CAPITOLO 30
COMUNICAZIONE E CULTURA
NOTA BENE
Anche per questo capitolo al termine dei possibili incontri catechistici elaborati a partire dal
Catechismo degli adulti, proponiamo alcune riflessioni predisposte dall’Ufficio Nazionale per i
problemi del sociale e del lavoro in collaborazione con l’Ufficio catechistico nazionale.
Possono servire:
- come approfondimento per il catechista,
- come integrazione dei temi degli incontri catechistici,
- come ulteriori possibilità di eventuali incontri catechistici su questi temi specifici.
1
1. FEDELI ALLA VERITÀ DELL’UOMO
Obiettivo
L’adulto individua quale possa essere il valore e le potenzialità della comunicazione nel progetto
cristiano.
Canto: Vieni, vieni Spirito d’amore
Lettura
Chi è saggio e accorto tra voi? Mostri con la buona condotta le sue opere ispirate a
saggia mitezza. Ma se avete nel vostro cuore gelosia amara e spirito di contesa, non
vantatevi e non mentite contro la verità. Non è questa la sapienza che viene dall’alto: è
terrena, carnale, diabolica; poiché dove c’è gelosia e spirito di contesa, c’è disordine e
ogni sorta di cattive azioni. La sapienza che viene dall’alto invece è anzitutto pura; poi
pacifica, mite, arrendevole, piena di misericordia e di buoni frutti, senza parzialità, senza
ipocrisia. Un frutto di giustizia viene seminato nella pace per coloro che fanno opera di
pace.
(Giacomo 3, 13-18)
A motivo della loro dignità, tutti gli esseri umani, in quanto sono persone, dotate cioè di
ragione e di libera volontà e perciò investiti di personale responsabilità, sono dalla loro stessa natura
e per obbligo morale tenuti a cercare la verità, in primo luogo quella concernente la religione. E
sono pure tenuti ad aderire alla verità una volta conosciuta e ad ordinare tutta la loro vita secondo le
sue esigenze. Ad un tale obbligo, però, gli esseri umani non sono in grado di soddisfare, in modo
rispondente alla loro natura, se non godono della libertà psicologica e nello stesso tempo
dell'immunità dalla coercizione esterna. Il diritto alla libertà religiosa non si fonda quindi su una
disposizione soggettiva della persona, ma sulla sua stessa natura. Per cui il diritto ad una tale
immunità perdura anche in coloro che non soddisfano l'obbligo di cercare la verità e di aderire ad
essa, e il suo esercizio, qualora sia rispettato l'ordine pubblico informato a giustizia, non può essere
impedito.
(Dignitatis Humanae, 2b)
Salmo 119
Beato l’uomo di integra condotta, che cammina nella legge del Signore.
Beato chi è fedele ai suoi insegnamenti e lo cerca con tutto il cuore.
Non commette ingiustizie, cammina per le sue vie.
Tu hai dato i tuoi precetti perché siano osservati fedelmente.
Siano diritte le mie vie, nel custodire i tuoi decreti.
Allora non dovrò arrossire se avrò obbedito ai tuoi comandi.
Sii buono con il tuo servo e avrò vita, custodirò la tua parola.
Aprimi gli occhi perché io veda le meraviglie della tua legge.
Indicami, Signore, la via dei tuoi decreti e la seguirò sino alla fine.
Dammi intelligenza, perché io osservi la tua legge e la custodisca con tutto il cuore.
Domande di provocazione
2
-
-
Oggi tutto muta in fretta e anche il sistema dei valori risente di questo turbinio. La
comunicazione, la scienza, l’economia interpellano l’annuncio della fede. Quali iniziative nella
Chiesa perché la comunicazione della fede e della cultura si diffondano fra il popolo?
Può essere importante per la Chiesa prendere in considerazione anche le iniziative e le creatività
dei giovani che sono il futuro nel campo dell’evangelizzazione?
Traccia dell’incontro e indicazioni per possibili approfondimenti
1145. Gli uomini attuano continuamente degli scambi fra di loro e questi sono spesso legati alla
comunicazione. Eppure, oggi, emerge nell’uomo una forte sensazione di solitudine.
1146. Ciò succede, come è avvenuto nell’episodio della Torre di Babele, quando gli uomini
mettono al primo posto fini di potere, di primato economico, di impostazioni che escludono ogni
riferimento a Dio. Lo stesso rischio viene corso anche da una comunicazione scorretta: gli altri li
si incontra per prevalere su di loro.
1147. Cristo attraverso lo Spirito ci insegna a ritrovare una maggiore correttezza: ritrovare la nostra
originale vocazione ad essere in relazione con gli altri al fine di realizzare un corpo solo. Per
questo la verità cristiana non viene imposta ma proposta chiamando il credente a farsi
disponibile al confronto con altre culture e valori.
1148. Le persone sono dunque da accostare con delicatezza.
1149. Tendere alla verità è un dovere per ogni credente ed è insieme un segno della fedeltà alla
dignità dell’uomo.
1150. La comunicazione è connaturale alla religione cristiana che è da sempre religione della
comunicazione.
Domande guida per il confronto
-
Si propongono convegni, corsi, spettacoli, pubblicazioni, percorsi per comunicare e parlare di
fede?
Che cosa si fa da parte dei cristiani perché il dialogo e il sostegno portino ad un’integrazione fra
fratelli e ci sia uno scambio attivo tra le parti?
La comunità cristiana è pronta per un confronto leale, serio e sereno con diverse impostazioni
religiose, od è piuttosto disposta ad accogliere ciò che luccica in altre parti?
Preghiera finale
Aiutaci a risorgere ogni giorno.
È facile, Signore, rimanere attaccati e ritornare alla terra che abbiamo lasciato.
È difficile, Signore, camminare ogni giorno in avanti.
Noi abbiamo detto sì a te.
Noi abbiamo scelto di amare Dio solo.
Aiutaci, Signore, a staccarci ogni giorno dai nostri idoli:
dalla corsa ai primi posti, dall’attaccamento al successo,
dalla sete di denaro, dalla schiavitù del sesso.
Noi abbiamo detto sì a te.
Aiutaci, Signore, a dire ogni giorno no all’egoismo e sì all’amore;
no a ciò che uccide e sì a ciò che fa crescere la vita.
No alle scelte di comodo e sì alla strada della croce.
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Noi abbiamo scelto di seguire lo Spirito.
Aiutaci, Signore, a lasciare ogni giorno le risposte sempre uguali,
le scelte troppo sicure, l’obbedienza comoda,
la fedeltà alla legge e alle pratiche religiose che ci tranquillizzano,
l’allineamento che ci dispensa dal pensare.
Noi ci siamo impegnati a camminare verso i fratelli.
Aiutaci, Signore, a non essere tranquilli,
a non rinchiuderci in noi stessi, a non chiudere gli occhi sui fratelli,
a non considerare la nostra vita più importante di quella degli altri.
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2. PROMOTORI DI CULTURA
Obiettivo
L’adulto riconosce l’importanza della cultura nell’impegno della evangelizzazione.
Canto: Vogliamo vivere come Maria
Lettura
Non è infatti per me un vanto predicare il vangelo; è un dovere per me: guai a me
se non predicassi il vangelo!
Infatti, pur essendo libero da tutti, mi sono fatto servo di tutti per guadagnarne il maggior
numero: mi sono fatto Giudeo con i Giudei, per guadagnare i Giudei; con coloro che sono
sotto la legge sono diventato come uno che è sotto la legge, pur non essendo sotto la
legge, allo scopo di guadagnare coloro che sono sotto la legge. Con coloro che non hanno
legge sono diventato come uno che è senza legge, pur non essendo senza la legge di Dio,
anzi essendo nella legge di Cristo, per guadagnare coloro che sono senza legge. Mi sono
fatto debole con i deboli, per guadagnare i deboli; mi sono fatto tutto a tutti, per salvare ad
ogni costo qualcuno. Tutto io faccio per il vangelo, per diventarne partecipe con loro.
(1 Cor. 9, 16.19-23)
Il servizio alla persona e alla società umana si esprime e si attua attraverso la creazione e la
trasmissione della cultura, che, specialmente ai nostri giorni, costituisce uno dei più gravi compiti
della convivenza umana e dell’evoluzione sociale. Alla luce del concilio, intendiamo per «cultura»
tutti quei «mezzi» con i quali l’uomo:
1. affina ed esplica le molteplici sue doti di anima e corpo;
2. procura di ridurre in suo potere il cosmo stesso con la conoscenza e il lavoro;
3. rende più umana la vita sociale sia nella famiglia che in tutta la società civile, mediante il
progresso del costume e delle istituzioni;
4. con l’andare del tempo, esprime, comunica e conserva nelle sue opere le grandi esperienze e
aspirazioni spirituali, affinché possano servire al progresso di molti, anzi di tutto il genere
umano.
In questo senso, la cultura deve ritenersi come il bene comune di ciascun popolo, l’espressione della
sua dignità, libertà e creatività; la testimonianza del suo cammino storico.
In particolare, solo all’interno e tramite la cultura la fede cristiana diventa storica e creatrice di
storia.
Di fronte allo sviluppo di una cultura che si configura dissociata non solo dalla fede cristiana, ma
persino dagli stessi valori umani; come pure di fronte ad una certa cultura scientifica e tecnologica
impotente nel dare risposta alla pressante domanda di verità e di bene che brucia nel cuore degli
uomini, la chiesa è pienamente consapevole dell’urgenza pastorale che alla cultura venga riservata
un’attenzione del tutto speciale.
(Christifideles Laici, 44)
Salmo 96
Cantate al Signore un canto nuovo, cantate al Signore da tutta la terra.
Cantate al Signore, benedite il suo nome, annunziate di giorno in giorno la sua
salvezza.
In mezzo ai popoli raccontate la sua gloria, a tutte le nazioni dite i suoi prodigi.
Grande è il Signore e degno di ogni lode, terribile sopra tutti gli dei.
Tutti gli dei delle nazioni sono un nulla, ma il Signore ha fatto i cieli.
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Maestà e bellezza sono davanti a lui, potenza e splendore nel suo santuario.
Date al Signore, o famiglie dei popoli, date al Signore gloria e potenza,
date al Signore la gloria del suo nome.
Portate offerte ed entrate nei suoi atri, prostratevi al Signore in sacri ornamenti.
Tremi davanti a lui tutta la terra.
Dite tra i popoli: “Il Signore regna! ”.
Sorregge il mondo, perché non vacilli; giudica le nazioni con rettitudine.
Gioiscano i cieli, esulti la terra, frema il mare e quanto racchiude;
esultino i campi e quanto contengono, si rallegrino gli alberi della foresta
davanti al Signore che viene, perché viene a giudicare la terra.
Giudicherà il mondo con giustizia e con verità tutte le genti.
Domande di provocazione
-
In un mondo in cui con i mezzi moderni che facilitano la comunicazione come deve essere
quest’ultima secondo gli insegnamenti di Gesù e della Bibbia?
Nella comunicazione il cristiano deve cercare di dire e fare trionfare sempre la verità anche
sacrificando la propria vita?
Nella ricerca della verità attraverso la comunicazione la Chiesa deve cercare il dialogo con gli
altri oppure imporre la propria verità a tutti i costi?
Traccia dell’incontro e indicazioni per possibili approfondimenti
1152. La cultura passa attraverso la comunicazione.
1153. L’uomo impara a costruire se stesso attraverso la comunicazione dell’esperienza che gli viene
fatta dagli altri.
1154. La cultura è qualcosa che viene elaborata gradualmente attraverso il confronto fra
l’esperienza, le persone, l’onesta nella ricerca della verità.
1155. Una cultura consapevole dei suoi limiti e disponibile alla ricerca è feconda e evangelica. Il
cristiano è chiamato a cercare l’incontro tra evangelizzazione e cultura e questo senza perdere la
propria identità.
1156. Solo attraverso la cultura il vangelo diventa realmente storia.
Domande guida per il confronto
-
La cultura moderna laica e secolarizzata si comporta come se Dio non esistesse e non è
l’umanità che sta pagando le conseguenze?
Quali progetti per un ritorno di Dio, per dare slancio al cammino dell’umanità contemporanea?
Preghiera finale
-
Lasciamo spazio alle preghiere personali a cui tutti insieme risponderemo:
SIGNORE, ASCOLTACI.
-
Preghiamo: Chi si avvicina a te, Signore, al tuo amore,
non può più rimanere chiuso dentro la propria casa, sente l’urgenza di andare come
Maria a donare la gioia che ha ricevuto e il canto che gli è nato nel cuore.
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Dona alla tua Chiesa che ogni giorno e ogni momento fa l’esperienza viva del tuo
amore, di essere sollecita nell’andare verso gli uomini del nostro tempo e di recare loro
il lieto annuncio del Vangelo dell’amore.
Per Cristo nostro Signore.
Amen.
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3. PRESENTI NEI LUOGHI PRIVILEGIATI DELLA CULTURA
Obiettivo
L’adulto prende consapevolezza degli spazi di azione nel sociale ai quali è chiamato.
Canto: Scusa, Signore
Lettura
La Chiesa sollecita i fedeli laici ad essere presenti, all’insegna del coraggio e della
creatività intellettuale, nei posti privilegiati della cultura, quali sono il mondo della scuola e
dell’università, gli ambienti della ricerca scientifica e tecnica, i luoghi della creazione
artistica e della riflessione umanistica. Tale presenza è destinata non solo al
riconoscimento e all’eventuale purificazione degli elementi della cultura esistente
criticamente vagliati, ma anche alla loro elevazione mediante le originali ricchezze del
Vangelo e della fede cristiana. Quanto il concilio Vaticano II scrive circa il rapporto tra il
Vangelo e la cultura rappresenta un fatto storico costante ed insieme un ideale operativo
di singolare attualità e urgenza; è un programma impegnativo consegnato alla
responsabilità pastorale dell’intera chiesa e in essa alla responsabilità specifica dei fedeli
laici: «La buona novella di Cristo rinnova continuamente la vita e la cultura dell’uomo
decaduto, combatte e rimuove gli errori e i mali, derivanti dalla sempre minacciosa
seduzione del peccato. Continuamente purifica ed eleva la moralità dei popoli (…). In tal
modo la chiesa, compiendo la sua missione, già con questo stesso fatto stimola e dà il suo
contributo alla cultura umana e civile e, mediante la sua azione, anche liturgica, educa
l’uomo alla libertà interiore».
La via attualmente privilegiata per la creazione e per la trasmissione della cultura sono gli
strumenti della comunicazione sociale. Anche il mondo dei mass-media, in seguito
all’accelerato sviluppo innovativo e all’influsso insieme planetario e capillare sulla
formazione della mentalità e del costume, rappresenta una nuova frontiera della missione
della chiesa. In particolare, la responsabilità professionale dei fedeli laici in questo campo,
esercitata sia a titolo personale sia mediante iniziative ed istituzioni comunitarie, esige di
essere riconosciuta in tutto il suo valore e sostenuta con più adeguate risorse materiali,
intellettuali e pastorali.
Nell’impiego e nella recezione degli strumenti di comunicazione urgono sia un’opera
educativa al senso critico, animato dalla passione per la verità, sia un’opera di difesa della
libertà, del rispetto alla dignità personale, dell’elevazione dell’autentica cultura dei popoli,
mediante il rifiuto fermo e coraggioso di ogni forma di monopolizzazione e di
manipolazione.
Né a quest’opera di difesa si ferma la responsabilità pastorale dei fedeli laici: su tutte le
strade del mondo, anche su quelle maestre della stampa, del cinema, della radio, della
televisione e del teatro, dev’essere annunciato il Vangelo che salva.
(Christifideles Laici, 44)
Salmo 85
Signore, sei stato buono con la tua terra, hai ricondotto i deportati di Giacobbe.
Hai perdonato l’iniquità del tuo popolo, hai cancellato tutti i suoi peccati.
Hai deposto tutto il tuo sdegno e messo fine alla tua grande ira.
Rialzaci, Dio nostra salvezza, e placa il tuo sdegno verso di noi.
Forse per sempre sarai adirato con noi, di età in età estenderai il tuo sdegno?
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Non tornerai tu forse a darci vita, perché in te gioisca il tuo popolo?
Mostraci, Signore, la tua misericordia e donaci la tua salvezza.
Ascolterò che cosa dice Dio, il Signore: egli annunzia la pace
per il suo popolo, per i suoi fedeli, per chi ritorna a lui con tutto il cuore.
La sua salvezza è vicina a chi lo teme e la sua gloria abiterà la nostra terra.
Misericordia e verità s’incontreranno, giustizia e pace si baceranno.
La verità germoglierà dalla terra e la giustizia si affaccerà dal cielo.
Quando il Signore elargirà il suo bene, la nostra terra darà il suo frutto.
Davanti a lui camminerà la giustizia e sulla via dei suoi passi la salvezza.
Domande di provocazione
-
Può la comunità cristiana vivere al margine dei luoghi dove si diffonde la cultura?
Come deve comportarsi l’educatore cristiano perché la cultura da lui diffusa sia universale senza
discriminazioni di religione e di idee?
È giusto che la Chiesa si senta presente e faccia sentire la propria voce perché i mezzi moderni
di comunicazione diffondano la vera verità senza manipolarla?
Traccia dell’incontro e indicazioni per possibili approfondimenti
1158. I cristiani sono chiamati a essere presenti, con competenza, coerenza e creatività nei luoghi
dove si elabora oggi la cultura.
1159. Nella scienza sorgono difficoltà quando i credenti si legano al passato o quando gli scienziati
assolutizzano il metodo scientifico nell’idolatria della scienza o per applicare tecnologie
economiche.
1160. Il linguaggio dell’arte è particolarmente idoneo ad esprimere il sacro: l’autentica opera d’arte
è lode a Dio.
1161. Nella scuola il credente si mette a servizio della crescita dell’uomo e non di nozioni
strumentali. E’ importante che venga favorita l’autonomia di ogni comunità scolastica e la libertà
di scelta della scuola per i propri figli da parte delle famiglie.
1162. Il credente, cosciente delle potenzialità, nel bene e nel male, della comunicazione, è
costantemente impegnato nella ricerca della verità e nel richiamare i comunicatori a questo loro
impegno. La comunicazione viene anche vista secondo la logica della evangelizzazione.
Domande guida per il confronto
-
Qual è l’insegnamento che Gesù dà al credente perché comunichi perfettamente con il mondo?
Come gli uomini possono produrre cultura attraverso la comunicazione?
Come può l’evangelizzazione produrre cultura e tradizione?
Perché il dialogo interculturale deve ispirarsi ai principi del vangelo che sono valorizzazione dei
diritti dell’uomo, parità fra uomo e donna, considerare tutti gli uomini creature di Dio e quindi
sviluppare l’amore e la parità fra le varie creature?
Preghiera finale
Cristo non ha più mani,
ha soltanto le nostre mani per fare oggi le sue opere.
Cristo non ha più piedi,
ha soltanto i nostri piedi per andare oggi agli uomini.
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Cristo non ha più voce,
ha soltanto la nostra voce per parlare oggi di sé.
Cristo non ha più forze,
ha soltanto le nostre forze per guidare gli uomini a sé.
Cristo non ha più Vangeli che essi leggano ancora,
ma ciò che facciamo in parole e in opere
è l’evangelo che lo Spirito sta scrivendo.
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4. UNA CULTURA DI PACE
Obiettivo
L’adulto percepisce che il fine di ogni azione nel sociale è la pace e si impegna a realizzarla.
Canto: Preghiera di S. Francesco
Lettura
La carità non abbia finzioni: fuggite il male con orrore, attaccatevi al bene; amatevi
gli uni gli altri con affetto fraterno, gareggiate nello stimarvi a vicenda. Non siate pigri nello
zelo; siate invece ferventi nello spirito, servite il Signore. Siate lieti nella speranza, forti
nella tribolazione, perseveranti nella preghiera, solleciti per le necessità dei fratelli,
premurosi nell’ospitalità.
Benedite coloro che vi perseguitano, benedite e non maledite. Rallegratevi con quelli che
sono nella gioia, piangete con quelli che sono nel pianto. Abbiate i medesimi sentimenti gli
uni verso gli altri; non aspirate a cose troppo alte, piegatevi invece a quelle umili. Non
fatevi un’idea troppo alta di voi stessi.
Non rendete a nessuno male per male. Cercate di compiere il bene davanti a tutti gli
uomini. Se possibile, per quanto questo dipende da voi, vivete in pace con tutti.
(Romani 12, 9-18)
Il frutto dell’attività politica solidale, da tutti tanto desiderato ma pur sempre tanto
immaturo, è la pace. I fedeli laici non possono rimanere indifferenti, estranei e pigri di fronte a tutto
ciò che è negazione e compromissione della pace: violenza e guerra, tortura e terrorismo, campi di
concentramento, militarizzazione della politica, corsa agli armamenti, minaccia nucleare. Al
contrario, come discepoli di Gesù Cristo «principe della pace» (Is 9,5) e «nostra pace» (Ef 2,14), i
fedeli laici devono assumersi il compito di essere «operatori di pace» (Mt 5,9), sia mediante la
conversione del «cuore», sia mediante l’azione a favore della verità, della libertà, della giustizia e
della carità, che della pace sono gli irrinunciabili fondamenti.
Collaborando con tutti coloro che cercano veramente la pace e servendosi degli specifici organismi
e istituzioni nazionali e internazionali, i fedeli laici devono promuovere un’opera educativa
capillare destinata a sconfiggere l’imperante cultura dell’egoismo, dell’odio, della vendetta e
dell’inimicizia e a sviluppare la cultura della solidarietà ad ogni livello. Tale solidarietà, infatti, è
«via alla pace e insieme allo sviluppo». In questa prospettiva i padri sinodali hanno invitato i
cristiani a rifiutare forme inaccettabili di violenza, a promuovere atteggiamenti di dialogo e di pace
e ad impegnarsi per instaurare un ordine sociale e internazionale giusto.
(Christifidels Laici, 42)
Salmo 122
Quale gioia, quando mi dissero: “Andremo alla casa del Signore”.
E ora i nostri piedi si fermano alle tue porte, Gerusalemme!
Gerusalemme è costruita come città salda e compatta.
Là salgono insieme le tribù, le tribù del Signore,
secondo la legge di Israele, per lodare il nome del Signore.
Là sono posti i seggi del giudizio, i seggi della casa di Davide.
Domandate pace per Gerusalemme: sia pace a coloro che ti amano,
sia pace sulle tue mura, sicurezza nei tuoi baluardi.
Per i miei fratelli e i miei amici io dirò: “Su di te sia pace! ”.
Per la casa del Signore nostro Dio, chiederò per te il bene.
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Domande di provocazione
-
L’evangelizzazione della Chiesa come può avvenire tramite i mass media?
Assecondando il precetto di Dio “siate fecondi e moltiplicatevi…” la vera pace il cristiano deve
cercarla prima nella famiglia?
Come deve costruire la vera pace il cristiano al di fuori della famiglia?
Traccia dell’incontro e indicazioni per possibili approfondimenti
1164. Il credente è colui che, consapevole del proprio ruolo sociale, tende a costruire rapporti di
pace in ogni ambito: familiare, sociale, economico, culturale.
1165. Il cristiano costruisce la pace a partire dal suo ambiente personale. In questo contesto diventa
importante il rispetto del pluralismo religioso, culturale, sociale e politico.
Domande guida per il confronto
-
La ricerca della pace cristiana deve sempre prescindere dalla violenza e dalla conquista dei beni
altrui della guerra?
Come deve educare se stesso e gli altri alla pace il cristiano?
Preghiera finale
“Dove sono due o tre adunati nel mio nome, io sono in mezzo a loro”.
Dove sorgono dissidi o si manifesta l’odio, tu sei assente, o Signore.
Dove infuria la gelosia e si coltiva il rancore, non è possibile trovarti, o Signore.
Dove si perseguono rivalità e si mantengono divisioni la tua presenza viene mutilata e
straziata, o Signore.
Dove invece regna il buon accordo e trionfa l’unità, tu ti compiaci di dimorare, o Signore.
Dove gli spiriti si fondono in una medesima adesione di fede, tu sei presente come la
Verità sostanziale che li unisce.
Dove, nonostante le difficoltà, le volontà convergono in un sincero desiderio di carità e
collaborazione, la tua volontà, o Signore, agisce per favorire l’unione e l’impegno comune.
Dove ci si sforza di conoscersi e di comprendersi per formare una vera comunità nel
fervore e nello zelo, tu ti trovi in mezzo ad essa, o Signore, per svilupparla e mantenerla.
O Signore, fa che noi non ti impediamo di essere in mezzo a noi, e custodisci le nostre
comunità nel tuo amore.
(J. Galot)
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Integrazioni al Capitolo 30
I. COMUNICARE E FARE CULTURA
Il CdA al n.1145 sottolinea come la comunicazione di conoscenze, valori, esperienze e capacità
tecnico-operativa sia fondamentale per la vita dell'uomo. Questa trasmissione da uomo a uomo, da
generazione a generazione, si consolida in un patrimonio di acquisizioni e modi di vivere che
complessivamente chiamiamo cultura. Possiamo utilizzare il concetto di cultura in senso ampio.
In senso oggettivo si chiama cultura tutto il registro delle espressioni del vivere e dell'agire umano,
organizzate in un tutto, condivise e trasmesse da una comunità; esse vanno dall'utensile di pietra al
computer, dal codice di comportamento al gioco e alla riflessione sapienziale, dal modo di costruire
la casa a quello di pensare, di vivere, di organizzare la famiglia e la comunità, comprendendo tutto
l'insieme delle idee, dei valori, delle norme, delle tradizioni, assimilate nella società ed espresse in
forma di strumenti, di libri, di opere d'arte, di leggi, di mentalità, di costume, di idee correnti.
Da questo significato oggettivo si distingue un significato soggettivo di cultura, quando si intende la
coltivazione e lo sviluppo dell'uomo nel suo costruirsi interiore, individuale e sociale.
Ciascuno possiede una filosofia spontanea, elementare, in base alla quale si colloca e agisce nella
vita. Una persona è colta quando ha saputo scegliere tra gli elementi diversi che le offrono la storia
e la società in cui vive, e ne ha fatto una sintesi personale. Non si è colti per il fatto di sapere molto
e di avere molte informazioni. Si è colti, in senso soggettivo, quando si è saputo coltivare se stessi e
raggiungere una pienezza umana armoniosa e comunicante (cfr. P. Rossano, Vangelo e Cultura,
Roma, 1985, pp.8-10).
Schema catechistico
1. Comunicazione e cultura sono fortemente connesse, anzi l'una è veicolo dell'altra. Il rapporto tra
comunicazione e cultura non è pero sempre lineare. Ci può essere una tipologia di comunicazione
che non risulta al servizio di una cultura autenticamente umana e ci può essere una forma distorta di
cultura che strumentalizza la comunicazione (cfr. CdA nn. 1145-1149 e "Riflettere e interrogarsi",
p. 560).
2. La cultura è ciò per cui l'uomo, in quanto uomo, diventa più uomo, e inoltre accede di più
all'essere (Giovanni Paolo II - Unesco - 2 giugno 1980).
Nel dinamismo della comunicazione umana si forma e si trasmette la cultura. Le persone contribuiscono a crearla con le loro decisioni e ne sono condizionate nell'esercizio della loro libertà...
Promuovere una cultura ricca di valori è promuovere l'uomo. Il cristiano e mosso dalla carità a
servire la persona e la società attraverso la creazione e la trasmissione della cultura (CdA n.
1152).
Quali suggerimenti pratici può concretamente offrire una tale visione di cultura?
Come la fede cristiana è per sé stessa promozionale alla cultura piena dell'uomo?
(cfr. CdA nn. 1152-1154)
Bilancio e prospettive
Quali sono i veicoli più abituali di comunicazione nella nostra società?
Come vengono utilizzati?
Meglio la radio, nella quale si può intervenire, in diretta, con il telefono, della televisione?
Come diffondere, migliorare e stimolare la stampa cattolica?
Esiste uno strumento di comunicazione nella tua comunità diocesana, e nella tua comunità
parrocchiale?
Se sì, come lo giudichi?
Come vivificare la cultura "ordinaria": feste popolari, tradizioni religiose, espressioni letterarie
locali, monumenti, reperti storici, beni artistici?
Quali sono i sintomi di non-comunicazione nella nostra società? Quali esempi personalmente
possiamo constatare?
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II. IL CRISTIANESIMO E COMUNICAZIONE
Il cristianesimo è per sua natura una religione di comunicazione e dialogo.
Dal principio alla fine la storia della salvezza è comunicazione: «Dio che aveva già parlato nei
tempi antichi molte volte e in diversi modi ai padri per mezzo dei profeti, ultimamente, in questi
giorni ha parlato a noi per mezzo del Figlio" (Eb 1,1-2. (CdA n. 1150).
Schema catechistico
Tutta la storia della salvezza è una storia di comunicazione tra Dio e l'uomo. (cfr. DV, 2)
- Dio crea l'uomo come essere capace di relazione e di comunicazione. Adamo è in relazione col
creato, ma comunica solo con Eva e con Dio. (cfr. Gn 2,18-24)
- Anche dopo il peccato delle origini, Dio comunica con Adamo ed Eva (cfr. Gn 3, 8-13)
- Gesù è la comunicazione perfetta del Padre. In Lui è rivelato il vero volto di Dio (cfr. Gv 14, 8-11)
- La Chiesa è chiamata a comunicare il dono di Dio, in Cristo, attraverso lo Spirito Santo. Tutta la
realtà sacramentale è una comunicazione di grazia, di amore e salvezza, da parte di Dio all'uomo, in
Gesù Cristo nello Spirito Santo.
- La gioia del comunicare con l'altro e il peccato come radice di incomunicabilità (cfr. Gn 2,18-24;
3,1-24).
- L’autoaffermazione individuale e la chiusura egoistica come fonte di incomunicabilità con Dio e
con gli uomini (cfr. Gn 11,1-9).
- Gesù, piena comunicazione del Padre agli uomini, attraverso il Vangelo della passione - morte risurrezione (cfr. Gv 14, 6-11).
- La comprensione e l'accoglienza del Vangelo, a Pentecoste, per mezzo del dono dello Spirito (cfr.
At 2,1-13).
Riflettere e interrogarsi
Quali spazi concreti di comunicazione esistono tra i fedeli e i responsabili della comunità?
Quale confronto riusciamo ad impostare con i numerosi mezzi di comunicazione?
Come nel dialogo con le diverse culture riusciamo a presentare la nostra coscienza di fede e i valori
del Vangelo?
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III. CRISTIANESIMO E CULTURA
Schema catechistico
1. La cultura cristianamente intesa
- è totale; non universalizza, o sacralizza, le realtà temporali, ma è capace di assumerle
evangelizzandole. In tal modo essa entra in relazione con tutti i campi del sapere;
- è innovativa, in quanto guarda avanti. Essa comunque è ben conscia della tradizione, come forza
che permette un rinnovamento, legato alla storia, nel rispetto delle realtà locali;
- è dialogica, nel senso che coglie la verità come orizzonte ultimo e coincidente con la ricerca
dell'uomo. È capace di ascoltare e valorizzare ogni contributo specifico, operando un discernimento
attraverso i valori espressi dal Vangelo e dalle Carte dei diritti dell'Uomo, della Donna, del
Fanciullo, del Malato;
- è vitale; non guarda al cristianesimo come ad un evento da celebrare, ma incarna ed attualizza il
Vangelo in ogni situazione;
- è attenta alle realtà locali e le anima dall'interno;
- è aperta ad un atteggiamento pluralista. Si prefigge una costante attenzione al bene comune,
rivolta a tutti coloro che ricercano l'autentica armonia sociale, con particolare riferimento alle
categorie più deboli;
- sfocia in una autentica promozione umana e cristiana dell'individuo e della società;
- tende ad una crescita di comunione nella comunità.
2. La pastorale che costruisce la cultura cristiana
- si esprime in una pluralità di ministeri ecclesiali e permea il sentire delle persone, preparandole ad
accogliere la Parola del Signore;
- si esprime per mezzo di una pedagogia culturale cristiana, che coinvolge tutti gli ambiti della vita
familiare, lavorativa, scolastica;
- è attenta alla formulazione delle domande, prima ancora che alle risposte della fede.
3. Il dialogo con altre culture non toglie al cristiano la consapevolezza della propria identità
culturale (cfr. CdA nn. 156-157; 554-555).
Riflettere e interrogarsi
- Tra le dimensioni qualificanti della cultura cristiana, quali debbono essere ritenute più funzionali e
idonee al dialogo culturale con il mondo, oggi:
la comunicazione attraverso un dialogo benevolo e rispettoso?
la veracità nella testimonianza dei valori?
la comunione ecclesiale, fedele e indissolubile, della famiglia?
la solidarietà nel sociale ?
una autentica azione politica di servizio all'uomo?
l'incessante tenacia nel promuovere la riconciliazione e la pace?
- Qual è il posto della Parola di Dio nella costruzione di una cultura cristianamente qualificata?
Dove maggiormente le persone, oggi, costruiscono il proprio modo di pensare?
Come dialogare con le altre culture, senza rinunciare alla propria identità cristiana?
- Un celebre slogan definisce la Regione Emilia-Romagna "sazia e disperata" .
Quali sono gli elementi di cultura "disperata" che affliggono le nostre città, e con quali segni di
speranza possono essere capovolti?
Quale risposta danno all'isolamento delle persone l'associazionismo cattolico, l'associazionismo
civile, le varie forme di volontariato nella nostra comunità cristiana?
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