CARLO BRIGHI (ZACLÈN) – SECONDO CASADEI FERRER ROSSI Carlo Brighi (1853-1915) è stato un eccellente violinista e compositore di musica popolare. Era soprattutto un trascinatore, un artista in grado di trasmettere immediatamente a chi lo ascoltava l’esplosiva vitalità che muoveva le sue dita. Godeva di una tale popolarità che molti, venuti a sapere che avrebbe suonato in una piazza, ad una festa o in un’aia, erano pronti a percorrere decine di chilometri per assistere ai suoi virtuosismi. Lui stesso era talmente entusiasta della propria musica da rendersi disponibile tanto a partecipare a grandi concerti, con orchestre composite, quanto a girare per le piccole feste di campagna con un suo padiglione smontabile. L’avventura umana e artistica di Carlo Brighi (Zaclèn) è legata a vari luoghi romagnoli: dalla frazione di Savignano Sul Rubicone dove è nato, a Cesena dove si è formato e ha lavorato, a Forlì dove ha ottenuto i primi successi e dove è sepolto, a Bellaria dove visse con la famiglia e costruì il suo celebre “Capannone”, in cui gente d’ogni estrazione si divertiva ballando al ritmo della sua musica. Lo si può considerare giustamente un personaggio emblematico e rappresentativo dei grandi cambiamenti epocali della cultura e del costume del nostro territorio fra ‘800 e ‘900, cambiamenti che contribuì attivamente a produrre con le sue innovative composizioni e con la sua opera di grande divulgatore. Le raccolte Piancastelli di Forlì conservano 831 manoscritti musicali, datati tra il 1870 e il 1915 che costituiscono una prima elaborazione della musica popolare romagnola. Carlo Brighi, oltre che compositore, fu violinista di talento – suonò anche in orchestre dirette da Toscanini – ma preferì dedicarsi all’elaborazione e all’esecuzione di musiche che mescolavano il ballo saltato della tradizione contadina ai valzer viennesi che in quegli anni avevano fatto scoprire il ballo di coppia. Attraverso la sua opera di composizione di ballabili e di riscrittura di celebri brani musicali, il musicista romagnolo operò la divulgazione, in modo estremamente creativo e del tutto originale, di un linguaggio musicale nuovo e moderno. Ogni concerto era diverso dall’altro, perché Brighi poteva contare su un repertorio di oltre mille brani di sua invenzione, segno di una fertilità compositiva di rara efficacia. Dopo Secondo Casadei (1906-1971), che mosse i primi passi nell’orchestra dei figli di Brighi e che di quest’ultimo fu in un certo senso l’erede, la musica di ispirazione popolare romagnola ha subito contaminazioni e volgarizzazioni che ne hanno in parte sminuito l’immagine. Casadei è stato l’altro artefice, protagonista e interprete della musica romagnola. SECONDO CASADEI Fin da piccolo mostrò una spiccata passione per la musica: a sedici anni debuttò come violinista in un complessino, a diciotto creò la sua prima composizione, “Cucù”, alla quale, nel corso della lunga carriera, fanno seguito oltre mille polche, mazurche e valzer fra cui nel 1954 la celebre “Romagna mia”; sono inoltre caratteristici i suoi assoli per clarinetto in do e sax alto mi bemolle. Nel 1928 fondò ufficialmente l’orchestra Casadei ed imperterrito continuò, unico in Romagna, ad eseguire musica tradizionale nei momenti duri del dopoguerra, in cui imperversavano i ritmi americani. Secondo Casadei è stato un compositore geniale, dall’intuizione brillante e personalissima, ha lasciato un’impronta indelebile nella musica folcloristica, che in lui ha rivissuto gli accenti più autentici ed appassionati dall’anima canterina romagnola. Le sue musiche conservano intatte oggi più che mai quella freschezza, quella vivacità ed originalità che rendono assolutamente tipica ed unica la produzione di questo artista, che lo scrittore e regista Leandro Castellani ha definito nel suo libro “Lo Strauss della Romagna”. FRANCESCO ROSSI detto “FERRER” Altro protagonista indiscusso della nostra musica è stato Francesco Rossi detto Ferrer (1910-1986). Violinista, e compositore, era figlio d’arte. Suo padre Guido fu un apprezzato clarinettista in do, nonché componente dell’orchestra Casadei dal 1930 fino ai primi anni ’50. Ferrer Rossi è considerato ancora oggi uno dei massimi violinisti romagnoli del secolo scorso. Suonava anche il sax contralto. È stato un compositore prolifico di ballabili romagnoli di successo, come il “Valzer dell’usignolo” assolo di grande virtuosismo, unico nel suo genere. Gabriele Zelli K:\CalAl-SchDe\Zelli 2010\Dicorsi\CARLO BRIGHI.doc