Gli investimenti diretti esteri in Italia e in

Gli investimenti diretti esteri in Italia e in Piemonte
Secondo l’Ufficio italiano cambi, nel 2006 gli investimenti diretti esteri (IDE) in Italia, al netto dei
disinvestimenti, sono stati superiori ai 24,5 miliardi di euro, contro i 16 miliardi dell’anno
precedente.
Tra i Paesi destinatari di investimenti, secondo il rapporto Ernst & Young, l’Italia è salita dal
diciottesimo al quattordicesimo posto per numero di operazioni realizzate. Il primo gradino del
podio spetta alla Gran Bretagna, seguita da Francia e Germania. Secondo questa ricerca sul livello
di attrattività degli investimenti, l’Italia necessita di iniziative mirate al rilancio, prima fra tutte una
semplificazione amministrativa.
Un punto di vista utile per collocare l’Italia nella nuova geografia economica si ottiene, quindi,
analizzando i dati sui progetti di investimento estero per capire come si comporta nei confronti del
processo di globalizzazione del mercato mondiale, anche tramite un confronto con gli altri Paesi.
Il Rapporto Italia multinazionale dell’ICE (Istituto per il Commercio Estero – Italian Trade
Commission) evidenzia il profilo debole che caratterizza l’Italia in termini di attrattività: tra il 2002 e
il 2006 i progetti di investimento dall’estero sul territorio italiano sono stati 592, mentre nello stesso
periodo si sono contate 2.566 iniziative in Gran Bretagna, 1.272 in Germania, 1.486 in Francia e
1.021 in Spagna. Il divario si dilata soprattutto nel comparto manifatturiero, mentre la nota positiva
è data dal taglio dell’investimento medio, che in questo campo è il più alto fra tutti i Paesi
dell’Europa occidentale.
Anche all’interno del territorio nazionale sono evidenti marcate differenze: la media quinquennale
2002-2006 della distribuzione del flusso di IDE è caratterizzata da una forte concentrazione ed
evidenzia come Lombardia, Piemonte e Lazio siano le regioni che attirano più capitali di
investimento. Il Piemonte mantiene la seconda posizione tra le regioni italiane per flusso di
IDE in entrata: nel 2006 è stato di 17,4 miliardi di euro, pari a 4,8 miliardi di euro al netto dei
disinvestimenti. Al primo posto rimane stabile la Lombardia con 104,5 miliardi di euro, ma scivola
al terzo posto considerando il flusso di IDE netti (3,3 milioni di euro), preceduta da Lazio (IDE netti
pari a 6,8 milioni) e Piemonte. Guardando ai valori medi del flusso di IDE netti in entrata del
quinquennio 2002-2006, il Piemonte detiene il 17,4% del totale nazionale.
In Piemonte, oltre il 98% degli IDE in ingresso nell’ultimo quinquennio proviene dagli Stati
dell’Unione europea a 15 Paesi, in particolare dalla Francia e dai Paesi Bassi: considerando solo il
2006, gli IDE netti dalla Francia si attestano sui 5 miliardi di euro, mentre in questi ultimi anni il
Piemonte non sembra più attrarre capitali di investimento dalla Germania come in passato.
Svizzera e Giappone sono i Paesi dai quali provengono i maggiori flussi extra comunitari di IDE
netti, e nel 2006 si evidenzia un rinnovato interesse degli Usa verso il Piemonte.
IMPRESE ESTERE IN PIEMONTE PER PAESE DI ORIGINE
Fonte: Banca dati R&P, 2008
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Anche il 2006 è stato caratterizzato da una forte dinamica di crescita degli IDE nei servizi (+2,7
miliardi di euro rispetto all’anno precedente) e in particolare in quelli finanziari, aumentati di 3
miliardi: questa attività ha attirato in Piemonte nell’ultimo quinquennio mediamente 1,2 miliardi di
euro all’anno. Anche le indiscusse eccellenze nel campo dell’automotive attraggono investimenti
nella regione: dopo la battuta d’arresto del 2005, nel 2006 gli IDE netti dall’estero nel settore dei
mezzi di trasporto sono stati pari a più di 914 milioni di euro e la media quinquennale si attesta sui
954 milioni all’anno.
IMPRESE ESTERE IN PIEMONTE PER SETTORE DI ATTIVITÀ
Fonte: Banca dati R&P, 2008
L’analisi degli IDE in entrata disaggregati per provincia conferma la tradizionale capacità di attrarre
capitale estero (oltre il 62%) di Torino, provincia più attrattiva d’Italia nel 2007 secondo
l’Osservatorio Siemens-Ambrosetti per migliorare l’attrattività positiva del Sistema Italia.
In base ai dati dello studio Ambrosetti, il Piemonte e la Lombardia insieme “staccano” nettamente
tutte le altre regioni italiane, catalizzando da sole circa il 77% degli investimenti esteri in entrata,
posizionandosi su livelli comparabili con quelli delle altre aree europee più evolute, come
Catalogna e Baviera.
È sempre stata molto forte in Piemonte la consapevolezza che il futuro del territorio passa anche
attraverso una maggiore integrazione con i mercati europei e mondiali: risale al 1865 il primo
appello del Consiglio Comunale di Torino rivolto agli industriali esteri e nazionali per invitarli ad
investire nella nostra città. Il ruolo del capitale estero, infatti, è ed è sempre stato strategico.
A nomi come l’Oréal, SKF, Michelin, per citare solo alcune delle più note tra le grandi aziende
estere che fanno parte ormai della storia industriale del Piemonte, in anni più recenti se ne sono
aggiunti altri come Motorola, Colt Telecom, GM, Eutelsat, JAC ecc. Oltre 660 imprese estere
operano nella regione, occupando più di 100.000 addetti. I numeri spiegano come gli investimenti
esteri rappresentino una risorsa fondamentale per l’economia regionale, d’altro canto il loro
contributo allo sviluppo locale non è valutabile solo in termini economici, sono infatti portatori di
tecnologia, capacità manageriali, nuovi modelli organizzativi, nuovi mercati, un patrimonio di
conoscenze che arricchisce in modo permanente il nostro sistema economico e sociale.
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2008: Contratto di insediamento, le prime ricadute positive
Il Contratto di Insediamento è uno strumento negoziale per favorire e assistere l’insediamento in
Piemonte di imprese estere o provenienti da altre regioni italiane, che realizzino investimenti in
grado di incrementare la competitività del territorio, coerenti con le linee strategiche della
programmazione regionale e con le vocazioni dei territori. È uno strumento unico in Italia, che si
inscrive nella cultura della negoziazione tra pubblico e privato, volta all’individuazione di interventi
coordinati, finalizzati alla promozione dello sviluppo locale, che è tipica del nostro paese (contratti
di programma, patti territoriali ecc.). Pensato per attrarre investimenti, ma anche per facilitare gli
spillover e la messa in rete dei nuovi investimenti (produttivi o di ricerca), il Contratto non ha
equivalenti in altri paesi europei, che adottano per lo più la leva fiscale e strumenti di tipo
valutativo.
Le politiche dell’amministrazione regionale favoriscono la crescita di interesse nei confronti del
territorio, come testimoniano i risultati dell’attività di Piemonte Agency, che sta lavorando su un
panel di circa cinquanta aziende di settori diversi, nazionali ed estere, molto interessate ad avviare
nuove unità operative in Piemonte. Si tratta di investimenti previsti per oltre 950 milioni di euro, che
in parte corrispondono a richieste di accesso al contratto. Circa dieci progetti tra quelli che
l’Agenzia sta seguendo sono in una fase molto avanzata, come nel caso delle due imprese, una
italiana e una estera (v. scheda sintetica di presentazione), prossime all’insediamento in Piemonte.
Informazioni sul panel di aziende seguite da Piemonte Agency
(Fonte: Piemonte Agency, base dati 49)
SETTORE DI ATTIVITÀ
PAESE DI ORIGINE
Nota: altro = Spagna, Svizzera, Turchia, Israele, Korea
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DIMENSIONE
DIMENSIONE INVESTIMENTO
TIPOLOGIA
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Altre risorse disponibili per nuovi investimenti industriali, di ricerca e di servizi in Piemonte
Oltre al Contratto di Insediamento (www.investintorinopiemonte.org), sono disponibili risorse
nell’ambito della programmazione regionale e comunitaria 2007-2013:
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POR (Programma Operativo Regionale) 2007-2013: oltre la metà dei fondi è dedicata a
Ricerca e Innovazione (Poli di Innovazione, Piattaforme Tecnologiche, progetti R&S ecc.)
con particolare focus sulle energie rinnovabili
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Legge Regionale 4/2006: volta a sostenere programmi di R&S e innovazione di PMI
(partnership pubblico-private, collaborazione con Università, Parchi Scientifici e
Tecnologici, Poli di Innovazione, converging technologies etc.)
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Legge Regionale 34/2004: volta a sostenere R&S e innovazione in particolare per ricerca
collaborativa, piattaforme tecnologiche e internazionalizzazione nel settore delle energie
rinnovabili
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Sostegno a ricerca e innovazione
Le linee strategiche dell’intervento regionale
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qualificare la spesa regionale per la ricerca attraverso selettività, specializzazione e
valorizzazione dei risultati
sostenere direttamente lo sviluppo di nuove conoscenze e nuovi saperi, costruire un
sistema di opportunità per chi opera nel sistema della ricerca
realizzare un sistema regionale della ricerca, attraverso la razionalizzazione, l’integrazione,
il coordinamento e potenziamento delle competenze e delle risorse esistenti
sostenere la competitività del territorio e incentivare l’emergere di domanda qualificata di
conoscenza e innovazione proveniente dal sistema industriale
assicurare, nel contesto di una politica per la ricerca autonoma e strutturata, coerenza e
sinergia della politica regionale con quella di indirizzo nazionale ed europeo
La selettività nell’investimento delle risorse dà luogo a un doppio binario di finanziamento, che
dipende dai settori prioritari suddivisi in science push, spinti dalla ricerca di frontiera o di base, e
technology pull, più maturi e maggiormente influenzati dalla domanda di mercato, per i quali si
punta su piattaforme tecnologiche.
settori science push
 scienze della vita e biotecnologie
 nanotecnologie e processi di produzione avanzati
 nuovi materiali
 energie alternative
 scienze sociali e giuridiche applicate all’attrattività e alla competitività della regione
settori technology pull
 logistica avanzata
 mobilità intelligente e sostenibile
 tracciabilità dei prodotti
 aerospazio
 industrie creative e multimediali
 trasformazione e tutela del territorio e beni culturali
 sicurezza ambientale
 agro-alimentare
 servizi sanitari avanzati
Il Piemonte favorisce l’insediamento di imprese attive nel settore delle energie rinnovabili
Con uno stanziamento di 300 milioni di euro, la Regione Piemonte punta su risparmio energetico
ed energie rinnovabili. La razionalizzazione dei consumi coinvolgerà gli edifici pubblici di vecchia e
nuova costruzione - scuole e ospedali in particolare – ma anche le aziende private e le abitazioni.
Secondo obiettivo, l’incentivazione all’autoriduzione con fonti pulite, installando pannelli solari,
ovunque sia possibile, ma anche utilizzando fonti eoliche e geotermiche, biomasse ed energia
idroelettrica. Il terzo obiettivo è quello di rendere competitivi tutti questi sistemi, ampliando il
mercato con il loro utilizzo per i nuovi edifici pubblici e favorendo l’insediamento di imprese che
lavorino in questo ambito, anche attraverso uno strumento finanziario dedicato come il contratto di
insediamento.
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Poli di Innovazione
La Regione favorisce con misure di sostegno dedicate i Poli di Innovazione, costituiti da
raggruppamenti di imprese attive in uno specifico settore e da un proprio ente gestore. Con
l’istituzione dei Poli, la Regione Piemonte intende stimolare lo sviluppo dell’attività di ricerca e di
innovazione delle imprese attraverso l’interazione e lo scambio di conoscenze ed esperienze,
valorizzando le potenzialità presenti, favorendo i processi di internazionalizzazione e
incrementando l’attrazione di investimenti produttivi in Piemonte.
Settori e le aree di riferimento
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agroalimentare nel Cuneese e nell’Astigiano
biotecnologie e biomedicale nel Canavese e nel Vercellese
chimica sostenibile nel Novarese e nell’Alessandrino
meccatronica, sistemi avanzati di produzione, creatività digitale e multimedialità nel
Torinese
energie rinnovabili, risparmio e sostenibilità energetica nel Verbano-Cusio-Ossola, nel
Torinese, nel Tortonese e nel Vercellese
Information & Communication Technology nel Torinese e nel Canavese
tessile nel Biellese
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