Hystrix cristata (Istrice): caratteristiche biologiche ed la crescente espansione
nella penisola italiana negli ultimi trenta anni
Dr. Alessio Durastante
Tecnico della Prevenzione
Servizio Veterinario I.A.P.Z. della A.S.L. n° 04 di L’Aquila
L’istrice (Hystrix cristata L. 1758) è un mammifero appartenente alla famiglia dei
istricidi, tutti caratterizzati dalla inconfondibile presenza degli aculei, ossia di peli
modificati sino a divenire rigidi ed appuntiti. Sono presenti sul dorso e sulla coda
a bande bianche e nere-marroni; sul muso e sul collo sono presenti delle lunghe
setole (15 – 30 cm), bianche superiormente, che formano una cresta; il ventre è
ricoperto di peli; la criniera presente sulla nuca è costituita da lunghe setole sottili
rivolte all’indietro di color bianco-grigio con l’estremità bianca. La coda, oltre che
dai sottili aculei, presenta anche gli aculei della “sonagliera” che sono aperti
all’estremità, assumendo la forma di un calice, e sono cavi: quando la coda si
agita, gli aculei battono producendo un suono particolare. Gli aculei hanno
lunghezza e diametro variabile, ve ne sono di lunghi (20 – 50 cm), sottili e
flessibili, di corti (15 – 30 cm), rigidi e robusti, questi ultimi localizzati nella parte
posteriore del dorso e usati nella difesa e nei combattimenti. Essi non sono
velenosi, ma possono provocare delle ferite nell’aggressore che facilmente si
possono infettare, causandone la morte. Fa parte dell’ordine dei roditori, come si
può vedere dalla caratteristica struttura dei denti :un paio di lunghi incisivi nella
mandibola e un paio nella mascella, seguiti da un lungo spazio senza denti e una
fila di molari. Le zampe sono corte e plantigrade (cioè tutta la pianta del piede
appoggia sul terreno), munite di unghie corte e robuste, atte a scavare. E’
caratterizzato da un corpo massiccio con un robusto collo e una testa è smussata
con un grosso naso solcato da una profonda fessura mediana. Le orecchie sono
piccole, gli occhi anch’essi piccoli e rotondi e lateralmente al muso ha dei baffi
molto sensibili detti vibrisse. L’istrice europeo è lungo circa 70 cm con un peso
che varia da 8 a 18 Kg. la coda una decina di centimetri e l’altezza alle spalle (non
rizzando gli aculei) è circa 25 cm.
Si possono distinguere diverse tipologie di tane utilizzate dall’Istrice: tane
primarie, tane secondarie e tane d’appoggio, alle quali si aggiungono i covi. Le
tane primarie sono quelle preferite dall’animale, sono le tane più antiche e quelle
che presentano più cunicoli e camere, generalmente sono dotate di più ingressi. Le
tane secondarie sono quelle frequentate nel caso in cui la primaria sia già
occupata, mentre le tane d’appoggio sono tane poco profonde, con un’unica uscita
e sono frequentate in via temporanea.
Le tane possono essere degli anfratti rocciosi, o tane scavate direttamente
dall’Istrice o da altri animali (spesso dal Tasso). Le tane scavate si trovano in
terreni sciolti (argillosi, sabbiosi, tufacei) con un buon drenaggio. Ciò che pare
essere fondamentale, è la presenza di un’adeguata copertura vegetale. Infatti
anche negli ambienti aperti e soggetti a coltivazione, le tane di questa specie, si
trovano sempre in luoghi protetti quali fossi, siepi, costoni e declivi boscati e
cespugliati (anche se di limitata estensione), situati in prossimità dei coltivi.
E’ un animale timido e scontroso, vive solitario o in piccoli gruppi famigliari di 46 animali; rimane nella tana a sonnecchiare durante il giorno e specialmente in
inverno. E' un animale prevalentemente erbivoro, di notte si sposta nei boschi in
cerca di frutti caduti dagli alberi, tuberi, radici, tenere cortecce, foglie e in alcuni
casi di insetti. Nella piramide alimentare si trova nel livello dei consumatori
primari, con la differenza che, al contrario degli altri appartenenti a questa
categoria (Lepre, Roditori, ecc.), non viene quasi mai predato, ad opera dei grossi
carnivori (volpe, cani e uccelli rapaci) se non nei primi mesi di vita grazie ai suoi
meccanismi di difesa.
In primavera maschi e femmine cominciano a corteggiarsi sfregando i nasi. E’
stato rilevato che gli istrici hanno una attività sessuale quasi quotidiana, anche al
di fuori dei periodi dell’estro delle femmine, tanto che è stata avanzata l’ipotesi
che la funzione di questi attività sessuale sia proprio quella di mantenere un
legame di coppia stabile. L’accoppiamento degli istrici prevede una sequenza di
comportamenti piuttosto articolata. La gestazione dura 60 giorni e, in una camera
della tana imbottita con foglie ed erba, nascono di solito 2 piccoli con gli occhi
aperti, aculei morbidi sul dorso e peli sull’addome. L’istrice presenta cure
parentali nei confronti dei piccoli, essi vengono allevati amorevolmente dai
genitori coi quali rimangono ancora per qualche mese dopo lo svezzamento. I
piccoli già dopo una decina di giorni escono dalla tana e raggiungono la piena
indipendenza a tre mesi di vita, seguiti e difesi dai genitori e soprattutto dal padre
che li segue durante le loro prime passeggiatine all’aperto.
E’ difficile incontralo, anche perché è poco confidente e fugge al minimo segnale
di pericolo ma quando è disturbato si gonfia a tal punto da raddoppiare le
dimensioni e rizza la principale arma di difesa, ossia gli affilatissimi aculei, ed
inizia a ringhiare e a soffiare oppure tenta di intimorire il “nemico“ con un forte
rumore a sonaglio prodotto dagli aculei della coda fatti sbattere tra loro. Talvolta
batte a terra con i piedi posteriori, quasi come ultimo “avvertimento“. Ma se viene
messo ulteriormente alle strette, si gir e i scaglia a marcia in dietro con
sorprendente forza contro l’aggressore anche se molto più grande di lui
conficcandogli i robusti aculei del dorso nelle carni. E infatti pochi sono i
predatori naturali dell’istrice, perfino i leoni preferiscono evitarli sebbene l’istrice
costituisca un pasto prelibato, e solo il leopardo sembra essere un loro cacciatore
abituale. In Italia, questo animaletto deve ben guardarsi quasi solo dall’uomo,
sotto forma di bracconiere o di automobilista. Solo i piccoli, che nascono con
aculei morbidi, hanno da temere le volpi; per difendersi questo roditore potrebbe
usare i lunghi e affilati incisivi, con cui è in grado di rompere anche una
recinzione metallica, ma non li usa mai nei confronti dei predatori, bensì nei
combattimenti intraspecifici. Questi combattimenti possono essere molto cruenti e
possono nascere anche fra individui che pascolano pacificamente da alcune ore a
poca distanza l’uno dall’altro. Di improvviso, un individuo si dirige velocemente
verso l’altro, gli animali si fronteggiano e poi si scagliano l’uno contro l’altro a
marcia in dietro, come in un furibondo torneo medievale: il rumore degli aculei
che sbattono e i forti buffi e grugniti si sentono a grande distanza. In genere, dopo
pochi scontri uno dei due avversari fugge di corsa, inseguito dall’altro che cerca
di morderlo sul dorso. Possono rincorrersi per oltre 500 m, dopo di che il vincitore
ritorna sul sito della disputa, mentre l’altro si allontana. Come traccia di questi
scontri restano decine di aculei a terra in un raggio di 1-2 m. L’istrice in pericolo
o minacciato inizia anche a muoversi e a lanciare gli aculei sino a qualche metro
di distanza. Anche nei momenti più difficili l’istrice non morde, ma si avvolge su
sé stesso, attendendo che il pericolo passi.
La presenza in Italia è documentata fin dal tempo dei romani e, in base a numerosi
ritrovamenti fossili, sembra che l’istrice sia una specie autoctona nella nostra
penisola e non introdotta in tempi storici (proprio dai romani, forse colpiti dalla
gustosità delle loro carni), come si pensava. Negli ultimi 30 anni l’istrice ha avuto
un forte aumento demografico e una marcata espansione dell’areale nel nostro
paese: oggi l’istrice ha colonizzato la maggior parte dell’Italia centrale , della
Sicilia, dell’isola d ‘Elba e gran parte dell’Italia centro meridionale mentre prima
la sua presenza era più localizzata (limitata al versante tirrenico). In ambiente
mediterraneo l’istrice predilige boschi di latifoglie o misti e tutte le situazioni di
agricoltura non intensiva ad alta diversità ambientale con presenza di vegetazione
naturale. Marginalmente può anche trovarsi in ambienti con una copertura più
rada come oliveti, frutteti, vigneti, pascoli, aree cespugliate e può spingersi fino
alle periferie dei centri urbani o nelle aree urbani verdi. Si evidenzia un’ ampia
idoneità ambientale in tutta la penisola ad eccezione dei rilievi alpini, permettendo
di identificare in questo settore un potenziale limite alla distribuzione
settentrionale della specie, che si è espansa in tempi recenti. All‘interno
dell’areale le aree idonee presentano un’alta continuità occupando il 94% della
sua superficie; in particolare, il blocco continuo più esteso occupa circa l’80%
dell’areale. Al contrario le aree altamente idonee rappresentano frammenti di
estensione media limitata, seppur piuttosto variabile che interessano sia i versanti
della dorsale appenninica che i rilievi collinari e preappenninici.