la dignità della persona umana, il bene comune (insieme di condizioni economiche, politiche, sociali atte a realizzare più pienamente la perfezione delle persone), la sussidiarietà (protagonismo dell’individuo e dei corpi intermedi senza intervento diretto e obbligatorio dello Stato) e infine la solidarietà (determinazione ferma e irreversibile a conseguire il bene di tutti e di ciascuno). Le relazioni reciproche tra centralità della persona umana, bene comune, sussidiarietà e solidarietà ha comportato la necessità di prendere alcune decisioni e di effettuare determinate scelte nella valutazione degli indicatori da prendere in considerazione. In particolare le valutazioni effettuate hanno riguardato: Equilibrio tra aspetti sociali, familiari ed economici Primato della società sulla politica Primato del protagonismo dell’individuo sullo Stato Accento sui doveri della persona oltre che sui diritti Valorizzazione dei corpi intermedi della società Attenzione alla relazione tra i diversi principi della DSC Approccio sistemico e non parziale al bene comune L’Osservatorio non prende in considerazione solamente gli aspetti economici del benessere, né tantomeno i soli aspetti sociali, ma tutte le condizioni, economiche, sociali, personali, familiari, spirituali, atte a garantire “più celermente il raggiungimento della propria perfezione”. In altre parole, si è allargato lo spettro della valutazione aggiungendo temi e ambiti che normalmente vengono sottovalutati dall’ambiente scientifico in tema di valutazione del benessere territoriale. Inoltre, il principio di sussidiarietà e la centralità assoluta della persona comportano la ridefinizione della gerarchia tra le diverse sfere e le diverse soggettività che partecipano alla costruzione del bene comune. L’uomo è al centro, il resto ne è al servizio. Ciò significa che la famiglia è al servizio dell’uomo, la società civile al servizio della famiglia, la politica al servizio della società, l’economia al servizio della persona e della società. E’ una sorta di piramide, dove al vertice c’è il singolo essere umano, nella sua assoluta specificità, e al di sotto tutti quei corpi intermedi e quelle comunità che nascono come forma successiva di organizzazione dell’uomo per il raggiungimento del bene comune e al servizio della persona. L’uomo è protagonista e sotto questa luce viene analizzato, anche sul piano dei doveri, fermo restando l’intervento dei corpi 6 Osservatorio del bene comune – Nota metodologica sociali e politici a lui superiori in regime di vicariato e di sussidiarietà qualora ciò si renda necessario. Un’ottica del genere cozza contro due delle mentalità attualmente diffuse nel panorama politico e culturale italiano, ovvero l’individualismo liberista e lo statalismo di natura socialista. Da un lato c’è chi disegna l’individuo slegato da ogni forma di responsabilità nei confronti della realtà che lo circonda, in un ottica di mera soddisfazione del bisogno; dall’altro chi propugna uno Stato che pensa a soddisfare ogni necessità della persona, privandola di quella capacità di iniziativa, e di rischio, che ne fa un soggetto autonomo e sciolto da ogni dipendenza nei confronti dello Stato e di ogni organizzazione intermedia ad esso legata. Nella visione che anima il presente progetto, l’uomo costruisce la propria felicità attivandosi in prima persona, aiutando gli altri se necessario, consorziandosi in forme associative per meglio conseguire i propri obiettivi, e aspettandosi dallo Stato la capacità di generare la legge (conforme al diritto naturale) e di sanzionare con efficacia e rapidità coloro che violano le regole della pacifica convivenza e di una sana attività economica. Per tale ragione, i risultati finali nella scelta degli indicatori e soprattutto delle graduatorie regionali stilate può destare in taluno sorpresa per quanto emerso, ma letti in questa ottica si ravvisa la ricerca continua della coerenza tra impianto teorico concettuale, operativizzazione delle dimensioni, scelta degli indicatori e risultati ottenuti. 4. Individuazione degli indicatori di sintesi del “bene comune” e graduatoria finale delle regioni italiane. Premessa Nella prima fase della ricerca sopra presentata, la ricostruzione del concetto di “bene comune”, a partire dal Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa Cattolica Italiana (CDSC), ha riguardato il riconoscimento dei principali fenomeni, sociali e individuali, negativi e positivi, endogeni ed esogeni, esplicativi, in modo diffuso, del macrofenomeno o macroconcetto indagato. La ricostruzione dei confini che delimitano tale macroconcetto e l’individuazione di diverse aree di appartenenza (Ambiente, Economia e Lavoro, Persona, Famiglia, Stato e servizi, Società, Corpi intermedi e Partecipazione) hanno costituito la base per la scelta di misure quantitative, espresse attraverso indicatori semplici di sintesi dei dati, mediante i quali analizzare ed esplorare il concetto di “bene comune”. Una volta definita la batteria di 132 indicatori socio-demografici per le 20 regioni italiane2, la fase successiva ha riguardato l’applicazione di un insieme di analisi statistiche volte a: i) ridurre il numero di indicatori mediante una rilettura empirica e logica degli stessi che tenga conto del loro 2 Sono state escluse dall’analisi statistica le due province autonome di Trento e Bolzano per insufficienza di dati rispetto ai 132 indicatori individuati. Per l’elenco completo degli indicatori, si veda l’Appendice A. 7 Osservatorio del bene comune – Nota metodologica diverso grado di rappresentatività del macrofenomeno studiato; ii) analizzare, attraverso una tecnica che rientra nell’analisi multidimensionale dei dati (Lebart et al., 1995), la batteria ridotta di indicatori individuata al punto i) e identificare quelli che meglio spiegano il macroconcetto; iii) giungere, attraverso tecniche di sintesi degli indicatori sociali (Del Vecchio, 1995) ad un'unica misura statistica sintetica che permetta di ordinare le 20 regioni su un continuum che esprime la diversa capacità di produrre “bene comune”. Di seguito sono quindi spiegati nel dettaglio i diversi step che hanno guidato l’analisi statistica dei dati. 4.1 La scelta degli indicatori La fase di pulitura della matrice dati iniziale, costituita da 132 indicatori (M 120×132), ha portato, da un lato alla eliminazione di una serie di indicatori ritenuti difficilmente trattabili per la presenza di variabili a mancata risposta parziale (item nonresponse), dall’altro lato alla ridefinizione delle associazioni tra variabili ed aree di interesse individuate. Per quanto riguarda il primo punto è stato deciso un valore soglia al di sopra del quale procedere alla eliminazione degli item. Tale valore è stato ritenuto il migliore possibile, tenuto conto sia della grande quantità di indicatori presenti nella matrice dati, sia dell’esiguo numero di unità statistiche considerate. Si è deciso quindi di conservare solo quegli indicatori che presentavano al massimo un valore mancante, identificabile attraverso tecniche di stima aventi l’obiettivo di prevedere o “stimare” i valori sostitutivi. Per tali indicatori, i valori mancanti sono stati così ricostruiti sulla base di un metodo deterministico di stima nel quale si sostituisce la mancata risposta nella variabile con un unico valore, rappresentato dalla media calcolata sul totale dei rispondenti (Little et al., 1987). In generale tale metodo, pur preservando il valore medio, causa un’attenuazione della varianza della variabile per la quale è stata effettuata l’imputazione e genera delle distorsioni nella forma della sua distribuzione, ma risulta valido nel caso in cui (come quello in esame) il numero dei dati mancanti per ciascuna variabile è esiguo. Per quanto riguarda il secondo punto, invece, la procedura adottata ha riguardato l’associazione tra variabili ed aree di appartenenza, per tutti quegli indicatori che comparivano in più aree di interesse. L’identificazione della migliore area di appartenenza per ogni indicatore è avvenuta, quindi, attraverso una valutazione di tipo qualitativo, sia sulla base di indagini già effettuate che prevedevano la costruzione di indicatori di sintesi, sia sulla base delle indicazioni contenute nella letteratura presente. Attraverso tale fase di eliminazione e ridefinizione degli indicatori si giunge a nuova matrice (M220×115) contenente un insieme ridotto di variabili suddiviso, rispetto alle diverse aree di interesse, così come riportato in tabella 1.1 . 8 Osservatorio del bene comune – Nota metodologica Tabella 1.1 - Numero di indicatori rispetto alle 7 aree di interesse AREE DI INTERESSE Ambiente Persona Stato e servizi Famiglia Economia e Lavoro Corpi intermedi e partecipazione Società Totale INDICATORI 8 9 25 6 45 8 14 115 Al fine di individuare, tra la batteria di indicatori presenti nella matrice (M220×115), quelli che meglio potessero rappresentare ogni singola area di interesse e ricostruire una graduatoria, sia parziale che totale, delle regioni rispetto al macrofenomeno “bene comune”, da un lato è stata condotta un’analisi esplorativa dei dati attraverso l’Analisi in componenti principali (ACP), dall’altro lato sono stati ricostruiti i punteggi per ogni unità di analisi rispetto alle singole variabili, attraverso tecniche di trasformazione lineare dei dati. 4.2 L’Analisi in Componenti Principali L’Analisi in Componenti Principali è una tecnica idonea a ridurre un sistema complesso di variabili attraverso la ricostruzione di un nuovo sottoinsieme di variabili tra loro non correlate e legate linearmente alle variabili di partenza. L’applicazione di tale tecnica al caso in esame ha visto lo strutturarsi di due fasi principali: la preparazione della matrice-dati; l’analisi della struttura dei dati e la scelta degli indicatori finali. 4.2.1 La preparazione della matrice-dati La prima fase è quella di osservare le correlazioni tra le variabili in modo da eliminare gli indicatori “inutili” ai fini statistici (tecnica di riduzione dei dati), ossia quegli indicatori che, essendo tra loro estremamente correlati, rappresentano una ridondanza di informazione. A partire, quindi, dalle singole matrici suddivise per aree di interesse, si è proceduto ad una eliminazione di quegli indicatori che risultavano ridondanti ai fini dell’analisi, ossia che avevano una correlazione maggiore del valore fissato a 0.80. La scelta di quale indicatore conservare fra quelli maggiormente correlati è stata frutto, anche in questo caso, di un’attenta valutazione di tipo qualitativo. In tale fase si è cercato, quindi, di non perdere di vista il macrofenomeno studiato e le sue implicazioni in ambiti di applicazione particolarmente sensibili. Per quanto riguarda nello specifico le aree di interesse “Stato e servizi” ed “Economia e Lavoro”, la selezione di indicatori che risultano in contro tendenza con quelli usualmente utilizzati nell’ambito di indagini e ricerche di tipo statistico, infatti, è frutto dell’adesione ad nuova prospettiva attraverso cui studiare la realtà sociale. Tale prospettiva associa il concetto di “bene comune” a svariate aree di interesse e pone al 9 Osservatorio del bene comune – Nota metodologica centro il bene integrale della persona umana. Inoltre, secondo tale prospettiva, il bene comune non può prescindere dal suo aspetto relazionale come prodotto di una profonda e molteplice interdipendenza tra i percorsi di vita individuali. “Il bene comune richiede la capacità e la ricerca costante del bene altrui come se fosse proprio” (CDSC 167). Tale prospettiva, che potremmo chiamare relazionale, si sta diffondendo in modo evidente soprattutto all’interno delle teorie di tipo economico. Sempre più spesso negli ultimi anni, infatti, la letteratura economica suggerisce un ampliamento del raggio di azione della dimensione economica nell’ottica di una critica al modello della “one best way” e all’attuazione di una economia civile come via percorribile per umanizzare il mercato (Zamagni, 2007). Rispetto a quanto detto la fase di scelta degli indicatori ha prodotto 7 nuove matrici con un numero ridotto di variabili, che hanno costituito poi la base per l’ACP3. 4.2.2 L’analisi della struttura dei dati e la scelta degli indicatori finali 4 Sulla base del sottoinsieme di indicatori così ottenuto, per ogni area di appartenenza definita precedentemente, l’ACP ha permesso di individuare in quale proporzione i fattori latenti, ovvero le variabili relative al “bene comune” originariamente raccolte, costituiscano la struttura di fondo delle relazioni osservate. L’idea di base è quella di ridurre il numero di variabili (o componenti) che descrivono il profilo delle unità e di riprodurre le caratteristiche di queste ultime attraverso un numero ristretto di nuove variabili, scomponendo il fenomeno secondo degli assi strutturali di importanza decrescente. Si ricerca quella riduzione ottimale che conservi al massimo la struttura relazionale esistente fra le unità nella matrice dei dati, in termini di distanze fra i punti corrispondenti. In tal modo, le componenti principali rappresentano delle variabili inosservabili che consentono di attribuire dei punteggi complessi alle unità. Tali punteggi sono espressi dalle coordinate dei punti unità sugli assi fattoriali, intesi come strutture latenti o “punti di vista” del fenomeno studiato (Bolasco, 1999, p. 79). Nello specifico, la fase di analisi della struttura dei dati ha riguardato, per ogni singola area di interesse: a. la lettura della matrice di correlazione tra le variabili (e l’eventuale eliminazione di nuove variabili estremamente correlate sfuggite al precedente controllo); b. l’individuazione della varianza spiegata dal primo asse fattoriale; c. la scelta dei primi quattro indicatori che presentano i valori più alti sulla prima componente principale. Le tabella 2.1 riporta i risultati ottenuti al punto b) e al punto c). La tabella mostra la percentuale di varianza spiegata, per ogni area di interesse, e il contributo fornito da ogni singolo indicatore alla spiegazione del primo asse fattoriale. Nel caso, quindi, dell’area di interesse 3 Le sette matrici prodotte, assieme agli output di analisi, sono consultabili nella Nota metodologica completa sul sito www.irefricerche.it. 4 L’analisi dei dati attraverso l’ACP è stata effettuata con il software statistico Spad 5.5 10 Osservatorio del bene comune – Nota metodologica ambiente, ad esempio, la prima componente principale spiega il 41% della variabilità totale e presenta alti valori di correlazione positiva con tutte le variabili, tranne che per la variabile “% di rifiuti urbani smaltiti in discarica”. Tabella 2.1 – Valori relativi alla varianza spiegata per ogni area di interesse e la correlazione di ogni singolo indicatore sulla prima componente principale Indicatori Ambiente Persona Famiglia Stato e servizi Economia e Lavoro Corpi intermedi e partecipazione Società Depuratori ( % popolazione servita) Dep Quot % Rifiuti urbani smaltiti in discarica % Raccolta differenziata sul totale raccolta % Italiani che dichiarano buono stato di salute, 2010 % Persone con almeno una malattia cronica 2011 % Scuole con rampe di scale 2011 Incidenza degli iscritti alle scuole medie sulla popolazione 11-14 anni nel 2010 % Famiglie con difficoltà a fine mese 2008 Rapporto tra i matrimoni celebrati in ciascuna regione e l’ammontare medio della popolazione residente (per mille) Numero medio di figli per donna Divorzialità Assistenza socio-assistenziale domiciliare 2008, % comuni, anziani Assistenza domiciliare integrata 2008, % comuni, anziani Spesa in ricerca e sviluppo di imprese, Stato e università, sul totale spese, % Assistenza socio-assistenziale domiciliare 2008, % comuni, povertà e senza fissa dimora Incidenza povertà relativa familiare 2011 Rapporto tra imprese nate all'anno t e le imprese attive dello stesso anno % Addetti alla ricerca e sviluppo, n° per mille abitanti Intensità di produzione brevetti, n° per milione di abitanti % Persone che partecipano a riunioni di organizzazioni di volontariato, 2011 Partecipazione al voto, % elettori, 2008 Spesa per consumi finali delle istituzioni sociali private senza scopo di lucro al servizio delle famiglie, milioni euro Voucher Sociosanitario, % comuni eroganti, 2008, anziani Criminalità diffusa, reati lievi x 1000 ab., 2009 Stranieri 2011 sulla popolazione 2011 Aumento % popolazione residente al 1° gennaio 11 % di varianza spiegata Correlazione sulla prima componente 41.05 0.73 0.81 -0.79 0.85 -0.86 39.20 0.89 -0.40 -0.33 -0.87 53.93 -0.81 0.82 0.87 0.80 0.81 31.89 0.79 0.74 0.93 0.79 39.78 0.77 0.86 0.73 0.78 53.39 0.76 0.87 38.35 0.90 0.90 0.86 Osservatorio del bene comune – Nota metodologica 2011 sulla popolazione residente al 1° gennaio 2010 Crimini violenti, reati x 1000 ab., 2009 0.49 4. 3 La trasformazione dei dati e la costruzione delle graduatorie Una volta individuata la batteria di 28 indicatori per le 7 aree di interesse espressione del macrofenomeno “bene comune”, il passo successivo è stato quello di costruire le graduatorie finali. A tale scopo, essendo gli indicatori espressi in diverse unità di misure, si è proceduto alla loro trasformazione in numeri indici facilmente confrontabili. Tra i diversi metodi di sintesi degli indicatori semplici si è scelto di utilizzare la somma dei valori relativizzati con il campo di variazione. Per mezzo di tale trasformazione gli indicatori non solo vengono svincolati dall’unità di misura nella quale sono espressi ma anche dalla loro variabilità visto che vengono relativizzati con il campo di variazione. Ciò consentirà di far variare gli indicatori trasformati tutti entro la medesima scala da 0 a 1, facilitandone le valutazioni comparative. Tale trasformazione può essere espressa mediante la seguente formula: xij xij min xij Max xij min xij Inoltre, allo scopo di attribuire a tutti gli indicatori lo stesso verso è stato necessario ribaltare quelli che avevano un’attribuzione negativa (cioè di verso contrario al fenomeno studiato). Ad esempio la variabile “% di rifiuti urbani smaltiti in discarica” per l’area “Ambiente”, è stata ribaltata facendone il complemento rispetto all’unita di riferimento (a 100 in questo caso). E’ come se dicessimo che, invece di assumere la percentuale di rifiuti urbani smaltiti in discarica, prendessimo in considerazione la percentuale di rifiuti che vengono smaltiti attraverso altre tecniche. Infine, le trasformazioni lineari dei singoli indicatori sono state sintetizzate come indice additivo sia all’interno della propria area di appartenenza (determinando così un range teorico di assegnazione da 0 a 4) sia nella graduatoria finale (determinando un range teorico di assegnazione da 0 a 28). Le graduatorie regionali ricostruite rispetto ai valori calcolati mediante la trasformazione lineare sopra riportata sono state presentate il 24 novembre 2012 al Convegno Dottrina sociale della Chiesa e confronto con il Paese: l’Osservatorio del bene comune, svoltosi all’Angelicum di Roma5. 5 E’ possibile visionare la presentazione dell’intervento sul sito www.irefricerche.it. 12 Osservatorio del bene comune – Nota metodologica Bibliografia AURELI CUTILLO E., 2002, Lezioni di Statistica Sociale, CISU, Roma BARCAROLI G., D’AURIZIO L., LUZI O., MANZARI A. e PALLARA A., 1999, Metodi e software per il controllo e la correzione dei dati, Quaderni di Ricerca, n. 1/1999, ISTAT. BOLASCO S., 1999, “Analisi multidimensionale dei dati”, Carocci Editore, Roma CASTELLANO, R.,1993, “Problemi di imputazione di mancate risposte parziali. Il caso simulato di una indagine economica”. Rocco Curto Editore, Napoli. DEL VECCHIO F., 1995, “Scale di misura e indicatori sociali”, Cacucci Editore, Bari LEBART L., MORINEAU A., PIRON M., 1995, “Statique exploratoire multidimensionnnelle”, Dunod, Paris. LITTLE R. J. A., RUBIN D. B., 1987, “Statistical analysis with missing data”, John Wiley & Sons, New York. ZAMAGNI S., 2007, “L’economia del bene comune”, Città Nuova, Roma 13 Osservatorio del bene comune – Nota metodologica APPENDICE A Indicatori prescelti6 BANCA DATI DI INDICATORI TERRITORIALI PER LE POLITICHE DI SVILUPPO Risorse idriche Utilizzo delle risorse idriche per consumo umano [5, 6]: serve ad indicare quanta acqua viene consumata, è utile per capire quanto vengono sfruttate le risorse idriche. È importante constatare che ci sia uno sfruttamento adeguato per le esigenza umane ma che non pregiudichi l’usufrutto delle prossime generazioni. Quota di popolazione equivalente servita da depuratori [9, 10, 11]: serve a valutare che le risorse idriche siano equamente distribuite e che tutta la popolazione le possa utilizzare. Rifiuti Percentuale di rifiuti urbani smaltiti in discarica [22]: evidenzia la propensione a riciclare i rifiuti e quindi a pesare meno sulle risorse future e a limitare l’inquinamento ambientale. Energia Consumi di energia elettrica coperti da fonti rinnovabili [60]: indica la capacità di usufruire di fonti energetiche rinnovabili e non inquinanti per limitare lo sfruttamento delle risorse e l’inquinamento ambientale. Beni Culturali Incidenza della spesa per ricezione e cultura [75, 76]. Rapporto tra Spesa per consumi finali delle famiglie per ricezione e cultura e Spesa per consumi finali delle famiglie. Rappresenta l’impegno economico che una famiglia investe nella ricezione e nella cultura. Volume di lavoro impiegato nel settore ricreazione e culturale [78]: indica quanto in un territorio i beni culturali siano in grado di creare lavoro, e quindi la propensione di un territorio ad utilizzare questi tipi di risorse. Grado di promozione dell’offerta culturale degli istituti [88]: capacità da parte degli enti di promuovere la cultura. Istruzione e formazione 6 La numerazione tra parentesi è stata costruita per uso interno al gruppo di lavoro, e non ha alcun riferimento con quanto si trova nei tracciati-dati, nei file di micro-dati e nelle tabelle di datawarehousing ufficiali. Il numero di indicatori presentati è inferiore a 132 perché alcuni sono aggregati nelle singole voci. Il numero tra parentesi permette di conteggiare indicativamente il numero di indicatori presenti. 14 Osservatorio del bene comune – Nota metodologica Occupati che partecipano ad attività formative [141]: la possibilità di poter usufruire di una formazione continua è decisiva per sviluppare le proprie competenze e per la crescita umana all’interno del mondo del lavoro. Non occupati che partecipano ad attività formative [147]: è fondamentale che chi è escluso dal mondo del lavoro possa accedere a percorsi formativi volti all’inserimento o alla riqualificazione delle persona in cerca di lavoro. Adulti che partecipano all’apprendimento permanete [169]: non deve essere tralasciata l’attività formativa in favore degli adulti, affinché rinnovando le proprie competenze siano facilitati a rimanere e a svilupparsi nel mondo del lavoro. Tasso di abbandono alla fine del biennio (abbandoni al primo biennio scuole secondarie superiori, iscritti al primo biennio scuole secondarie superiori) [189, 190]: la formazione è fondamentale per tutti, in particolare per i ragazzi perché permette loro di sviluppare i propri talenti, il tasso di abbandono indica il fallimento di un sistema che non è in grado di prendersi cura degli studenti. Competitività Incidenza dell’occupazione nei distretti industriali (occupati di PMI, occupati) [191, 192]: importanza di valutare la capacità occupazionale dell’industria, in particolare quelli delle PMI. Produttività del lavoro PMI (valore aggiunto aziendale PMI, addetti PMI) [193, 194]: la capacità di generare lavoro e ricchezza delle PMI è un aspetto da valorizzare nell’ottica di un sistema produttivo vicino alle realtà territoriali. Incidenza della certificazione ambientale (numero siti con ISO 14001, numero siti certificati) [195, 196]: valuta la propensione da parte del settore produttivo a tener conto della necessità di salvaguardare l’ambiente. Dinamiche settoriali Produttività del lavoro nell’artigianato [213]: sottolinea la produttività di un settore che si basa essenzialmente sulla creatività umana. Demografia d’impresa Tasso netto di turnover delle imprese (imprese attive, imprese cessate, imprese nate) [233, 234, 235]: indica la vitalità di un territorio di sviluppare imprese e di conseguenza la sua capacità di generare lavoro. Internazionalizzazione Investimenti diretti delle regioni all’estero [240]: valuta il dinamismo economico di una regione, la capacità che hanno di operare in un ottica non solo nazionale ma globale. Mercato dei capitali 15 Osservatorio del bene comune – Nota metodologica Investimenti di capitale di rischio [262]: per vedere quanto capitale viene investito in attività ad alto rischio e, di contro, stornato dal finanziamento dell’economia locale. Ricerca e innovazione Addetti alla ricerca e sviluppo (imprese, università, istituzioni private non profit, pubblica amministrazione) [275, 276, 277, 278, 279]: valuta quante persone vengono impiegate nelle attività di ricerca e sviluppo da parte di tutti i soggetti coinvolti in un determinato territorio. Intensità brevettuale [289]: il numero dei brevetti registrati indica la capacità di creare innovazione in un territorio. Capacità innovativa [291]: spese totali nella ricerca e nello sviluppo, utili per sapere l’importanza che viene data alla ricerca e allo sviluppo. Società dell’informazione Indice di diffusione dell’informatizzazione nei comuni (popolazione dei comuni, popolazione residente) [293, 294]: l’informatizzazione della popolazione vista come canale di accesso ad essere protagonisti di una società dell’informazione. Grado di diffusione di Internet nelle famiglie [295, 296]: l’accesso a internet delle famiglie in un ottica di valorizzazione delle famiglie stesse. Grado di utilizzo di Internet nelle famiglie [297, 298]. Rapporto tra il numero delle Persone di 6 anni e più che dichiarano di aver usato Internet negli ultimi tre mesi e la Popolazione di riferimento Multiscopo (persone di 6 anni e più). Il grado di utilizzo di Internet permette di valutare l’accesso alle informazioni e all’informazione libera. Grado di diffusione della banda larga nelle amministrazioni comunali (totale amministrazioni comunali, amministrazioni comunali che dispongono di banda larga) [309, 310]: l’informatizzazione della burocrazia semplifica e agevola i rapporti tra i cittadini e le istituzioni Esclusione sociale Indice di povertà regionale della popolazione (totale persone residenti, persone povere) [311, 312]: indica il tasso di povertà delle persone, serve per valutare una delle massime contraddizioni al bene comune. Indice povertà regionale delle famiglie [313]: l’incidenza della povertà è da considerarsi anche a livello familiare. Lavoro Tasso di irregolarità del lavoro [332, 333]. Rapporto tra unità lavorative annue irregolari e unità lavorative annue totali. L’indice vuole considerare, con segno opposto, l’attenzione regionale ad una dignità del lavoro che permetta da una parte le garanzie assistenziali e di sicurezza dei lavoratori, e dall’altra a permettere che l’attività lavorativa contribuisca al bene di tutti mediante il pagamento poi delle imposte e dei contribuiti. 16 Osservatorio del bene comune – Nota metodologica Solidarietà Capacità di sviluppo dei servizi sociali [336, 337]. Rapporto tra le persone di 14 anni e più che hanno svolto volontariato nell’ultimo anno e la popolazione di 14 anni e oltre. Esprime la propensione alla solidarietà e al grado di altruismo e gratuità presente nei singoli individui. Stato e servizi Presa in carico ponderata dell’utenza dei servizi per l’infanzia [340, 341]. Utenti validi per il calcolo dell’indicatore con il 70% dell’utenza in asili nido in rapporto alla Popolazione residente in età 0-3 anni. Esprime l’incidenza dei servizio per l’infanzia nel territorio regionale. Presa in carico degli anziani per il servizio di assistenza domiciliare integrata (ADI) [342, 343]. Numero di anziani trattati in ADI in rapporto alla Popolazione media residente in età 65 anni e più. Esprime il gradi di assistenza per gli anziani, insieme ad altri indicatori. Trasporti Rete dei trasporti [426, 432, 434]. Questo indicatore va calcolato eseguendo la somma normalizzata delle informazioni che misurano la lunghezza della rete ferroviaria delle FS in esercizio totale, la lunghezza della rete stradale e autostradale, in chiave regionale. Rappresenta la misura della densità delle reti di trasporto, considerando i diversi mezzi di trasporto, che facilitano gli spostamenti e la mobilità delle persone. COESIONE SOCIALE. STAT Economia Sequenza dei conti - dati nazionali annuali (milioni di euro) [21]: sequesnza dei conti di bilancio. Valuta le spesi di bilancio. Mercato del lavoro Forze di lavoro [29]: valore assoluto delle persone occupate o in cerca di occupazione. Occupati[30], tasso di occupazione[34]: indicano il valore assoluto e il valore percentuale delle persone in età da lavoro che hanno un’occupazione. Disoccupati[31], tasso di disoccupazione[35]: indicano il valore assoluto e il valore percentuale delle persone in età da lavoro che non hanno un’occupazione. Tasso di attività[33]: indica il rapporto tra la forza lavoro e la popolazione, di conseguenza misura quante persone partecipano (siano esse occupate o meno) al mercato del lavoro. Inattivi [32], tasso di inattività[36]: indicano il valore assoluto e il valore percentuale delle persone in età da lavoro che non hanno né cercano un’occupazione. Sono dati utili a comprendere la mancata partecipazione al mercato del lavoro. Rapporti di lavoro (dati totali per tipologia di contratto) [40]: serve a vedere il peso specifico delle varie forme contrattuali. 17 Osservatorio del bene comune – Nota metodologica Retribuzioni dei lavoratori dipendenti contribuenti INPS (sesso, età) [57, 59]: serve a valutare l’ammontare delle retribuzioni, in particolare se siano o meno presenti discriminazioni riguardanti il sesso e l’età. Lavoratori autonomi [64]: dato importante a capire la propensione o meno di un territorio a favorire il lavoro autonomo. Contribuenti parasubordinati (sesso, età) [69, 70]: serve a valutare l’incidenza dei lavoratori parasubordinati sia in base al sesso che per classi di età, per vedere se esistono o meno delle forme di discriminazione Contribuenti parasubordinati: collaboratori (tipo di rapporti di lavoro, tipo di altra assicurazione previdenziale, dati per sesso e classe di mesi accreditati, dati per mese di pagamento del compenso) [74, 75, 76, 77]: servono a valutare la posizione dei collaboratori, per valutare se esistano particolari forme di debolezza o di discriminazioni. Buoni lavoro (dati subnazionali) [80]: utile a valutare l’incidenza di questa forma retributiva per il lavoro occasionale e accessorio grazie alla quale vengo no pagati i contributi per i lavoratori che hanno queste articolari forme di rapporti di lavoro. Istruzione Dispersione scolastica [85, 86, 88, 89, 91, 92, 94, 95]. Questo indicatore va costruito sommando il valore del capitale umano riferito alla scuola dell’infanzia, alla scuola primaria, alle scuole secondarie di primo e di secondo grado. È un dato che viene esplicitato in numero di scuole, di classi e di bambini (per la scuola dell’infanzia)/alunni (per le scuole primaria e secondaria di primo grado)/studenti (per la scuola secondaria di secondo grado), nell’idea che un maggior numero di strutture dedicate alla formazione permetta di dare un maggior servizio alla popolazione in termini di educazione e di crescita delle persone. Spesa e interventi per la coesione sociale Politiche attive del lavoro (dati nazionali e subnazionali, sesso, età) [262, 263, 264, 265]: incidenza delle politiche attive del lavoro per le quali la persona è il primo soggetto ad essere protagonista delle politiche di inserimento, riqualificazione, reinserimento al lavoro. Evoluzione di alcune tipologie di contratto di lavoro [275]: serve a valutare esiste una evoluzioni delle tipologie contrattuali, in particolare delle forme più flessibili verso forme stabili nel tempo. Beneficiari di disoccupazione (indennità di disoccupazione non agricola con requisiti ridotti, indennità di disoccupazione agricola) [28, 281]: incidenza di uno strumento tipico delle politiche passive di sostegno lavoro. Politiche previdenziali di sostegno al reddito [284, 285]. Questo indicatore va costruito considerando i nuovi ingressi in disoccupazione ordinaria non agricola per sesso e per classe di età, e l’indennità di mobilità totale regionale. Rappresenta l’evoluzione dell’indennità di disoccupazione ordinaria non agricola rispetto le generazioni e il sesso, questo per verificare le variazioni tra classi d’età diverse e se esistono differenze tra uomo e donna. Indennità di disoccupazione ordinaria non agricola (nuovi ingressi per sesso, età) [287, 288]: serve a valutare per sesso e per età se c’è un aumento delle persone che hanno bisogno delle indennità di disoccupazione. 18 Osservatorio del bene comune – Nota metodologica Assegni al nucleo familiare (nazionali e subnazionali) [296]: utile per verificare l’esistenza o meno di forme di aiuto alle famiglie. Cassa integrazione guadagni (distribuzione beneficiari subnazionali) [304]: quanti lavoratori hanno la possibilità di accedere a questa particolare forma di politica passiva del lavoro. Pensioni (pensioni IVS, invalidità e assegni sociali) [307, 308]: quanto è il peso e l’incidenza del sistema previdenziale. Servizi sociali (spesa per interventi e servizi sociali, assistenza domiciliare, presidi residenziali socioassistenziali, posto letto nei presidi residenziali socio assistenziali, servizi socio-educativi per la prima infanzia) [317, 318, 319, 320, 321]: valuta l’ammontare delle spese sociali utili a comprendere l’attenzione che viene data alle situazioni di fragilità. Famiglia Indicatori di fecondità [7]. Numero medio di figli per donna, su base regionale. Individua il grado di apertura alla vita, che esprime la responsabilità sociale della famiglia. Matrimoni [9]. Numero dei matrimoni celebrati in un anno in una regione. Rappresenta il grado di promozione della famiglia caratterizzata dall’unione tra uomo e donna. Indicatori di nuzialità [10]. Rapporto tra i matrimoni celebrati in ciascuna regione e l’ammontare medio della popolazione residente. Rappresenta il grado di promozione della famiglia caratterizzata dall’unione tra uomo e donna. Risparmio familiare [S]. Differenza tra Reddito disponibile netto e i Consumi. Quest’ultimi riguardano i consumi durevoli, le spese per i mezzi di trasporto, le spese per mobili, ecc. e i consumi non durevoli. Rappresenta la capacità di risparmio di una famiglia. Ricchezza netta familiare [W]. L’indice viene calcolato sommando le Attività reali e le Attività finanziarie, e sottraendo le Passività finanziare, aggregando il dato familiare. Le attività reali riguardano gli immobili, le aziende e gli oggetti di valore; le attività finanziarie comprendono i depositi, i titoli di stato, altri titoli e i crediti commerciali e da altre famiglie; le passività finanziarie racchiudono i debiti verso le banche e le società finanziarie, i debiti commerciali e quelli verso altre famiglie. Rappresenta il patrimonio familiare realizzato al netto degli impegni finanziari assunti. Passività finanziarie familiari [PF]. Somma tra Debiti verso le banche e le società finanziarie, Debiti commerciali e Debiti verso altre famiglie, legato alla famiglia. Rappresenta l’incidenza degli impegni finanziari assunti da una famiglia. Attenzione ai più deboli Disabilità [143-146]. L’indice viene calcolato sommando il numero di scuole specifiche per la disabilità e il numero delle scuole con presenza di alunni con disabilità. Rappresenta il grado di attenzione e cura dei più deboli. Indice di povertà regionale (famiglie) [313, 314]. Rapporto tra le famiglie povere e il totale delle famiglie residenti, su base regionale. Esprime il grado di esclusione sociale familiare, in altri termini con segno negativo il grado di mancanza di attenzione e cura dei più deboli. Integrazione Popolazione straniera residente [3]. Rapporto tra Popolazione straniera residente al 1° gennaio e Popolazione totale residente al 1° gennaio. Rappresenta il grado di multiculturalità presente nel territorio regionale. 19 Osservatorio del bene comune – Nota metodologica INDAGINI SUI BILANCI DELLE FAMIGLIE Debiti per l’acquisto di immobili, debiti per l’acquisto di beni di consumo, debiti per motivi professionali, debiti su carte di credito, debiti per scoperti su conto corrente, debiti coperti da garanzia reale, debiti non coperti da garanzia reale: sono indici volti a valutare la situazione debitoria delle famiglie, grazie ai quali è possibile valutare l’orientamento delle spese della famiglia. Conto del reddito Reddito disponibile netto: ammontare del reddito disponibile, pari alla somma delle pensioni e trasferimenti netti, del reddito da lavoro dipendente, dal reddito da lavoro autonomo dal reddito da capitale. Pensioni e trasferimenti netti: reddito da pensioni e da altri tipi di trasferimenti netti (somma dell’assistenza economica, delle borse di studio, degli assegni alimentari e regali/contributi ricorrenti in entrata e in uscita) Assistenza economica: reddito dovuto da strumenti di assistenza economica come la Cassa Integrazione Guadagni. Assegni alimentari e regali/contributi ricorrenti: reddito dovuto ad assegni alimentari o regalie contributi in forma ricorrente. Reddito netto da lavoro autonomo: reddito netto derivata dal lavoro autonomo e da altri redditi da partecipazione Reddito da capitale: reddito da capitale (reddito da fabbricati e reddito finanziario) Reddito da capitale finanziario: reddito da capitate finanziario (interessi attivi sui depositi, interessi attivi sui titoli di Stato, rendimenti di altri titoli, interessi passivi). CONTI PUBBLICI TERRITORIALI Spese correnti Spese di personale: retribuzioni lorde al personale in attività, ovvero retribuzioni nette, contributi previdenziali e assistenziali a carico dell’ente, ritenute eraruiali, compenso per lavoro straordinario, compensi speciali, indennità di missione, indennità di licenziamento, contributi ai fondi pensione. Trasferimento in conto corrente (a famiglie e istituzioni sociali, a imprese private, a imprese pubbliche nazionali, a enti pubblici): erogazioni unilaterali, ossia che non hanno una diretta controprestazione, di natura ricorrente e non aventi finalità di sostegno agli investimenti, effettuate a favore di altri enti pubblici o di privati. Spese in conto capitale Beni e opere immobiliari: spese derivanti dalle operazioni di costruzione, manutenzione straordinaria (sistemazione, completamento, riadattamento) o acquisto di edifici e di altri beni di natura immobiliare quali le opere del genio civile (strade, porti, aeroporti, opere di bonifica, di consolidamento abitati, ecc…) 20 Osservatorio del bene comune – Nota metodologica Trasferimento in conto capitale (a famiglie e istituzioni sociali, a imprese private, a imprese pubbliche nazionali, a enti pubblici): assegnazioni, contributi e sovvenzioni, destinati all’acquisizione di beni immobili o all’esecuzione di opere d’investimento. Rientrano, inoltre, in questa voce tutte le erogazioni unilaterali aventi natura non ricorrente, quali ad esempio i trasferimenti per la copertura di perdite d’esercizio accumulate negli anni. Concessione di cediti, ecc. : spese relative alla concessione di mutui, di anticipazioni e, in genere, di crediti destinati ad essere utilizzati di soggetti richiedenti per finalità d’investimento. In genere, a differenza dei titoli, delle obbligazioni e delle azioni, si tratta di strumenti non negoziabili. Entrate correnti Imposte dirette: incassi aventi natura di prelievo obbligatorio effettuati a valere su reddito e patrimonio dei contribuenti. Sono incluse pertanto: imposte sul reddito di famiglie e imprese (IRPEF, IRPEG), tasse sui profitti, plusvalenze e vincite al gioco, licenze per l’uso di mezzi di trasporto. Sono incluse anche le imposte in conto capitale ossia quelle incassate in modo irregolare con intervalli non frequenti, generalmente a valer sul valore delle attività finanziarie e non finanziarie e sui trasferimenti di proprietà delle stesse (es. donazioni e successioni). Imposte indirette: incassi aventi natura di prelievo obbligatorio effettuati a valere sulla produzione e sull’importazione di beni e servizi, sull’impiego del fattore lavoro, ecc. includono l’imposta sul valore aggiunto, le accise, le imposte di bollo e registro, ecc. Altri tributi propri: incassi aventi natura di prelievo obbligatorio non inclusi nelle precedenti voci. Voce residuale destinata a comprendere gli incassi tributari che le fonti non consentono di attribuire a nessuna delle due precedenti voci. Contributi sociali: sono trasferimenti alle famiglie volti a sollevarle da una serie di rischi o necessità (malattia, invalidità, vecchiaia, maternità, disoccupazione, ecc.); tali trasferimenti sono effettuati soprattutto attraverso schemi collettivi di natura previdenziale o assistenziale. MULTISCOPO ISTAT Indice della soddisfazione per la vita [1173-1208]. Questo indicatore va costruito combinando le informazioni riguardo la Soddisfazione nei diversi aspetti della vita. Vuole rappresentare una misura complessiva del grado di soddisfazione considerando i vari ambiti che un individuo vive ordinariamente. Seppur è un dato pressoché soggettivo, poterlo considerare permette di considerare la dimensione della qualità di vita percepita che supera il concetto di bene comune non solo come benessere economico. Periodo di vacanze di almeno 4 notti [364-366]. Numero di volte che un individuo è andato in vacanza per almeno quattro notti negli ultimi 12 mesi. L’indicatore è stato scelto per considerare anche i tempi di riposo che fanno parte di un equilibrio necessario dell’individuo tra lavoro e riposo, affinché il lavoro rimanga un mezzo e non il fine. Motivi della non vacanza [371-380]. Questa informazione aiuta ad esplicitare le ragioni per cui un individuo non è andato in vacanza. In particolare delinea se la persona non è andata in vacanza per motivi economici, di studio, per mancanza di abitudine, perché è già residente in luogo di vacanza, per ragioni familiari, di salute, per l’età o altri motivi. Il diritto di andare in vacanza deve essere un 21 Osservatorio del bene comune – Nota metodologica diritto di tutti, nella libertà di ciascuno, e quindi la necessità di far sì che ogni individuo non abbia impedimenti esterni o di condizionamenti di vita che non gli permettano di scegliere di poter andare la vacanza. Attività fisica e sportiva [382-387]. Questo indicatore va calcolato rapportando la somma delle informazioni legati allo Sport continuativo e allo Sport saltuario al totale della popolazione. Rappresenta quanto l’attività fisica incide nella vita degli individui, garantendo l’equilibrio tra lavoro e benessere fisico, e una vita salutare. Motivi per cui non ha spedito moduli compilati della Pubblica Amministrazione [982-988]. L’indicatore considera diversi motivi che hanno bloccato la spedizione dei moduli compilati della Pubblica Amministrazione, in particolare il fatto di non aver bisogno di spedire alcun modulo, il servizio necessario non era disponibile via Internet, problemi tecnici durante la compilazione o l’invio dei moduli, la mancanza di capacità, la preoccupazione per la privacy o per la sicurezza dei dati personali e una motivazione diversa da quelle indicate. Esplicita le ragioni per cui l’individuo non ha effettuato operazioni in internet su siti legati alla Pubblica Amministrazione. Come ha acquisito le abilità necessarie a effettuare diverse operazioni relative all’utilizzo di internet [1014-1042]. L’indice esplicita i diversi luoghi o modi di acquisizione delle abilità per utilizzare Internet in alcune sue funzioni base (usare motore di ricerca, spedire mail, usare social network, telefonare via Internet, usare il peer to peer per scambiarsi dati, creare una pagina web, caricare dati e file, modificare le impostazione del browser), in particolare alla scuola elementare o media inferiore, alla scuola secondaria superiore, all’università, ai corsi di formazione professionale su iniziativa personale o su richiesta del datore di lavoro, mediante lo studio individuale attraverso l’uso dei manuali, cd rom, corsi online, wikis, forum di discussione online, ecc., attraverso la pratica, grazie all’insegnamento di colleghi, parenti e amici, o in altro modo non indicato dai precedenti. Collegato all’indice superiore, specifica come l’individuo ha acquistato le competenze per l’utilizzo di internet per migliorare e velocizzare le sue attività ordinarie. Abitudine all’ascolto della radio [725-728]. Indice che individua chi non ascolta la radio, chi la ascolta tutti i giorni e chi l’ascolta qualche giorno. Valuta la frequenza di ascolto della radio, che permette di valutare, con altri indicatori, l’accesso alle informazioni e all’informazione libera. Abitudine a guardare la televisione [735-738]. Indicatore che specifica chi non guarda la televisione, chi la guarda tutti i giorni e chi la guarda qualche giorno. Analizza la frequenza di visione della televisione, che permette di valutare, con altri indici, l’accesso alle informazioni e all’informazione libera. Uso di Internet [841-845]. Indice che identifica chi l’ha usato negli ultimi 3 mesi, chi da 3 mesi a 1 anno fa, chi più di 1 anno fa, chi non l’ha mai utilizzato. Verifica la frequenza di utilizzo di Internet, che permette di valutare, con altri indicatori, l’accesso alle informazioni e all’informazione libera. Frequenza d’uso di Internet negli ultimi 12 mesi []846-851. Indicatore che individua quante volte negli ultimi 12 mesi è stato utilizzato Internet: se tutti i giorni, o qualche volta alla settimana, oppure una volta alla settimana, o qualche volta al mese (meno di 4 volte), oppure meno di una volta al mese. Verifica la frequenza di utilizzo di Internet, che permette di valutare, con altri indici, l’accesso alle informazioni e all’informazione libera. 22 Osservatorio del bene comune – Nota metodologica Uso di internet negli ultimi 12 mesi per [966-981]. L’indice verifica quante volte (mai, negli ultimi 3 mesi,da 3 mesi a 1 anno fa) è stato utilizzato Internet per effettuare scommesse, partecipare a lotterie e giochi d’azzardo online, per ottenere informazioni o per scaricare moduli dai siti web della Pubblica Amministrazione, o per spedire moduli compilati della Pubblica Amministrazione o per un ulteriore motivo di utilizzo di Internet da specificare. Si compone in una serie di dati che esprimono il motivo di utilizzo di Internet e la frequenza legata al motivo dell’uso. Presenza territoriale della sanità [305-316]. Questo indicatore va composto sommando i dati del numero delle volte che un individuo ha ricorso al Pronto soccorso, alla guardia medica e all’assistenza domiciliare. Rappresenta la capillarità della sanità e del servizio offerto nel territorio regionale per il beneficio della collettività. Ricovero in ospedale, istituto di cura o in casa di cura convenzionata [318-322]. Numero dei ricoveri in ospedale, negli istituti di cura o in casa di cura convenzionata dato su base regionale. Rappresenta il servizio di assistenza offerto nel territorio regionale per il beneficio della collettività. Grado di soddisfazione del ricovero [325-349]. L’indice verifica il grado di soddisfazione del ricovero (molto, abbastanza, poco, per niente, non so) rispetto l’Assistenza medica, l’Assistenza infermieristica, il Vitto e i Servizi igienici. Esprime la qualità del servizio di assistenza offerto nel territorio regionale. BANCA DATI MINISTERO GIUSTIZIA Indice di criminalità diffusa [318-321]. L’indice considera il rapporto tra Furti e rapine meno gravi, e la popolazione residente media, e il rapporto tra Furti e rapine meno gravi, e i Delitti. Insieme ad altri indicatori, esprime il grado di criminalità diffusa su base regionale, in segno opposto il grado di legalità e sicurezza del territorio. Indice di criminalità organizzata [323]. Numero dei delitti legati alla criminalità organizzata ponderati con le pene medie edittali. Insieme ad altri indicatori, esprime il grado di criminalità organizzata su base regionale, in segno opposto il grado di legalità e sicurezza del territorio. Indice di criminalità violenta [324, 325]. Numero dei delitti di criminalità violenta in rapporto alla popolazione residente media. Insieme ad altri indicatori, esprime il grado di criminalità violenta su base regionale, in segno opposto il grado di legalità e sicurezza del territorio. Indice di criminalità minorile (escluso il furto) [326, 327]. Rapporto tra il numero di minorenni denunciati per ogni tipologia di reato, escluso il furto, e il totale delle persone denunciate. Insieme ad altri indicatori, esprime il grado di criminalità che coinvolge le giovani generazioni, escluso il furto, su base regionale, in segno opposto il grado di legalità e sicurezza del territorio. Indice di criminalità minorile [328, 329]. Rapporto tra il numero di minorenni denunciati per ogni tipologia di reato e il totale delle persone denunciate. Insieme ad altri indicatori, esprime il grado di criminalità che coinvolge le giovani generazioni su base regionale, in segno opposto il grado di legalità e sicurezza del territorio. 23 Osservatorio del bene comune – Nota metodologica Detenute madri e asili nido (serie storica anni 1993-2012) [2]. L’indice, su base regionale, si compone di due informazioni: il totale delle detenute madri con almeno un figlio in istituto penitenziario, e il numero degli asili nidi funzionanti e non presenti all’interno delle carceri. Detenuti presenti (aggiornamento al 31 dicembre 2011) [20]. È il totale dei detenuti presenti nelle carceri e in semilibertà, su base regionale. Questo indice può essere specificato considerando le diverse tipologie di reato [21] e la posizione giuridica [23], i condannati per pena inflitta [22] e per pena residua [24]. Il dato è disponibile al 31 dicembre 2011. Detenuti lavoranti (31 dicembre 2011) [30]. Totale dei detenuti lavoranti alle dipendenze e non dell’Amministrazione. Questo dato può essere specificato estrapolando il numero delle donne lavoranti e il numero degli stranieri lavoranti. Beni sequestrati o confiscati (29 febbraio 2012) [306]. L’indicatore presenta due informazioni: il totale dei beni sequestrati e sottoposti a provvedimento, e il totale dei beni confiscati e destinati ai Comuni o allo Stato. I beni riguardano beni immobili, beni mobili, beni mobili registrati, aziende e beni finanziari. Istituti penali per i minorenni (I Semestre 2011) [379]. Numero degli ingressi stabili negli istituti penali per minorenni e presenza media giornaliera, secondo la sede del servizio. Comunità per i minori (I Semestre 2011) [383]. Numero dei collocamenti e presenza media giornaliera di minori autori di reato nelle comunità private e pubbliche secondo il centro di giustizia minorile competente. Nei collocamenti sono inclusi anche i trasferimenti. 24