Per la Visita Pastorale

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INDICE
Decreto di indizione della Visita Pastorale
pag. 2
Indicazioni pratiche per la Visita Pastorale
pag. 4
Notificazione
pag. 7
Preghiera per la Visita Pastorale
pag. 11
Spunti di catechesi in preparazione alla Visita Pastorale
pag. 12
Liturgia della Parola in preparazione alla Visita Pastorale
pag. 15
Traccia per la verifica e il discernimento
pag. 20
Preghiera a Maria
pag. 29
1
FRANCESCO LAMBIASI
PER GRAZIA DI DIO E DELLA SEDE APOSTOLICA
VESCOVO DI RIMINI
“VENGO A VISITARVI NELLA PACE"
Al Popolo di Dio della santa Chiesa Riminese
Fin da quando sono venuto in mezzo a voi, ho sentito crescere in
me l’ affetto verso questa nostra Chiesa, che "mi è diventata cara
nel Signore" (I Ts. 2,8). Ho imparato a conoscere la dedizione
infaticabile dei nostri presbiteri. Ho sperimentato la forza
attrattiva della testimonianza di tanti fedeli laici delle
parrocchie e delle varie aggregazioni ecclesiali. Ho toccato con
mano la vitalità di tante esperienze di servizio nel campo
educativo, culturale e caritativo.
Ho incontrato tutti i sacerdoti, i diaconi permanenti e, almeno
una volta, le diverse comunità parrocchiali, in occasione di
celebrazioni liturgiche, di feste patronali e di incontri vari, a
carattere formativo o spirituale. Ho dedicato tempo anche alla
conoscenza della vivace fioritura di associazioni, movimenti e
gruppi ecclesiali. Dall'insieme ho riportato un'impressione di una
fecondità apostolica, che non finisce di suscitare in me
pensieri di grato stupore per le meraviglie che il Signore non si
stanca di operare in mezzo a noi.
Ora ritengo maturo il tempo di consolidare la comunione
fraterna e di risvegliare in tutti il fuoco della passione per
l'annuncio del Vangelo. Desidero fare mio il desiderio
dell'apostolo Paolo rivolto a Barnaba: "Ritorniamo a far visita ai
fratelli in tutte le città nelle quali abbiamo annunziato la parola del
Signore, per vedere come stanno" (At 15,36).
Pertanto, secondo le indicazioni del Concilio Vaticano II e del CIC
(cann. 396-398), con l'aiuto del Signore
indico la Visita Pastorale nella nostra Diocesi
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La Visita si svolgerà in tempi e modi che saranno comunicati
quanto prima.
Al Signore, che "ha visitato e redento il suo popolo" e che "verrà
a visitarci per dirigere i nostri passi sulle vie della pace", dico con
tutti voi: "Vieni, Signore Gesù!".
Alla beata, dolcissima Vergine Maria, visitata nell'annunciazione e
visitatrice di Elisabetta, chiedo di aiutarmi a portare Gesù, il frutto
benedetto del suo grembo, a tutte le nostre comunità cristiane.
Ai santi Patroni, san Gaudenzo e santa Colomba, a tutti i santi e
beati della Diocesi, chiedo di intercedere perché la Visita
Pastorale sia occasione di grazia, di consolidamento della fede
e di rinnovamento della vita cristiana.
Vi benedico di cuore e vi saluto con grande affetto.
Rimini, Solennità di Pentecoste, 31 maggio 2OO9
3
LA VISITA PASTORALE
Alcune indicazioni pratiche
Tempi:
- Avvento 2009: Vicariato di Morciano.
- Quaresima 2010: Vicariato Litorale Sud.
- Avvento 2010: Vicariato di Coriano.
- Quaresima 2011: Vicariato Valmarecchia.
- Avvento 2011: Vicariato s. Arcangelo – Savignano.
- Quaresima 2012: Vicariato Litorale Nord
- Avvento 2012: Vicariato Urbano.
Nei Vicariati:
1. Il vicario foraneo, in accordo con il Vescovo e i sacerdoti del
vicariato, formula il calendario delle visite pastorali.
2. Ad ogni parrocchia, indicativamente è riservata una settimana.
Questo significa che il vescovo desidera svolgere la visita pastorale
nella vita reale e concreta della comunità parrocchiale.
3. Alcuni adempimenti amministrativi, quali la verifica dei libri
parrocchiali obbligatori (libro dei Battesimi, delle Cresime, delle
Prime Comunioni, dei Matrimoni, dei Defunti), verranno compiuti
prima della venuta del Vescovo in parrocchia, dalla commissione
diocesana per la Visita Pastorale.
4. E’ opportuno che ogni parrocchia presenti per tempo il censimento
parrocchiale, con i relativi dati formulati con realismo, e il
rendiconto finanziario.
5. Per quanto riguarda l’ospitalità del vescovo, ogni parrocchia
concorda con il segretario del vescovo le modalità per i pasti, per il
riposo, per gli spostamenti e per tutto ciò che riguarda la
permanenza del Vescovo in parrocchia. Dare la disponibilità di una
settimana a Parrocchia per la visita Pastorale non significa
impegnare il vescovo per tutti i sette giorni: si deve tenere presente
che la vita della diocesi deve continuare nella sua normalità e il
Vescovo, accanto al cammino della visita pastorale che lo impegna
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per alcuni anni, deve condurre e guidare tutta la Diocesi secondo le
linee, i programmi e gli eventi che anno per anno vengono proposti.
Ambiti da tenere presenti nella visita pastorale parrocchiale:
 Momento assembleare iniziale di preghiera presieduto dal vescovo,
nel quale affidare a Dio, alla sua Santissima Madre Mari a, ai Santi
Patroni della Parrocchia, il cammino e il tempo di Visita Pastorale del
Vescovo in parrocchia. Questo momento può essere una veglia, la
liturgia delle ore, recita del rosario meditato…
 Incontro con il Consiglio pastorale, oppure con l’Assemblea degli
Operatori Pastorali, oppure Assemblea con tutta la comunità. In tale
incontro si evidenziano al vescovo alcuni ambiti della vita pastorale,
sottolineando le esperienze in atto, i doni che il Signore ha fatto alla
comunità, le problematiche aperte su cui riflettere assieme al
vescovo. Evitare in assemblea ogni tono di contesa o di rivalità tra
persone o gruppi, richiamandosi ad un clima di fede e di fiducia nella
lettura della vita pastorale della comunità. Fondamentale è rispettare
uno stile di franchezza, di familiarità e di verità, che dia la possibilità a
tutti di essere accolto, di potersi esprimere, di poter dialogare con il
Vescovo.
 Su indicazione del parroco o del consiglio pastorale, il Vescovo
sceglie alcuni situazioni pastorali particolari da visitare: malati, case di
cura, ospedale, cimitero, case per anziani, servizi Caritas, gruppi
famiglia, gruppi giovani, incontro con gli educatori e responsabili di
associazioni giovanili, centro di aiuto alla vita, cooperative sociali o
associazioni di volontariato impegnate nel settore educativo,
assistenziale, di inserimento lavorativo. Gruppi o scuole di preghiera
per i ragazzi o i giovani. Incontro con i catechisti, con i ministri istituiti.
 Durante la Visita Pastorale, nei tempi che il parroco ritiene più
opportuno, è necessario dedicare del tempo perché il Vescovo possa
incontrare personalmente il parroco, gli altri sacerdoti collaboratori, i
diaconi e i candidati diaconi.
 Se lo si ritiene opportuno, si può dare l’opportunità ai fedeli di
accostarsi al Sacramento della Riconciliazione amministrata dal
Vescovo. Occorre predisporre per tempo gli orari per le confessioni
con la presenza del Vescovo..
5
 Dove è possibile, si può prevedere un incontro del Vescovo con le
autorità cittadine: sindaco, assessori, categorie lavorative, comando
dei carabinieri, della finanza, della marina. Ove si rende possibile il
Vescovo può incontrare gli operai e dipendenti di qualche azienda
operante sul territorio. Anche questi incontri non devono essere
puramente di cortesia, ma, per quanto possibile mettere la comunità
cristiana con il suo vescovo all’interno della vita reale della gente: il
lavoro, la scuola, il tempo libero, la sofferenza, la malattia…
 Dove vi sono scuole cattoliche, è bene pensare ad una visita del
vescovo con i dirigenti, il corpo insegnanti, e in alcuni casi con gli
stessi alunni.
La conclusione della visita pastorale:
 Una prima conclusione può avvenire nella celebrazione di una S.
Messa domenicale con la partecipazione ampia della comunità,
oppure con un momento liturgico significativo per tutta la
popolazione.
 Una seconda conclusione avverrà in tempi successivi quando il
vescovo consegnerà alla comunità una lettera ove sono evidenziate
alcune realtà pastorali rilevanti già in atto, assieme ad alcune linee di
cammino. Questa lettera verrà consegnata al parroco ma è indirizzata
a tutta la comunità parrocchiale e, in modo particolare al consiglio
pastorale parrocchiale.
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NOTIFICAZIONE
(Cfr Direttorio per il ministero pastorale dei vescovi (n. 221)
La Visita Pastorale ha lo scopo di:
 confermare i fratelli nella fede, incoraggiandoli a ripartire da Cristo,
e aiutarli a contemplare il suo volto per mostrarlo a tutti;
 incrementare nelle comunità ecclesiali la passione e l’impegno per
la nuova evangelizzazione;
 promuovere la comunione ecclesiale intensificando a tutti i livelli il
discernimento comunitario, il dialogo fraterno, la collaborazione fra
tutti e con tutti;
 ravvivare le energie degli operai evangelici, confermarli nella fede,
lodarli, sostenerli e consolarli;
 verificare che ogni parrocchia sia casa di comunione, cenacolo di
preghiera, scuola di formazione, palestra di testimonianza e di
missione;
 valutare la qualità e l’efficienza delle strutture e degli strumenti
destinati al servizio pastorale.
Per il Vescovo la Visita Pastorale è un dono e un’occasione singolare
per
 offrire il suo servizio di principio e fondamento visibile dell’unità
nella Chiesa particolare, come maestro, sacerdote e pastore della
diocesi;
 conoscere più da vicino e in modo globale ed organico la vita
ordinaria delle comunità parrocchiali;
 richiamare tutti i fedeli al rinnovamento della propria vita cristiana
e ad una azione apostolica più intensa, costante, incisiva;
 rafforzare i legami di comunione fraterna nella condivisione della
fede cattolica e della carità evangelica;
 rendersi conto delle possibilità e difficoltà del servizio
all’evangelizzazione, per poter determinare meglio le priorità e i
mezzi della pastorale organica e integrata.
Per le comunità e le istituzioni che la ricevono, la visita pastorale è un
evento di grazia che riflette in qualche misura quella specialissima visita
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con la quale il supremo Pastore e guardiano delle nostre anime, Gesù
Cristo, ha visitato e redento il suo popolo.
Preparazione
 La preparazione remota consiste soprattutto nel creare con l’aiuto
del Signore e del suo Santo Spirito il clima di fede più adatto, perché
la VP venga vissuta da tutti (dal Vescovo e dal Parroco in primis) più
come una grazia che come un fatto organizzativo o come vuota
formalità. Pertanto raccomando di curare una intensa preparazione
spirituale, e perciò di:
 pregare, per chiedere al Signore di vivere la VP come un suo
dono speciale: lo si potrà fare inserendo di tanto in tanto
qualche invocazione ad hoc nella preghiera dei fedeli,
specialmente nelle feste principali (Natale, Pasqua, patrono,
cresime ecc.);
 recitare almeno una volta a settimana la preghiera del Vescovo,
ad esempio nel contesto dell’adorazione eucaristica o al termine
dei vespri o del rosario;
 promuovere momenti di preghiera, come:
 “quarantore” di adorazione eucaristica;
 celebrazione penitenziale;
 missione popolare;
 corso di esercizi spirituali al popolo,
 ritiro spirituale per i collaboratori;
 pellegrinaggio ad un santuario diocesano, ecc.;
Ovviamente non è necessario fare tutto, ma ciò che si ritiene più
opportuno.
 predisporre una serie di incontri formativi su temi quali:
 il Credo della fede cattolica;
 la preghiera cristiana;
 i ministeri nella Chiesa;
 i tre pilastri della comunità parrocchiale: Parola – Liturgia –
Carità;
La preparazione prossima consisterà nel
 elaborare la relazione analitica (sulla traccia del questionario) e
inviarla alla segreteria della VP almeno tre mesi prima;
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
stendere la relazione sintetica – che sarà poi letta nell’assemblea
parrocchiale di apertura della VP – e inviarla alla Segreteria
diocesana entro 15 giorni prima dell’inizio della VP. Questa
relazione presenterà molto brevemente:
 i doni che la parrocchia sta vivendo;
 le fatiche e le difficoltà più gravi che si stanno sperimentando;
 i tentativi, i progetti, gli investimenti, le scelte prioritarie ecc.;
 concordare entro tre mesi dall’inizio della VP con il Vicario generale
(il programma dettagliato della visita del Vescovo e dei
Convisitatori;
 informare e sensibilizzare in tempo utile il maggior numero
possibile di persone (perché non tutte le famiglie?) della parrocchia
attraverso il giornalino parrocchiale ed altro materiale utile
(volantini, locandine, ecc.), con il programma dettagliato della
imminente VP;
 organizzare nei giorni immediatamente precedenti la VP un triduo
di preghiera e/o una serie di incontri catechetico-formativi, sulla
base del sussidio predisposto dalla Segreteria VP.
Celebrazione
Lo svolgimento della VP comprenderà normalmente:
 l’apertura, che si raccomanda sobria, ma calda e coinvolgente; si
eviti ogni formalismo ed esteriorità. Consisterà nell’assemblea di
apertura (vedi sussidio VP), strutturata attorno a tre momenti:
liturgia della Parola, omelia del Vescovo, lettura della relazione
sintetica;
 la liturgia di chiusura della VP: consisterà nella solenne
concelebrazione eucaristica, con il Parroco, e possibilmente il
Vicario foraneo e i Parroci della zona pastorale; si concluderà con la
consegna del ricordo della VP;
 se opportuno e a parte, la celebrazione di un altro sacramento (ad
es. liturgia penitenziale, unzione degli infermi ecc.);
 incontri programmati con:
 il Parroco e gli altri sacerdoti e i diaconi (personalmente);
 le comunità religiose (comunitariamente);
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 il Consiglio pastorale parrocchiale e il Consiglio per gli affari
economici;
 il gruppo dei cooperatori e delle cooperatrici pastorali (catechisti,
animatori della liturgia, caritas, ecc.);
 i bambini, i ragazzi e i genitori del catechismo dell’IC;
 giovani, adulti e anziani;
 alcuni anziani e malati nelle case;
 gruppo sposi o gruppo famiglie;
 persone singole (sarà indicato l’orario di ricevimento);
 realtà parrocchiali (scuola, casa anziani, circoli culturali o
ricreativi ecc.);
 dove è possibile e opportuno, realtà del territorio (scuole,
fabbriche, ospedali, consiglio comunale o circoscrizionale ecc.);
Comunque il Parroco scelga e fissi gli incontri che si ritengono più
significativi, secondo le esigenze e le opportunità della parrocchia.
Organizzazione
Per un adeguato e fruttuoso svolgimento della visita, nomino i seguenti
Convisitatori:
- il Vicario generale, Mons. Luigi Ricci, per il calendario-programma;
- il Cancelliere vescovile, Mons. Agostino Pasquini, per i libri
parrocchiali;
- l’Economo
diocesano,
Mons.
Andrea
Baiocchi,
per
l’amministrazione e gli edifici;
- Don Giuseppe Tognacci, per l’adeguamento alle norme liturgiche
riguardanti i luoghi di culto;
- Il Vicario foraneo del rispettivo vicariato.
Si tenga presente che il Vescovo, per quanto è possibile, gradirebbe
trascorrere almeno una giornata intera in parrocchia, compreso – se
opportuno e non crea disturbo o disagio – anche il pranzo e il
pernottamento.
Dopo la VP
A distanza di un breve intervallo (un mese circa) il Vescovo invierà al
Parroco e alla parrocchia una lettera in cui verranno sintetizzati i
risultati della VP, gli aspetti qualificanti la vita della comunità, i
principali problemi emersi, le strade da percorrere.
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Per la Visita Pastorale
VISITA IL TUO POPOLO, SIGNORE
A Dio Padre che nella sua bontà può fare infinitamente di più di quanto noi
possiamo domandare o pensare, pieni di fiducia, diciamo:
R.: Visita il tuo popolo, Signore.
Raccogli nell’unità la nostra Chiesa diocesana.
Trasforma la nostra comunità parrocchiale in una vera famiglia.
Rivesti della tua carità il nostro Vescovo Francesco, insieme a tutti i sacerdoti.
R.
Entra nelle nostre case.
Custodisci la concordia tra i coniugi e in tutte le famiglie.
Benedici i nostri figli e i nostri anziani; soccorri i poveri, conforta i malati.
R.
Facci amare quelli che non credono.
Aiutaci ad avvicinare quanti sono o si sentono lontani.
Visita le nostre scuole; proteggi il nostro lavoro; veglia sul nostro riposo.
R.
Rendi più viva la tua presenza in mezzo a noi. Suscita operai per la tua messe.
Rafforza con la tua grazia i consacrati, i diaconi, i ministri e tutti i fedeli laici.
R.
Dona luce e forza a quanti ti cercano perché ti possano incontrare, a quanti
sono nella prova perché ricevano il tuo indispensabile aiuto. Fa’ che la visita
pastorale porti frutti di fede, di comunione e di santità.
Amen.
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Scheda catechetico - liturgica
(per la fase preparatoria in Parrocchia)
VISITA PASTORALE: SPUNTI DI CATECHESI
1. La Chiesa di Cristo, sacramento del Regno, è un popolo radunato da
Dio ed ha per capo Cristo, per condizione la libertà e la dignità dei figli
di Dio, per legge il nuovo precetto dell'amore, per fine il Regno di cui in
questa terra è segno e strumento (cfr. Lumen Gentium 9).
2. La Chiesa è nello stesso tempo universale (cattolica) e particolare. La
Chiesa particolare deve essere unita ed è affidata alla cura pastorale
del Vescovo e del suo Presbiterio. Il fondamento di tale unità è l'unico
Vangelo e l'unica Eucaristia.
"La diocesi è una porzione del popolo di Dio, che è affidata
alle cure pastorali del vescovo coadiuvato dal suo
presbiterio, in modo che aderendo al suo pastore e da lui
unita per mezzo del vangelo e dell'eucaristia nello Spirito
santo, costituisca una Chiesa particolare, nella quale è
veramente presente e agisce la Chiesa di Cristo, una, santa,
cattolica e apostolica."
(Christus Dominus 11)
3. Il Vescovo, successore degli apostoli, è pastore della Chiesa e
rappresenta Cristo.
"Il sacro Concilio insegna che i Vescovi per divina istituzione
sono succeduti al posto degli apostoli, quali pastori della
Chiesa: chi li ascolta, ascolta Cristo, chi li disprezza,
disprezza Cristo e colui che ha mandato Cristo (cfr. Lc 10,
16). Nei Vescovi, quindi, assistiti dai presbiteri, è presente in
mezzo ai credenti il Signore Gesù Cristo"
(Lumen Gentium, 20-21).
Il Vescovo, oltre ad avere la sollecitudine pastorale per tutte le Chiese
nell'unità del collegio episcopale, è chiamato ad essere buon pastore
per la Chiesa particolare.
12
"Nell'esercizio del loro dovere di padri e di pastori, i vescovi
in mezzo ai loro fedeli si comportino come coloro che
prestano servizio; come buoni pastori che conoscono le loro
pecore e sono da esse conosciuti; come veri padri che
eccellono per il loro spirito di carità e di zelo verso tutti e
alla cui autorità, ricevuta invero da Dio, tutti con animo
grato si sottomettono." (cfr. Lumen Gentium 20)
(Christus Dominus 16)
4. I presbiteri, insieme ai diaconi, sono i primi collaboratori del vescovo,
che ha la pienezza del sacerdozio, e devono essere in comunione con
lui. In tal modo si esprime e cresce la comunione dell'unica Chiesa
particolare.
"...i vescovi hanno la pienezza dell'ordine; e da loro
dipendono, nell'esercizio del loro potere, sia i presbiteri, che
sono stati anch'essi consacrati veri sacerdoti del nuovo
testamento perchè siano provvidenziali cooperatori
dell'ordine episcopale, sia i diaconi..." (Christus Dominus
15)
"I presbiteri, pur non possedendo il vertice del sacerdozio e
dipendendo dai vescovi nell'esercizio della loro potestà,
sono tuttavia a loro uniti nell'onore sacerdotale e in virtù del
sacramento dell'ordine, a immagine di Cristo, somo ed
eterno sacerdote, sono consacrati per predicare il vangelo,
pascere i fedeli e celebrare il culto divino, quali veri
sacerdoti del nuovo testamento...
I presbiteri, saggi collaboratori dell'ordine episcopale e
suoi aiuto e strumento, chiamati al servizio del popolo di
Dio, costituiscono col loro vescovo un unico presbiterio,
sebbene destinato a uffici diversi." (Lumen Gentium 28)
5. Su questo sfondo teologico acquista significato lo strumento della
visita pastorale che il vescovo è tenuto a compiere periodicamente
nella sua Chiesa.
"La visita pastorale è una delle forme, ma tutta particolare,
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con le quali il vescovo...mantiene il contatto col clero e con gli
altri membri del popolo di Dio...
La carità pastorale è come l'anima della visita; il suo scopo
non tende ad altro che al buon andamento delle comunità e
delle istituzioni ecclesiastiche."
(Direttorio pastorale dei vescovi "Ecclesiae imago",
del 22/2/1973, n. 166)
6. La visita pastorale, quindi, non è uno "strumento di inchiesta", ma
uno dei modi attraverso cui si esprime la carità pastorale del vescovo,
l'unità e il rinnovamento della Chiesa particolare.
"Con la visita pastorale il vescovo si presenta in modo concreto
come principio e fondamento visibile dell'unità nella chiesa
particolare affidatagli.
Poichè la visita pastorale tocca tutta la diocesi con le sue varie
categorie di persone, di luoghi sacri, strutture ed istituzioni
essa offre al vescovo una felice occasione di lodare, stimolare,
consolare gli operai evangelici, rendendosi conto
personalmente delle difficoltà dell'evangelizzazione e
dell'apostolato, di riesaminare e rivalutare il,programma della
pastorale organica, di raggiungere il cuore dei fratelli, di
ravvivare le energie forse illanguidite, di chiamare insomma
tutti i fedeli al rinnovamento della propria coscienza e ad una
più intensa attività apostolica.
Quindi il primo posto nella visita l'hanno le persone, sia
individualmente sia in associazioni, specialmente quelle che
prendono parte all'apostolato.
Per i sacri ministri la visita è un servizio di aiuto da parte del
vescovo piuttosto che uno strumento di indagine".
(Ecclesiae imago n. 166)
14
LITURGIA DELLA PAROLA
IN PREPARAZIONE ALLA VISITA PASTORALE
Canto
Nel nome del Padre ...
Introduzione: la nostra comunità sta per vivere un momento molto
importante di vita ecclesiale: il Vescovo verrà a visitare la nostra
parrocchia per esprimere la comunione che esiste tra noi e il nostro
pastore e tutte le altre parrocchie della diocesi che a lui è stata affidata
dal Signore.
La sua presenza in mezzo a noi vuole essere motivo di gioia e di festa,
ma anche di preghiera e di riflessione, perché il Signore ci aiuti a
discernere la sua volontà, e aiutati dal nostro vescovo, possiamo
seguirla animati dalla fede, dalla speranza e dalla carità.
Preghiamo:
O Padre, che nelle singole Chiese, pellegrine sulla terra,
manifesti la tua Chiesa, una santa cattolica e apostolica,
concedi a questa tua famiglia, che attende la visita del suo
pastore,
di crescere mediante il Vangelo e l'Eucaristia
nella comunione del tuo Spirito,
per diventare immagine autentica dell'Assemblea universale del
tuo popolo e strumento della presenza di Cristo nel mondo.
Per il nostro Signore Gesù Cristo ...
LITURGIA DELLA PAROLA
Fin dalle origini della Chiesa, gli apostoli, di cui i vescovi oggi sono i
successori, visitavano periodicamente le comunità loro affidate, per
confermarle nella fede del Signore Gesù. Queste visite erano occasione
di gioia e di comunione. Ascoltando questo brano di S. Paolo ai
Colossesi, vogliamo disporci nell'atteggiamento di accoglienza nei
confronti del vescovo che viene a visitare la nostra comunità.
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Dalla lettera di S. Paolo apostolo ai Colossesi (1, 1-14.17-20)
Paolo, apostolo di Cristo Gesù per volontà di Dio, e il fratello Timòteo, ai santi
e fedeli fratelli in Cristo che sono a Colosse: grazia a voi e pace da Dio, Padre
nostro. Noi rendiamo grazie a Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo,
continuamente pregando per voi, avendo avuto notizie della vostra fede in
Cristo Gesù, e della carità che avete verso tutti i santi, a causa della speranza
che vi attende nei cieli. Ne avete già udito l'annuncio dalla parola di verità del
vangelo che è giunto a voi. E come in tutto il mondo esso porta frutto e si
sviluppa; così avviene anche fra voi, dal giorno in cui avete ascoltato e
conosciuto la grazia di Dio nella verità, che avete appresa da Epafra, nostro
caro compagno nel ministero; egli è presso di voi un fedele ministro di Cristo,
e ci ha pure manifestato il vostro amore nello Spirito. Perciò anche noi, dal
giorno in cui ne fummo informati, non cessiamo di pregare per voi, e di
chiedere che abbiate piena conoscenza della sua volontà, con ogni sapienza e
intelligenza spirituale, perché possiate comportarvi in maniera degna del
Signore, per piacergli in tutto, portando frutto in ogni opera buona e
crescendo nella conoscenza di Dio. Resi forti di ogni fortezza secondo la
potenza della sua gloria, per essere perseveranti e magnanimi in tutto,
ringraziate con gioia il Padre che ci vi ha resi capaci di partecipare alla sorte
dei santi nella luce.
E` lui che ci ha liberati dal potere delle tenebre
e ci ha trasferiti nel regno del Figlio del suo amore,
per mezzo del quale abbiamo la redenzione,
il perdono dei peccati. (...)
Egli è prima di tutte le cose
e tutte in lui sussistono.
Egli è anche il capo del corpo, della Chiesa;
Egli è principio,
primogenito di quelli che risorgono dai morti,
perché sia lui ad avere il primato su tutte le cose.
E’ piaciuto infatti a Dio
che abiti in lui tutta la pienezza
e che per mezzo di lui e in vista di lui
siano riconciliate tutte le cose,
avendo pacificato con il sangue della sua croce,
sia le cose che stanno sulla terra, sia quelle che stanno nei cieli.
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Salmo Responsoriale
(Sal 22)
Rit. Il Signore è il mio pastore: non manco di nulla;
Su pascoli erbosi mi fa riposare,
ad acque tranquille mi conduce.
Rinfranca l’anima mia,
mi guida per il giusto cammino,
a motivo del suo nome. Rit.
Anche se vado per una valle oscura,
non temo alcun male, perché tu sei con me.
Il tuo bastone e il tuo vincastro
mi danno sicurezza. Rit.
Dio non ha voluto salvarci singolarmente, ma ha voluto costituirci come
popolo (cfr. LG 9); egli stesso ha voluto affidare la guida di questo
popolo a uomini da lui scelti e consacrati mediante l'imposizione delle
mani. Con i nostri vescovi, dice S. Ignazio, dobbiamo essere uniti e
concordi come le corde di una cetra, le quali emettono dei suoni anche
singolarmente, ma solo se suonate insieme sono in grado di comporre
un'armonia.
Dalla lettere di S. Ignazio di Antiochia, vescovo, agli Efesini
(IV, 1-2. VI, 1)
Conviene procedere d'accordo con la mente del vescovo, come già fate. Voi
ed i vostri preti siete ben graditi a Dio e uniti al vescovo come le corde della
cetra. Per questo dalla vostra unità e dal vostro amore concorde si canta a
Gesù Cristo. E ciascuno diventi un coro, affinchè nell'armonia del vostro
accordo prendendo nell'unità il tono di Dio, cantiate ad una sola voce per
Gesù Cristo al Padre, perchè vi ascolti e vi riconosca, per le buone opere, che
siete le membra di Gesù Cristo. E' necessario per voi trovarvi nella
inseparabile unità per essere partecipi di Dio. (...)
Chiunque il padrone di casa abbia mandato per l'amministrazione della casa,
bisogna che lo riceviamo come colui che l'ha mandato. Occorre dunque
onorare il vescovo come il Signore stesso. (...) Non ascoltate nessuno che non
vi parli di Cristo nella verità.
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Canto
A questo punto, se il presidente lo ritiene, si può tenere una breve
omelia che aiuti a comprendere le letture proclamate e a spiegare il
significato della visita pastorale alla parrocchia.
Come segno di comunione nella fede recitiamo insieme la nostra
professione di fede (Simbolo degli Apostoli)
Io credo in Dio, Padre onnipotente,
creatore del cielo e della terra;
e in Gesù Cristo, suo unico Figlio, nostro Signore,
il quale fu concepito di Spirito Santo, nacque da Maria Vergine,
patì sotto Ponzio Pilato,
fu crocifisso, morì e fu sepolto; discese agli inferi;
il terzo giorno risuscitò da morte; salì al cielo.
Siede alla destra di Dio Padre onnipotente;
di la verrà a giudicare i vivi e i morti.
Credo nello Spirito Santo, la santa Chiesa cattolica, la comunione dei santi, la
remissione dei peccati,
la risurrezione della carne, la vita eterna. Amen.
Intercessioni:
Innalziamo la nostra preghiera al Cristo Salvatore che ha dato la sua
vita per riunire in una sola famiglia tutti i figli di Dio dispersi; preghiamo
insieme e diciamo:
Ricordati Signore della tua Chiesa
 Signore Gesù, che hai edificato la tua casa sulla roccia, confermaci
nella fede e nella speranza. Preghiamo
 Signore Gesù, che dal tuo petto squarciato hai fatto scaturire sangue
ed acqua, purifica e rinnova la nostra comunità mediante i
sacramenti della nuova alleanza. Preghiamo.
 Signore Gesù, presente in mezzo a coloro che si riuniscono nel tuo
nome, esaudisci la preghiera unanime della tua Chiesa. Preghiamo.
 Signore Gesù, che insieme al Padre stabilisci la tua dimora in coloro
che ti amano, rendi perfetta la tua Chiesa nella esperienza del tuo
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





amore. Preghiamo.
Signore Gesù, che hai rivelato il tuo amore privilegiato per i piccoli,
sostieni i nostri ragazzi e i nostri bambini nel cammino di
conoscenza di te e del progetto che hai sulla loro vita. Preghiamo.
Signore Gesù, che hai mostrato la presenza del tuo Regno guarendo
numerosi malati, ti affidiamo gli ammalati della nostra comunità:
sostienili nella prova del dolore e dona loro di gioire nel
contemplare i frutti dell'offerta delle loro sofferenze. Preghiamo.
Signore Gesù, che hai voluto crescere all'interno di una famiglia,
guarda le nostre famiglie e dona loro, oltre a ciò che è necessario
per vivere, serenità e pace. Preghiamo.
Signore Gesù, che hai mandato i tuoi discepoli a due a due per
annunciare la tua presenza nel mondo, sostieni nel loro ministero
tutti gli operatori pastorali della nostra parrocchia (catechisti,
operatori della carità, animatori di liturgia, animatori dei gruppi
giovanili e dei gruppi adulti, ..) perchè possano testimoniare la tua
salvezza ad ogni uomo che incontrano sul loro cammino.
Preghiamo.
Signore Gesù, che hai voluto affidare la guida della tua Chiesa agli
apostoli da te scelti, guida e sostieni il nostro vescovo Francesco ed
il/i nostro/i parroci/sacerdoti, perchè possano guidarci alla meta del
nostro cammino: l'incontro con te nella gloria. Preghiamo.
Signore Gesù che non respingi coloro che vengono a te, accogli tutti i
nostri defunti nella casa del Padre. Preghiamo.
Recitiamo insieme la preghiera che Gesù ci ha insegnati: Padre nostro
...
Preghiamo:
O Dio, che hai voluto chiamare tua Chiesa la moltitudine dei credenti,
fà che il popolo radunato nel tuo nome ti adori, ti ami e ti segua, e
sotto la tua guida giunga ai beni da te promessi. Per il nostro Signore ...
Canto finale
19
TRACCIA PER LA VERIFICA E IL DISCERNIMENTO
Premessa
La Traccia qui proposta serve per presentare al Vescovo una lettura
analitica e organica della situazione pastorale della parrocchia.
Per l’elaborazione della relazione, il clima più opportuno dovrà essere
quello di un vero “discernimento comunitario”, impregnato di
preghiera, di riflessione, di dialogo fraterno.
Nel compilare le risposte, il Parroco è pregato di sollecitare la
collaborazione del Consiglio pastorale parrocchiale o, in sua assenza,
dei vari collaboratori.
Si chiede cortesemente di redigere le risposte in forma dattiloscritta su
cartelle formato A4, con riferimento ai numeri della Traccia.
Si prega di inviare la relazione due mesi prima dell’inizio della VP
Si tenga presente che la Traccia fa riferimento alla Nota pastorale della
CEI, “Il volto missionario delle parrocchie in un mondo che cambia” (=
VMP), si cui si riporta qui di seguito l’Introduzione, per offrire il quadro
sintetico degli orientamenti pastorali, concretizzati in 7 obiettivi
1.
2.
3.
Non si può più dare per scontato che tra noi e attorno a noi, in
un crescente pluralismo culturale e religioso, sia conosciuto il
Vangelo di Gesù: le parrocchie devono essere dimore che sanno
accogliere e ascoltare paure e speranze della gente, domande e
attese, anche inespresse, e che sanno offrire una coraggiosa
testimonianza e un annuncio credibile della verità che è Cristo.
L'iniziazione cristiana, che ha il suo insostituibile grembo nella
parrocchia, deve ritrovare unità attorno all'Eucaristia; bisogna
rinnovare l'iniziazione dei fanciulli coinvolgendo maggiormente
le famiglie; per i giovani e gli adulti vanno proposti nuovi e
praticabili itinerari per l'iniziazione o la ripresa della vita
cristiana.
La domenica, giorno del Signore, della Chiesa e dell'uomo, sta
alla sorgente, al cuore e al vertice della vita parrocchiale: il
valore che la domenica ha per l'uomo e lo slancio missionario
20
4.
5.
6.
7.
che da essa si genera prendono forma solo in una celebrazione
dell'Eucaristia curata secondo verità e bellezza.
Una parrocchia missionaria è al servizio della fede delle persone,
soprattutto degli adulti, da raggiungere nelle dimensioni degli
affetti, del lavoro e del riposo; occorre in particolare riconoscere
il ruolo germinale che per la società e per la comunità cristiana
hanno le famiglie, sostenendole nella preparazione al
matrimonio, nell'attesa dei figli, nella responsabilità educativa,
nei momenti di sofferenza.
Le parrocchie devono continuare ad assicurare la dimensione
popolare della Chiesa, rinnovandone il legame con il territorio
nelle sue concrete e molteplici dimensioni sociali e culturali: c'è
bisogno di parrocchie che siano case aperte a tutti, si prendano
cura dei poveri, collaborino con altri soggetti sociali e con le
istituzioni, promuovano cultura in questo tempo della
comunicazione.
Le parrocchie non possono agire da sole: ci vuole una "pastorale
integrata" in cui, nell'unità della diocesi, abbandonando ogni
pretesa di autosufficienza, le parrocchie si collegano tra loro, con
forme diverse a seconda delle situazioni - dalle unità pastorali
alle vicarie o zone -,valorizzando la vita consacrata e i nuovi
movimenti.
Una parrocchia missionaria ha bisogno di "nuovi" protagonisti:
una comunità che si sente tutta responsabile del Vangelo, preti
più pronti alla collaborazione nell'unico presbiterio e più attenti
a promuovere carismi e ministeri, sostenendo la formazione dei
laici, con le loro associazioni, anche per la pastorale d'ambiente,
e creando spazi di reale partecipazione.
1. La nostra parrocchia
“La parrocchia è una scelta storica della Chiesa, una scelta pastorale,
ma non è una pura circoscrizione amministrativa, una ripartizione
meramente funzionale della diocesi: essa è la forma storica privilegiata
della localizzazione della Chiesa particolare. Con altre forme la Chiesa
21
risponde a molte esigenze dell’evangelizzazione e della testimonianza:
con la vita consacrata, con le attività di pastorale d’ambiente, con le
aggregazioni ecclesiali. Ma è la parrocchia a rendere visibile la Chiesa
come segno efficace dell’annuncio del Vangelo per la vita dell’uomo
nella sua quotidianità e dei frutti di comunione che ne scaturiscono per
tutta la società. Scriveva Giovanni Paolo II: la parrocchia è «il nucleo
fondamentale nella vita quotidiana della diocesi» (VMP 3).
“La parrocchia ha due riferimenti: la diocesi da una parte e il territorio
dall’altra. Il riferimento alla diocesi è primario. In essa l’unico pastore
del popolo di Dio è il vescovo, segno di Cristo pastore”. (VMP 11).
1. Come si può caratterizzare il clima spirituale all’interno della nostra
parrocchia? Come si educano e aiutano i fedeli a crescere nella
comunione fraterna? La nostra parrocchia è una vera “casa di
famiglia, fraterna e accogliente per tutti” (CfL 26)?
2. Come è vissuto il rapporto con la diocesi? Con il vescovo? Con il
centro diocesano?
3. Come si caratterizza il territorio della parrocchia? Da quali
fenomeni è interessato: incremento o decremento demografico?
presenza di immigrati? di turisti?
2. Ripartire dal primo annuncio del Vangelo di Gesù
“C’è bisogno di un rinnovato primo annuncio della fede. Tutti devono
trovare nella parrocchia una porta aperta nei momenti difficili o gioiosi
della vita. L’accoglienza, cordiale e gratuita, è la condizione prima di
ogni evangelizzazione. Su di essa deve innestarsi l’annuncio, fatto di
parola amichevole e, in tempi e modi opportuni, di esplicita
presentazione di Cristo, Salvatore del mondo. Non devono mancare,
poi, iniziative organiche di proposta del messaggio cristiano, dei suoi
contenuti, della sua validità e della sua plausibilità. Vanno affrontate le
domande di fondo che il cuore e l’intelligenza si pongono sul senso
religioso, su Cristo rivelatore del Dio vivo e vero, sull’origine e sul
compito essenziale della Chiesa (VMP 6).
22
1.
2.
3.
4.
5.
6.
Per l’evangelizzazione è essenziale la comunicazione della fede
da credente a credente. Come vengono educati e preparati i
fedeli a questo compito prioritario?
Sono presenti in parrocchia “strutture” di evangelizzazione e di
approfondimento della fede, come “centri di ascolto del
Vangelo”, “scuole della fede”, missioni popolari ecc.?
Si fa la visita annuale alle famiglie? Con quale impostazione,
impegno, esiti…?
Cosa si fa per portare l’annuncio del vangelo ai cosiddetti
“lontani”? Quali passi siamo chiamati a compiere per dare alla
nostra parrocchia una vera impronta missionaria?
Come si educa alla vocazione missionaria universale? Quali
iniziative e attività di aiuto alle missioni? Come è sentita la
missione diocesana in Albania?
Come si forma alla sensibilità ecumenica e al dialogo
interreligioso?
3. La Chiesa madre genera i suoi figli nell’iniziazione cristiana
“Nell’iniziazione cristiana la Chiesa esprime il suo volto missionario
verso chi chiede la fede e verso le nuove generazioni. La parrocchia è il
luogo ordinario in cui questo cammino si realizza. In prospettiva
catecumenale, il cammino va scandito in tappe, con percorsi
differenziati e integrati. La fede deve essere nutrita di parola di Dio e
resa capace di mostrarne la credibilità per l’uomo d’oggi. L’iniziazione
cristiana dei fanciulli interpella la responsabilità originaria della famiglia
nella trasmissione della fede. Si dovrà perciò chiedere ai genitori di
partecipare a un appropriato cammino di formazione, parallelo a quello
dei figli. Inoltre li si aiuterà nel compito educativo coinvolgendo tutta la
comunità, specialmente i catechisti, e con il contributo di altri soggetti
ecclesiali, come associazioni e movimenti. Le parrocchie oggi dedicano
per lo più attenzione ai fanciulli: devono passare a una cura più diretta
delle famiglie, per sostenerne la missione. Alla parrocchia spetta non
soltanto offrire ospitalità a chi chiede i sacramenti come espressione di
un “bisogno religioso”, evangelizzando ed educando la domanda
religiosa, ma anche risvegliare la domanda religiosa di molti, dando
23
testimonianza alla fede di fronte ai non credenti, offrendo spazi di
confronto con la verità del Vangelo, valorizzando e purificando le
espressioni della devozione e della pietà popolare ”(VMP 7).
1.
2.
3.
4.
5.
Che impegno abbiamo posto nella iniziazione cristiana dei
fanciulli e ragazzi? Come si svolge la catechesi? Orientamenti,
impostazione, catechismi, mediazioni…
Come viene curata la formazione dei catechisti?
Come sono coinvolti e sostenuti i genitori nel compito loro
proprio di accompagnare i figli nel cammino di fede?
Quali passi siamo chiamati a compiere per dare alla catechesi
l’orientamento di un vero annuncio della fede e di proposta
attraente dell’esperienza cristiana?
I bambini e i ragazzi con problemi di inserimento sociale, quale
spazio hanno nel cammino di iniziazione cristiana all’interno
della parrocchia?
4. Alla mensa della Parola e del Pane: il Giorno del Signore
“La vita della parrocchia ha il suo centro nel giorno del Signore e
l’Eucaristia è il cuore della domenica. È necessario ripresentare la
domenica in tutta la sua ricchezza: giorno del Signore, della sua Pasqua
per la salvezza del mondo; giorno della Chiesa, esperienza viva di
comunione condivisa tra tutti i suoi membri, irradiata su quanti vivono
nel territorio parrocchiale; giorno dell’uomo, in cui la dimensione della
festa svela il senso del tempo e apre il mondo alla speranza; la
domenica infatti è anche giorno della famiglia. La qualità delle
celebrazioni eucaristiche domenicali e festive va curata in modo
particolare: il rito va rispettato, senza variazioni o intromissioni
indebite. Va curato il luogo della celebrazione, perché sia accogliente e
la fede vi trovi degna espressione artistica. In ogni parrocchia ci sia una
preparazione accurata, che coinvolga varie ministerialità, nel rispetto di
ciascuna, a cominciare da quella del sacerdote presidente, senza
mortificare quelle dei laici. Perché le celebrazioni siano dignitose e
fruttuose, se ne valuti il numero, gli orari, la distribuzione nel territorio.
La cura e la custodia della domenica implica il convergere naturale di
24
tutti alla comune celebrazione parrocchiale. Le parrocchie dovranno
poi curare la proposta di momenti aggregativi, che diano concretezza
alla comunione, e rafforzare il collegamento tra celebrazione ed
espressione della fede nella carità. Così, nella festa, la parrocchia
contribuisce a dar valore al “tempo libero”, aiutando a scoprirne il
senso attraverso opere creative, spirituali, di comunione, di servizio
(VMP 8)”.
1.
2.
3.
4.
Abbiamo posto un serio impegno per fare dell’Eucaristia
domenicale il centro della nostra comunità parrocchiale? Quali
scelte compiamo per preparare e celebrare bene la S. Messa?
Quale cura si ha per il canto liturgico: scelta dei testi, delle
musiche, partecipazione dell’assemblea e presenza del coro?
Si cura la proposta di momenti aggregativi, che diano
concretezza alla comunione, e rafforzino il collegamento tra
celebrazione domenicale ed espressione della fede e
testimonianza della carità?
Come viene celebrata la festa patronale?
5. Per la maturità della fede. La cura degli adulti e della famiglia
“La parrocchia missionaria fa della famiglia un luogo privilegiato della
sua azione, scoprendosi essa stessa famiglia di famiglie, e considera la
famiglia non solo come destinataria della sua attenzione, ma come vera
e propria risorsa dei cammini e delle proposte pastorali. (…) Al fondo
dell’attenzione pastorale alla vita adulta del cristiano sta la riscoperta
del Battesimo. Il Battesimo comporta esigente adesione al Vangelo, è
via alla santità, sorgente di ogni vocazione. I cammini di educazione alla
fede che la parrocchia offre devono essere indirizzati, fin
dall’adolescenza e dall’età giovanile, alla scoperta della vocazione di
ciascuno, aprendo le prospettive della chiamata non solo sulla via del
matrimonio, ma anche sul ministero sacerdotale e sulla vita
consacrata” (VMP 9).
1. Quali scelte abbiamo fatto per preparare i giovani al matrimonio e
alla famiglia cristiana?
25
2. Cosa si fa per aiutare i genitori non solo a preparare il rito del
Battesimo, ma anche a riscoprire il senso della vita cristiana e il
compito educativo, soprattutto in ordine alla trasmissione della
fede?
3. Come la nostra parrocchia fa della famiglia “un luogo privilegiato
della sua azione”?
4. Cosa facciamo per stare vicino alle famiglie in crisi e a quelle
irregolari?
5. La nostra parrocchia favorisce la scoperta della comune vocazione
alla santità e della vocazione particolare di ciascuno? Offre per
questo spazi di preghiera e di dialogo spirituale?
6. Come collabora alle proposte del seminario e del centro diocesano
per le vocazioni sacerdotali e religiose?
6. Presenza nel territorio
“La parrocchia nasce e si sviluppa in stretto legame con il territorio. (…)
Presenza nel territorio vuol dire sollecitudine verso i più deboli e gli
ultimi. (…) Presenza è anche capacità da parte della parrocchia di
interloquire con gli altri soggetti sociali nel territorio e con le istituzioni
amministrative, evitando tuttavia di diventare ‘parte’ della dialettica
politica. (…) Le parrocchie con il supporto della diocesi, possono
assumere un ruolo nell’ambito del progetto culturale” (VMP 10).
1. Quali iniziative e attività vengono proposte per tessere rapporti
diretti con tutti gli abitanti nel territorio della parrocchia?
2. Come si fa carico la parrocchia del servizio ai poveri? C’è la Caritas
parrocchiale? Come è composta e organizzata? Riesce a svolgere
un ruolo di coordinamento e di collaborazione? Con quale
collegamento con le parrocchie vicine e con la Caritas diocesana?
Come vengono valorizzati i momenti e i sussidi formativi?
3. Le famiglie degli immigrati sono conosciute, aiutate, coinvolte
nella vita della parrocchia? Cosa si fa per la loro evangelizzazione?
4. Come aiutiamo i malati a vivere con fede la loro condizione? Come
vengono formati i ministri straordinari della comunione
eucaristica? Si celebra la Giornata del malato? Si favoriscono le
26
associazioni che hanno a cuore il malato (CVS, Unitalsi,
AVULSS/OARI)?
5. Come si pone la comunità parrocchiale in dialogo con il settore
della condizione lavorativa?
6. Come forma la parrocchia i giovani e gli adulti al discernimento e
all’assunzione di responsabilità nell’ambito dell’attività sociale e
politica?
7. “Pastorale integrata”: condivisione di carismi e strutture
“E’ finito il tempo della parrocchia autosufficiente. Occorre mettere le
parrocchie ‘in rete’ in uno slancio di pastorale d’insieme, in ambiti
come carità, lavoro, sanità, scuola, cultura, giovani, famiglie,
formazione, ecc. – in ordine alle quali non si potrà non lavorare insieme
sul territorio più vasto, scoprire nuove ministerialità, far convergere i
progetti. (…) La missionarietà della parrocchia è legata alla capacità che
essa ha di procedere non da sola, ma articolando nel territorio il
cammino indicato dagli orientamenti pastorali della diocesi e dai vari
interventi del magistero del vescovo. (…) Un ulteriore livello di
integrazione riguarda i movimenti e le nuove realtà ecclesiali, che
hanno un ruolo particolare nella sfida ai fenomeni di scristianizzazione
e nella risposta alle domande di religiosità, incontrando quindi,
nell’ottica della missione, la parrocchia. La loro natura li colloca a livello
diocesano, ma questo non li rende alternativi alle parrocchie. Sta al
vescovo sollecitare la loro convergenza nel cammino pastorale
diocesano e al parroco favorirne la presenza nel tessuto comunitario,
della cui comunione è responsabile, senza appartenenze privilegiate e
senza esclusioni. (…) Va ribadito che l’Azione Cattolica non è
un’aggregazione tra le altre ma, per la sua dedizione stabile alla Chiesa
diocesana e per la sua collocazione all’interno della parrocchia, deve
essere attivamente promossa in ogni parrocchia (VMP 11).
1.
L’azione pastorale della parrocchia risulta una somma di attività
settoriali e di iniziative frammentarie, o è ispirata a una “logica
integrativa”?
27
2.
3.
4.
Come viene favorito il passaggio dalla collaborazione alla
corresponsabilità? Come opera il Consiglio pastorale?
Come si rapporta la nostra parrocchia con le parrocchie vicine,
con la zona pastorale, con il vicariato?
Qual è il rapporto con le istituzioni pubbliche e i vari soggetti
sociali presenti nel territorio?
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PREGHIERA
Santa Maria, Madre benedetta e cara, tu hai offerto la tua libertà
incondizionata al grande sì di Dio alla nostra povera umanità:
vogliamo anche noi fidarci e affidarci senza calcoli e senza riserve
alle mani forti e tenere di Dio nostro Padre.
Noi crediamo che dall’incontro con Gesù, unico Salvatore di tutti,
la nostra umanità non verrà mai penosamente mutilata,
ma ne risulterà sempre pacificata e smisuratamente arricchita.
Tu, donna del Magnificat,
sostienici nel percorrere i sentieri del tempo
per annunciare le sorprese di Dio nella storia,
per denunciare ingiustizie e violenze,
per rinunciare a privilegi e a meschini compromessi,
per prenderci cura di ogni fragilità con tenerezza e sincera
compassione.
Tu, che a Betlemme hai generato il Figlio benedetto del tuo grembo,
e lo hai riabbracciato vivo il mattino di Pasqua,
facci sostenitori umili e tenaci della dignità di ogni vita umana,
aiutaci a fare della nostra comunità la trasparenza di Gesù risorto
per far brillare la luce del Vangelo in ogni angolo delle nostre città.
Maria, donna del cenacolo,
fa’ che l’eucaristia domenicale sia per noi il cuore pulsante della
settimana
perché la vita di ogni giorno diventi l’alfabeto con cui comporre parole
che dicano l’infinito amore di Dio.
Tu che hai invocato lo Spirito Santo sugli apostoli in missione,
dacci una mano per costruire comunità credenti e credibili,
che non si ripieghino sulle false sicurezze del proprio recinto,
ma sappiano spalancare le porte del tempio
perché coloro che cercano Dio vi entrino per incontrarlo
e quanti lo hanno incontrato ne escano per andare a dire a tutti
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che il male e la morte non sono l’ultima parola sulla nostra esistenza,
perché Cristo è risorto e si avvicina il giorno in cui
Dio Amore tergerà ogni lacrima dagli occhi dei suoi figli.
E infine ti preghiamo, o Maria: veglia sulla visita pastorale del nostro
Vescovo: che sia per ogni nostra comunità occasione di consolidamento
della fede, di rinnovamento della vita cristiana, di fioritura di vocazioni
nei vari campi della vita della Chiesa e della società.
Maria, madre della Chiesa, prega per noi.
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