Maria Santissima Madre di Dio Antifona d`ingresso Salve, Madre

Maria Santissima Madre di Dio
Antifona d'ingresso
Salve, Madre santa:
tu hai dato alla luce il Re
che governa il cielo e la terra
per i secoli in eterno. (Sedulio)
Oppure:
Oggi su di noi splenderà la luce,
perché è nato per noi il Signore;
Dio onnipotente sarà il suo nome,
Principe della pace, Padre dell’eternità:
il suo regno non avrà fine. (cf. Is 9,2.6; Lc 1,33)
Colletta
O Dio, che nella verginità feconda di Maria
hai donato agli uomini i beni della salvezza eterna,
fa’ che sperimentiamo la sua intercessione,
poiché per mezzo di lei
abbiamo ricevuto l’autore della vita,
Cristo tuo Figlio.
Egli è Dio, e vive e regna con te...
Oppure:
Padre buono,
che in Maria, vergine e madre,
benedetta fra tutte le donne,
hai stabilito la dimora
del tuo Verbo fatto uomo tra noi,
donaci il tuo Spirito,
perché tutta la nostra vita
nel segno della tua benedizione
si renda disponibile ad accogliere il tuo dono.
PRIMA LETTURA (Nm 6, 22-27)
Porranno il mio nome sugli Israeliti, e io li benedirò.
Dal libro dei Numeri
Il Signore parlò a Mosè e disse: «Parla ad Aronne e ai suoi figli dicendo: “Così benedirete gli
Israeliti: direte loro:
Ti benedica il Signore
e ti custodisca.
Il Signore faccia risplendere per te il suo volto
e ti faccia grazia.
Il Signore rivolga a te il suo volto
e ti conceda pace”.
Così porranno il mio nome sugli Israeliti e io li benedirò».
SALMO RESPONSORIALE (Sal 66)
1
Rit: Dio abbia pietà di noi e ci benedica.
Dio abbia pietà di noi e ci benedica,
su di noi faccia splendere il suo volto;
perché si conosca sulla terra la tua via,
la tua salvezza fra tutte le genti. Rit:
Gioiscano le nazioni e si rallegrino,
perché tu giudichi i popoli con rettitudine,
governi le nazioni sulla terra. Rit:
Ti lodino i popoli, o Dio,
ti lodino i popoli tutti.
Ci benedica Dio e lo temano
tutti i confini della terra. Rit:
SECONDA LETTURA (Gal 4,4-7)
Dio mandò il suo Figlio, nato da donna.
Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Gàlati
Fratelli, quando venne la pienezza del tempo, Dio mandò il suo Figlio, nato da donna, nato sotto la
Legge, per riscattare quelli che erano sotto la Legge, perché ricevessimo l’adozione a figli.
E che voi siete figli lo prova il fatto che Dio mandò nei nostri cuori lo Spirito del suo Figlio, il quale
grida: Abbà! Padre! Quindi non sei più schiavo, ma figlio e, se figlio, sei anche erede per grazia di
Dio.
Canto al Vangelo (Ebr 1,1.2)
Alleluia, alleluia.
Molte volte e in diversi modi nei tempi antichi
Dio ha parlato ai padri per mezzo dei profeti;
ultimamente, in questi giorni,
ha parlato a noi per mezzo del Figlio.
Alleluia.
VANGELO (Lc 2,16-21)
I pastori trovarono Maria e Giuseppe e il bambino. Dopo otto giorni gli fu messo nome Gesù.
+ Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, [i pastori] andarono, senza indugio, e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino,
adagiato nella mangiatoia. E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro.
Tutti quelli che udivano si stupirono delle cose dette loro dai pastori. Maria, da parte sua, custodiva
tutte queste cose, meditandole nel suo cuore.
I pastori se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto,
com’era stato detto loro.
Quando furono compiuti gli otto giorni prescritti per la circoncisione, gli fu messo nome Gesù,
come era stato chiamato dall’angelo prima che fosse concepito nel grembo.
Preghiera sulle offerte
O Dio, che nella tua provvidenza dai inizio e compimento
a tutto il bene che è nel mondo,
fa’ che in questa celebrazione
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della divina Maternità di Maria
gustiamo le primizie del tuo amore misericordioso
per goderne felicemente i frutti.
PREFAZIO DELLA BEATA VERGINE MARIA I
La maternità della beata Vergine Maria
È veramente cosa buona e giusta,
nostro dovere e fonte di salvezza,
rendere grazie sempre e in ogni luogo
a te, Signore, Padre santo, Dio onnipotente ed eterno.
Noi ti lodiamo, ti benediciamo, ti glorifichiamo,
nella ... della beata sempre Vergine Maria.
Per opera dello Spirito Santo,
ha concepito il tuo unico Figlio;
e sempre intatta nella sua gloria verginale,
ha irradiato sul mondo la luce eterna,
Gesù Cristo nostro Signore.
Per mezzo di lui si allietano gli angeli
e nell’eternità adorano la gloria del tuo volto.
Al loro canto concedi, o Signore,
che si uniscano le nostre umili voci
nell’inno di lode: Santo...
Antifona di comunione
Gesù Cristo è sempre lo stesso
ieri, oggi e nei secoli eterni. (Eb 13,8)
Oppure:
Maria serbava tutte queste cose
meditandole nel suo cuore. (Lc 2,19)
Preghiera dopo la comunione
Con la forza del sacramento che abbiamo ricevuto
guidaci, Signore, alla vita eterna,
perché possiamo gustare la gioia senza fine
con la sempre Vergine Maria,
che veneriamo madre del Cristo e di tutta la Chiesa.
Lectio
In questi giorni siamo ricondotti in molti modi al mistero dell’Incarnazione e attorno al
presepe, al Dio stesso fatto uomo per noi, prendono il posto, che è loro, Giuseppe, i pastori, i magi,
e anche altri che la liturgia ricorda in questo periodo: Stefano, Giovanni, Tommaso, i bambini
innocenti …
C’è tutta la Chiesa convocata, ci siamo anche noi ... c’è l’umanità conosciuta e sconosciuta
di coloro che sono santi e immacolati, coloro che vivono sconosciuti nel quotidiano del mondo.
Tutta l’umanità è convocata accanto a una Madre nella quale tutto si riassume e trova
compimento e spiegazione; una Madre che ci raccoglie nel seno della sua misericordia e ci porta
accanto al Verbo di Dio fatto uomo in Lei; una Madre che venne proclamata «Madre di Dio»,
“Theotókos” dal terzo Concilio di Efeso.
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«Una donna è Madre di Dio. Si potrebbe dire: come è possibile? Dio è eterno, è il Creatore.
Noi siamo creature, siamo nel tempo: come potrebbe una persona umana essere Madre di Dio,
dell’Eterno, dato che noi siamo tutti nel tempo, siamo tutti creature? Perciò si capisce che c’era
forte opposizione, in parte, contro questa parola. I nestoriani dicevano: si può parlare di
Christotókos, sì, ma di Theotókos no: Theós, Dio, è oltre, sopra gli avvenimenti della storia. Ma il
Concilio ha deciso questo, e proprio così ha messo in luce l’avventura di Dio, la grandezza di
quanto ha fatto per noi» (Benedetto XVI, 11 ottobre 2010, Meditazione durante l’Ora Terza in apertura della prima
congregazione generale dell’Assemblea speciale per il Medio Oriente del Sinodo dei vescovi).
Questo appellativo – Theotókos - è particolarmente caro alla devozione popolare dei cristiani
orientali, ripetuto spesso nelle loro belle liturgie, specialmente nella liturgia bizantina, che è stata
considerata la “più perfetta” proprio per via delle sue preghiere ufficiali dedicate al culto di Maria.
Cominciamo il nuovo anno nel segno di questo grande mistero.
Num. 6,22-27
Il Signore parlò a Mosè e disse: «Parla ad Aronne e ai suoi figli dicendo: “Così benedirete
gli Israeliti: direte loro: Ti benedica il Signore e ti custodisca. Il Signore faccia risplendere per te il
suo volto e ti faccia grazia. Il Signore rivolga a te il suo volto e ti conceda pace”. Così porranno il
mio nome sugli Israeliti e io ti benedirò».
Benedizione = Berakà. Ogni benedizione ha come fonte e fine la liberalità di Dio e
l’esaltazione della sua gloria.
Benedire = dire bene.
Ti benedica il Signore = il Signore dica bene di te.
Il Signore dice bene di noi quando ritrova in noi l’immagine sua, l’immagine della Trinità;
quell’immagine che aveva plasmato in noi nel giardino dell’Eden. Siamo stati fatti a immagine di
Dio e Dio vuole ritrovare le sue sembianze, i suoi lineamenti ... Dio cerca di vedere riflesso in noi
l’immagine del Figlio suo ... vede il Figlio in noi e dice bene di noi perché l’immagine è perfetta.
La benedizione è la preghiera per eccellenza della tradizione biblico-ebraica. E’ atto
liturgico-cultuale. La tradizione ebraica insegna che qualsiasi rapporto dell’uomo con le cose deve
essere mediato dalla preghiera di benedizione; lo stesso si dica per qualsiasi evento della storia.
“Benedetto sei tu Signore, nostro Dio, re dell’universo che crei ogni sorta di beni per rallegrare il
cuore dei tuoi figli”.
Prima di nutrirsi del pane l’ebreo credente è tenuto a pregare: “Benedetto sei tu Signore
nostro Dio, re dell‘universo, che produci il pane dalla terra”. Prima di bere un bicchiere di vino:
“Benedetto sei tu Signore nostro Dio, re dell’universo, che hai creato il frutto della vite”.
Guardando il grano: “Benedetto sei tu Signore nostro Dio che crei gli alimenti della terra”.
Ricevendo una buona notizia: “Benedetto sei tu Signore nostro Dio che sei buono e fai il bene”...
Questo benedire con cui l’ebreo credente ritma la sua giornata, prima che essere
l’espressione di un animo semplice e delicato, è la trascrizione - a livello di linguaggio e di
coscienza comunitaria - della costituzione ontologicamente buona di ogni essere. Ogni essere è
buono in se stesso, nella sua natura. Dio è colui che fa il bene creando; l’uomo è colui che fruisce
del bene riconoscendolo come dono e presenza di Dio; il mondo come spazio voluto da Dio e
destinato all’uomo.
Dove manca questa dizione del bene, Dio, l’uomo e il mondo vengono sfigurati e
l’esperienza diventa peccato. Il peccato di Adamo ed Eva, in seguito al quale il giardino terrestre
regredisce a deserto di spine e di cardi (cfr. Gen.3, 18), consiste proprio nella interruzione della
benedizione per cui, invece di accogliere e riconoscere i beni donati - simboleggiati
dall’intangibilità dell’albero del la conoscenza del bene e del male - i nostri progenitori vogliono
farsene padroni.
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Inscindibile dalla preghiera di benedizione è la preghiera d’invocazione che nella Bibbia si
presenta sotto la duplice figura o della richiesta di perdono, o della richiesta di giustizia; l’una e
l’altra a servizio della benedizione. “Abbi pietà di me, Signore”; “fammi giustizia Signore!”.
La Bibbia è piena di benedizioni. Siamo benedetti fin dal primo respiro!
Gen. 1, 27- 28 “Dio creò l’uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creò; maschio e femmina li
creò. Dio li benedisse …”.
Gen. 9,1 “Dio benedisse Noè e i suoi figli …”
Gen.12, 2-3 “Faro di te (Abramo) una grande nazione e ti benedirò, renderò grande il tuo nome e
possa tu essere una benedizione. Benedirò coloro che ti benediranno e coloro che ti malediranno
maledirò, e in te saranno benedette tutte le famiglie della terra”.
Gen. 27, 29: “Chi ti maledice sia maledetto e chi ti benedice sia benedetto!”. È la grande
benedizione del padre Isacco su Giacobbe.
E tutte le altre benedizioni che troviamo nei Salmi: “Benedirò il Signore in ogni tempo”.
Sal. 41,14 “Sia benedetto il Signore, Dio d’Israele, da sempre e per sempre”.
Sal. 72,18-19 “Benedetto il Signore, Dio d’Israele: Egli solo compie meraviglie. E benedetto il suo
nome glorioso per sempre; della sua gloria sia piena tutta la terra”.
Nel Nuovo Testamento Gesù è il Benedetto, il Bene-dicente, capace di articolare il
rapporto con Dio, con l’uomo e con i beni della terra secondo la benedizione del Padre. Grazie a Lui
si ritorna a bene-dire, a riconoscere il bene che ci è stato donato, ci ridona la capacità di essere
benedizione per tutti.
Lc.1, 68: “Benedetto il Signore, Dio d’Israele, perché ha visitato e redento il suo popolo.
Lc. 1, 42: “ Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo!”.
Il Benedetto e la Benedetta
Maria, la Benedetta che riflette il vero volto del Figlio Benedetto, la sua persona, la sua vita e Dio
resta appagato quando guarda Maria perché ritrova in Lei il Figlio suo.
1Pt.1,3: “Benedetto sia Dio e Padre del Signore nostro Gesù Cristo, che nella sua grande
misericordia ci ha rigenerati = fatti rinascere e non restaurati! (cfr. Gv. 3 Gesù a Nicodemo: “chi
non rinasce …”).
2Cor.1,3-4: “Benedetto sia Dio … che ci consola in ogni nostra tribolazione”.
Le sei benedizioni di Dio che Paolo ci riporta in Ef. 1, 3ss.
Chi sono i benedetti?
Sia benedetto Dio - e tutte le creature lo benedicano (Dan. 3,57ss) - Lo benedica chi ha fede
(Gal. 3,9ss) - Chi pensa agli altri (Mt. 25,34) - Chi è piccolo (Mt.11,25-27); “Ti rendo lode” (Lc.
10,21)
Chi sono i maledetti?
Il serpente (Gen. 3, 14) - Il suolo (Gen. 3,17) - I figli che disprezzarono il padre Noè (Gen.
9,25ss) - Maledetto è l’uomo che confida nell’uomo ... - Maledetto è l’uomo che si richiama
soltanto alla legge (Gal. 3, 10).
Luca 2,16-21
v. 16: I pastori “andarono senza indugio...”
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Gli angeli che hanno cantato nella notte, all’aurora se ne vanno, come le stelle. Gli angeli
scompaiono e con loro anche il canto. Resta l’opacità di un giorno come gli altri ... ma c’è qualcuno
in viaggio, gente che ha appreso la fretta di Maria!
Andare: un verbo che allude a un attraversamento. Bisogna colmare le distanze … bisogna andare
fino a Betlemme.
Il viaggio dei pastori ... il nostro viaggio della vita, del nostro quotidiano con la fretta di Maria ... il
coraggio di mettersi in viaggio anche se è notte, anche se non si conosce l’itinerario, anche se non si
sa la meta, anche se c’è la fatica, la stanchezza, il sonno, il dubbio, il timore ...
I viaggi all’interno di noi stessi che sono i più faticosi …
Andare senz’indugio come i pastori, come i piccoli, come i semplici che non si fermano a tanti
interrogativi, a tanti perché, a tante valutazioni sulla convenienza ... che non sprecano parole ...
Cosa trovarono i pastori a Betlemme?
Trovarono persone e cose normalissime, non trovarono nulla di speciale e non dicono nulla di
speciale a Maria e a Giuseppe. È una famiglia ebrea, emarginata socialmente. Eppure il bambino è
Dio e la giovane donna l’ha concepito e partorito nella verginità. Alcuni pastori si affrettano, in
risposta a un messaggio dal cielo, per riconoscerlo e glorificarlo a modo loro.
v. 18 Ma essi suscitano meraviglia in coloro che ascoltano il loro racconto
I pastori trovano la prima Chiesa - Maria - Giuseppe con il Bambino - e se ne vanno lodando
Dio perché hanno trovato una Chiesa vivente, una Chiesa che è in adorazione di quel Dio fatto
uomo per la salvezza dell’uomo.
Maria che adora in silenzio conservando nel cuore le ‘parole’: è la Chiesa che custodisce la Parola,
che medita ...
Giuseppe che adora il Mistero in silenzio e vive di meraviglia.
È la Chiesa detentrice di una Parola che viene trasmessa nella meraviglia di chi scopre dì essere
debitore oggi agli altri di quanto Dio ha acceso nel segreto del suo cuore!
Chiesa che ascolta, medita, custodisce la Parola e poi annuncia!
I pastori al presepio trovano la testimonianza della fede e imparano a lodare Dio, suscitando
negli altri lo stupore, la meraviglia... e aiutando gli altri a imparare a lodare Dio per le meraviglie
che Egli ha compiuto.
Appendice
O Vergine Immacolata Madre di Dio, piena di grazia;
il santo tuo seno portò l`Emmanuele;
dalle tue mammelle stillò il latte
alimento di tutti.
Tu però superi ogni lode,
tu sei al di sopra di ogni gloria.
Salve, o Genitrice di Dio,
gaudio degli angeli,
che superi ogni pienezza di grazia
predetta dai profeti.
Il Signore è con te,
che generasti la Salvezza del mondo.
(Liturgia Copta, Troparium copticum, EE n. 3032)
Scopo dell`Incarnazione: farci figli di Dio
Il figlio di Dio, in effetti, si fece figlio dell`uomo perché i figli dell`uomo, cioè di Adamo,
divenissero figli di Dio. Infatti il Verbo che lassù fu generato fuori del tempo dal Padre in modo
ineffabile, inesplicabile, incomprensibile, viene quaggiù generato nel tempo da Maria Vergine e
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Madre, perché quelli che prima furono generati quaggiù siano poi generati lassù, cioè da Dio. Egli
quindi ha in terra solo la madre, e noi abbiamo in cielo solo il padre. Per questo chiama se stesso
figlio dell`uomo, perché gli uomini chiamino Dio padre celeste. Padre nostro, dice, che sei nei cieli
(Mt. 6,9). Dunque, come noi servi di Dio siamo di Dio, così il Signore dei servi è diventato figlio
mortale del proprio servo, cioè di Adamo, affinché i figli di Adamo, che erano mortali, divenissero
figli di Dio; infatti sta scritto: Ha dato loro il potere di diventare figli di Dio (Gv 1,12). Quindi il
figlio di Dio prova la morte in quanto generato dalla carne, perché i figli dell`uomo siano fatti
partecipi della vita di Dio in quanto loro padre secondo lo Spirito. Egli dunque è figlio di Dio
secondo natura: noi invece per mezzo della grazia. (Atanasio, De incarnat., 8)
Una condizione per rimanere in Dio
Se uno non crede che Maria, la santa, è madre di Dio, è fuori della divinità. (Gregorio di
Nazianzio, Epist., 101)
Noi uomini ti offriamo una vergine madre
Così cantava il tropario dei vespri di Natale della liturgia orientale: “Che cosa ti offriremo, o
Cristo, per esserti mostrato sulla terra per noi quale uomo? Ognuna delle creature uscite dalle tue
mani porta la tua testimonianza di gratitudine: gli angeli il loro canto, i cieli la stella, i Magi i loro
doni, i pastori la loro adorazione, la terra la grotta, il deserto la mangiatoia. Ma noi uomini ti
offriamo una vergine madre”. L’uomo porta al Tempio la propria offerta, il pane e il vino, e Dio, nel
suo gesto sovrano, li trasforma nella sua carne e nel suo sangue, nutrimento divino. L’umanità porta
l’offerta tre volte pura, la Vergine, e perciò madre di tutti i viventi. La santità al suo vertice è
“colma di grazia” (Lc 1,28); il ricettacolo umano si rivela degno dell’Incontenibile che gli prende la
sua sostanza. Maria non è una donna tra le donne, ma l’avvento della donna, della nuova Eva,
restituita alla sua verginità materna. Lo Spirito santo discende su di lei e la rivela non come
strumento, ma come la condizione umana oggettiva dell’incarnazione. Gesù ha potuto assumere la
carne umana poiché l’umanità gliel’ha donata nella Vergine Maria. “Dio prende Maria per madre e
ne assume la carne perché essa desidera prestarglierla. Si incarnava volontariamente così come
voleva che sua madre lo generasse liberamente e di sua piena volontà”, scrive Nicolas Cabasilas. La
Vergine partecipa così all’incarnazione. In essa tutti dicono: “Amen. Vieni, Signore Gesù” (Ap
22,20). Questo mistero è incommensurabile, è radicato nel consiglio preeterno di Dio che vedeva e
dunque prevedeva il seno che riceve, concepisce e genera il Verbo. La mariologia, inseparabile
dall’agiologia, è una parte organica della cristologia. Il culto della Vergine, nella teologia dei Padri,
si oppone a qualsiasi deviazione sentimentale o mariolatria; non ne ha bisogno perché esprime
l’incommensurabilmente più grande e si pone in stretta relazione con la cristologia.
“Ed ecco che d’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata” (Lc 1,68). Il saluto
dell’angelo: “Ave Maria, piena di grazia” (Lc 1,28) diventa l’esperienza liturgica quotidiana della
Chiesa sanzionata dai concili ecumenici. Vi è una misteriosa coincidenza nel silenzio teologico che
durante i primi tre secoli avvolge lo Spirito Santo e la Vergine, ma il loro duplice nascondimento
culmina in una straordinaria proclamazione anch’essa simultanea nel quarto e nel quinto secolo. La
Teotokos appare come il centro prestabilito del mondo, il luogo tre volte santo dell’avvento divino.
Il suo stato di santità è in grado di generare non il bambino Gesù ma il Dio – uomo, e questo spinge
a chiamarla più precisamente Teo-antropotokos, colei che genera il Dio-uomo. In quanto nuova Eva
essa contiene in se stessa, come Adamo, tutta l’umanità, e la sua carne, che essa dona al figlio suo, è
quella della “madre di tutti i viventi” (Gen 3,20). “Ecco tua madre”, dice Gesù a Giovanni (Gv
19,27); e nella persona di Giovanni è l’umanità intera che ritrova la propria madre. Cristo è
concepito dallo Spirito Santo e dalla Vergine, dice il Credo. Così ogni fedele rinasce dallo Spirito
Santo e dal fiat della Vergine; nella fede anche noi siamo nati dalla Teotokos.
(P. Evdokimov, La femme et la salut du ,monde, pp. 193-195)
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