accusativo

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VERBI CHE REGGONO L’ACCUSATIVO
pp. 208-211 della Grammatica
A) Verbi transitivi in latino e intransitivi in italiano: particolare attenzione deve essere riservata
a questi verbi che in italiano si costruiscono con complementi diversi dal complemento oggetto.
I principali sono:
spero - despero = spero - dispero di
fugio, effugio = sfuggo a, fuggo, evito
iuvo, adiuvo = giovo a, aiuto
abdico = rinuncio a
ulciscor = mi vendico di
Particolare attenzione merita il verbo deficio che ammette sia un uso transitivo sia un uso
intransitivo assumendo diversi significati:
 uso transitivo
- vires me deficiunt le forze mi mancano, mi vengono meno
- deficior (a) viribus sono abbandonato dalle forze
 uso intransitivo
- deficere animo perdersi d’animo
- luna deficit
la luna si eclissa (viene meno)
- deficere ad aliquo
ribellarsi a qualcuno
- deficere (ab aliquo) ad aliquem
passare dalla parte di uno a quella di un altro
B) verbi “intransitivi” costruiti con l’accusativo (acc. di relazione o dell’oggetto interno)
 verbi che indicano un sentimento (verba affectuum): rideo = rido di; lugeo, fleo, defleo =
piango; glorior = mi vanto; horreo = ho orrore; formido, reformido = ho paura; queror,
lamentor = mi lamento; miror = mi meraviglio; ecc. L'accusativo che essi reggono è di
relazione.
 verbi che indicano sensazioni fisiche: oleo, redoleo = puzzo di, mando odore di; sitio = ho sete
di; esurio = ho fame di; sapio, resipio = so di, ho sapore di; ecc.
 verbi accompagnati dall'oggetto interno: si dice oggetto interno (o figura etimologica) il
nome che deriva dalla stessa radice del verbo da cui dipende o che con esso ha affinità di
significato. Anche in italiano è presente nelle espressioni "vivere una vita" "dormire un
sonno". Le principali espressioni latine sono: vivere vitam, pugnare pugnam, somniare
somnium, ecc.
 verbi resi transitivi dal preverbio: numerosi verbi di movimento, intransitivi, ammettono la
costruzione con l'accusativo (diventando così anche transitivi) in quanto composti con
preposizioni che di per sé reggono l'accusativo come ad, circum, in, ob, per, trans, ecc.
VERBI IMPERSONALI COSTRUITI CON L’ACCUSATIVO
pp. 211-213 della Grammatica
A) verbi assolutamente impersonali
miseret, miseruit (o miseritum est), miserere = aver compassione
paenitet, paenituit, paenitere = pentirsi
piget, piguit (o pigitum est), pigere = provare rincrescimento, rammaricarsi
pudet, puduit (o puditum est), pudere = vergognarsi
taedet, pertaesum est, taedere = annoiarsi, provare disgusto
In latino essi hanno sempre costruzione impersonale:
 la persona che prova il sentimento si trova in accusativo. Se è espressa da un pronome personale, si
usano me, te, eum, eam, nos, vos, eos, eas; se è usato solo con valore riflessivo; nella perifrastica
passiva la persona che prova il sentimento si trova al dativo;
 la cosa che suscita il sentimento si trova in genitivo. Se è espressa però da un pronome neutro (id,
illud, hoc, quod, ecc.) si trova in nominativo (secondo alcuni grammatici si tratterebbe invece di un
accusativo di relazione);
 se ciò che desta il sentimento è espresso mediante un verbo esso si trova all’infinito; se invece è una
proposizione, si può trovare sia una proposizione infinitiva, sia una dichiarativa-causale introdotta
solitamente da quod + indicativo o congiuntivo.
ESEMPI:
-
Me pudet meorum errorum = mi vergogno dei miei errori.
-
Marius dicit se paenitere suorum errorum = Mario dice di pentirsi dei suoi errori.
-
Hoc me paenitet = mi pento di ciò.
-
Vobis pudendum est = dovete vergognarvi.
-
Nos paenituit verum dixisse = ci pentimmo di aver detto la verità.
-
Eos puduit quod profligati erant = si vergognarono di essere (poiché erano) stati sconfitti.
B) verbi relativamente impersonali
decet, dedecet = si addice, non si addice
fallit = inganna
delectat, iuvat = diletta, piace
fugit, praeterit = sfugge
latet = è nascosto
Si tratta di verbi solo apparentemente impersonali (possono anche essere usati alla terza persona plurale):
essi infatti hanno il soggetto espresso, che può essere: un pronome neutro, un sostantivo, un infinito, una
proposizione infinitiva. In accusativo è espressa la persona a cui si addice, a cui sfugge, ecc.
ESEMPI:
-
Probos viros honestas decet = agli uomini buoni si addice l’onestà.
-
Parvum parva decent = ad uno piccolo si addicono piccole cose.
-
Oratorem irasci minime decet, simulare non dedecet = per un oratore non è affatto conveniente
mostrare l’ira, ma non è sconveniente simularla.
-
Me iuvat mea consilia tibi utilia esse = mi fa piacere che i miei consigli ti siano utili.
IL DOPPIO ACCUSATIVO
pp. 214-216 della Grammatica
A) Accusativo dell’oggetto e del predicativo dell’oggetto
Con i verbi appellativi, elettivi, estimativi ed effettivi (che nella forma passiva hanno il doppio
nominativo) e con altri verbi. Ricorda le espressioni:
Certiorem facere aliquem (de aliqua re) = informare/rendere consapevole qualcuno di qualche
cosa (al passivo con il doppio nominativo)
Uxorem aliquam ducere = sposare, lett. Prendere una in moglie (detto dell’uomo)
B) Accusativo della persona e della cosa, con i seguenti verbi
doceo, es, docui, docere = insegnare
 regge l'accusativo della cosa che si insegna e della persona a cui si insegna:
Magister discipulos latinas litteras docet = Il maestro insegna agli allievi il latino
 nel significato di "informare qualcuno di qualcosa" regge l'accusativo della persona e de +
ablativo della cosa:
Consules de victoria senatum docuerunt = I consoli informarono il senato della vittoria.
 al passivo doceo è sostituito da:
- erudior, imbuor, instituor (= sono istruito) che sono costruiti con l'ablativo della cosa in cui si
è istruiti (= complemento di limitazione) e con a, ab + ablativo (= complemento d'agente) della
persona da cui si è istruiti; es.: a te latinis litteris erudior.
- disco, is, didici, discere (= imparare) che si costruisce con l'accusativo della cosa che si impara
(= complemento oggetto) e a, ab + ablativo della persona da cui si impara; es.: Latinas litteras a
te disco = Imparo il latino da te.
celo, as, celavi, celatum celare = nascondere, celare
 regge l'accusativo della persona a cui si cela qualcosa e l'accusativo della cosa che si
cela; la cosa tuttavia può anche essere espressa con de + ablativo (= complemento di
argomento):
Cur me tuam sententiam celas? Oppure Cur me de tua sententia celas? = Perché mi nascondi
il tuo parere?
 al passivo celo, a differenza dell'italiano, si costruisce personalmente, cioè la persona a cui
viene nascosta una cosa, diventa il soggetto in nominativo; la cosa celata si esprime con de +
ablativo o con l'accusativo di relazione se si tratta di un pronome neutro. Pertanto la frase
italiana "A Mario fu tenuto nascosto il tuo arrivo" diventa nella costruzione personale
"Mario fu tenuto nascosto circa il tuo arrivo" e in latino Marius de adventu tuo celatus est.
posco = chiedo, reposco = richiedo, flagito = chiedo con insistenza
reggono l'accusativo della persona a cui si chiede e l'accusativo della cosa che si chiede. La
persona può anche essere espressa con a, ab + ablativo:
Caesar Aeduos frumentum flagitabat oppure Caesar ab Aeduis frumentum flagitabat = Cesare
chiedeva insistentemente il frumento agli Edui.
oro = prego, rogo = chiedo pregando, interrogo = domando, interrogo
si costruiscono con i due accusativi (della persona e della cosa); spesso la cosa è espressa con una
proposizione completiva introdotta da ut/ne + congiuntivo:
Vos oro auxilium = vi chiedo aiuto
Te rogo hoc = ti prego di questo
Te oro ut ad me venias = Ti prego di venire da me
Ricorda la costruzione di peto e quaero
peto, is, petivi, petitum, petere = chiedere (per ottenere) si costruisce con l'accusativo della cosa
chiesta e a, ab + ablativo della persona a cui si chiede; la cosa può anche essere espressa con una
proposizione completiva introdotta da ut/ne + congiuntivo:
Hostes pacem a Romanis petiverunt = I nemici chiesero la pace ai Romani.
Peto abs te ut haec cures diligenter = Ti chiedo di curare queste cose con attenzione.
Altri significati di peto:
petere Romam, urbem, locum = dirigersi verso Roma, verso una città, verso un luogo;
petere hostes = dirigersi contro i nemici, assalire i nemici.
petere magistratum, consulatum = aspirare ad una magistratura, al consolato.
quaero, is, quaesivi, quaesitum, quaerere = chiedere (per sapere) si costruisce con l'accusativo
della cosa che si chiede e e, ex + ablativo della persona a cui si chiede; la cosa è spesso espressa con
una proposizione interrogativa indiretta:
Ex eo quaesivi remedium = Gli chiesi un rimedio.
Ex te quaero quid acturus sis cras = Ti chiedo che cosa farai domani.
COMPLEMENTI IN ACCUSATIVO
pp. 218-219 della Grammatica
Oltre al complemento oggetto e a tutti i complementi che si esprimono con preposizioni che
reggono l'accusativo (complemento di moto a luogo, di moto per luogo, di fine, di tempo continuato
ecc.), particolare attenzione meritano:
 il complemento di estensione nello spazio: si trova in accusativo quando è accompagnato
dagli aggettivi altus = alto, latus = largo, longus = lungo; oppure dalle espressioni pateo,
extendor in altitudinem, in latitudinem, in longitudinem = mi estendo in altezza, larghezza,
lunghezza.
 il complemento di distanza: esso dipende per lo più dai verbi absum = sono lontano; disto
= sono distante; pono (castra) = pongo il campo e indica mediante un numerale, quanto si
dista da un luogo. Il luogo da cui si dista, si esprime sempre con a, ab + ablativo, anche se si
tratta di un nome di città; il numerale che esprime la distanza si trova in accusativo o
ablativo indifferentemente (in genitivo in dipendenza dagli ablativi spatio, intervallo).
 il complemento di età: indica l'età di una persona e può esprimersi in latino in più modi:
a) con il participio natus + l'accusativo del numero (cardinale) degli anni + annos
(natus si trova nella costruzione latina dopo annos): Hannibal novem annos natus
iuravit se numquam in amicitia cum Romanis fore;
b) con le parole puer, adulescens, vir, senex + il genitivo del numerale (cardinale):
Hannibal puer novem annorum iuravit se numquam in amicitia cum Romanis fore;
c) con il participio agens + l'accusativo del numerale ordinale aumentato di un'unità:
Hannibal decimum annum agens iuravit se numquam in amicitia cum Romanis fore;
d) con l'ablativo del numerale ordinale accompagnato da aetatis: Hannibal anno aetatis
nono iuravit se numquam in amicitia cum Romanis fore.
 Complemento di relazione: è un costrutto passato dalla lingua greca a quella latina per
indicare originariamente con quale parte del corpo sia in relazione un modo di essere:
Mulieres nudae brachia clementiam rogabant = Le donne con le braccia nude (= nude
relativamente alle braccia) invocavano clemenza.
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