* Edizione 8 aprile 2008 il gesto Per l’anniversario di una storica istituzione caritativa anche uno spettacolo teatrale interpretato da 17 «attori», tutti con storie più o meno gravi di disagio, alle spalle Da settant’anni Ancona spezza «il pane dei poveri» DA ANCONA VINCENZO VARAGONA Scrivono ai cittadini i poveri di Ancona , per invitarli a teatro. Non è una compagnia qualsiasi ad animare la scena dello «Sperimentale »: si chiama « La strada » ed è composta da 17 personaggi. Tutti hanno sperimentato la vita di strada, attraverso il carcere, il manicomio, la droga e tutti, in qualche modo, ne sono usciti. Li accomuna un punto di riferimento storico, la «mensa di padre Guido», nata il 4 aprile di 70 anni fa per iniziativa di un frate minore dotato di grande fascino e intelligenza. Non voleva sfamare, voleva abbattere la fame, creò un’istituzione che nei decenni, oltre a dare una risposta concreta al disagio del territorio, è stata riferimento per i profughi che arrivavano via mare dalla guerra dei Balcani, oppure per gli sfollati del terremoto del ’72 prima e della frana dell’82, poi. Oggi è l’energica suor Pia a dirigere il «traffico» della mensa, ad accogliere gli ospiti che diventano volontari. L’idea di creare la compagnia è venuta invece a Simone Strozzi, saveriano, da neanche un anno e mezzo ad Ancona , energia da vendere. L’hanno preso per matto quando ha proposto uno spettacolo teatrale da offrire alla città, «Il pane dei poveri». Quando, martedì sera, lo spettacolo, tra timori ed entusiasmi, è andato in scena, la gente, arrivata da varie parti d’Italia per assistere all’insolita opera, è dovuta rimanere fuori: «Volevamo impegnare il maggior teatro cittadino, spiega Simone, volevamo andare in scena alle 'Muse', ma abbiamo avuto un po’ paura e abbiamo scelto un ambiente da 400 anziché mille posti. E non siamo riusciti a contenere la folla…a questo punto dovremo rifare lo spettacolo, venerdì prossimo, al CineTeatro Italia. Ma sono già in tanti a chiederci di riproporre la serata in giro per l’Italia, speriamo di riuscirci! » Scrivendo ai cittadini gli artisti «improvvisati » affermando che «Vogliamo ricostruire la nostra vita cercando di riprenderci la nostra dignità. La cosa di cui andiamo fieri è che autori, produttori, musicisti, scenografi, registi e attori...siamo solo noi…i poveri di Ancona !» «Questa esperienza – aggiunge Simone – ci insegna ancora una volta che la carità 'gira': è stato uno degli attori, accolto ospite nella nostra casa saveriana, un anno fa, a dirmi un giorno che aveva un amico in grado di darci una mano per lo spettacolo. Titubante, racconta il giovane novizio saveriano, dopo un po’ d’insistenza sono andato a trovarlo. Ho scoperto che quest’amico era un importante imprenditore, che ha accettato di finanziarci lo spettacolo, e poi anche di assumere uno degli attori, che aveva bisogno di essere aiutato e ristimolato a vivere». Lo spettacolo ha aperto le celebrazioni per il 70° anniversario della «mensa di padre Guido» (Costantini), un nutrito programma di appuntamenti che ha visto, sabato scorso, l’Università ospitare un convegno su «Povertà, infanzia e immigrazione», mentre particolarmente attesa, oggi, l’assemblea pubblica nella sala del consiglio comunale, in cui la «mensa» si presenta pubblicamente e un omaggio doveroso andrà a suor Pia, la religiosa che oggi raccoglie l’eredità di padre Guido. Oggi verrà anche presentato il dvd sui 70 anni di questa istituzione caritativa. Solenne momento conclusivo, domani con la celebrazione eucaristica animata dai poveri e presieduta, nella chiesa di san Domenico, dall’arcivescovo di Ancona -Osimo, Edoardo Menichelli. Seguirà una grande festa che coinvolgerà amici, ospiti e volontari nella baia di Portonovo. Nata per iniziativa di un frate minore «la mensa di padre Guido» è un servizio di carità concreta verso i più bisognosi e chi fa fatica