Da Treccani, Enciclopedia dell`italiano

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Lezione 1 16 marzo
1. I verbi transitivi, non transitivi e inaccusativi
2. Esercizio con soluzioni
3. Traduzione
Da Treccani, La grammatica italiana http://www.treccani.it/enciclopedia/transitivi-e-intransitivi-verbi_%28Lagrammatica-italiana%29/
TRANSITIVI E INTRANSITIVI, VERBI
I verbi si possono distinguere in transitivi e intransitivi in base al rapporto che stabiliscono con il soggetto e con
gli altri elementi della frase.
•Il verbo si dice transitivo quando l’azione passa direttamente dal soggetto che la compie all’oggetto (persona,
animale o cosa) che la riceve o subisce. Pertanto, i verbi transitivi ammettono il complemento ➔oggetto
Giovanna stira una camicia
Il Papa benedice i fedeli
Fabio ha rotto la bicicletta
•Il verbo si dice intransitivo quando invece l’azione non passa direttamente dal soggetto all’oggetto, ma si
esaurisce nel soggetto che la compie o passa a un altro elemento della frase, costituito da un complemento
indiretto. Pertanto, i verbi intransitivi non ammettono il complemento oggetto
Francesco arrossisce ogni volta che qualcuno lo fissa
Quest’inverno rinunceremo alla settimana bianca
Finalmente è nato il figlio di Anna e Filippo
Alcuni verbi intransitivi possono reggere un oggetto diretto, diventando così transitivi, quando il complemento
oggetto presenta la stessa ➔radice del verbo (si parla allora di complemento dell’oggetto interno)
Ognuno vive la sua vita come può (Ho sognato un sogno bellissimo)
A seconda del contesto, molti verbi possono funzionare sia come transitivi che come intransitivi
Lara mangia una mela / A che ora mangiamo?
Gli attori reciteranno una commedia / Gli attori recitano malissimo
Molti verbi transitivi possono essere usati con un complemento oggetto non espresso; in questi casi il verbo
rimane transitivo, dal momento che un complemento oggetto, anche se non viene espresso, esiste
necessariamente ed è di norma desumibile dal contesto
Marco scrive (una e-mail) alla sua fidanzata.
Da Treccani, Enciclopedia dell'italiano http://www.treccani.it/enciclopedia/verbi_(Enciclopediadell%27Italiano)/
3. Classi di verbi
3.1 Verbi transitivi
La più tradizionale distinzione dei verbi è quella tra verbi transitivi e intransitivi (➔ transitivi e intransitivi,
verbi; una sintesi in Jezek 2005). Un verbo è transitivo quando ammette un complemento ➔ oggetto (o diretto),
come nel caso di aggiustare in (13), che non può apparire senza oggetto:
(13) l’idraulico ha aggiustato il tubo rotto / *l’idraulico ha aggiustato
È invece intransitivo quando non ammette complemento oggetto, come nel caso di arrivare in (14):
(14) il postino arriva / *il postino arriva le lettere
Come è noto, alcuni verbi transitivi possono, in talune condizioni, essere usati senza oggetto: da ieri non fumo
più (sigarette); ti conviene parcheggiare (la macchina) sotto casa, ecc. Si suppone che in questi casi il
complemento oggetto, benché non espresso, sia comunque inferibile facilmente.
Il carattere transitivo o intransitivo di un verbo si accompagna generalmente con altre proprietà, che vengono
sfruttate come test diagnostici per riconoscerlo: per es., i verbi transitivi ammettono la forma passiva (il tubo è
stato aggiustato dall’idraulico o semplicemente il tubo è stato aggiustato), quelli intransitivi no (*il postino è
stato arrivato). Il test della passivizzazione consente di distinguere verbi come aggiustare da verbi come pesare
che, in determinati usi, pur presentando un oggetto apparente, non possono essere passivizzati e dunque non sono
transitivi a tutti gli effetti:
(15) la torta pesa tre chili / *tre chili sono pesati dalla torta (Il pescatore pesa il pesce/Il pesce è' pesato dal
pescatore)
Si ritiene che la caratteristica di essere transitivo o intransitivo, così come descritta, sia una proprietà che il verbo
ha in forza del suo significato. Per es., i verbi transitivi più tipici sono quelli in cui il soggetto fa un’azione che
‘transita’ o ‘passa’ sull’oggetto, cioè ha effetti su di esso, che subisce le conseguenze di questa azione (ad es., il
suo stato viene modificato). Questa definizione però, valida per molti casi, come per aggiustare, è inadeguata per
molti altri. Ad es., non è valida per frasi transitive come Luca possiede due case, nelle quali il soggetto non fa
alcuna azione e l’oggetto non subisce alcuna modifica di stato: possedere è dunque un verbo transitivo, ma di
bassa transitività, mentre uccidere o distruggere sono di alta transitività. In generale, l’italiano codifica con verbi
transitivi una varietà di relazioni che non sono propriamente transitive, come mostra il fatto che la versione
passiva di talune frasi attive non è possibile:
(16) ho mal di testa / *il mal di testa è avuto da me
(17) ho fretta / *fretta è avuta da me
(18) ha vent’anni / *vent’anni sono avuti da lui
Per questo motivo, per definire questi tipi di verbi, è meglio attenersi, almeno in un primo momento, a una
definizione grammaticale, basata sulla presenza o sull’assenza del complemento oggetto (una definizione
semantica della transitività si trova tuttavia in Hopper & Thompson 1980; per approfondimenti, Jezek 2003: 108110).
3.2 Verbi intransitivi
I verbi intransitivi, per parte loro, oltre a non ammettere complemento oggetto né forma passiva, da un punto di
vista sintattico si suddividono in due classi principali: gli inergativi e gli inaccusativi (per gli uni e gli altri, ➔
inaccusativi, verbi).
(NON TRANSITIVI: INTRANSITIVI (INERGATIVI) - INACCUSATIVI
I verbi inergativi* sono quelli che in italiano nei tempi composti hanno avere (19), mentre gli inaccusativi hanno
essere (20):
(19) Luca ha camminato, lavorato, riso, dormito
(20) Luca è arrivato, caduto, sparito
Gli inaccusativi comprendono anche i verbi intransitivi chiamati pronominali (Luca si è ammalato, pentito,
commosso, arrabbiato ecc.; cfr. § 3.3).
Dal punto di vista del significato, i verbi intransitivi esprimono eventi di natura diversa, sicché non paiono
possibili generalizzazioni. È stato però osservato (tra gli altri, da van Valin 2005 e Levin & Rappaport Hovav
2005) che esistono numerose correlazioni tra l’appartenenza di un verbo intransitivo a una delle due classi
sopracitate e le sue proprietà semantiche e azionali: *i primi tendono a esprimere attività intenzionali (lavorare,
camminare, nuotare, cantare, ecc.) o funzioni e reazioni corporee non propriamente controllate= NON
INTENZIONALI, colte nel loro procedere (dormire, respirare, piangere, tremare, ecc.);* i secondi, a esprimere
un brusco cambiamento di stato, indipendente dalla volontà del referente del soggetto (cadere, guarire,
esplodere, sparire, morire), un cambiamento di posizione a seguito di un moto direzionato (arrivare, entrare,
fuggire, scendere), uno stato (restare, rimanere), un avvenimento (occorrere, succedere), ecc.
È stato anche notato che i verbi intransitivi esprimono eventi diversi dai verbi transitivi, ma a ben vedere ciò non
è sempre vero: si trovano infatti coppie di verbi sinonimici di cui l’uno è transitivo e l’altro è intransitivo. Un
esempio è dato dalla coppia di verbi chiamare e telefonare: devo chiamare Paolo alle sette (transitivo) rispetto a
devo telefonare a Paolo alle sette (intransitivo).
Da Treccani, Enciclopedia dell'italiano
http://www.treccani.it/enciclopedia/verbi-inaccusativi_(Enciclopedia-dell'Italiano)
/Classi di verbi inaccusativi in italiano
Il gruppo dei verbi inaccusativi si può articolare nelle seguenti classi (Folli 1999; Jezek 2003;
Salvi & Vanelli 2004):
(a) verbi inaccusativi semplici: hanno solo la variante inaccusativa senza
clitico si: arrivare, scendere, cadere, morire,scoppiare, sparire, ecc.;
(b) verbi inaccusativi pronominali: hanno solo la variante inaccusativa con
clitico si obbligatorio: arrabbiarsi, disperarsi, pentirsi, vergognarsi, ecc.;
(c) verbi inaccusativi semplici e pronominali: hanno sia la variante inaccusativa semplice sia
quella pronominale: sedere /sedersi, dispiacere / dispiacersi, ecc.;
(d) verbi inaccusativi e inergativi: hanno una o più varianti inaccusative (semplici e/o
pronominali) e una inergativa:rimbalzare, rimbombare, squillare, piovere, nevicare, ecc.;
(e) verbi transitivi e inaccusativi: hanno una variante transitiva e una o più varianti
inaccusative (semplici e
pronominali): affondare, aumentare, guarire, migliorare, asciugare / asciugarsi, rompere / rom
persi, riempire / riempirsi, ecc.;
(f) verbi transitivi, inaccusativi e inergativi: hanno una variante transitiva, una o più varianti
inaccusative (semplici e/o pronominali) e una inergativa: continuare, bruciare / bruciarsi,
eccetera.
Verbi inaccusativi
Sottolineare solo i verbi inaccusativi
1. L'arrosto è bruciato.
2. L'arrosto si è bruciato.
3. Anna ha bruciato l'arrosto.
4. Ne è bruciato di arrosto.
5. L'aereo ha volato per ore.
6. Il pallone è volato in cielo.
7. Sono corso al bus.
8. Maria ha corso tutto il giorno.
9. Si sono seduti al bar.
10. Sono seduti al bar.
11. Si pentirono dell'acquisto.
12. Maria è guarita.
13. Il medico ha guarito Maria.
14. Sono stati salvati molti bambini.
15. Si sono capite molte cose
Soluzione
Sottolineare solo i verbi inaccusativi
1. L'arrosto è bruciato. Inacc semplice
2. L'arrosto si è bruciato. Inacc pronominale ( v. a due varianti: sempl. e pron.)
3. Anna ha bruciato l'arrosto. Trans
4. *Ne è bruciato di arrosto. Inacc - test con il clitico ne
5. L'aereo ha volato per ore. Intr
6. Il pallone è volato in cielo. Inacc
7. Sono corso al bus. Inacc
8. Maria ha corso tutto il giorno. Intr
9. Si sono seduti al bar. Inacc. semplice (verbi a due varianti: sempl. e pron.)
10. Sono seduti al bar. Inacc. pronominale
11. Si pentirono dell'acquisto.Inacc (verbi solo pronominali)
12. Maria è guarita. Inacc semplice
13. Il medico ha guarito Maria. Trans
14. *Sono stati salvati molti bambini. Costruzione passiva
15. *Si sono capite molte cose. Costruzione con si passivante
Frasi 14 e 15 da non confondere con i verbi inaccusativi per la posposizione del
soggetto
Facoltà di Filosofia –Spalato
Dipartimento d’Italianistica
Corso di Lingua italiana II
Esercitazioni di traduzione dal croato in italiano
(da: Carlo Sgorlon, Regina di Saba, Milano, Mondadori, 1975)
Jedne večeri krajem lipnja odoh u kazalište u Cividale. Mjesna filodramska grupa
davala je San ljetne noći, koju još nisam bio pročitao, iako se je ukoričena u zeleno isticala u
očevoj biblioteci. Neki čudni osjećaj uvijek bi me zadržao ispred te knjige kao ispred vrata
preko kojih nisam htio prijeći. Kad sam vidio kazališni plakat, shvatio sam da me ni jedna
teškoća neće spriječiti u namjeri da odem u kazalište, ni ti što je kazalište bilo udaljeno
podosta kilometara od moje kuće, ni to što je ulaznica bila skupa. Uvijek sam bio bez novaca,
ali sam znao gdje ih moja majka drži.
Ali u kazalištu me je čekalo iznenađenje. Kada je glavnoj glumici pala perika od
gustih zlatnih uvojaka i kada se val plave kose prosuo po njenom licu, prepoznao sam nju.
Bila je to Isabella. Kako je bilo moguće da je ne prepoznam barem po glasu?
Isabella je posjedovala jedinstvenu sposobnost preobrazbe, kad je samo radi jedne
perike nisam prepoznao. Tada sam bio siguran da je ona uistinu Kraljica od Sabe i u isto
vrijeme djevojčica koja je voljela zabave i koja se užasavala hladnoće. Ta komedija mi je
otkrila drugu stranu Isabelle koju još nisam poznavao. Prisjetio sam se slike engleskog pisca,
koju sam vidio na koricama jedne knjige i učinilo mi se da se u njegovim očima skriva
namjera da napiše komediju koja će mi jednoga dana u jednom malom kazalištu vojvodskoga
grada, punog langobardskih uspomena, otkriti Isabellin glumački talent.
Nije ponovo stavila periku, nije bila potrebna. Šuma plave kose davala joj je nestvarni
izgled. Kad bi svjetlo reflektora padalo na njena leđa, ocrtavajući za trenutak oblike njenih
dugih nogu, ostajao sam bez daha.
Imala je pravo moja majka: ženska sposobnost zavođenja uistinu je izvanredna, ali ja
nisam ni izdaleka promišljao kako joj se suprotstaviti. Naprotiv, jedino sam mislio kako bi
bilo moguće prijeći tu udaljenost, od kuta galerije do pozornice, što učiniti da moje ništa
postaje nešto, kako bi me i ona mogla primijetiti.
Da li me se još sjećala?
Sumnjao sam u to. Da me je vidjela ne bi me prepoznala, kao da se umjesto moje
figure nalazi izblijedjela slika bez lica.
Versione degli studenti (florilegio di errori)
Una sera/serata alla fine... giugno andai al teatro a Cividale. Il gruppo filodrammatica locale
mostrava/allestiva/svolgeva *Il sogno di una notte di estate, il cui non ebbi già letto, anche se
rilegata in verde* spiccava /sebbene spiccasse nella biblioteca di mio padre. Una strana
sensazione/Uno strano sentimento mi manteneva/teneva sempre davanti a questo libro come
davanti alla porta la quale/ cui / attraverso la quale non volevo passare. Quando vidi il poster
teatrale, capii che nessuna difficoltà non* mi avrebbe impedito*nell'intenzione di andare al
teatro, neanche che il teatro distava molti chilometri dalla casa mia, neanche che il biglietto
d'ingresso era costoso/ caro. Ero sempre senza i soldi, ma sapevo dove gli teneva mia madre.
Ma al teatro mi aspettava la sorpresa. Quando all'attrice principale cadde la parrucca di* folti
riccioli d'oro e quando un'onda* di capelli biondi ricoprì la sua faccia, la riconobbi. Era
Isabella.. Com'era possibile che non la avevo riconosciuta almeno per la voce?
Isabella possedeva l'unica possibilità di transformazione/di trasformarsi, quando non l'avevo
riconosciuta solo per la parrucca. Allora ero sicuro che lei era veramente la Regina di Saba e
allo stesso tempo la ragazza a cui piacevano le feste e che temeva il freddo. Con la questa
commedia scoprii/scopersi* l' altra parte di Isabella che non conoscevo prima/che non ancora
conoscevo. Mi ricordai del ritratto di uno scrittore inglese, la quale avevo visto sulla copertina
di un libro e mi sembrò nascondesse negli suoi occhi l'intenzione di scrivere una commedia
che un giorno in un piccolo teatro di una città ducale, piena di ricordi/reminiscenze
longobardi/e, mi rivelasse il talento di recitazione di Isabella.
Non si rimise la parrucca, non era necessario. La foresta/il bosco di capelli biondi le dava l'
aspetto irreale. Quando la luce dei riflettori cadeva sulle sue spalle, delineando per il
momento il contorno delle sue gambe lunghe, rimanevo senz'aria/ senza respiro.
Aveva ragione mia madre: la capacità femminile di seduzione era davvero
formidabile,
ed io non pensavo affatto a come opporsi. Anzi, pensavo solo come era
possibile attraversare quella distanza, dall'angolo della galleria al palcoscenico, cosa fare che
il mio nulla diventasse qualcosa, affinché lei .potesse notarmi/ potesse accorgersi di me.
Mi ricordava ancora?
Ne dubitavo. Se mi avesse visto non mi avrebbe riconosciuto, come se al posto mio si
trovasse l'immagine impallidita senza faccia.
Versione dell'insegnante – Uso dei tempi verbali del modo indicativo: passato remoto,
imperfetto, trapassato prossimo
Jedne večeri krajem lipnja odoh u kazalište u Cividale. Mjesna filodramska grupa
davala je San ljetne noći, koju još nisam bio pročitao, iako se je ukoričena u zeleno isticala u
očevoj biblioteci. Neki čudni osjećaj uvijek bi me zadržao ispred te knjige kao ispred vrata
preko kojih nisam htio prijeći. Kad sam vidio kazališni plakat, shvatio sam da me ni jedna
teškoća neće spriječiti u namjeri da odem u kazalište, ni to što je kazalište bilo udaljeno
podosta kilometara od moje kuće, ni to što je ulaznica bila skupa. Uvijek sam bio bez novaca,
ali sam znao gdje ih moja majka drži.
Una sera alla fine di giugno andai a teatro a Cividale. La compagnia filodrammatica
locale dava *Il sogno di una notte di mezza estate, che non avevo ancora letto, anche se
rilegato in verde spiccava /sebbene spiccasse nella biblioteca paterna. Una strana sensazione
mi tratteneva sempre davanti a quel libro come davanti a una porta che non volevo/avrei
voluto oltrepassare. Quando vidi la locandina teatrale, capii che nessuna difficoltà mi avrebbe
impedito* di andare a teatro, né il fatto che il teatro distava/distasse diversi chilometri da
casa mia, né il fatto che il biglietto d'ingresso era / fosse caro. Ero sempre senza soldi, ma
sapevo dove li teneva mia madre.
Ali u kazalištu me je čekalo iznenađenje. Kada je glavnoj glumici pala perika od
gustih zlatnih uvojaka i kada se val plave kose prosuo po njenom licu, prepoznao sam nju.
Bila je to Isabella. Kako je bilo moguće da je ne prepoznam barem po glasu?
Ma a teatro mi aspettava una sorpresa. Quando alla prima attrice cadde la parrucca a
folti riccioli d'oro e quando un'onda/una cascata* di capelli biondi ricoprì il suo viso, la
riconobbi. Era Isabella.. Com'era possibile che non la avevo ricosciuta/avessi r. almeno dalla
voce?
Isabella je posjedovala jedinstvenu sposobnost preobrazbe, kad je samo radi jedne
perike nisam prepoznao. Tada sam bio siguran da je ona uistinu Kraljica od Sabe i u isto
vrijeme djevojčica koja je voljela zabave i koja se užasavala hladnoće. Ta komedija mi je
otkrila drugu stranu Isabelle koju još nisam poznavao. Prisjetio sam se slike engleskog pisca,
koju sam vidio na koricama jedne knjige i učinilo mi se da se u njegovim očima skriva
namjera da napiše komediju koja će mi jednoga dana u jednom malom kazalištu vojvodskoga
grada, punog langobardskih uspomena, otkriti Isabellin glumački talent.
Isabella possedeva una capacità unica di trasformazione, se non l'avevo riconosciuta
solo per via della/per la parrucca. In quel momento ero sicuro* che lei era veramente la
Regina di Saba e allo stesso tempo la bambina che amava divertirsi/a cui piacevano i
divertimenti e che aveva terrore del freddo. Quella commedia mi rivelò un altro aspetto di
Isabella che non conoscevo ancora. Mi ricordai l'immagine di uno scrittore inglese, che avevo
visto sulla copertina di un libro e che mi sembrò nascondesse nei suoi occhi l'intenzione di
scrivere una commedia che un giorno in un piccolo teatro della città ducale, piena di memorie
longobarde, mi avrebbe rivelato il talento di Isabella come attrice teatrale/per la recitazione
teatrale.
Nije ponovo stavila periku, nije bila potrebna. Šuma plave kose davala joj je nestvarni
izgled. Kad bi svjetlo reflektora padalo na njena leđa, ocrtavajući za trenutak oblike njenih
dugih nogu, ostajao sam bez daha.
Non si rimise la parrucca, non era necessaria.. La selva* di capelli biondi le dava un
aspetto irreale. Quando la luce dei riflettori cadeva sulla sua schiena, delineando per un attimo
le forme delle sue lunghe gambe, rimanevo senza fiato.
Imala je pravo moja majka: ženska sposobnost zavođenja uistinu je izvanredna, ali ja
nisam ni izdaleka promišljao kako joj se suprotstaviti. Naprotiv, jedino sam mislio kako bi
bilo moguće prijeći tu udaljenost, od kuta galerije do pozornice, što učiniti da moje ništa
postaje nešto, kako bi me i ona mogla primijetiti.
Aveva ragione mia madre: la capacità femminile di seduzione è* veramente
straordinaria, ed io non pensavo nemmeno lontanamente a come resisterle. Anzi, pensavo
solo a come sarebbe stato possibile superare quella distanza, dall'angolo della galleria/ del
loggione al palcoscenico, a cosa fare perché / affinché il mio nulla diventasse/divenisse
qualcosa, affinché anche lei potesse notarmi/ potesse accorgersi di me.
Da li me se još sjećala?
Sumnjao sam u to. Da me je vidjela ne bi me prepoznala, kao da se umjesto moje
figure nalazi izblijedjela slika bez lica.
Mi ricordava ancora ?/ Si ricordava ancora di me?
Ne dubitavo. Se mi avesse visto non mi avrebbe riconosciuto, come se al posto della
mia figura si trovasse un'immagine sbiadita senza volto.
(Traduzione a cura di Nicoletta Russotti Babic)
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