L`antica chiesa parrocchiale di S. Siro

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Associazione TREBEA
Le nostre ricerche
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Cenni storici
a cura di Maria Grazia Maistrello Morgagni
L’antica chiesa parrocchiale
di S. Siro
Lasciando il centro storico di Casalborgone, ’L Leu,
dall’antica Porta detta di San Siro, è ancora possibile scorgere i
resti di una piccola chiesa sul colle di fronte. E’ là da quasi mille
anni e la sua storia fa parte delle vicende del nostro paese di cui
per molti secoli è stata una delle parrocchie; conserva tuttora
l’abside romanica che, a detta degli studiosi, ha la più antica
muratura fra le chiese del Chierese e dell’Astigiano.
L’abside era ornata da affreschi che sono stati salvati dal totale
degrado con il trasferimento presso l’attuale parrocchiale San
Carlo. Rappresentano la Vergine e il Bambino in trono con San
Siro, San Giovanni Battista e San Bernardo. Sulla volta
campeggia la mandorla con il Cristo in maestà ed i simboli degli
evangelisti. Sul lato sinistro vi sono due immagini,
probabilmente più antiche, raffiguranti San Bartolomeo e San Bernardo, chiaramente individuabile
dalla scritta, parzialmente leggibile, ” S BERN […]” e dal demonio che tiene legato alla catena. Sulla
parete destra, molto rovinata, sono visibili le mura merlate di una città.
Pur esistendo già da secoli, il documento più antico ad oggi noto che ne fa cenno è un
testamento di una dama dei Cocconato del 1320. A quei tempi dipendeva dalla Pieve di Vergnano e
fu sin dai primordi sotto la giurisdizione della Diocesi di Torino. Nel 1673 l’Arcivescovo di Torino
cedette la parrocchia San Siro al Vescovo di Ivrea, cui già era soggetta da tempo immemorabile
l’altra parrocchia del nostro territorio: S.Maria Trebea. La parrocchia San Siro fu poi soppressa nel
1738, gravitando la quasi totalità della popolazione sul centro abitato sviluppatosi attorno al castello
di Casalborgone. La chiesa, ormai campestre, corse il rischio di venir demolita. Un muro era già
crollato e parte del materiale venne utilizzato per l’adiacente cascina un tempo appartenente al
beneficio di San Siro ed acquisita dal Patrono, il conte Broglia.
Un gruppo di famiglie la salvò, nel 1771, acquistandola per prendersene cura. L’impegno fu
mantenuto lodevolmente per più di centocinquant’anni. Nel secolo scorso alcune famiglie si erano
ormai estinte e altre fecero recesso e, venuti a mancare gli antichi protettori, la chiesa cadde
nell’abbandono. L’esistenza stessa della chiesa è di rilevanza storica, in quanto segno della religiosità
della popolazione ed espressione del potere dei signori che dominarono il luogo per oltre 700 anni, i
signori di Cocconato che presero il nome di Radicati nel 1500, seguiti dai conti Balbo, Goveano,
Masseratti e, dal 1638, dai conti Broglia. Ma soprattutto segno tangibile della vita di una comunità
che per secoli si è stretta intorno alla sua chiesa per le manifestazioni di spiritualità e per la vita
pratica e sociale, facendone anche l’ultima dimora per i suoi morti.
Il desiderio di conservare la devozione a San Siro salvò ripetutamente in passato non solo
l’edificio di culto, ma un frammento della storia di Casalborgone che ora chiede l’attenzione di
persone altrettanto sensibili per consegnarla alle future collettività.
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