ASSEMBLEA ASSOCIAZIONE CONSUMATRICI DELLA SVIZZERA ITALIANA Mendrisio, 15 marzo 2003 Intervento della presidente del Consiglio di Stato Patrizia Pesenti Signora presidente, gentili signore, egregi signori, sono molto contenta di intervenire all'assemblea della vostra associazione e di portarvi i saluti del governo cantonale. Le associazioni delle consumatrici e dei consumatori sono un partner importante dell'autorità politica: condividiamo obiettivi e preoccupazioni. Soprattutto in un momento di crisi economica, come quella che anche la Svizzera sta attraversando. La ripresa sembra ancora lontana. E in questo momento appare evidente che i prezzi alti non favoriscono la ripresa. Viviamo in un paese caro e non è solo una percezione soggettiva. Le statistiche ci dicono che in Svizzera i prezzi di beni e servizi sono mediamente del 30 percento superiori alla media dei paesi dell'Unione europea. Prezzi elevati da un lato, e rallentamento notevole della crescita economica dall'altro: da un decennio l'economia svizzera purtroppo ristagna. In genere si tende a giustificare Il livello elevato dei prezzi con il fatto che da noi i salari sono anche più alti. Ma questo è solo parzialmente vero. All'origine del fenomeno vi sono altre cause. L'economia svizzera è asfissiata da cartelli e dagli accordi sui prezzi che di fatto limitano e, in alcuni casi, impediscono del tutto la concorrenza. La nostra legge sui cartelli non riesce a garantire una vera concorrenza. Anche perché la Commissione della concorrenza non può comminare sanzioni dirette. Ciò significa concretamente che chi abusa della sua posizione dominante o sottoscrive intese sui prezzi, non è sanzionabile. In altre parole, la passa liscia. La Commissione può intervenire solo in caso di ripetute violazioni. 1 Spero che questo cambi con la revisione della legge sui cartelli, attualmente all'esame del Parlamento. Tra l'altro è una discussione interessante da seguire, perché proprio i politici che inneggiano al libero mercato, sempre pronti a denigrare lo Stato, spiccano per come difendono gli interessi dei cartelli e delle grosse industrie che si accordano per tenere alti i prezzi. Frenano insomma la vera e libera concorrenza. Di una cosa bisogna essere consapevoli: una concorrenza veramente libera non è il risultato del laissez-faire. La concorrenza si sviluppa appieno solo dove vengono rispettate le regole del gioco che impediscono la formazione di monopoli. Spetta allo Stato, alla Commissione federale della concorrenza, fissare e far rispettare le regole del gioco. La postain gioco è alta, la crescita economica e il benessere dei cittadini. Perché i maggiori perdenti sono proprio le consumatrici e i consumatori che per l'acquisto di beni di consumo devono pagare molto di più. Prendiamo l'esempio del prezzo dei medicamenti. Fino a pochi anni fa il prezzo dei medicamenti per legge doveva essere uniforme in tutta la Svizzera. Gli sconti erano proibiti e i farmacisti che li concedevano venivano multati. Era una scelta politica adottata per garantire una distribuzione capillare delle farmacie sull'intero territorio. Oggi la situazione è molto diversa. Si è cominciato con liberalizzare la pubblicità per i medicamenti. Poi nel mercato farmaceutico è entrata la concorrenza. Adesso gli sconti sui farmaci non solo sono diventati leciti, ma sono addirittura auspicati. L'obiettivo è indubbiamente importante: diminuire i costi dei prodotti per il consumatore, per lo Stato e per le assicurazioni sociali. Ma come sapete quello sanitario non è un vero mercato. I farmaci (penso a quelli su prescrizione) vengono "scelti" dal medico, non dal paziente. Il paziente, come consumatore, non è lui a determinare la domanda. E' chi offre la prestazione a decidere, il contrario che in un mercato nel senso classico del termine. Per questo chi parla di mercato nella sanità, parla a sproposito. La legge della domanda e dell'offerta nella sanità non giocano nessun ruolo nel determinare il prezzo. Il medico che prescrive e il paziente che consuma, non pagano direttamente il farmaco. L'elenco dei medicamenti presi a carico dalle casse stabilisce per ogni singolo prodotto il prezzo massimo che il farmacista ha il diritto di fatturare e che le casse malati 2 hanno l'obbligo di rimborsare. A queste condizioni, evidentemente, il prezzo massimo coincide con il prezzo effettivo! Il farmacista non è incentivato ad abbassare il prezzo, perché il paziente (che non ha scelto il farmaco ma gli è già stato prescritto) lo acquista comunque perché non lo paga direttamente. E' questo il meccanismo che mantiene i prezzi alle stelle. Il Dipartimento della sanità e della socialità si è battuto - e si sta ancora battendo - per avere dei prezzi dei medicamenti in Svizzera che siano in linea, o almeno onestamente proporzionati, a quelli europei. I primi risultati stanno arrivando. Per esempio in Francia e Italia i prezzi dei farmaci sono sensibilmente inferiori ai nostri. Lo abbiamo costatato ancora una volta un anno fa con un confronto dei prezzi dei farmaci venduti agli ospedali fra Svizzera e Italia. La differenza di prezzo tra alcuni farmaci, lo stesso identico prodotto, è del 100% sino al 600%. Prendendo il pretesto dell'entrata in vigore della nuova Legge federale sui medicamenti, le industrie farmaceutiche si rifiutano di concedere gli usuali sconti agli ospedali per gli acquisti all'ingrosso. Senza sconti gli ospedali ticinesi (e quindi i cittadini ticinesi) dovevano pagare in pratica ca. 3 mio in più all'anno, mentre in Svizzera l'aumento equivale a ca. 100 mio. Siamo stati l'unico cantone a protestare immediatamente con il risultato che ora le industrie farmaceutiche hanno rinunciato a parte dell'aumento di prezzo. Siamo riusciti a recuperare circa un milione e mezzo, mentre a livello svizzero il rincaro dei medicamenti ospedalieri per il 2002 è ammontato a circa 60 milioni. Senza la nostra iniziativa tutto il rincaro sarebbe ricaduto sul contribuente e sull'assicurato. Il Dipartimento della sanità e della socialità ha beninteso affrontato anche il tema dei farmaci generici. Qui la vostra associazione ha sempre svolto un valido e importante compito, soprattutto nell'informare e nel sensibilizzare i consumatori. Permettetemi di dire che quella dei generici è però una soluzione complicata a un problema facile. Per funzionare, bisogna che i medici prescrivano più generici, che i farmacisti li dispensino sistematicamente anche se è stato prescritto l'originale - utilizzando così una competenza che hanno da soli 2 anni -, e che i pazienti poi accettino la 3 sostituzione dell'originale con una copia. Per finire, il generico deve anche esistere… Tenete conto che se riuscissimo ad aumentare il mercato dei generici di 5 volte, i risparmi per le casse malati sarebbero grossomodo comunque di soli 100 milioni. Probabilmente la soluzione va trovata in un altro modo: basterebbe ridurre d'ufficio il prezzo degli originali al momento in cui scade il brevetto! Si realizzerebbe così immediatamente un risparmio del 25%, indipendentemente dall'esistenza effettiva di un generico e dal comportamento di pazienti e operatori sanitari. Lasciando al mercato la libertà di reagire come meglio crede. Cinque anni fa questo discorso era ancora tabù. Ma l'anno scorso nella legge è stato introdotto il principio di un riesame dei prezzi da parte dell'Ufficio federale delle assicurazioni sociali alla scadenza della protezione brevettuale. Non è ancora l'automatismo a cui facevo riferimento, ma forse siamo comunque sulla buona strada, sempre che l'Ufficio federale della sanità si dimostri più attento ai costi della sanità. Questi sono solo alcuni aspetti che stanno occupando il Dipartimento della sanità e della socialità in materia di medicamenti. I costi della salute - lo dicono tutti i sondaggi – sono in testa alle preoccupazioni dei cittadini. Il parlamento federale si concentra soprattutto sul sistema di finanziamento tramite l'assicurazione malattia. Ma non bisogna dimenticare che se vogliamo frenare l'aumento dei costi sanitari, bisogna cercare di ridurre il consumo di prestazioni, agendo sul versante dell'offerta, vuol dire contenere il numero di servizi e strutture, e su quello della domanda dando al cittadino la necessaria consapevolezza per un consumo più adeguato. Se vogliamo garantire anche in futuro un sistema sanitario e cure di qualità per tutti a un costo sopportabile dobbiamo lavorare assieme, il vostro contributo è molto prezioso. La vostra associazione può fare molto. Spero di poter contare su di voi. 4